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Il Corrosivo: Toh! Oh che bel contratto!

di Elso Simone Serpentini
7 minuti

Il nostro assessore alla cultura ha esposto noi abruzzesi al ludibrio e agli sfottò di tutta Italia e perfino all’estero non è mancato qualche commento sarcastico, in riferimento alla natura “pecoreccia” di questo contratto con una segretaria che prevedeva anche quattro prestazioni sessuali al mese, pur non arrivando a indicarne e a prescriverne con precisione la natura e il tipo.
Per giorni e giorni, ad ogni ora o quasi, dagli schermi televisivi e sui giornali nazionali si sono susseguite battute, considerazioni ironiche e commenti salaci.

Che figura! Di tutto questo dobbiamo ringraziare un medico con la vocazione della politica, gli elettori che lo hanno premiato con i loro consensi dandogli una forza elettorale che gli hanno consentito di avanzare pretese assessorili, e il governatore Gianni Chiodi, distintosi ancora una volta per la poca oculatezza delle proprie scelte di uomini a cui affidare incarichi di fiducia e/o assessorili.
Bisogna davvero dire che di nomine non ne ha azzeccata una e tutte si sono rivelate bacate, come quelle mele che, aperte, mostrano di essere abitate da vermi schifosi.

Bravo, Gianni, continua così, e di nomina in nomina darai, come hai fatto finora, non il meglio di te, ma il peggio. E gli elettori ti premieranno, perché sai anche tu quanto amano dare il loro consenso non a chi lo merita di più ma a chi lo demerita.
Se il contratto del nostro assessore ha fatto ridere, ma anche scandalizzare, tutta Italia, ci sono altre realtà politiche o para-politiche che ci danno non altri divertiti tormenti, ma giustificato sdegno e senso di smarrimento.
Tutti ricordano il contratto con gli italiani che Berlusconi firmò nel salotto televisivo di Vespa. Ma ricordiamo tutti il contratto che “idealmente” firmò Chiodi con gli Abruzzesi in campagna elettorale, prendendo degli impegni che poi ha disatteso quasi tutti, anche se lui personalmente certamente riterrà di aver mantenuto. E’ che si può mentire anche a se stessi ed è probabile che lui lo faccia.

Ma è anche possibile che sia in buona fede e che davvero ritenga di essere stato all’altezza delle aspettative che gli elettori abruzzesi avevano riposto in lui dopo essere rimasti basiti per le “mele” di Del Turco. Non dimentichiamo che il precedente governo regionale era caduto perché travolto da una bufera giudiziaria e che chi era chiamato a sostituirlo in qualche modo era chiamato ad un riscatto anche morale, che invece non c’è stato. Dire, ridire, tornare a dire e a ridire che si è risanato il bilancio, che nel campo della sanità si è posto gran rimedio facendo uscire l’Abruzzo dal novero delle regioni-canaglia, che in quasi tutti i campi e i settori si sono registrati miglioramenti, serve a poco se poi chiunque può rendersi conto, con semplici analisi e riflessioni, che la realtà è completamente diversa e che sono tante le ragioni di inquietudine che abbiamo nell’affrontare il presente drammatico e il futuro minaccioso che si prospetta.

Il contratto atipico del nostro assessore alla cultura con la sua segretaria costituiste il paradigma della speciosità della nostra rete di relazioni politiche che sovrintendono al rapporto tra pubblico e privato, dell’attuale crisi dei partiti e delle rappresentanze politiche che si aggrava sempre di più, dello sconforto che prende ciascuno nel dover constatare la mancanza di soluzioni alternative. Se l’alternativa a Chiodi è D’Alfonso, come qualcuno propone a sinistra, stiamo a posto. Se l’alternativa a Brucchi è qualche candidato fantoccio e di accatto, come qualcuno propone nella sinistra teramana, stiamo a posto. E meno male che, se davvero eliminano le province, non c’è il bisogno di dover proporre qualcuno in alternativa a Catarra!

I giochi per le elezioni politiche, invece, sono tutti ancora aperti e si stanno posizionando i pezzi sulla scacchiera. Non tutti hanno deciso il proprio ruolo, di quanti vanno per la maggiore e sono in predicato per la candidatura. Non solo ancora non è chiaro chi sarà torre e chi cavallo, chi alfiere o chi semplice pedone, ma qualcuno non sa ancora se sarà tra i pezzi bianchi o tra quelli neri, non avendo scelto definitivamente il campo di gioco e lo schieramento. Qualcuno sta passando dai bianchi ai neri e viceversa, pur di riuscire a trovare il modo di accrescere la propria importanza e renderla adeguata alle proprie ambizioni. Anche qui si faranno contratti con gli elettori? Quello di vecchio stampo, dettato dalla legge del “do ut des”, è sempre imperante e viene diffuso “erga omnes”, con applicazioni diffuse che non prevedono deroghe ed eccezioni.

Ma qualche novità c’è e sarebbe davvero un limite per alcuni personaggi che continuano a credere di poter essere sempre dei protagonisti se venisse colta. Non pochi hanno aperto gli occhi e hanno scoperto il disinganno, la disillusione. Turlupinarli è diventato difficile, se non impossibile. Certo è che nel passato, anche recente, molto, tanto, troppo, s’è fatto alle spalle e ai danni del normale cittadino. La vicenda della Cassa di Risparmio è significativa. E’ stata gestita con tanta arroganza, con tanta noncuranza delle regole e dei risparmiatori che alla fine il sistema è imploso e ha cominciato a fare vittime, vittime eccellenti.

E’ giusto che la gente stia ora ad aspettare che chi ha sbagliato paghi e paghi molto, perché la gente comune ha molto pagato, anche senza rendersene pienamente conto. E’ stato dilapidato un patrimonio economico, sociale, culturale e beneficio dei soliti potenti e nella convinzione che la furbizia potesse sempre fare aggio sull’intelligenza. E’ normale che ora ci sia chi attende con ansia che chi aveva fatto parte del paradiso dei furbi sia cacciato all’inferno dei colpevoli riconosciuti. In fondo, anche questo è un contratto, che i cittadini normali sottoscriverebbero volentieri: avere giustizia in cambio del rispetto delle regole, da parte di tutti, non solo da parte degli incapienti e degli sprovveduti.

Ma del contratto sociale, possibile o probabile, ideale o reale, hanno parlato in tanti, ideologi e filosofi e tutto è restato sempre confinato nel mondo del probabile non reificato. Così è giustificabile che sia ancora molto diffusa l’opinione che ad essere premiati siano ancora soltanto quelli che non ne rispettano le clausole e ad essere puniti, o quanto meno colpevolizzati, quanti si ostinano a considerarle come punti di riferimenti o principi etici del vivere quotidiano. La speranza, ultima dea, è denutrita e continua a immaginare il giorno in cui potrà dire: “Post fata resurgo”.

                                       
 

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Non c'è bisogno di commentare uno schifo simile e un viscido politicucvio che ricorre a queste misere cose per rimediare del sesdo sicuro, ma la colpa è anche della segreteria che si è prestata e dottomessa a quedto ricatto!!!
Professore attendo impaziente tutti i martedì l'uscita dei suoi interessanti corrosivi. Le auguro un tranquillo e sereno Buon Natale alei e a tutta la redazione dei Due Punti.
Contraccambiando gli auguri a Carlo, colgo l'occasione per estenderli a tutti i lettori della mia rubrica e del blog. Buone feste.