Salta al contenuto principale

Il Corrosivo: La Coppa Interamnia e il braccino corto dei teramani

di Elso Simone Serpentini
7 minuti

Come ogni altro loro “affare”, anche la Coppa Interamnia ha sempre diviso i teramani in due schieramenti contrapposti, quasi due partiti, l’uno contro l’altro armato. Da una parte si sono adunati i sostenitori e i fautori dell’iniziativa, i “laudatores”, che ne hanno messo in evidenza gli aspetti positivi e negato o sottovalutato l’esistenza di limiti o di negatività. Dall’altra si sono schierati i detrattori, che non hanno mancato nel corso degli anni di mettere in luce gli aspetti negativi, di vario tipo e di diverso genere, arrivando perfino ad augurarsi la morte della Coppa.

Poiché non sono assolutamente un amatore del grigio e delle mezze tinte, anzi, mi ritengo ancora a tarda età un estremista convinto, estimatore del bianco e del nero, e non avendo mai cercato mediazioni ad ogni costo tra contrapposte argomentazioni in un “centro” che aborro, non intendo a proposito di questo argomento provare a bilanciare i meriti e i demeriti della creatura di Gigi Montauti.
Nemmeno tenterò di pesare e contropesare attivi e passivi con un bilancino di precisione per ottenere una “caratura” definitiva. Dirò, semplicemente, che io sono un fautore della Coppa Interamnia, che lo sono sempre stato e per questo, quando ho avuto la direzione editoriale di una televisione, le ho dato sempre il massimo risalto, con una programmazione attenta e specifica che della manifestazione analizzasse ogni singolo aspetto a beneficio dei telespettatori.

Sia nelle edizioni di maggiore risalto che in quelle in tono minore, ho sempre ravvisato aspetti ed elementi di grande importanza per una città come Teramo. Nei giorni della Coppa la vetrina internazionale di cui la nostra città ha usufruito è stata prestigiosa e tutti ne abbiamo tratto beneficio e risonanza. Il nome di Teramo è conosciuto in ogni angolo del mondo grazie alla Coppa Interamnia e alla sua notorietà.
A Teramo abbiamo avuto sempre ottime iniziative, il limite è stato il numero delle edizioni che si sono succedute, perché anche le intraprese più felici si sono interrotte a volte senza conoscerne il motivo.

Molte non sono riuscite a contare fino a dieci. A ben pensarci, la Coppa Interamnia è tra quelle, se non quella in assoluto, che sono riuscite ad inanellare il maggior numero di edizioni, senza interruzioni.
Mi sorprendo che ancora oggi ci sia qualcuno che a Teramo abbia da ridire sulla Coppa o storca il naso, attaccandosi sempre alle solite argomentazioni: la confusione, le bottiglie di birra per strada, i portoni delle case presi come orinatoi, giovani ubriachi stravaccati per terra, strutture scolastiche deturpate o rovinate da vandalismi di ogni tipo, e infine, ultimamente si è detto anche questo, più che per il passato, sesso a gogò e immoralità dilagante. Un amico che stimo molto ha postato su Facebook la propria meraviglia per il “buonismo” nei confronti della Coppa Interamnia.

Non capisco che cosa voglia dire “buonismo” in questo caso: voler negare gli aspetti negativi della Coppa? Se ce ne sono, e ce ne sono, alcuni collegati agli aspetti poco sopra elencati, essi sono l’effetto di cause note, tutte risalenti e facenti capo ad un atteggiamento che in tanti anni non ha mai favorito la realizzazione di contromisure adeguate. Le uniche possibili erano l’applicazione di regolamentazioni che non sono mai arrivate e la realizzazione di un minino di strutture recettive che nel tempo sarebbe stata possibile.

Ci si è adagiati in un lassismo colpevole e irresponsabile, che peraltro ha contraddistinto altre iniziative in cui si sono avute larghe partecipazioni popolari. Strutture fisse e non temporanee non sono state mai realizzate. Le amministrazioni pubbliche anche al tempo delle vacche grasse non hanno mai puntato davvero sulla Coppa Interamnia.
L’hanno lasciata in balia di se stessa e non hanno investito come avrebbero dovuto fare per farla crescere in maniera stabile. Avrebbero potuto farla diventare grandissima e l’hanno spesso lasciata languire e vivere solo di volontariato episodico e di individualistica propensione al sospetto di presenzialismo.

E’ stato anche accusato il team organizzativo di speculare sulla manifestazione, di non presentare bilanci chiari e trasparenti, quando sarebbe stato sufficiente operare collaborativamente e assumendo oneri e onori, impegni precisi non solo di spesa, ma anche di gestione, dai quali sarebbero derivati necessariamente obblighi di presentazione di rendiconti puntuali. Quanto all’accusare la Coppa Interamnia per il disordine, l’incuria e gli inconvenienti arrecati al quieto vivere quotidiano di una città di provincia come la nostra, è cosa ridicola.

Lo stesso atteggiamento critico indurrebbe alla soppressione di manifestazioni anche più importanti, quali l’Oktober Fest, La Feria de Toros di Pamplona, la Fiera del Libro di Francoforte, il Palio di Siena.
Ora che viviamo nel tempo delle vacche grasse è più comprensibile il braccino corto delle amministrazioni pubbliche e degli istituti di credito con fondazioni bancarie annesse nel sostenere la Coppa.
Eppure anche di questi tempi un rilancio della manifestazione potrebbe portare ad un rilancio di Teramo e provare a fare le cose in grande potrebbe essere redditizio.

Le contraddizioni teramane al riguardo sono state sempre tante, anche nel settore dei commercianti, i quali per un verso hanno sperato in più lucrosi incassi per l’altro hanno cercato di ottenerli contribuendo individualmente e come categoria il meno possibile, rivelandosi più bottegai che imprenditori. Anche loro hanno avuto sempre il braccino corto, come tutti i teramani, infastiditi più che entusiasti di una pacifica invasione di giovani e di comitive che per quattro giorni l’anno arricchiscono e ravvivano la nostra esistenza.

Molti hanno anche insistito sulla pochezza sportiva della manifestazione, sullo scarso valore tecnico degli incontri e dei confronti agonistici. Ma, a parte che in manifestazioni del genere non è questo l’aspetto principale, anche questo non è vero del tutto, perché sono passati a Teramo giovani promesse della pallamano internazionale diventate poi splendide realtà o addirittura delle celebrità.
Non poche volte abbiamo davvero corso il rischio di perdere la nostra più prestigiosa manifestazione, che non è solo sportiva, e il rischio persiste. Abbiamo così poco che perderla sarebbe delittuoso.

Più volte la Coppa si è rinnovata ed alcune edizioni hanno avuto a corredo eventi di eccellente valenza culturale. Non è valso a nulla, perché a Teramo troppa gente guarda con apatia e con indifferenza ad ogni cosa e ciò che si preferisce di gran lunga è starsene seduti ai tavoli del bar e dei caffè a bere e a spiluccare, parlando, come della massima aspirazione della vita, di una insuperabile cena di pesce. Non è valso a nulla, perché a Teramo nulla entusiasma davvero e nulla scuote, soprattutto se fatto a Teramo da teramani.

Il braccino dei teramani è sempre corto, specie quando si deve dare. Diventa lungo solo quando si deve prendere, ma non si fa nulla per prendere qualcosa se non quando viene offerta. E non si ringrazia neppure, ritenendola cosa dovuta.

Commenta

CAPTCHA

Commenti

Ricordo un episodio che, da bambina, mi colpì particolarmente. Si era in una delle tante trasferte organizzate dal team della Coppa Interamnia. Gigi Montauti stava offrendo da bere a qualcuno, ed io aspettavo fuori. Ad un tratto, una persona raggiunse un gruppo di amici, invitandoli ad entrare e a prendere da bere a loro volta. Lo sentii con le mie orecchie, chiaro e tondo: "Venite, tanto paga Montauti." Quella frase mi insegnò molto su Montauti e sulla maggior parte dei teramani che, nel corso degli anni, hanno preso, poi invidiato, poi criticato, poi accusato, poi deriso, poi dimenticato. Oggi, per me, sentirli parlare è solo rumore di fondo. Come Serpentini, mi auguro che qualcuno pensi ad aiutare la manifestazione in modo strutturale, con senso di responsabilità e di bene comune e non perché, un giorno, debba prendersene i meriti senza aver mai "pagato" un centesimo per nessun teramano.
Oktober Fest, La Feria de Toros di Pamplona, la Fiera del Libro di Francoforte, il Palio di Siena. Caro Serpentini ci sei mai stato? Se si allora non ti sei reso conto dell'organizzazione che c'è intorno a tali eventi peraltro assolutamente imparagonabili alla Coppa.
Per rendersi conto cosa è LA COPPA INTERAMNIA è sufficiente il senso di vuoto e di malinconia che c'è in città il giorno successivo alla fine del torneo, per non parlare del contributo che ha dato a tutta la comunità teramana per farla uscire dall'isolamento socioculturale al quale è stata relegata per secoli. La coppa ha anticipato la globalizzazione a Teramo di decenni.
@A TOPITTI... "La globalizzazione e' un processo che tende ad uniformare culture, costumi, pensiero..." Abbasso la globalizzazione ! Viva la Coppa Interamnia che, per fortuna, non e' globalizzazione !!!
X Globalizzazione . Il concetto che hai tu di globalizzazione è alquanto riduttivo , IO ti piaccia o no lo intendo nel senso opposto .
@Topitti...non credo di avere un concetto riduttivo della globalizzazione : e' quello che riporta il vocabolario ! Ma forse hanno globalizzato e liberalizzato anche l'italiano...
La Coppa e' la piu' grande manifestazione sportiva che si realizza in Abruzzo. Non riconoscerlo significa essere ciechi ed ignoranti! Montauti un grande sognatore! Ci vorrebbero 10 come lui e Teramo cambierebbe! Meditate gente...meditate.... Che hanno il braccino corto i teramani? Piu' che altro mi sembrano dei coccodrilli.!!!!
X Globalizzato . Ti manifesti tanto contro la uniformità di pensiero ecc ecc ecc e poi ti fossilizzi su su una definizione ( che ritengo approssimativa ed errata ) data da un dizionario in merito a un fenomeno che sta mutando l'intero pianeta sotto tutti gli aspetti .Ravvediti sei in forte contraddizione con te stesso .
@A TOPITTI...e quando sarei caduto in contraddizione ??? Comunque la varieta' di culture, razze, popoli, religioni, modi di vivere e di pensare ecc. e' quello che rende unico e meraviglioso il mondo ! La globalizzazione e' la fine di tutto questo. Popoli che di incontrano e socializzano ti sembra...globalizzare ? Questa e' una diabilica invenzione per permettere a qualcuno di sfruttare economicamente i popoli, ottenendo il massimo profitto con il minimo sforzo ! E siccome ancora non stampano il TRETOPITTI io prendo per buone la definizioni del TRECCANI... :):):)
Caro Topitti, l'attuale globalizzazione è consistita nella progressiva omologazione delle idee, nel pensiero unico sulla superiorità (presunta) del liberticida mercato capitalistico senza regole (legge della giungla), nella confusione delle collocazioni politiche, nella finta sinistra che porta avanti controriforme conservatrici e anche reazionarie, facendole passare per rivoluzionarie. Oggi sentivo la "pasionaria" miss ministro Boschi vantare senza alcun imbarazzo la ferrea alleanza con Berlusconi e la Lega Nord, che garantirebbe al governo democristiano di Renzi i numeri per approvare le porcate della riforma del Senato e della legge elettorale. L'avvertimento era rivolto a quel poco di sinistra ancora sopravvissuta dentro e fuori del Pd e che si ostina a non voler morire democristiana. La nostra Coppa Interamnia con questa globalizzazione omologante al ribasso, anche a mio parere c'entra fortunatamente poco o meglio nulla.
E’ vero, le regole esistono perché esistono le eccezioni alle stesse. Ma mai avrei pensato – mea culpa – di dover prendere atto della validità di tale assioma, anche nel caso della regola in base alla quale qui su “I Due Punti” sin ora Santacruz non era mai stato d’accordo con Topitti. Non approvo in generale il pensiero “abbasso la globalizzazione” dell’utente che ha lo pseudonimo corrispondente alla stessa espressione contraria alle sue convinzioni (“globalizzazione”), ma non spiego il perché altrimenti si aprirebbero spiragli infiniti ad un dibattito che con l’articolo non c’entra quasi nulla. Mi limito a dire, nello specifico, che sono d’accordo con il sig. Topitti riguardo il fatto che la Coppa Interamnia per certi versi rappresenta una forma di globalizzazione. Apprezzo inoltre la sua convinzione, che faccio mia, di quanto sia corretto riconoscere agli organizzatori della Coppa il merito di aver portato a Teramo un esempio di globalizzazione, da molto prima che dell’argomento se ne iniziasse a parlare nel mondo. Di conseguenza, non è difficile comprendere il perché necessariamente mi allineo al pensiero del medesimo Topitti circa la contraddizione in cui cade l’utente “globalizzazione”, affermando lo slogan “abbasso la globalizzazione e viva la Coppa Interamnia che per fortuna non è globalizzazione” (visto che, come ho detto, invece per me in qualche modo lo è). Consiglierei sommessamente a “globalizzazione” (chiedo scusa per l’abuso di questa parola, ma fra la stesura del mio presente commento, il riferimento ai concetti riportati in post altrui e lo pseudonimo scelto dall’amico citato, sono costretto a farlo) di non incagliarsi nella semplice definizione data dal vocabolario ad un sostantivo che, in realtà, racchiude in sé un concetto ampio e controverso come pochi. Talmente tanto da essere oramai diventato una materia scientifica a tutti gli effetti, analizzata da geniali studiosi i quali, tuttavia, spesso divergono fra loro sul significato intrinseco del fenomeno (fregandosene altamente del significato del termine sotto l’aspetto grammaticale), o che pur condividendone il senso di base, comunque giungono a diverse conclusioni sulla sua origine e sul suo sviluppo nel nostro Pianeta. Chiudo facendo presente un’ulteriore singolarità. In questo articolo rilevo la presenza di un numero esiguo di opinioni dell’autore, sulle quali sono completamente in disaccordo o che reputo parzialmente accettabili La particolarità sta nel fatto che, incredibile a dirsi, la maggior parte dei punti di vista del prof. Serpentini qui evidenziati sono totalmente uguali ai miei. Vabbè, in fondo niente di trascendentale. D’altronde la teoria dell’eccezione che conferma la regola non può valere a volte si ed a volte no. Anzi, direi che trova puntuale applicazione nei soggetti titolari di orientamenti che non sono frutto di pregiudizi, che sono capaci di strutturare dei ragionamenti non per partito preso, che sono rispettosi del prossimo e che sono aperti al democratico dibattito. Praticamente come Santacruz.
Ho abbandonato globalizzazione e rimesso il mio pseudonimo originale... @2 di coppe...post da...asso di coppe !!! @Santacruz (e' sempre piacevole leggerti)...ma anche tu con la mia presunta contraddizione ?! Ma globalizzazione vuol dire quello che ho riportato tra virgolette. Quello e basta. Se dovessimo dare ognuno un significato diverso a ciascuna parola ci troveremmo ancora all'eta' della pietra (il che poi non sarebbe un gran male...) ! La Coppa e' esattamente l'opposto di globalizzazione. Siamo popoli e razze diverse e tutte affascinanti. Punto e basta. Globalizzare e' uccidere il mondo lentamente. Tutti uguali ! Con lo stesso pensiero, la stessa religione, la stessa cultura, la stessa lingua !!! Vado su Marte...
Sempre X Globalizzazione. I dizionari come tutto ciò che viene scritto e pubblicato compreso bibbia e vangelo, sono risultanze del lavoro di persone che diffondono in sapere. Nessuno si può arrogare il diritto che siano verità assolute solo perché riportate su carta stampata , rilegata in volumi, raccolti e diffusi in opere prestigiose dal nome altisonante. Chi legge deve avere la capacità critica di discernere e non assorbire in toto quanto riportato nei testi, proprio perché relativo alle conoscenze,alle convinzioni, al modo di pensare delle menti che li hanno prodotti. IO a prescindere da come viene definita dai sacri dizionari enciclopedici del sapere nazionale , della globalizzazione attuale ho un concetto molto più ampio di chi lo ritiene solo un modo per unificare interessi economici e culturali del pianeta per puri fini venali.
Caro “teramano” (è sempre un piacere leggere anche te), evidentemente mi sono spiegato male. Non sei tu ad essere contraddittorio, anzi, la tua linea di pensiero su questo argomento l’hai rappresentata in tutti i post in maniera molto coerente. Intendevo dire che è la tua frase “abbasso la globalizzazione e viva la Coppa Interamnia che non è globalizzazione” ad apparirmi contraddittoria, ma ovviamente rapportandola al mio punto di vista. E’ chiaro che se tu ritieni che la manifestazione organizzata da Montauti non sia un esempio di globalizzazione mentre io credo il contrario, la suddetta frase per te è perfettamente logica e per me è contraddittoria. Come ho detto nel mio precedente interevento, avventurarsi in un dibattito su cos’è e cosa non è la globalizzazione, su quando e come si è verificata e si verifica, su quali sono i lati positivi ed i lati negativi che caratterizzano il fenomeno, in questa sede è inopportuno. Intanto perché in base al contenuto dell’articolo del prof. Serpentini, sarebbe un po’ fuori tema. Poi perché è un argomento talmente tanto importante e complesso, da non “meritare” – aldilà di come la si pensi – di essere trattato in maniera riduttiva, visto il tempo e lo spazio che offre un blog non monotematico come questo. A questo punto, tenuto conto che non se ne viene fuori mi permetto di consigliare di lasciar perdere la globalizzazione e di fermarci a “viva la Coppa Interamnia”, che è un concetto più generico ma molto più significativo per noi teramani. Sicuramente su “viva la Coppa Interamnia” siamo d’accordo io, te e Topitti, oltre a numerosi nostri concittadini (la maggior parte spero).
@Santacruz...giusto, viva la Coppa Interamnia (che, giusto per essere coerenti con quello che ho detto giorni fa, per me e' diventata un po' troppo grande, andrebbe ridimensionata) ! E comunque e' stato un piacevole scambio di opinioni con te e Topitti. Si puo' essere totalmente in disaccordo e dibattere con educazione e rispetto...
ri-commento dopo non aver visto pubblicato il mio commento che in ordine cronologico sarebbe stato il secondo dopo quello di Martina M. Globalizzazione a parte, in cui vi state perdendo cari Topitti, Teramano e Santacruz, per fare le manifestazioni ci vogliono i soldi che vanno dati ai professionisti che vengono chiamati a prestare la loro opera. Mi riferisco al fatto che - come avevo scritto appunto nel precedente commento NON PUBBLICATO- ci sono dei musicisti che da anni aspettano di essere pagati per le loro prestazioni lavorative, e quando sono andati a cercare il dovuto, sono stati maltrattati e scacciati, gli è stato negato l'incontro e la telefonata. Qundi Cacafuoco e gli altri che pensano che "il signore dell Coppa" sia un ottimo organizzatore , sappiate che senza pagare (e non solo i musicisti) non si va lontano, e che senza pagare siamo in grado un pò tutti di far girare il mondo. Se certi contenziosi non sono resi pubblici, non è detto che non ve ne siano. Confido che questa volta il mio commento sia pubblicato, altrimenti devo ritenere Serpentini, Falconi e Montauti intellettualmente autoreferenziali (se la cand e se la son 'nzomm!)
@Kaya...disquisire su un argomento perfettamente attinente all'articolo non mi sembra perdersi ne' tantomeno perdere tempo. Per quanto riguarda la Coppa dal punto di vista organizzativo, come ho piu' volte commentato, e' troppo grande, qusi ingestibile. Manifestazione meravigliosa ma andrebbe ridimensionata e di molto, in modo da riportare la pallamano al centro, con piccoli ma significativi eventi di contorno. Non e' dalla grandezza numerica che si valuta una cosa, altrimenti sarebbe come dire che una messa vale di meno se i fedeli in chiesa sono solo 10 e non 100 o piu'...
X Kaya . Se ci tenete che certe manifestazioni si facciano sapendo che le risorse sono minime , Voi Artisti potreste dare un contributo a titolo gratuito. Se ritenete che le vostre prestazioni debbano essere comunque retribuite,non fidandovi fatevi pagare anticipatamente, sempre se la qualità delle vostre performance meritano non solo compensi ma soprattutto spettatori, altrimenti godetevi lo spettacolo sportivo come fa la maggior parte della gente, risparmiando noi comuni mortali da torture acustiche.
Gentile Kaya, premetto subito che il presente commento che le dedico sarà lunghissimo. Scriverne di chilometrici è una caratteristica che mi contraddistingue, lo so, ma in questo particolare caso è inevitabile perché è molto, molto, molto importante approfondire le sue significative (per usare un eufemismo… diciamo pure gravi) affermazioni contenute nel post 11 luglio, ore 13.01. La premessa vale anche per tutti gli altri, che quindi rispettosamente avverto: se non sopportate la prolissità di Santacruz, passate avanti. Prima di tutto ci tengo a dire che, in linea generale, per me è giusto che chi promette un compenso a dei soggetti essendosi avvalso della loro opera professionale, debba erogarglielo sempre e comunque nei termini concordati. Tuttavia, il suo intervento, Kaya, merita delle osservazioni sia sul modo con il quale ha esposto i fatti, sia sulla consequenziale sua presa di posizione, sia per quanta riguarda nel merito la vicenda in sé verificatasi in occasione di una passata edizione della Coppa Interamnia non meglio identificata (sarebbe stato appena il caso di dirci quanti anni fa è successo, ma lo farà successivamente se vorrà replicare). Non è dato sapere, perché non l’ha detto, se lei, Kaya, fa parte di coloro che in prima persona non sono stati pagati dall’organizzazione della Coppa, ammesso che siffatta inosservanza corrisponda a verità (sono prudente perchè lei, Kaya, non è individuabile mentre i destinatari delle sue doglianze si), o se questa storia la conosce perché l’ha sentita da altri, o se ne è al corrente perché l’ha vissuta indirettamente essendo capitata a qualcuno che lei conosce. In ogni caso, sempre ammesso sia tutto vero (lo ripeto e lo ripeterò per la ragione che ho sopra detto), quand’anche lei avesse pienamente ragione, nulla le consente – nemmeno il più legittimo dei risentimenti – di strutturare il suo intervento con tale e tanta arroganza. Me lo lasci dire, se qui c’è qualcuno intellettualmente autoreferenziale, quello è solo lei. Dico “quello” pur non sapendo se sto interloquendo con un uomo o con una donna, nel dubbio mi rivolgerò a lei al maschile (anche se lo pseudonimo che usa potrebbe far pensare ad una signora/signorina). Intanto la sua presunzione si denota dalla circostanza che ha ritenuto di sottolineare secondo cui io, “teramano” e Topitti ci saremmo “persi” discutendo di globalizzazione. Afferma ciò perché, evidentemente, parlando di Coppa Interamnia quello della globalizzazione lo ritiene un tema in subordine rispetto gli accadimenti legati al presunto inadempimento del “signore della coppa” che ci ha raccontato. Scusi, ma non le è per nulla venuto in mente che a me, a “teramano” ed a Topitti (nonché, chissà, alla stragrande maggioranza dei lettori di questo blog) dei soldi non dati dai responsabili della Coppa ai musicisti – manco si sa in quale occasione – tutto sommato non ce ne frega nulla? D’altronde si tratta di una questione a tutti gli effetti privata, alla quale lei, Kaya, secondo quanto si deduce dall’impostazione della sua narrazione pretende di dare rilevanza pubblica, annoverandola fra gli elementi GENERALI ed ISTITUZIONALI che i teramani devono valutare per realizzare quanto la Coppa sia un evento negativo per la città. Se mi sto sbagliando, cioè se non è vera la suddetta sua pretesa, allora vuol dire che la notizia dei musicisti che da anni attendono di essere pagati l’ha resa nota su questo sito unicamente con lo scopo di sputtanare i destinatari della sue accuse (mi perdoni la franchezza che a volte lascia scappare dei francesismi). Lei capisce che se mai così fosse, sarebbe a maggior ragione corretto fregarsene di ciò che alla comunità non importa un fico secco, al punto tale da continuare a disquisire sulla globalizzazione o, meglio, da ricominciare a disquisirne – visto che l’argomento è stato ampiamente chiuso con estrema civiltà da me, da “teramano” e da Topitti – pur di non fossilizzarsi su un racconto supportato dal niente se non dalla sua campana. Siccome non voglio credere a suoi intenti gratuitamente denigranti, diciamo che lei, Kaya, probabilmente ha fatto un po’ di confusione sull’onda dell’emotività, così riuscendo nell’impresa di incastrare fra le pertinenti opinioni di tutti noi qualcosa di completamente impertinente (trattandosi sostanzialmente di un “fatto” suo e basta). Se invece si ostina a sostenere che quei giudizi che ha espresso sulla Coppa Interamnia sono frutto di lucidi ragionamenti, mi costringe a credere che lei sia anche pretenzioso oltre ad essere arrogante e presuntuoso. Si, perché è altamente pretenzioso teorizzare il ridimensionamento, se non addirittura l’annullamento dell’indiscutibile valore non solo sportivo ma anche culturale, sociale ed economico della Coppa Interamnia, attraverso la rivendicazione di un personalissimo torto che soggetti privati – siano essi fisici o ditte – presenti nel contesto della manifestazione a qualsivoglia titolo, sarebbero stati costretti a subire dall’associazione (altrettanto privata) che ne cura l’organizzazione o dai soggetti fisici che fanno capo ad essa. Oltretutto, non penso sia un’eresia dire che è persino fisiologico qualche contenzioso in un avvenimento che si basa su innumerevoli rapporti che Montauti instaura con tutto il mondo. Sin qui, Kaya, le mie osservazioni sulla sua seccante sicumera che trasuda dal suo intervento 11 luglio, ore 13.01. Adesso, in ossequio alla teoria dei post lunghi e soporiferi di Santacruz, alcune analisi sul fatto in sé inerente i musicisti non remunerati dall’organizzazione della Coppa Interamnia. Anzi, per la verità non sono analisi ma perplessità. Kaya, oltre alla ragione che ho già spiegato relativa all’opportuna cautela da utilizzare venendo a conoscenza di quanto ci ha detto (spero sia d’accordo, mi dispiacerebbe se pensasse che non le credo a priori), a beneficio non solo del sottoscritto ma a questo punto anche dell’intero pubblico di questo blog che ha letto le sue rimostranze rivolte al “signore della coppa”, mi permetto di chiederle la cortesia di chiarire alcuni altri passaggi che mi sfuggono. Dopo che sono stati “maltrattati”, “scacciati” e gli sono stati “negati gli incontri” (con chi?) e “la telefonata” (con chi?), per ottenere il dovuto i musicisti in questione (fra i quali, ribadisco, non si capisce se ci sta pure lei) hanno intrapreso le vie legali? Se no, perché? Sempre se no, potrebbe essere che alla volontà di desistere legalmente i musicisti siano giunti perché con l’organizzazione della Coppa era stato preso un impegno a parole, quindi non c’era nulla di scritto? Se è così, lei lo sa che un “contratto” può ritenersi formalmente stipulato anche quando l’accordo fra i contraenti è assunto verbalmente? In questo “suo” caso mi pare appurato il coinvolgimento di più musicisti, quindi davanti ad un Giudice sarebbe stato facile dimostrare l’esistenza dell’intesa verbale in tutti i suoi dettagli (tipo di prestazione professionale, corrispettivo da percepire secondo le promesse, tempi stabiliti per il versamento del compenso, ecc.) perché ognuno degli artisti avrebbe potuto testimoniare in favore degli altri. Ma si, tutte queste cose certamente le sa. E allora, se le sa, mi chiedo e le chiedo: non è che la strada giudiziaria non è stata preventivata perché forse – e sottolineo FORSE – c’era il rischio che le posizioni potessero capovolgersi, in quanto gli organizzatori della Coppa Interamnia hanno sollevato a loro volta delle contestazioni a chi pretendeva di essere pagato, magari – e specifico MAGARI – dovute al fatto che ritenevano il lavoro di questi ultimi non svolto “a regola d’arte”? Chiedo, eh? Lungi da me insinuare qualsiasi cosa, oltretutto su artisti dei quali ignoro completamente l’identità. C’avessi azzeccato non vorrebbe dire nulla, perché la giustificazione del lavoro non "a regola d'arte" sarebbe stata tutta da verificare (eventualmente attraverso una causa in Tribunale…). Quindi solo ed esclusivamente CHIEDO, anche perché indotto a farlo – lo ammetto – dal passaggio ricompreso nel post di Topitti 12 luglio, ore 17.05, “…sempre se la qualità delle vostre performance meritano non solo compensi ma soprattutto spettatori…”, che potrebbe – rimarco POTREBBE – far ipotizzare particolarità di questa vicenda note solo agli interessati ed a pochissimi altri (ora gli interventi di Topitti sono per me persino fonte di spunti di riflessione… inizio ad avere delle crisi d’identità…). Ho articolato fin ora dei quesiti sulla scorta dell’evenienza di azioni legali non intraprese. Di contro, però, potrebbe essere – ce lo dirà lei, Kaya, se vorrà – che detti musicisti (ma ne fa parte Kaya? Scusi se glielo chiedo di nuovo) in realtà ai Tribunali si siano rivolti per far valere quei diritti che ritengono siano stati lesi dal “signore della coppa”. Ma se è così, allora perché lei, Kaya, ha pensato di divulgare un episodio posto già all’attenzione dell’Autorità competente? Sempre se è così, esiste una sentenza che dirime il contenzioso di cui ci ha parlato? Presumo di no, visto che lei dice “…ci sono dei musicisti che da anni aspettano di essere pagati per le loro prestazioni lavorative…”. Se ho ragione (e sempre dando per scontato che vi sia una causa in corso), perché non ha aspettato la decisione di un Giudice prima di scrivere pareri al vetriolo sulla Coppa Interamnia NEL SUO COMPLESSO, però scaturenti da UNA PERSONALE ESPERIENZA con i vertici della stessa che avrebbero “abbuffato” lei e/o i suoi amici e/o colleghi? Non è che per caso – ed evidenzio PER CASO – non ha potuto attendere perché in lei, Kaya, è prevalso troppo forte quell’animus sputtanante che da qualche parte sopra troverà già da me richiamato? Parimenti da qualche parte sopra, però, le ho anche esternato il mio auspicio che non sia così, per cui non me lo dica… Non me lo dica, però rifletta. All’uopo, per agevolarla nella sua riflessione (ed anche per allungare il brodo così da rendermi ancor più insopportabile nella mia prolissità) le racconto che tre giorni or sono ho corso il rischio di tagliarmi con i vetri di un bicchiere, che era stato rotto sul bancone del bar dove spesso prendo il caffè da un atleta di 16 anni credo proveniente dall’est europeo. E’ stata una mia PERSONALE ESPERIENZA dalla quale ne ho ricavato un cattivo parere su quel minchione di sedicenne, NON certamente sulla Coppa NEL SUO COMPLESSO. Bene, la ringrazio sin d’ora, Kaya, se vorrà confrontare dei semplici punti di vista e rispondere ad altrettanto semplici domande di un umile frequentatore di questo blog, onorato di essere stato da lei esplicitamente nominato nel suo scritto 11 luglio, ore 13.01. Saluti.
"Esser di poche parole è secondo natura, perché un turbine di vento non dura tutta una mattina, un acquazzone non dura un giorno intero." LAO TZU, TAO TE CHING, ca. V sec. a.C.
Caro Mauro, secondo me ci metti più tempo tu a cercare in internet un detto che credi sia il più appropriato per il commentatore di questo blog al quale decidi di scassare la minchia, che io a scrivere i miei chilometrici interventi. A me è bastato un secondo e mezzo per trovare la seguente massima perfetta per te, leggi un po’: “All’uomo senza idee non resta altra scelta che criticare quelle degli altri” (Santacruz – 13 luglio 2014, mentre mangia l’anguria) E non c’ho manco avuto bisogno di Google…
@Santacruz...scusami, so che non te la prenderai, ma il tuo ultimo post e' una piccola caduta di stile. Pensa quanto sarebbe stato piu' efficace e di classe se avessi risposto solo con la tua simpaticissima massima !!! Scusa ancora...
@Kaya Gentile Kaya, avendo vissuto trentatre anni di Coppa Interamnia, posso dire di aver visto giovani ed artisti offrire gratuitamente il proprio sostegno alla manifestazione, e fare anche la fila per offrirlo. Questo, ai tempi delle vacche grasse. Negli stessi tempi, ho visto gente spillare soldi, rubare nelle scuole, imbucarsi a gite organizzate, usufruire di amicizie importanti per scopi propri etc.etc. Passate le vacche grasse, sono arrivati i contabili, dove i contabili non sono coloro che fanno onestamente il proprio lavoro, ma quelli che vedono la Coppa non come una risorsa della città, ma come un lavoro con cui fare i soldi. Posso facilmente credere che alcuni siano stati cacciati in malo modo, e di certo non giustifico i modi, ma so anche a quale esasperazione si arriva in quei momenti. La mia domanda per lei, Kaya, è: le risulta che, ai tempi delle vacche grasse, qualcuno non sia stato pagato? A me non risulta. Le risulta che chi abbia usufruito ai tempi delle vacche grasse sia venuto poi in aiuto della manifestazione ai tempi di quelle magre? A me non risulta.
Caro “teramano”, io semplicemente mi adeguo a coloro che mi chiamano in causa esplicitamente o in maniera sottintesa, mettendomi al loro livello (precisamente come è accaduto in occasione del recente scambio di battute con “Elena” e “Panta Rei” che certamente ricorderai). Per quanto mi riguarda è molto più marcata la caduta di stile di codesto “Mauro”, il quale da tempo imperversa con le sue massime, per giunta scovate probabilmente a fatica chissà su quale sito internet (non mi venisse a dire che ha una cultura talmente vasta da conoscere un detto di un cinese risalente a decine di secoli fa), con lo scopo di ridimensionare non i concetti contenuti in un post, bensì di denigrare colui che li ha scritti. Il tutto, peraltro, senza mai darci l’onore di conoscere quale sia la sua posizione inerente l’argomento che di volta in volta si sta affrontando. Da tale e tanta presunzione ed altezzosità, tu, “teramano”, cos’altro ne ricavi se non la convinzione che l’intento di costui sia unicamente quello di scassare la minchia? Non l’ho mai “calcolato”, ma tu mi “conosci”: una volta, due, tre… poi gliel’ho dovuto dire. Ed ho dovuto farlo coerentemente con la mia caratteristica di commentatore dei “I Due Punti”, cioè quella di esporre la mia idea sempre e comunque senza mezzi termini (talmente tanto da partorire i miei famigerati interventi chilometrici), utilizzando un linguaggio differente secondo gli interlocutori. Per esempio, con te che mi chiedi persino scusa pur non conoscendomi per il sol fatto di avermi mosso una critica, mi confronto puntualmente con educazione. Soggetti come detto “Mauro”, invece, meritano repliche strutturate mediante l’utilizzo di uno stile non propriamente oxfordiano, che in ogni caso rappresenta una caduta di stile molto meno grave rispetto quella che si evince dalla sua presunzione di poter giudicare la gente e non i loro punti di vista, mascherata (la presunzione) furbescamente – ma non troppo visto che io l’ho sgamato – grazie a dei proverbi che evidentemente ritiene possano farlo passare per uno saggio e semmai pure un po’ simpatico. In realtà “Mauro” è un ipocrita ed è – per restare in clima non oxfordiano – uno senza palle. Io non sono ipocrita e le palle per dire le cose in maniera diretta le ho. Poi, se la titolarità delle predette qualità a volte mi costringe ad essere po’ scostumato... pazienza. Non si può avere tutto dalla vita. Ti saluto. P.S. – a proposito, Kaya al mio “diretto” post non ha replicato... Che dire, sarà un altro/un’altra che come Mauro tira la pietra e nasconde la mano.
Santacruz et alii, buongiorno. Un pò ho paura di rispondere perchè temo il proseguio in una tenzone chilometrica, tuttavia è più forte la voglia di chiarire i punti lacunosi. In primis voglio chiarire su "l'autoreferenzialità": avevo scritto un commento l'8 luglio mattina e non l'ho trovato pubblicato e la cosa mi ha indispettito non poco ed ho pensato che a quel punto fosse una scelta editoriale non pubblicarlo, proprio per ciò che ho scritto. Per quanto riguarda le prestazioni gratuite, non voglio nemmeno rispondere, visto che fin troppi figuri (amministratori pubblici o privati) ci campano e ci lucrano, grazie anche alla connivenza di coloro che lavorano gratis, sperando in un rapporto lavorativo continuativo che prima o poi li retribuisca. Non so magari avrei potuto comprare, a suo tempo, una enciclopedia da 12 volumi e pagarne solo 4?!? "Se ci tenete sapendo che le risorse sono minime"... tenerci e lavorare a gratis è un discorso che va fatto ANTE prestazione e allora tutto si può fare, ma ricevere un ingaggio e non essere pagati è ben diverso. Per quanto riguarda la via legale, (un pò mi fa sorridere anche l'idea contestualizzandola all'hic et nunc, cioè a Teramo città di avvocati, alla lentezza dei tribunali, alle parcelle degli avvocati, alle mie personali esperienze) tempi e risorse investite in essa non valgono il cachet dovuto, per i musicisti; mentre so (per vie terze) che qualcun altro professionista ha (avrebbe?) mosso per questa strada, ma la cosa non mi riguarda. Il mio commento non era per focalizzare l'attenzione su uno specifico episodio (un fatto mio e basta), bensì, parlando di una manifestazione pubblica, direi "LA" manifestazione per eccellenza, coglio suggerire che bisognerebbe organizzarsi secondo capacità, potenzialità e risorse, perchè se ieri non sono stati pagati quei musicisti (o altri professionisti), oggi sono altri e domani altri ancora. Non si tratta -solo- di una esperienza personale, di un fatto privato, perchè l'organizzatore della manifestazione è pubblico e lavora per il pubblico e non è un bar che non pulisce il suo bancone dai vetri prima di servire un caffè ...chissà, se si fosse tagliato, poteva tentare la via legale, magari... sicuramente ho mancato su qualche questione, e la cosa mi spaventa assai (per il motivo di cui sopra), ma ce la farò, tra una fetta di citrone e una minace, risponderò!
Santacruz, come vede, appena ho letto le ho risposto, magari ci sono anche tempi tecnici per approvare la pubblicazione dei commenti (come vede, siamo "contemporanei"), tuttavia - e non credo di dover essere io a dirglielo- non sempre il non dire equivale al non essere; avrei anche potuto non rispondere e non per nascondere la mano, ma semplicemente perchè in sostanza ciò che dovevo dire, l'ho detto nel primo commento. Martina, se vieni ingaggiato per fare un lavoro ad un certo compenso, dopo vorresti riceverlo, tu io e chiunque altro abbia un minimo di dignità...come detto, lavorare gratis si può anche fare, ma si deve concordare prima. facciamoci una risata, rileggendo il mio secondo post leggo un COGLIO al posto di Voglio... sarà un lapsus, neanche troppo velato?!? dove "coglio" non sta per cogliere ma per "homo coglio"?!?
Gentile Kaya, mi scuso per aver insinuato nel mio precedente post di replica a “teramano” la sua scientifica volontà di non replicarmi. E grazie per aver chiarito alcune mie perplessità riguardo le sue doglianze circa i musicisti non pagati dall’organizzazione della Coppa Interamnia (soprattutto grazie per aver avuto la pazienza di leggere il “trattato” che le ho dedicato nel quale avevo sollevato dette perplessità). Resto del parere che la sua esperienza personale non sia idonea per esprimere un giudizio complessivo sul valore della Coppa, nonchè sui modi con i quali andrebbe riproposta in futuro a Teramo. Ha tuttavia la mia comprensione per una mortificazione professionale che, pur non conoscendola, sono certo lei non meriti. Ancora grazie e di nuovo mi scusi. La saluto.
@Kaya "Martina, se vieni ingaggiato per fare un lavoro ad un certo compenso, dopo vorresti riceverlo, tu io e chiunque altro abbia un minimo di dignità...come detto, lavorare gratis si può anche fare, ma si deve concordare prima." Certamente, Kaya. Il principio è sacrosanto. Però ti propongo una riflessione. Immagina di aspettare un contributo con il quale prevedi di pagare N persone: un contributo che ti è stato promesso e ripromesso e ripromesso e ripromesso. Immagina poi che questo contributo non arrivi, e che tu debba ritrovarti a dire alle persone che prevedevi di pagare che i soldi non ci sono. Ora, personalmente non conterei troppo sulle promesse altrui per pagare dei collaboratori, e difatti non sono un'imprenditrice (e un motivo ci sarà). Tuttavia, quello che voglio sottolineare è che dietro un mancato pagamento non ci sono sempre dei villani che intascano soldi e scappano. Non c'è sempre e solo la volontà di fregare il prossimo.
Santacruz, pur lontano dalle sue convinzioni politiche, ho spesso apprezzato nei suoi commenti i toni garbati. Su questo argomento in particolare mi è sembrato invece un pugile "suonato" da un diretto al mento, che ondeggia sul ring alla mercè del suo avversario. Il signor Mauro ha espresso un suo legittimo punto di vista in modo direi elegante e non offensivo. Può non condividerlo, ma come lei stesso ha affermato in altri casi, va rispettato. Kaja a mio parere ha tutte le ragioni, se ovviamente risultassero veri i mancati pagamenti nei confronti di chi ha lavorato nella Coppa Interamnia. Quando non ci sono i soldi per poter pagare va detto anticipatamente, non a prestazione avvenuta. Le fregature, dette anche "sole", vanno sempre perseguite e condannate.
Sig. “coerenza”, se qualcuno critica le mie idee lo rispetto. Altrettanto non faccio, ritenendo di avere il diritto di non farlo, se qualcuno critica me personalmente – seppur soggetto virtuale – pensando di poterselo permettere sulla base di deduzioni nascenti da quello che scrivo e da come lo scrivo. Per esempio, io non condivido il suo parere contenuto nel post che ha scritto rivolgendosi a me, quindi critico (anzi, sto criticando) il parere, mica lei. Mai mi sognerei di esprimere un giudizio sulla sua persona in generale, sulla scorta di ciò che dice e/o di come lo dice. Salvo se lei mi costringesse a farlo perché oltre a dare un parere circa la mia idea, è anche entrato nella mia sfera umana credendo che la valutazione negativa del mio punto di vista le conceda il diritto di dare un giudizio compiuto e netto su di me (che non ha dato, mi sembra, nemmeno chiamandomi “pugile suonato”… presumo – e spero – si sia trattato di una metafora). E siccome quel “Mauro” i suoi proverbi li pubblica inequivocabilmente con quest’ultimo intento appena descritto, il suo punto di visto lo ritengo niente affatto legittimo, falsamente elegante e gravemente offensivo. Continuerò a scrivere con toni garbati con chi è garbato, con toni meno garbati con chi non lo è e con toni esplicitamente sgarbati con chi è sgarbato ma struttura i suoi interventi in maniera ingannevole, facendo credere che non lo sia. Stia bene.
Santacruz, il "pugile suonato" voleva essere ovviamente una simpatica metafora. Mi è parso impreparato a replicare nel merito della frase riportata da Marco nel suo commento e ha reagito in modo stizzito e anche arrogante. Un pò di ironia e di autoironia non può che far bene nella e alla vita. Il diritto di giudicare i contenuti e anche il tono dei suoi commenti me lo concede lei nel momento che li invia e mi permette di leggerli. Buona giornata.
Sig. “coerenza”, lei ha pieno diritto di giudicare il contenuto di ciò che scrivo e di ciò che scrive chiunque su questo blog, l’ho detto chiaramente mi pare. Ed inoltre, ha ragione, tale diritto sono io stesso che glielo concedo decidendo di rendere noto il mio punto di vista su “I Due Punti”. La facoltà che però non ha, lei come tutti, è quella di andare oltre, cioè quella di giudicare anche le caratteristiche umane, culturali, morali mie e, parimenti, di tutti coloro che scrivono un commento. Quel “Mauro”, invece, tal diritto di andare oltre crede di avercelo e, peraltro, ne usufruisce utilizzando la subdola tecnica delle massime. Essenzialmente è questo che mi ha indotto ad assumere una posizione così perentoria nei suoi confronti. So perfettamente che l’ironia e l’autoironia fanno bene alla vita (non mi faccia andare a ritroso per ritrovare le decine di miei post nei quali ho chiaramente apprezzato l’ironia altrui – anche nei miei confronti – nonché quelli dove sono stato autoironico), ma lei crede che “Mauro” voglia semplicemente essere ironico riportando quelle sue frasi storiche? Io sono sicuro di no ed altro non posso fare se non dirle, aldilà se lei ci crede o no, che ho i miei buoni motivi per pensare sia così. E’ vero che qui siamo perlopiù personaggi virtuali senza volto e senza identità, ma bisognerebbe sempre ricordarsi che la sensibilità degli autori di ogni singolo intervento non è affatto virtuale. Anche se ci firmiamo con pseudonimi, comunque io non sono Topolino, lei non è Pluto, “Mauro” non è Paperino e tutti gli altri non sono i restanti personaggi di Walt Disney. Sarei felice se mi confermasse che mi sono spiegato, poi, sig. “coerenza”, lei può anche continuare – ovviamente – a non essere d’accordo con me. Oltretutto nel caso specifico, contestando la mia prolissità tramite l’affannosa ricerca di un detto ad hoc (nientemeno di 2500 anni fa di uno sconosciuto cinese, perché evidentemente non ne ha trovato altri più recenti e di qualcuno più noto), “Mauro” ha proprio sbagliato il tiro. Tant’è vero che è stato grazie al mio chilometrico messaggio che Kaya in primis ed anche Martina M. hanno potuto chiarire una vicenda che meritava di essere approfondita, in quanto dai contorni potenzialmente, generalmente molto gravi. Secondo lei perché “Mauro” piuttosto che partecipare al dibattito, ha preferito scassare la minchia a me? Se lo chieda. Come la dovremmo definire la questione secondo lei? Dovrei ammettere che sarebbe stato più adeguato rivolgermi a “Mauro” dicendogli “… che decidi di denigrare”, o “… che decidi di criticare…”, o “… che decidi di screditare…” invece di scrivere “… ai quali decidi di scassare la minchia…”, semmai pure scusandomi per la (presunta) volgarità con lei sig. “coerenza”, con “teramano”, con la redazione, con tutti e persino con “Mauro” stesso? Suvvia, scrivo talmente tanto che sicuramente in qualche occasione futura – fosse solo per la legge dei grandi numeri – qualche fesseria la dovrò pur dire. Quindi, basta attendere l’occasione giusta per sparare a zero su di me. Farlo ora imputandomi di aver usato una parolaccia in un mio post – oltretutto scritta unicamente con l’intento di rafforzare il concetto – mi pare un po’ troppo e, di conseguenza, in me non sortisce alcun effetto. Per cui se intende continuare, contento lei… Per me la cosa si chiude qui. La saluto.