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Democrazia in apnea

di Elso Simone Serpentini
5 minuti

Su 500 votanti, 280 ateniesi votarono contro Socrate e 220 a favore e così il filosofo fu condannato a morte. Si era in democrazia. In democrazia la maggioranza ha la meglio e ha sempre ragione. Una testa, un voto, basta un solo voto di più e la decisione è presa. Chi perde ha torto. A Gerusalemme non c’era la democrazia, ma ci fu un referendum e la maggioranza votò a favore di Barabba e così fu Gesù ad essere ucciso. Potenza dei numeri e delle maggioranze. Potenza delle democrazie, dove, vigendo il governo del popolo, il popolo decide a maggioranza, o direttamente, come nelle democrazie dirette, o indirettamente, come nelle democrazie rappresentative. In queste ultime solitamente gli elettori eleggono i propri rappresentanti in Parlamento e anche qui le decisioni vengono prese a maggioranza. Basta un solo voto di più e la decisione è presa, a meno che non si debba raggiungere una maggioranza qualificata.
Ma non sempre le maggioranze hanno ragione.

Potrei fare centinaia di esempi, oltre quelli che riguardano Socrate e Gesù, che dimostrano come assai spesso le maggioranze hanno preso  la decisione più sbagliata e più contraria agli interessi, a lungo termine, del popolo di cui erano l’espressione democratica.
Nel contempo potrei fare centinaia di esempi che dimostrano come siano state “minoranze illuminate” ad aver assunto posizioni per il momento perdenti e rivelatesi più giuste solo quando ormai era troppo tardi. Altri numerosi esempi sonò lì, pronti a dimostrarci quanto fosse sbagliato il parere di una maggioranza e giusto quello di una élite che sapeva vedere molto più lontano. Per secoli è stata una maggioranza a credere che fosse il sole che girava intorno alla terra e una minoranza estremamente esigua che sosteneva il contrario veniva non solo derisa,
ma contrastata e mandata o sul rogo   o costretta all’abiura per non incorrere in una durissima condanna.
    

Non starò qui a fare esercizio di retorica anti-democratica, anche se incliti personaggi, teorici e filosofi, hanno teorizzato sui difetti di un sistema politico che a molti sembra il migliore di tutti, pur ammettendo che non sia quello perfetto. Non starò nemmeno a recitare rosari di ragionamenti antiparlamentari, che pure hanno avuto altrettanti celebri autori, né seguirò i dubbi che Julien Benda nel suo libro “La democrazia alla prova”  si poneva circa l’opportunità di una notevole limitazione del principio astratto di egualitarismo per evitare che una democrazia a causa dell’eccessiva libertà concessa all'opposizione ed alla critica razionale potesse essere messa in pericolo e sovvertita.
Non mi interessa nemmeno sottolineare nuovamente, perché è stato già fatto tante volte, che appunto il principio egualitario, fondamento essenziale della democrazia, è astratto e si realizza solo imperfettamente, per il sussistere più o meno accentuato di privilegi economico-sociali e di disparità intellettuali riconosciute. Voglio fare qui una riflessione più elementare e semplice.

Ogni vittoria della maggioranza deve essere sempre controbilanciata, non tanto dal dubbio che possa essere la minoranza ad avere ragione, quanto dalla concessione, che non è mai eccessiva, del diritto di critica. Il voto maggioritario non deve mai porre un limite e un termine alla discussione, perché tutto può essere ridiscusso e rielaborato, perfino il principio che la maggioranza abbia sempre ragione e che il candidato più votato sia il migliore o il più meritevole e la decisione assunta a maggioranza, anche schiacciante, sia sempre la più giusta e la più adatta. Il voto a maggioranza non deve mai mettere la sordina al dissenso e al diritto di espressione di un parere contrario.

Dissentire e continuare a battersi a favore di una decisione bocciata dalla maggioranza non deve mai essere considerato come un delitto di lesa maestà nei confronti del principio democratico e del convincimento che la maggioranza abbia sempre ragione e ogni minoranza sempre torto. Non bisogna commettere l’errore di fare del principio democratico un totem e del diritto di critica al sistema democratico un tabù. Io seguo la lezione di Aristotele, secondo cui nessun sistema politico è di per sé il migliore e tutti e tre, di quelli riconosciuti, hanno un primo momento assai positivo, cui segue una inevitabile degenerazione. Si ha così un andamento ciclico tra un sistema politico all’altro.

All’apice della positività del sistema aristocratico, la successiva degenerazione produce un sistema oligarchico, dal quale scaturisce un sistema diverso, monarchico (nel senso di uno solo che governa), che, degenerando, si trasforma in tirannia, la quale a sua volta induce il popolo a ribellarsi e a passare, a volte tramite un periodo intermedio di anarchia (assenza di governo), ad un sistema democratico, che positivo all’inizio, quando degenera diventa demagogia. Qui il ciclo ricomincia, riformandosi a poco a poco un’aristocrazia che tornerà a degenerare in  oligarchia.

Io sono convinto che in questo momento il nostro sistema democratico stia attraversando un periodo di sofferenza, che respiri a fatica, che sia in apnea.

                                   

 

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Commenti

Caro Professore hai ragione, ormai sono un vecchio-giovane, dagli anni novanta in poi non ho visto grandi differenze, sia con Berlusconi che con Prodi, all'Università, nei miei comuni di residenza. La Democrazia in Italia è in crisi da anni. Il mese prossimo si voterà x il Parlamento, Chi votare?
Avanti, caro Professore ci ci consiglia?
Sul concetto di Democrazia, il Movimento 5 stello fa un qualcosa di decente, le famose verifiche!
La democrazia a volte è la tirannia di molti. Spaventoso. Sembra rimanere malgrado tutto l'unica strada percorribile, l'unica soluzione perseguibile. Altri paesi lo dimostrano. Mi piacerebbe che l'analisi non finisse qui, mi piacerebbe capire, ripercorrendo gli ultimi quarant'anni della nostra storia, cosa abbia concorso a determinare il fallimento del nostro sistema prima che di altri, ma non ho gli strumenti culturali né intellettivi per darmi delle risposte: mi perdo in un intreccio inquietante di domande che conducono sempre lì, alla presa d'atto di un'inclinazione alla sudditanza che non si smentisce mai. Qui attecchisce di tutto, tutto ciò che solleva da una reale assunzione di responsabilità, quando la democrazia imporrebbe il contrario. È in apnea, sì... Ormai cianotica.
Voterò Grillo, non per la democrazia ma per rompere il sistema anti democratico. Grazie Professore, grazie per potermi fare l'occasione di leggerla e confrontarmi.
Grazie Professore per ave rispolverato il Politico di Platone (IV sec. a.C.), nella lucidissima analisi delle Politiche e delle forme di governo. Il nostro sistema democratico è in apnea, o è in crisi profonda, o è addirittura degenerato in demagogia o populismo (la tirannia della maggioranza e del comune sentire)? E allora, per assecondare la ciclicità della storia, non dovremmo guardare ad una èlite -pur salvaguardando i principii egualitari- che sia un'aristocrazia (il meglio) culturale civile etica?
In questa città, i miei figli sono governati, ancora, da chi amministrava i loro nonni. In democrazia, vi è una sola verità, dicono: il consenso. E tali aristocrazie secolarizzate ne hanno da vendere. Forse, anche i miei proponipoti, saranno governati dalle stesse linee genetiche. Se i cittadini non avranno la forza e l'arguzia per recidere quella spessa catena che, nel tempo, ha sterilizzato cervelli, intelligenze, culture, fantasie, intraprese. Ora come mai, visto che tali figuri si apprestano, ancora una volta, a chiedere il nostro permesso.
E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte; ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero, e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo. Chiudi gli occhi, ragazzo, e credi solo a quel che vedi dentro stringi i pugni, ragazzo, non lasciargliela vinta neanche un momento copri l'amore, ragazzo, ma non nasconderlo sotto il mantello a volte passa qualcuno, a volte c'è qualcuno che deve vederlo. Sogna, ragazzo sogna quando sale il vento nelle vie del cuore, quando un uomo vive per le sue parole o non vive più; sogna, ragazzo sogna, non lasciarlo solo contro questo mondo non lasciarlo andare sogna fino in fondo, fallo pure te.. Sogna, ragazzo sogna quando cade il vento ma non è finita quando muore un uomo per la stessa vita che sognavi tu Sogna, ragazzo sogna non cambiare un verso della tua canzone, non lasciare un treno fermo alla stazione, non fermarti tu... Lasciali dire che al mondo quelli come te perderanno sempre perchè hai già vinto, lo giuro, e non ti possono fare più niente passa ogni tanto la mano su un viso di donna, passaci le dita nessun regno è più grande di questa piccola cosa che è la vita E la vita è così forte che attraversa i muri per farsi vedere la vita è così vera che sembra impossibile doverla lasciare la vita è così grande che quando sarai sul punto di morire, pianterai un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire Sogna, ragazzo sogna, quando lei si volta, quando lei non torna, quando il solo passo che fermava il cuore non lo senti più sogna, ragazzo, sogna, passeranno i giorni, passerrà l'amore, passeran le notti, finirà il dolore, sarai sempre tu... Sogna, ragazzo sogna, piccolo ragazzo nella mia memoria, tante volte tanti dentro questa storia: non vi conto più; sogna, ragazzo, sogna, ti ho lasciato un foglio sulla scrivania, manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu.
la democrazia non è mai esistita se non nell'antica grecia, ed era cosa ben diversa da quello che pensa la gente oggi. Come si fa a parlare di democrazia quando abbiamo ancora oltre 100basi americane sul nostro territorio e siamo costretti a seguirli in ogni guerra anche se il popolo è contrario a questo? E non si è mai visto neanche per sbaglio un governo che si distaccasse da questa linea di sudditanza. Da 70anni ci amministrano ,per conto degli americani e dei poteri economici che stanno al di sopra, dei vassalli che oltre a garantire certi interessi che stanno al di sopra di loro, si fanno quelli propri...corruzione, clientelismo, affarismo, scandali su scandali, cambiano le persone(non tutte) ma non i meccanismi. L'unico governo che fece qualcosa per il popolo e per modernizzare l'Italia viene sistematicamente calunniato, demonizzato da chi non può far altrimenti per coprire il marcio che esce fuori dalla storia degli ultimi 70anni. Siamo talmente in democrazia che c'è gente che viene processata e incarcerata solo per le sue idee.
Senza giustizia sociale e senza libertà non è democrazia. Fin quando gli uomini avranno la facoltà di rincorrere i massimi profitti personali a discapito di altri uomini e dell'ambiente, la democrazia sarà solo apparente, non sostanziale. La democrazia è anche il contrario di "un solo uomo al comando" ed è anche per questo che non voterò Grillo, come non ho mai votato Belusconi.
In un passaggio del fuffoso panegirico di Serpentini, leggo che non si avvarrà del pensiero di monsieur Benda, l’autore del famoso libro “Il tradimento dei chierici”, salvo poi seguirlo per ribadire principi astratti, assai ostili all’engagement degli intellettuali, per parlare quindi di fuffa. Cos’è la fuffa? La fuffa è: luogo comune, cose risapute, inutile esibizione di erudizione, linguaggio da blog, tanto per stare all’oggi. L’ellissi temporale da Aristotele a Benda ben spiega la succosa e lacunosa dissertazione del nostro, bypassando secoli di faticosa, sanguinosa formulazione e affermazione di principi sacrosanti che si inverano nei diritti fondamentali dell’uomo. Non sto ad elencarli, anche perché so che non è di essi che si può discutere e di cui Serpentini intende discutere. Il problema è l’astrattezza tutta bendiana del pensiero che non vuole raccogliere sfide. Chi può negare che la democrazia sia in crisi?...farei una piccola proposta per iniziare una grande battaglia: partire dalla cultura, dalla scuola, dallo studio della nostra Costituzione, che sta lì, bella e rotonda come una sfera parmenidea, una specie di ontologia del sapere democratico che tutto informa a cui nessuno può sottrarsi. Professore di storia e filosofia, ha mai fatto studiare la nostra Costituzione ai suoi alunni?
Caro boys, fuffa per fuffa. Il suo scritto, benché breve, mi pare ne contenga più del mio, più lungo, ma non troppo per non andare al di là dei limiti imposti dalla natura di un blog o di una rubrica su un giornale. Vedo che anche lei semplifica. Anche più di me e bypassa secoli di storia e di conquiste democratiche. Le contesto quanto afferma, che cioè prima avrei affermato di non avvalermi del pensiero di monsieur Julien Benda e di essere poi venuto meno all’affermazione, seguendolo nel ribadire suoi principi astratti. Infatti di Benda non ho che citato la tesi principale di uno dei suoi libri “La democrazia alla prova”, senza seguirne gli sviluppi e senza trarre alcun concetto dal libro che lei cita, a sproposito, perché riguarda tutt’altra questione, occupandosi del ruolo degli intellettuali e toccando solo marginalmente aspetti riguardanti il pensiero democratico. Quindi mi pare che a fare esibizione di erudizione sia lei e ad accumulare molta fuffa in poche righe. Colgo anche una contraddizione nel suo breve scritto, quando afferma che la dissertazione (che non era tale, ma solo una riflessione-stimolo) è succosa ma anche lacunosa. Delle due l’una, non può essere entrambe. Mi pare, piuttosto che lei saccentemente dia per scontato che di certi principi io non sia intenzionato a discutere. Dissento anche dal suo giudizio su Benda, ingeneroso, perché non ho mai trovato il Nostro astratto né incline a raccogliere sfide, anzi, ne ha lanciate molte, non tutte raccolte, né ai suoi tempi né nei successivi. Mi compiaccio che lei condivida il giudizio che la nostra democrazia sia in crisi, anche se non è d’accordo con me nel dire che è in apnea, almeno nell’uso dei termini, ma assentendo nel merito. Quanto al suo riferimento alla nostra Costituzione, sono contento che lei la giudichi bella e rotonda, addirittura una specie di ontologia del sapere democratico. Purtroppo non condivido questo giudizio, anzi, ritengo che l’attuale Costituzione sia per molti versi figlia del 25 luglio e dell’8 settembre, oltre che del 25 aprile, e che sia assai lacunosa e che contenga i germi dell’attuale degenerazione del nostro sistema democratico. Non ritengo che sia inemendabile e che perciò nessuno possa sottrarsi alla sua natura. Se l’ho fatta studiare a scuola? Non come lei avrebbe desiderato, perché farlo come lei avrebbe, forse, desiderato, avrebbe significato soddisfare passivamente gli obblighi di un regime, perché anche un sistema democratico può essere un regime, soprattutto quando punisce penalmente reati di opinione, come l’attuale Costituzione fa. Comunque, visto il timbro delle sue osservazioni, che denotano una certa cultura storica, mi sarei aspettato un contributo più efficace al dibattito che con le mie osservazioni volevo suscitare. Faccia uno sforzo ulteriore e cerchi di entrare più in argomento, che è in soldoni la crisi dell’attuale sistema democratico. Non si limiti a invocare una Costituzione che considera, sbagliando, perfetta o quasi. Ringrazio gli altri contributi, compiacendomi del tono, generalmente serio, delle osservazioni fatte.
Caro Professore, grazie per questa rubrica. Grazie perchè mi fa compagnia nella mia invalidità, purtroppo degenerativa. Grazie perchè mi ha illuso che possa esistere una democrazia. Non esiste. Una pura invenzione della classe massonica elitaria. La dittatura dei cittadini per i cittadini. Continuerò a leggerla in attesa del suo libro. Quello che molti di noi aspettano da anni. GRazie.
Democrazia = sostrato del potere o esercizio del potere? A proposito di fuffa: la Costituzione è la Grande Fuffa per eccellenza (quella azzurra col berretto rosso). Come i bambini a scuola. "Cosa vuoi fare da grande?". "Il dottore! E i poverelli non pagheranno mai!". Ma già nella domanda è insita la negazione del proposito: tutti i bambini sono infatti condannati a diventare "grandi". Non è possibile avere un bambino-dottore. Sta per tornare il "luogo comune". E mi ripeto: gli è del tutto indifferente che qualcuno o tanti o tutti lo definiscano "luogo comune". Sa già di esserlo, da millenni. E sai quanto glie ne frega di un Pezzo di Carta osannato da qualcuno o tanti o tutti? Un'emerita mazza...
Prima di discutere occorre fare alcune precisazioni senza le quali veramente siamo qui tutti quanti a perdere tempo. Mettere come si dice dei paletti, delimitare uno spazio, condividere un luogo che ci fa stare vicini. Non la faccio lunga: solo alcune osservazioni. La Costituzione non punisce reati in generale e tanto meno quelli di opinione. Demanda al legislatore la facoltà di disciplinare la materia. La Costituzione è figlia di un solo padre, della maggioranza del popolo italiano che sconfisse la tirannide fascista e istituì il regime democratico. Fu elaborata da una commissione eletta dal parlamento dopo regolari elezioni. Affermare che essa sia figlia di tre accadimenti ormai entrati nella storia non può che fare piacere ma, pare di capire, non a Serpentini. Caduta del fascismo e arresto di Mussolini, armistizio con le forze alleate, liberazione dell’Italia dal fascismo: essi precedono e portano come storia positiva proprio a lei. E’ la vittoria dei vincitori sui vinti? Certo che sì. E’ quella la maggioranza il cui operato non si può mettere in discussione? Certo che sì. Si è instaurato in Italia attraverso progressivi slittamenti un regime? Certo che no. Qui compare una certa confusione semantica sulla parola regime: è un sistema o un “regime” nel senso della destra anche berlusconiana che vede dittature nella scuola, nella magistratura, nei gangli vitali dell’assetto statuale? Chiarisca, il professore di storia e filosofia. Che pare, alla fine del suo corrosivo, un po’ confuso: vuol seguire la via aristotelica dei tre regimi, ma poi ne elenca, accidenti, ben quattro se non cinque. Mbeh, a questo punto mi iscrivo come uditore ad un corso di diritto costituzionale e non se ne parla più. Sulle maggioranze e sulle minoranze vorrei dire che tra i due aggregati ci deve essere un minimo comune denominatore: la coscienza di lavorare per il bene del paese, e quindi rispetto e lavoro comune. Se pensiamo che una minoranza, solo per aver perso una battaglia per lei irrinunciabile, debba continuare all’infinito a fare la guerra, no, questo non va bene. Con una eccezione: non si possono assumere decisioni che mettono in discussione i diritti fondamentali previsti dalla Carta. Per il resto mi piace l’America: repubblicani e democratici se le danno di brutto, poi sotto la stessa bandiera si va avanti. Quanto al tono della discussione io sanzionerei duramente il signor “Antifascismo è ignoranza”. Esaltare il ventennio fascista e Mussolini sia pure non nominandoli- che paura c’è?- per scagliare frecce spuntate contro – ci risiamo – l’attuale regime mi sembra assai fuori dalla realtà per non dir d’altro. Ecco, ciò premesso, il mio contributo alla “riflessione/stimolo” può partire solo da qui. E grazie comunque.
Risposta a boys. Metodo schematico, punto per punto. 1. La Costituzione non punisce reati di opinione? Mi pare che individuare un reato di apologia del fascismo, al di là delle buone intenzioni, significhi proprio individuare un reato di opinione. Per mettere in atto in merito la Costituzione Repubblican, vu varata una legge, la legge 20 giugno 1952, detta “Legge Scelba” che all’art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque «faccia propaganda per la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista», oppure da chiunque «pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche».. A me pare proprio che si individui un reato di opinione e la cosa ha la sua origine nella Costituzione. 2. La Costituzione non fu figlia di un solo padre, ma di molti padri e varata sulla base di una serie di compromessi. Non mi entusiasma molto e se la si vuole riscrivere vuol dire che qualcosa non va. Confermo che molti elementi trassero spunto, legato troppo al tempo della stesura, di accadimenti storici che li condizionarono. “E’ la vittoria dei vincitori sui vinti? Certo che sì.” Lo ammetti anche tu. 3. Regime. Nessuna confusione semantica. E’ regime un sistema bloccato che non garantisce la possibilità di cambiamento e non dà spazio al dissenso. Sono regimi il Fascismo, il Comunismo, quello Berlusconiano e perfino quello democristiano, Anche oggi viviamo in un Regime, a tutti gli effetti. Penso di avere chiarito. Se vuoi iscriverti ad un corso, fai pure, ma in merito non esistono certezze, solo opinionie. 4. Trovo scorretto il riferimento, a volte vagamente ironico, al fatto che sono stato insegnante di storia e filosofia, soprattutto se viene da uno che usa uno pseudonimo che garantisce l’anonimato e qualsiasi altro elemento personale. 5. La minoranza ha tutti i diritti delle minoranze, che non possono essere limitati. Non facciamo come Locke che tollerava tutto, meno gli intolleranti. Purtroppo se si vuole tollerare, si deve tollerare tutto. Era questo il quesito di Benda: una democrazia, per difendere se stessa, deve essere antidemocratica e illiberale con gli antidemocratici e gli illiberali? 6. A me non piace l’America, e ritengo che la democrazia americana non sia vera democratica, ancora meno lo è quando pretende di essere esportata con la forza delle armi. Quella dell’America non è democrazia, ma Imperialismo. 7. Ho detto che seguivo la lezione aristotelica, ma non che mi fermavo a quella. E poi l’anarchia non è un “quarto” sistema, ma una fase intermedia, interstiziale tra un sistema e l’altro. Queste sono le mie opinioni.
Prendo atto che al professor Serpentini non piace che nel nostro paese chi fa apologia del fascismo debba essere sanzionato, e che quindi quando una legge dello stato proibisce di esaltare e inneggiare o addirittura riorganizzare il partito fascista inibisce anche la libertà di esprimere la propria opinione in merito. Io all’opposto penso che legge e costituzione purtroppo non vengano rispettate da sempre, che molta gente continua tranquillamente a fare quello che gli pare sull’argomento, senza che lo stato intervenga. Nelle prossime elezioni pare che si presentino partiti dichiaratamente fascisti. Poi mi tranquillizzo, - ma non tanto!- e penso anche che la forza della democrazia e della crescita culturale degli italiani è così grande che può serenamente fregarsene di nostalgici un po’ scemi che imperversano per esempio sulla rete. A Serpentini che scemo non è dico che quando un argomento si caccia in un cul de sac – si può esprimere un’opinione che nega la libertà d’espressione? cioè in sostanza : voglio liberamente esprimere la mia opinione auspicando l’avvento di un sistema che me la nega - esso si trova in quell’area del ragionamento che in varie discipline si chiama singolarità, ovvero un punto nel quale si azzera tutto e non è più possibile fare alcunché. Occorre uscire da esso rapidamente a meno che cupio dissolvi e masochismo non ti abbiano annacquato il cervello. Fregati allora, mi va di dire. Mi spiace che io abbia ceduto ad una scorrettezza di cui giustamente il prof. si lamenta. Al quale voglio anche ricordare che in tutto il mondo, al 99%, nella rete si pratica l’anonimato. Saluti!