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Il corrosivo: Dialogo tra Tasca Destra e Tasca Sinistra

di Elso Simone Serpentini
6 minuti

Non si erano mai incontrate di persona, sebbene fossero sorelle gemelle e appartenenti allo stesso proprietario. Si erano parlate di rado, per interposta persona, non trovandosi mai troppo simpatiche. D’altro canto, ognuna aveva cercato con ogni mezzo di non far sapere all’altra quello che faceva. Quel poco che riuscivano a sapere l’una dell’altra lo dovevano alle voci che correvano, quasi sempre malevoli, sul conto di entrambe ed era sufficiente per accrescere le reciproche rivalità, gelosie e antipatie. Le occasioni di dialogo tra loro erano sempre state assai poche, quasi sempre dovute alla particolare circostanza di trovarsi sovrapposte, l’una sopra l’altra,  a stretto contatto, quando il proprietario poggiava i pantaloni - nelle quali si trovavano - ripiegati sulla sedia accanto a letto, prima di coricarsi.
Ultimamente Tasca Destra e Tasca Sinistra hanno approfittato di una di queste occasioni per parlarsi, pur senza vedersi, e scambiare qualche opinione su ciò che rendeva insonne la notte del loro comune proprietario. Ovviamente, la loro conversazione è stata intercettata ed è finita in un fascicolo assai delicato, che forse sarà sfogliato e letto in un processo fallimentare, perché una delle sue sorelle gemelle ha chiesto il fallimento dell’altra. Qui di seguito si propone la trascrizione in oggetto.

TASCA DESTRA: Bella roba! Hai chiesto il mio fallimento! Come ti è venuto in mente?
TASCA SINISTRA: L’ho fatto anche troppo tardi. Mi sono stancata di aspettare!
TASCA DESTRA: Figurati! Che sei arrivata alla fame? Per campare non puoi fare a meno della restituzione di quel piccolo prestito che mi hai fatto?
TASCA SINISTRA: Chiamalo piccolo! Si tratta di un milione di euro!
TASCA DESTRA: Un milione di euro è forse un prestito grande? Ne hai fatti tanti altri, di più grandi!
TASCA SINISTRA: Sì, ma a persone affidabili, non ad una tasca bucata come te.

TASCA DESTRA: Senti chi parla! Il bove che dice cornuto all’asino. Se non c’è una tasca più bucata di te.
TASCA SINISTRA: Se io sono bucata, è perché gli euro li presto, non perché li spendo e spando qua e là, come fai tu.
TASCA DESTRA: Io non li spendo e non li spando. Io gli euro li ho sempre usati per fini nobili e utili.
TASCA SINISTRA: Ma se te li prestati per comperare una televisione! Cosa pensavi? Di poterti arricchire con una televisione? Non lo sai che con una televisione ci si rimette sempre?
TASCA DESTRA: E tu lo sai bene, vero? Allora perché mi hai prestato un milione di euro per comperarla? Non lo sapevi che, prestandomeli per acquistare una televisione, assai difficilmente te li avrei potuti restituire? Almeno tutti?
TASCA SINISTRA: Purtroppo non avevo scelta. Era l’unico modo che avevo. Che tu acquistassi quella televisione era l’unica strada che avevo per sperare che entrasse in possesso di un milione di euro chi la possedeva e che così avrebbe potuto restituirmi il milione di euro che gli avevo prestato per salvare la squadra di calcio che aveva comperato con i soldi che gli avevo prestato.

TASCA DESTRA: Ma che dici? Un milione di euro salva un milione di euro come una Mano lava l’altra?
TASCA SINISTRA: Con la differenza che Mano Destra e Mano Sinistra qualche volta, anziché guardarsi in cagnesco, collaborano per lavarsi. Noi invece…
TASCA DESTRA: Lo so, lo so. Ma noi come facciamo a collaborare? Se io ti do il milione di euro che ho, resto senza e se tu dai a me quello che ho io, resti senza tu.
TASCA SINISTRA: Esatto, il milione è sempre lo stesso, sempre quello, però passando da me a te produce ricchezza. Perché lo sai: il denaro, quando sta fermo, non arricchisce nessuno, mentre, quando si muove, arricchisce tutti coloro nelle cui mani passa. Pensa a quanta gente si è arricchita solo per il fatto che il denaro è passato da me a te e viceversa chissà quante volte.
TASCA DESTRA: Certo, e questo anche quando il denaro non è liquido, ma gassoso…
TASCA SINISTRA: Gassoso? Io so che il denaro può essere solo di due stati: liquido o solido. Da dove esce adesso questo stato gassoso del denaro?

TASCA DESTRA: Secondo te un assegno è denaro liquido? O solido? Un assegno è denaro gassoso… e il milione di euro che ci siamo scambiati io e te consisteva in un assegno, cioè poco più di una cambiale, che è denaro ancora più volatile di un gas.
TASCA SINISTRA: Se è per questo, anche chi comperò a suo tempo la squadra di calcio salvò chi la possedeva in precedenza e stava andando gambe all’aria per i debiti accumulati.
TASCA DESTRA: Ecco, i debiti sono come le mani. Si lavano l’uno con l’altro. Ma se tu mi chiedi di estinguere il mio debito di un milione di euro chiedendo il mio fallimento perché non ce l’ho e non posso restituirtelo, come facciamo a lavarci l’una con l’altra?
TASCA SINISTRA: Questo non mi riguarda. Sono fatti tuoi.
TASCA DESTRA: Ma il mio fallimento non risarcisce te. Anzi, il mio fallimento potrebbe causare il tuo. Non ci pensi? E danneggerebbe il nostro proprietario, che si ritroverebbe così con due tasche tutte e due bucate e fallite. Una soluzione ci sarebbe…
TASCA SINISTRA: Quale?

TASCA DESTRA: Potresti prestare un milione di euro a qualcuno che potrebbe comperarci la televisione, così io potrei ridarti il milione di euro che prestati a me per comperarla da quello al quale lo prestati per salvare la squadra di calcio che aveva comperato, salvando così quello che gliel’aveva venduta per salvare se stesso…
TASCA SINISTRA: Alt… alt! Fermati…. che se continui così mi gira la testa…
TASCA DESTRA: Figurati…! C’è gente a cui, per colpa nostra, non gira la testa, ma le palle!
 

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Commenti

Mh… carino, simpatico. E non è nemmeno da escludere che questo dialogo sia realmente avvenuto, più o meno in questi termini. Oddio, mi sembra un po’ assurdo che davvero per riavere 100 lire da chi non le poteva restituire, si siano prestate 100 lire a chi si sapeva che probabilmente a sua volta parimenti non sarebbe stato in grado di restituirle (a maggior ragione alla luce dei fatti, che impongono la cancellazione netta di quel “probabilmente”). Ma tutto può essere, d’altronde non sarebbe il primo caso di gente che ha ottenuto prestiti non sulla base di sufficienti garanzie materiali fornite, bensì perché amici o amici degli amici del “soggetto” erogante. Se i due dialoganti a suo tempo hanno ragionato in tal modo, è sin troppo chiaro il perché sia potuta andare in porto persino un’operazione così paradossale (non solo finanziariamente). Purtroppo è cosa nota che le grandi amicizie finiscono essenzialmente sempre per i due medesimi motivi: le donne e, guardacaso, i quattrini. Colgo l’occasione per augurare Buone Feste al prof. Serpentini.
Le mie tasche invece vanno d'amore e d'accordo, non litigano mai perchè fra l'una e l'altra non ci sono differenze o capanze di cui lamentarsi. Un grosso buco a testa in dotazione, attraverso il quale comunicano l'assenza di elementi utili ad innescare polemiche strumentali. Tasca destra e tasca sinistra per me pari sono.
ROBA DA CHIODI !! Ci vorrebbero i chiodi per reggere in piedi la storia della richiesta di fallimento quando i debitori umani sono ormai al sicuro, nessuno si farà più male e nessun prenderà più un euro. Caro professore Serpentini non le sembra che siamo, forse, il presenza di una manfrina, una messa in scena, peraltro, esteticamente veramente grossolana, volta a convincere i soci della banca, i clienti e l'intera opinione pubblica che la banca sta facendo l'impossibile per recuperare l'impossibile MILIONE! Tuttavia forse sfugge agli scenografi di questa triste rappresentazione che l'opinione pubblica non è mentalmente ritardata anzi è molto attenta a quello che succede in città.................com'è triste Venezia