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Il Corrosivo: I piagnoni del latte versato

di Elso Simone Serpentini
10 minuti

Nella Firenze di Savonarola c’era una compagnia di amici accomunati dal continuo lamentarsi di presunte ingiustizie di cui si proclamavano vittime e di altrettanto presunte scontentezze per la situazione di degrado che denunciavano in continuazione, come se tutti i mali del mondo si fossero adunati in una città peraltro in passato gloriosa e felice. Furono marchiati a fuoco con l’epiteto sarcastico e irridente di “piagnoni”, di cui Savonarola era indicato capo e profeta.

Anche a Teramo, nella Teramo di Brucchi, abbiamo una compagnia di “piagnoni”, dei quali, forse, anche io vengo indicato come componente. Siamo “piagnoni”, o veniamo additati come tali, perché sembriamo volerci lamentare di tutto, di come si vive a Teramo, di come si lavora, di come si pensa e si scrive, ritenendo che si viva male, che si lavori altrettanto male e addirittura poco, che peggio si scriva. Veniamo accusati di lamentarci di come si pensa a Teramo, di come si amministra.

Veniamo messi all’indice perché non saremmo capaci di essere perspicaci e capaci di cogliere la verità, di non renderci conto che a Teramo si vive benissimo, si lavora tutti e bene, si scrive e si pensa al meglio. Siamo stati accusati di non riconoscere che gli amministratori erano i migliori del mondo, tanto da essere meritevoli della conferma di cinque anni. Accusati di essere “piagnoni” dai sostenitori di una Teramo paragonata a Bengodi. 

Proprio in questi ultimi giorni ai “piagnoni” tradizionali e inveterati, accaniti e incalliti, pronti a lamentarsi di tutto e di tutti, quali siamo stati noi, si sono aggiunti altri piagnoni, che io definisco “del latte versato”. Con questo termine indico alcuni soggetti che si sono comportanti in uno modo davvero singolare. Non si sono mai lamentati di Brucchi e della sua prima giunta, tanto da aver voluto la rielezione a sindaco del senologo a tempo pieno e sindaco a metà tempo. Hanno contribuito ciascuno per la sua parte ad affidargli il secondo mandato, strappato sul filo di lana in un combattuto ballottaggio.

Subito dopo la vittoria, però, tali soggetti hanno cominciato a manifestare un certo disincanto, una certa delusione, addirittura rabbia e sconcerto, per non essere stati presi in considerazione nella spartizione del bottino. Non si sono visti riconosciuti meriti e qualità, non hanno ricevuto incarichi, non sono stati designati per ricoprire ruoli di primo piano. Si sono trasformati in “piagnoni” e hanno preso a lamentarsi, unendosi al coro dei lamentosi e dei lamentevoli. Hanno avanzato critiche e riserve, annunciato propositi battaglieri e strategie di opposizione.  

Li chiamo “piagnoni del latte versato” perché hanno cominciato a piangere solo dopo essersi accorti, ahiloro troppo tardi, che il Santo non era così miracoloso come si diceva, che il ritratto non era così bello come lo si dipingeva, che la vittoria non è così bella quando non se ne godono i frutti. Gli eroi della sesta giornata erano quanti cercavano di passare per vincitori senza aver partecipato alle cinque giornate di Milano e all’insurrezione contro gli austriaci, ma desiderosi di ricevere encomi e commende alla pari di quelli che vi avevano preso parte. Oggi noi di persone di questa genia diciamo che  salgono sul carro dei vincitori senza aver preso parte alla battaglia.

A loro opposti sono i “piagnoni sul latte versato”,
che dal carro dei vincitori scendono perché pensano che non sia giusto che non godano anche loro dei benefici della vittoria. Alzano i loro lamenti solo dopo che il latte si è sparso sulla tavola dal bicchiere che lo conteneva e non si può fare più nulla. Quando ormai è troppo tardi per rimediare. Quando la frittata è stata fatta e non si può far nulla per farla tornare allo stato di uova.

Dodo, Sbraccia, Primoli, Fracassa, Campana, Canzio sembrano i protagonisti di una fiaba per bambini, di quelle che contengono sempre tanti ammonimenti metaforici e insegnamenti profetici. Hanno aiutato Brucchi a vincere, ma, dopo che Brucchi ha vinto, non hanno avuto nemmeno le briciole quando si sono seduti alla tavola dove era stata imbandita la cena. Anzi, non sono stati fatti nemmeno sedere a tavola.
Così si sono trasformati in “piagnoni del latte versato”, in oppositori non di vocazione, ma per reazione. Avevano negato in precedenza l’esistenza di quei soprusi di cui poi sono stati vittima anche loro e per i quali adesso si lamentano, starnazzando come oche del Campidoglio. Sono diventati dei “malpancisti”.

Alla prima occasione, l’elezione del presidente del consiglio comunale (una carica inventata per far contento uno in più, scimmiottando il parlamento nazionale e i parlamentini regionali – una volta era lo stesso sindaco che presiedeva le sedute) hanno cominciato a disobbedire. 

I “piagnoni del latte versato” non sono soltanto gli ex consiglieri di maggioranza diventati di opposizione, o quasi. Non sono soltanto i mancati consiglieri, sempre di maggioranza, diventati contrari perché non sono riusciti a subentrare a mancati assessori. Ce ne sono anche in altri schieramenti, che si lamentano oggi delle scelte di Brucchi senza aver fatto niente per evitare che toccasse a lui farle. Piagnucolano i giannelliani, anche se a bassa voce, infatti quasi la loro voce non si sente.

Piagnucolano i grillini, che fanno cri cri comportandosi
come se avessero inventato loro l’opposizione, la trasparenza, la chiarezza e la competenza. Piagnucolano quelli del PD, che hanno contribuito alla grande a rovesciare il latte e ora si lamentano tanto perché nel bicchiere non ne è rimasta una sola goccia.
Piagnucolano anche alcuni sostenitori della Lista Pomante. Hanno sostenuto il loro candidato sindaco, ma sapevano benissimo che non avrebbe potuto vincere e nulla avevano detto circa l’eventuale apparentamento o appoggio che si sarebbe dovuto dare dopo.

Sapevano che Pomante non sarebbe stato eletto sindaco, ma al massimo consigliere con uno o due dei suoi. Eppure, mentre molti della loro lista a Pomante eletto solo consigliere hanno deciso di appoggiare la Di Pasquale,  essi non lo hanno fatto e adesso piangono.

Piangono già molti teramani che hanno piagnucolato per anni,
ma poi hanno votato ugualmente per Brucchi, e ora hanno ripreso a piagnucolare e lamentarsi, pronti a rivotarlo una terza volta, se le leggi lo consentissero. 

Il latte è stato versato ed è inutile piangere. Non si può sperare di raccoglierlo con il cucchiaino e rimetterlo nel bicchiere. Il fatto è fatto. Piagnucolano anche quanti avevano pensato o creduto o sperato che Paolo Gatti si rivelasse lungimirante, generoso, stratega abile e statista al punto da usare la propria forza per indirizzare le scelte di Brucchi verso il regno della competenza e della superiorità delle idee e dei valori e non verso quello dell’interesse di parte e di partito, anzi di clan.

Si lamenta lo stesso Brucchi, che forse ora si sta accorgendo di essere sotto ricatto politico, stretto nella morsa di una diarchia tancrediana-gattiana alla quale non potrà sfuggire. Piagnucolano quanti avevano sperato che i dualismi Gaspari-Natali e Tancredi-Nisi non si perpetuassero in un altro dualismo Tancredi jr-Gatti jr, che si profila e si annuncia tremendo nelle sue conseguenze.

Tancredi senior e Nisii non ebbero mai il coraggio e la determinazione di infliggere all’avversario il colpo finale e risolvere la diarchia in una monarchia, che più di uno sterile dualismo avrebbe fatto prevalere i vantaggi sugli svantaggi. Faranno lo stesso i protagonisti del nuovo braccio di ferro. Ognuno si farà forte della propria debolezza e debole della propria forza e rinunceranno a vincere sbaragliando l’avversario, spartendo con lui le spoglie della città.

Verseranno tanto altro latte a Teramo e si moltiplicheranno i “piagnoni del latte versato”. Alcuni smetteranno di piangere quando saranno accontentati e riusciranno a sedersi su qualche strapuntino appositamente preparato per loro, altri piangeranno ancora più a dirotto, minacciando sfracelli. Poi rientreranno nei ranghi, dopo aver ottenuto quello che avranno chiesto e a cui aspiravano da tempo.

Sui banchi dell’opposizione qualcuno ha già smesso di piagnucolare, annunciando di voler collaborare con la maggioranza per migliorare le sue proposte e i suoi proponimenti. Il consociativismo tornerà ad essere pratica assai diffusa e le lacrime non cadranno più tanto copiose sui volti, silvani e non silvani.

I cri cri, dopo aver capito che non c’è nulla da scoprire che non sia già stato scoperto e nulla da denunciare che non sia stato già denunciato, ma inutilmente, dalla stampa rimasta ancora libera e non condizionata dal potere politico e bancario, si stancheranno e tireranno i remi in barca. Scompariranno di scena. Il nero riprenderà a collaborare con il bianco e avremo il trionfo del grigio.

I due corni del dilemma diventeranno uno solo e tutto si mostrerà nel suo vero volto, quello di una oscena democristianeria. Basta lacrime. Quelle dei “piagnoni del latte versato” sono false come le perle dei rigattieri.

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Commenti

Concordo in pieno con l'analisi fatta dal professore,devo onestamente dire di essere felice per ciò che sta accadendo perché è giusto che qualcuno paghi per non aver capito nulla di politica. Trovo stupido chi crede che il "vecchio" sia da buttare, perché è nel vecchio la saggezza e l'esperienza. C'era chi aveva previsto tutto ciò ma non è stato ascoltato per la propria Fame personale e questo è il risultato, Amen
BRUCCHI ANATROCCOLO INGABBIATO E GAMBIZZATO Dall’ipotesi anatra zoppa si è passati a quella dell’anatroccolo ingabbiato e gambizzato e il detto popolare: “li schirne stà arreta a la porte, chi li fa se li port “ (che tradotto: “ gli scherni stanno dietro la porta, a chi li fa gli ricadono addosso “) mai fu tanto appropriato in rapporto a quanto si è visto nella politica cittadina dal ballottaggio ad oggi. Infatti il sindaco Brucchi prima è stato ingabbiato dal duo Gatti-Tancredi nella costituzione della giunta, poi più volte impallinato e gambizzato al primo consiglio comunale da molti membri della sua stessa maggioranza, scontenti per non avere avuto un giusto riconoscimento. Durante l’elezione del più che stagionato Milton Di Sabatino Presidente, la maggioranza si è più volte sfaldata. In ben quattro votazioni su cinque ha votato in modo disparato e solo dopo la minaccia delle dimissioni del sindaco si è ricompattata. Finalmente alla quinta votazione l’uomo politico buono per tutte le stagioni, a prescindere dall’area politica che costituisce maggioranza al governo della città, è stato eletto Presidente del Consiglio Comunale. Tutto ciò ha portato al paradosso che oltre alla opposizione di minoranza si è costituita di fatto una opposizione di maggioranza, cosa nuova e insolita nella storia della nostra politica locale, con il risultato che adesso il sindaco, non avendo materialmente posti da assegnare a tutti gli scontenti , deve conquistarsi di volta in volta la maggioranza diventando regola, come una spada di Damocle sul Consiglio, la minaccia delle sue dimissioni e del tutti a casa come avvenuto al primo consiglio. In tali circostanze ci chiediamo : a) all’anatroccolo Brucchi spunteranno mai le ali per diventare cigno? b) In una situazione così precaria avrà mai la forza il nostro riconfermato sindaco per approvare tutti quei provvedimenti di cui necessita il nostro territorio per superare le difficoltà da cui è attanagliato da un decennio? c) Qualora ce ne fossero le condizioni, a quale ulteriore prezzo, che naturalmente andrà a sommarsi a quello già pagato per la costituzione di una spropositata Giunta che poi ricadrebbe su tutta la collettività comunale? Allo stato attuale considerata la situazione nella quale si è impantanato, riteniamo che il nostro “anatroccolo gambizzato ” non diventerà mai cigno e chi ne pagherà di più le spese sarà la nostra città capoluogo che sarà costretta a rimanere, finchè il centro destra ne sarà al governo, la Cenerentola d’Abruzzo così relegata da dieci anni di “modello Teramo”. I PerDavvero
Nella Fireenze di Savonarola c'erano i Medici che gli fecero fare una brutta fine, a Savobarola, ma resero Firenze un faro di tutta l'Europa. I piagnoni di Savonarola erano in buona fede, chiedevano rigore e serietà, i piagnoni nostrani invece sono del tipo descritto dal lessico napoletano: "chiagneno e fottono" purtroppo i fottuti siamo sempre noi!
Cri cri. O forse no. Cri cri.
Caro Professore, non sono certo io a doverLe ricordare cosa era una volta, una ventina di anni addietro,la Politica, quella parola che deriva da greco di cui lei è un eccellentissimo insegnante, di cui in tanti si riempiono la bocca senza sapere nemmeno di cosa stanno sproloquiando. Vorrei umilmente ricordarLe di quegli anni eroici in cui, nonostante le diverse vedute e i diversi colori politici, ci si rispettava, si rispettava l'idea altrui e soprattutto si rispettava la Persona, l'Avversario politico. Oggi tutto è diventato maleducazione strisciante, un uralre ad ogni pie sospinto, un poco costumato interrompere chi sta parlando per farlo cadere in in trappola o bloccarne i pensieri. Ricordo un particolare che mi ha fatto stimare ancora di più un grande avversario politico degli anni settanta. quel Giorgio Almirante di cui oggi si sente veramente la mancanza e detto da un vecchio comunista è tutto dire. Mi riferisco al funerale di un altro grande della Politica degli anni passati, quell' Enrico Berlinguer stimato anche dalla destra di allora. Ebbene, ricordo con commozione quando all'ingresso di via dlle Botteghe Oscure, arrivò una macchina "privata" da cui scese una coppia che chiesero di poter visitare la salma. Erano Girogio Almirante e la sua Grande moglie signora Assunta. Ricordo la curiosità e gli sguardi di chi era li a fare il picchetto al grande Enrico e allo sconcerto di tale visita, il Signor Almirante disse che lui veniva a "visitare l'Uomo, , l'Amico di tante battaglie, un degno Avversario politico". Oggi questo non potrebbe succedere, non c'è educazione politica, personale, non c'è rispetto per l'avversario politico e nemmeno per i suoi sostenitori. Infatti Brucchi (che come vede, caro Professore, non chiamo nemmeno Sindaco) si è rivolto a chi non lo ha votato dicendo loro di essere dei "Buffoni" e non si è nemmeno degnato di chiedere scusa in seguito. Povera la nostra bella Teramo in mano a personaggi infimi come questi. Quante battaglie abbiamo fatto insieme, da due fronti diversi per salvaguardare la nostra bella città, ma mi rendo conto che poi questi individui hanno rovinato tutto. Caro professore, non so se faccio parte della categoria"piagnone DEL latte versato" o "piagnone SUL latte versato. So solo che sono un cittadino schifato di questa politica arrogante, meschina, urlata, offensiva e rimpiango quella di un tempo dove ci si sfidava a colpi di dialettica e perchè no, anche fronteggiandoci con un cordone di polizia a proteggere entrambe le fila. Professore, mi scuso se ho fatto qualche errore, mi perdono se qualche mio concetto non è stato chiaro, ma sono sicuro che Lei, riuscirà a capire quello che provo vedendo la nostra bella città in mano apersonaggi di questa risma. Un grande saluto ad un grande uomo di cultura come lei e mi permetto di abbracciarla virtualmente in nome della nostra vecchia rivalità politica, ma dall'alto della stima che ancora oggi ho per Lei.
brutta gente davvero... io ancora non capisco come ha fatto Serpentini a candidarsi co questi soggetti anni fa... perchè, sempre i soliti sono...al massimo i figli.
Cari "perdavvero" riuscite a contare sulla punta del naso quanti dei vostri di centro sinistra hanno scavalcato il fosso? Ci sarà per un motivo se la gente scappa e preferisce non votarVi. Fate un'analisi seria (Di Pasquale inclusa) e vi accorgerete che il vostro stagno è zeppo, non di brutti anatroccoli che diverrannocomunque cigni, ma solo ed esclusivamente di popere mute, buone solo con uno spiedo al culo.