Salta al contenuto principale

Il corrosivo: Caro Paolo… lettera di un teramano

di Elso Simone Serpentini
6 minuti

Caro Paolo, cosa vuoi che rispondano i teramani alla lettera in cui chiedi di avere qualche risposta sull’attuale situazione politica della loro città?
Forse la lunga (ormai) permanenza a Los Angeles ti ha fatto perdere di vista le caratteristiche dei tuoi concittadini, che non sono come i corinzi, ai quali si rivolgeva il tuo omonimo, Paolo di Tarsio, né come i romani, o come i filippesi. Non parliamo poi dei galati, dei tessalonicesi, o di Timoteo o di Tito. Insomma, hai voluto capovolgere le cose e hai scritto ai teramani facendo domande e chiedendo loro di rispondere, mentre Paolo scriveva dando delle risposte senza che gli facessero delle domande. Ma, poiché non manca chi sostiene che le domande fossero implicite, anche la tua, esplicita, richiedeva delle risposte, che qualche teramano (pochi) ha cercato di darti. Cercherò di farlo anche io, tirato quasi per i capelli a farlo, per via di quella bella e irripetibile esperienza comune che fu la fondazione di Verde TV e di quella brutta e ripetutissima esperienza che fu la condanna a morte di quella nostra amata creatura.

Nella tua lettera chiedi chiarezza e ti comporti come chi chiedeva a don Abbondio coraggio, senza sapere che il coraggio non se lo può dare chi non ce l’ha. Quale chiarezza possono offrirti i teramani, che non hanno né coraggio né chiarezza?

In buona sostanza, sintetizzando al massimo ciò che chiedi, domandi dove sono i sostenitori di Brucchi, considerato che sembrano inesistenti nella difesa sua e della sua giunta dagli attacchi, sempre più numerosi, dai quali viene ultimamente sempre più bombardato. Ti chiedi dove siano i suoi sostenitori e i suoi elettori mentre il loro “eletto” viene colpito da “randellate terrificanti”, viene accusato e schiaffeggiato sui blog, sulle testate online, sui commenti dei vari gruppi senza contraddittorio e senz’appello.  Arrivi a chiederti se, per caso, non siano tutti pentiti o se si siano sbagliati a mettere la croce. Ricordi che la DC teramana dei nostri tempi  preferiva, dall'alto dei suoi schiaccianti consensi, ignorare o sminuire le accuse, non rispondendo e non partecipando ai dibattiti nelle TV e sui giornali considerati nemici. Alludi alle vendette consumate nell’ombra nei casi estremi, come quella che portò prima all’espulsione di un’intera redazione da Teleponte e poi ad un’altra espulsione da Verde TV.

Ti chiedi se le armate vittoriose di Brucchi siano ora allo sbando o se assistano inerti agli sberleffi e agli insulti che vengono elargiti al loro campione.
Ti chiedi, ma con il tono non di chi fa una domanda, ma di chi avanza una speranzosa ipotesi, se essi si vergognino e siano nascosti nell’ombra per la vergogna. Ipotizzi che le preferenze dei teramani siano cambiate radicalmente.

Caro Paolo, la lontananza da Teramo ti ha fatto perdere la lucidità necessaria per darti da solo la risposta che sto per darti io. Le preferenze dei teramani non sono cambiate, né radicalmente né di quel poco che servirebbe per poter parlare di cambiamento. I teramani sono sempre gli stessi e si comportano come sempre. Sono nascosti nell’ombra - mi verrebbe da dire “acquattati” – ma non perché si vergognano per aver votato Brucchi, così come non rimanevano nascosti nell’ombra i democristiani dei nostri tempi perché si vergognavano di aver votato Tancredi.

Sono nascosti nell’ombra – anzi in qualche cosa di più concreto e al tempo stesso di più fisico dell’ombra: la melma – in attesa del momento in cui riemergere per tornare a votare Brucchi o un suo equivalente. E sarà equivalente anche nel caso che dovesse essere non un candidato del centro-destra, ma del centro-sinistra. Torneranno tutti a votare come sempre hanno votato, per se stessi, per i loro egoismi, per i loro interessi privati, per chi assicurerà loro protezione e garantirà raccomandazioni, prebende, favori e favoritismi. Tra un’elezione e l’altra, molti di loro parleranno male di coloro per i quali hanno votato, sparleranno, diranno male di coloro dai quali hanno ottenuto favori di ogni tipo e si asterranno da ogni difesa di quanti li hanno favoriti. Torneranno a dare l’appoggio elettorale ai vecchi padroni o ai nuovi che saranno stati loro indicati dai vecchi, baratteranno la loro dignità con il consueto servaggio, prostituiranno di nuovo la loro libertà e la loro indipendenza di giudizio, si metteranno al servizio come cani fedeli quando il cacciatore chiamerà tutti a raccolta per l’inizio della stagione di caccia. I teramani sono cani da tartufo e si lasciano guidare da odori e fetori, hanno paura degli spari e dei rumori di lotta, assistono con la coda tra le gambe alla zuffe dei cani più grossi di loro e si accontentano dell’osso che viene loro lanciato quando guaiscono.

Caro, Paolo, i teramani sono nascosti nell’ombra, come dici, ma tu ne attribuisci la causa ad altre ragioni nelle ipotesi che avanzi. Purtroppo non riesci a vedere più quel che vedevi un tempo assai bene: zecche, pidocchi e parassiti di ogni sorta che si attaccano a coloro a cui succhiano il sangue solo quando glielo consentono coloro i quali sono disposti a farselo succhiare in cambio dell’appoggio che ricevono nel loro tentativo di succhiare a loro volta il sangue altrui.

 

Commenta

CAPTCHA

Commenti

Caro Elso, ponevo domande retoriche per fugare convincimenti che tu assai bene hai illustrati nel "Corrosivo". Ingenuamente avrei voluto che qualcosa nei teramani fosse cambiata; una speranzella, di quelle infantili, come quando la tua squadra sta perdendo due a zero a pochi minuti dal termine della partita e tu speri in una improbabile rimonta che affidi a scongiuri e a preghiere blasfeme. La mia lontananza distorce la realtà perchè la filtra attraverso la mancanza della mia città. Ho detto la città, Teramo, non teramani che, nonostante mi sforzi, non mi mancano giacchè ogni volta che torno resto deluso dai loro comportamenti che sempre di più mi sembrano peggiorare. In fondo la città che hai è quella scelta dalla maggioranza dei cittadini e non solo quella determinata dai politici che sono la loro espressione amministativa. Leggendo tante critiche speravo che il colosso si stesse sfaldando nelle fondamenta ed invece mi confermi, come altri, che nulla è cambiato, anzi molto è peggiorato. Aspettavo le tue considerazioni alla mia piccola, forse mancata provocazione, per intravedere uno spiraglio di ottimismo. Le aspettavo perchè sai che ti riconosco una capacità di arguzia intellettuale e di conoscenza non comuni, perchè condivido quasi tutte le tue analisi e perchè nel bene e nel male abbiamo condiviso esperienze, fatiche, entusiasmi e cocenti delusioni. E non lo abbiamo fatto per convenienze personali. Resto, quindi, pieno di amarezza più per il degrado dei teramani che del degrado di Teramo.
C'e qualcuno che prova un po' di vergogna?