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Il corrosivo: Diario di un elettore.

di Elso Simone Serpentini
8 minuti

Concedersi subito a lei sarebbe stato troppo arrischiato, perché avrei potuto sembrarle troppo insinuante e quindi si sarebbe messa in guardia: mentre invece ora essa crede che mi sia avvicinato per natural cortesia e ciò mi mette ai suoi occhi in buona luce. Non voglio esprimermi con un tono così caldo che lei pensi che ogni mia parola corrisponda ai suoi sentimenti. Così potrò penetrare nei suoi pensieri...
“L’urna è puttana”, diceva un mio amico. Il prof. Lettieri, e devo riconoscere che in effetti è una fanciulla che ha preso parte a molti divertimenti e mi chiedo se sia ancora degna di essere frequentata. Potrei rientrare in contatto con lei solo in una situazione interessare. E’ dal 1995, dal lontano 1995, che non la incontro, ma so che nel frattempo non è invecchiata e ha continuato ad esercitare le sue arti per attirare il maggior numero di elettori. In generale le urne parlano sprezzamente degli elettori che non le frequentano, ma in segreto li amano. Un po' di smarrimento lusinga la vanità di un’urna, che si sente allora più forte...Con la mancata frequentazione si perde la propria importanza di elettore e questo viene ad essere un ottimo mezzo negativo per neutralizzare la distanza con le urne.

Ogni tanto ho fatto balenare ad un’urna la possibilità di un mio accostamento alla sua fessura, ma poi mi sono ritratto, con grande mia soddisfazione  e con grande sua delusione. Gli elettori inesperti si servono di metodi non leali, ma che cosa ottengono? Chi non sa tenere sotto il proprio fascino un’urna, al punto che essa non desideri altro che di essere penetrata da una scheda votata, è un buono a nulla. Non gli invidio i suoi godimenti. Un tale elettore rimane sempre un inetto e questo di me non si può dire.

Molte urne hanno nel cuore un'immagine indefinita di nebbia,
che dovrebbe essere il loro ideale, e su questa misurano ogni oggetto del loro amore. Certo io non appartengo e non voglio appartenere al numero di quegli elettori che amano le urne per stima, le sposano per stima e per stima mettono dentro di loro delle schede.
Vi sono tante amabili urne che si annoiano terribilmente nella stanza dove sono allocate in attesa di elettori il cui numero diminuisce sempre di più e che non attendono altro che un elettore qualunque venga a trarle da quella monotonia!

Io non mi lascerò attrarre e sedurre. La percentuale di possibilità che io vada a trovare un’urna nella sua istituzionale alcova è pari allo zero, almeno per quanto riguarda le elezioni regionali. Com’era mio dovere, ho dato una scorsa all’elenco dei candidati, come presidenti di regione e come consiglieri. Mi sono ritratto inorridito, o quasi. Come un seduttore che appunti sul suo calepino le prestazioni e le magnificenze delle sue sedotte, come un vecchio professore di liceo che prepari le schede di valutazione e il giudizio finale, espresso anche con un  voto, sui propri allievi da ammettere all’esame o da promuovere o bocciare, come un elettore che cerchi negli elenchi dei candidati un “principio di ragion sufficiente” per tornare a depositare una scheda nelle oscene visceri di un’urna, apporrò qui di seguito alcune note e alcuni voti, limitandomi ai soli di cui ho una diretta e personale conoscenza.

PRESIDENTI:

Chiodi Giovanni: una delle mie più grandi delusioni. Non lo votai, ma mi compiacqui, anche personalmente con lui, per la sua vittoria su Costantini. Poi, a poco a poco, la sua figura nella mia considerazione si è spenta, l’ho visto pieno di sé quanto più dal di fuori lo svuotavano di significato in un contenitore di vino inacidito come quello di Forza Italia. Inquadrato per mesi con metà della sua faccia fuori dello schermo televisivo, a fianco del suo mentore Silvio da Arcore, alla fine ha perso la faccia non tanto per questione di donne, quanto per i tagli alla sanità abruzzese, che lui dice, mentendo, di aver risanato. Perderà e lui lo sa, con lui perderanno i suoi sodali, quelli che lui ha privilegiato su tutti, trattandoli come amici di merende con cui spartire il pane e il companatico della scampagnata durata cinque anni. Voto: 4.

D’Alfonso Luciano. Vincerà, facile. Almeno pensa lui, ma lo pensano anche i suoi sostenitori e i suoi avversari. Nonostante non abbia sciolto tutti i dubbi sulla sua situazione giudiziaria, sui suoi rapporti personali da trapezista di un circo e forse di loggia, sui suoi equilibrismi e sui suoi giochi di prestigio, si comporta come se avesse già vinto, forse danneggerà la regione Abruzzo più di quanto ha fatto Chiodi. Anche lui ha i suoi compagni di merenda, con i quali si appresta a spartire il pane e il companatico di una scampagnata che durerà cinque anni. Voto: 4.

Maurizio Acerbo. Non lo conosco personalmente, ma in parte posso dire di conoscerlo, per avere seguito la sua attività sui giornali e sui vari siti internet. Fu il primo a presentare una interrogazione su Giustino Varrassi, chiedendosi se appartenesse alla massoneria. In seguito ha presentato altre interrogazioni e ha assunto altre iniziative di un certo rilievo ed interesse. Ovviamente il suo schieramento politico non ha per me alcuna attrattiva e non mi offre nessun elemento seduttivo per un eventuale ritorno al voto. Però personalmente c’è su di lui un giudizio positivo, di sufficienza. Voto: 6.

Sara Marcozzi. Non conosco nemmeno lei. Un giudizio sulla eventuale bellezza muliebre non avrebbe senso e lei certamente sarebbe la meno interessata in proposito. Un giudizio politico non mi è possibile. Non sono il solo a sapere poco di lei. Ne sanno pochissimo anche quelli che la voteranno e pare che saranno moltissimi, stando ai pronostici e, si dice, ai sondaggi. Pare che il voto di protesta che si indirizzerà verso la candidata pentastellata sarà massiccio. C’è chi parla di secondo posto e sarebbe una grande sorpresa, perché vorrebbe dire che il presidente uscente finirebbe terzo e sarebbe una sciagura per qualcuno dei suoi, che non sarebbe eletto o rieletto. Un certo fascino la pentastellata lo esercita anche su un elettore che ha fatto voto di castità come me, ma non sento alcuna crisi di astinenza e la percentuale della possibilità che io torni a votare sale solo di pochi punti, forse solo di pochi decimali. Non sufficienti a determinare il grande ritorno all’urna. L’urna dei forti, o Pindemonte… qui forti non se ne vedono e la compagnia di giro è sempre quella. Voto: n.c. (non classificato)

Non provo nessuna invidia per coloro che si recano gioiosi con la scheda elettorale in mano nel luogo dove si trovano le urne, per depositare il proprio voto, credendo di dover assolvere ad un dovere oltre che esercitare un diritto. Non provo alcun rimorso per non averlo fatto per anni, anzi, ho provato una grande soddisfazione etica ed estetica nel non sentirmi complice di scelte sciagurate che hanno indotto tanti altri a percorrere la stessa via della castità da me imboccata quasi venti anni orsono, dopo aver tanto a lungo avuto a che fare con le urne, sia giovani e seducenti che vecchie bagasce…

S’io fossi Cecco, come io sono e fui, torrei le urne giovani e leggiadre e vecchie e laide lasserei altrui. Ma urne giovani e leggiadre non ce ne sono più, e anche Cecco, così come il Giovanni di Severino (è incredibile, ma questo vuol dire Sören) Kierkegaard di fronte alla sua Cordella, deve ripiegare le ali. Parigi, o cara, noi lasceremo…

                                   

 

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Caro Serpentini, la decadenza (al quadrato) dell'impero trova nei presidenti la sua punta dell'iceberg, e nelle liste dei candidati al comune di Teramo il suo abisso. Dopo quanto letto, anche toccare il fondo è diventata un'impresa ardua.

Caro Teramano Medio...ci saranno altre due puntate.
A Martedì prossimo.;)

4 Candidati di non livello. Acerbo fermo ancora in un mondo che non esiste più. Chiodi ormai devastato da 5 anni di massacri quotidiani, si è fidato dei migliori. Migliori Traditori D'Alfonso un personaggio losco ed oscuro, l'unico con una mente superiore, vincerà il lato oscuro o la sua unica capacità politica? Marcozzi, degna rappresentate di una partito Teocratico molto vicino ai moderni partiti di massa dedichi al Culto del Leader. La mia più grande paura è rappresentata dal nulla cosmico presente nei programmi. Non si parla più di visioni strategiche, di scelte politiche da perseguire. Ormai si parla solo del nulla, chi può farcisce con enormi cazzate il tutto. Prof, analisi per le europee? Con Cordialità.
Analisi cruda ed efficace, vera e straordinaria. Analisi che mi è piaciuta molto, perché genuina ed aderente alla realtà. L'unica essenziale verità di queste elezioni e' che non ci sono programmi seri, nel modo più assoluto. Ci sono invece Grandi Discorsi sui Massimi Sistemi" relativi a ciò che si è fatto o, per meglio dire non si è fatto. Non ci sono competenze vere, ma solo millantatori di nozioni. Ci sono centinaia di persone che sono entrate in politica per cercare stabilizzazione e sognare un lavoro che non hanno. Non esiste un programma che sia degno di tale nome. Esiste il voto ad personam. Persiste l'interesse personale. Desiste la forza dei pochi che veramente posso cambiare marcia alla Regione. La solita Italietta localizzata in Abruzzo. I soliti noti a favorire i soliti pochi. Il buio più pesto. Cadrà il sipario su una storia già scritta. Spero solo nella luce di una candela ancora lontana, che prima o poi brillerà.
Non sento nessun interesse ad andare a votare, visto che non vedo alcun soggetto degno di rappresentarmi, Oggi candidarsi vuol dire solo ed esclusivamente fare i propri interessi. Tornero' a votare solo in tempi migliori se ne verranno.
Nonostante nutra massima stima nei confronti del Professor Serpentini, credo sia fin troppo facile disertare le urne per poi compiacersi di non aver contribuito alla scelta sbagliata.
C'erano i partiti che frammentavano i consensi in mille gruppi che si dovevano unire per creare governi a pluripartecipazioni. Qualche governante assolutista inventò il bipolarismo e preparò due mangiatoie, alla vista di tanti accordi gli elettori votarono la protesta di Grillo. Oggi, per combattere la forte astinenza elettorale, hanno fatto candidare un mucchio di persone per invogliare amici e parenti a non disertare i seggi, ma anche il pur minimo suffragio innalzerà pretese di spartizioni che porteranno a guerre intestine e fratricide violentissime, come già viste in passato presso qualche partito. Tutti questi schieramenti hanno allestito locali enormi, rimasti liberi per le sbagliate politiche economiche di questi anni, una vera fortuna per i contendenti? Non ho mai fatto politica, spero di aver spiegato chiaramente i miei persierini.
Non mi recherò gioioso alle urne, ma con una grande tristezza e una lente di ingrandimento per misurare le minime differenze fra i candidati. Astenersi vuol dire, a mio parere, avvantaggiare i professionisti delle raccomandazioni e il peggio delle clientele elettorali, che a votare ci andranno sempre. A chi dispiacerà se Serpentini, indignado$ e l'altro30% di elettori diserteranno le urne? A Chiodi? A D'Alfonso? A Brucchi?
Continute vi prego ad informare le persone oneste chiedono la verità su tutto anche sulla tercas