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Il Mistero del Piano Antenne teramano

di Giancarlo Falconi
3 minuti

La Legge regionale n. 45 del 2004, che detta norme per la tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico, all’articolo 11, comma 1, impone ai comuni di adottare il piano territoriale delle antenne per la telefonia mobile e di predisporre il relativo regolamento che contenga le disposizioni in materia al fine di ottimizzare e razionalizzare, tenuto conto della morfologia del territorio, la localizzazione degli impianti. Si tratta di una previsione molto importante, finalizzata non solo al corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e alla adeguata funzionalità dei beni e servizi, ma soprattutto alla minimizzazione delle esposizioni della popolazione ai campi elettromagnetici.L’obiettivo, pertanto, è quello di creare, in un’ottica di trasparenza e di efficienza, un raccordo con i gestori delle reti ma soprattutto la massima partecipazione di tutti i soggetti portatori di interessi generali, su tutti l’interesse alla protezione della salute e quello alla tutela dell’ambiente. Secondo la normativa e secondo logica, tali atti dovrebbero costituire il presupposto per il rilascio concreto delle autorizzazioni. Ebbene, ad oggi, ovvero a più di cinque anni dall’introduzione della legge regionale, la nostra Amministrazione non si è dotata né del piano né del regolamento e, come risulta dagli atti di programmazione adottati, la tematica non pare essere più all’ordine del giorno. Il piano non c’è ma ci è già costato parecchio. Nella precedente consiliatura, infatti, venne manifestata l’intenzione di colmare questa lacuna con l’avvio degli studi per la sua predisposizione. A tal uopo, nel 2006 è stato conferito un incarico di collaborazione esterna a tre professionisti, stante la presunta carenza di figure professionali esperte nel settore all’interno della struttura comunale. Si trattava di un incarico del valore complessivo pari a 45000 euro. Di questa cifra nel gennaio 2008 è stata pagata la somma di 27000 euro come acconto per il parziale svolgimento del mandato ricevuto. Da quel momento la situazione è ferma e il fatto che recentemente non siano giunte ulteriori richieste di installazione non esime l’Amministrazione dall’adempiere ad un obbligo previsto da  una legge che, nel rispetto del principio di precauzione, si pone al servizio di beni fondamentali quali la salute e l’ambiente. Per tali ragioni non è più accettabile che su un tema così delicato si continua a vivere in una stato di carenza di regole generali ed astratte che consentano un’efficace valutazione e un costante monitoraggio dell’esposizione complessiva del nostro territorio e della nostra popolazione ai campi elettromagnetici.

Gianguido D'Alberto

Vice capogruppo del PD in consiglio comunale di Teramo

 

 

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Commenti

c'era una volta.. e non è una favola... una paladina della lotta contro le antenne, a cominciare da quella davanti casa sua, al campo scuola. presente e invadente in ogni consiglio comunale, sempre accompagnata dalla mamma. riunioni, proteste poi un giorno tutto finì nel silenzio. c'è chi dice che l'onorevole cerulli la prese professionalmente sotto la sua ala... ma forse è solo una favola...
La commissione ambiente della precedente consigliatura consegnò i suoi lavori il 10 dicembre 2004. Il deliberato, ovvero l'ipotesi di regolamento, non ebbe seguito, a detta dell'amministrazione, in quanto ancora non era vigente il nuovo PRG. Da allora il regolamento redatto all'unanimità è chiuso in un cassetto, come il piano traffico. Puntuali invece, come le calamità naturali, sono le feste, "gli eventi", il tiro alla fune e le altre amenità di cui la città gode da alcuni anni a questa parte.
Ricordo una Erinni. Poi un giorno ella si dileguò. Non ebbi più la fortuna di incrociarla. E' riapparsa oggi nella...favola. Quante sorprese riserva la vita!
Tutti si arrabbiano quando sul proprio telefonino non c'e' campo ma nessuno vuole le antenne vicino casa propria (proprio come le discariche). Vi ricordate quando l'amministrazione Sperandio voleva mettere le antenne della telefonia sulle proprieta' comunali (come gli asili nido ) perche' non necessitavano di autorizzazioni particolari ed in piu' le aziende pagavano un canone di gestione?