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Il Corrosivo. Pifferi, pifferai e pifferati

di Elso Simone Serpentini
6 minuti

Ogni tanto in piazza ne arriva uno. Sembra che il numero dei pifferai in circolazione sia infinito, come quello delle stelle. Se non proprio di infinito, certo si deve parlare di innumerabilità. All’inizio il suono giunge all’orecchio flebile e quasi impercettibile, poi sempre più forte fino a diventare come un frastuono. Se fosse un frastuono. Ma non lo è. E’ musica. Incanta e poiché ci sono gli incantatori, ci sono gli incantati. L’ultimo pifferaio giunto in città suona divinamente e tutti i topi escono dai granai, ma anche dalle officine, dai fabbricati, dalle case e presi da incantamento si pongono all’ascolto, estasiati. Poi il pifferaio si muove e tutti lo seguono, per continuare ad ascoltare le note del piffero, ormai incapaci di distogliersi e di distaccarsene. Si forma un corteo che si muove all’unisono e si dirige dove il pifferaio intende condurlo.

L’ultima meta è un’urna, dove deporre una scheda, una preferenza, che non è mai una scelta, perché per essere tale dovrebbe essere consapevole e chi vota dove dice il pifferaio consapevole davvero non lo è mai. Una volta celebrato il rito, il pifferaio si allontana, il piffero cessa di suonare e chi ha votato rimane… pifferato. Torna deluso nel granaio, che trova immancabilmente devastato, e resta in attesa del ritorno del magico pifferaio, per farsi pifferare ancora una volta, o dell’arrivo di un altro pifferaio, da seguire con la stessa cieca attenzione con la quale ha seguito i pifferai precedenti. E’ una ruota che gira, e ad ogni giro ripropone sempre le stesse situazioni.

L’immagine del pifferaio, del piffero e dei pifferati mi è stata evocata da quel che ho letto sulla recente presentazione della lista gattiana di “Futuro in” (alla quale non sono stato presente) e dalla presentazione del candidato sindaco Pomante (alla quale sono stato presente). Che l’intenzione, in entrambi i casi, sia quella di “pifferare”, è di assoluta evidenza. Il tentativo di attrarre, di affascinare, di sedurre è scoperto. Siamo in democrazia, bellezza! In democrazia tutto è consentito pur di ottenere consenso e il fascino è tutto. Il coraggio uno non se lo può dare, diceva Don Abbondio.
Se avesse parlato del fascino, soprattutto in politica, avrebbe certamente detto il contrario.

Il fascino uno se lo può dare, può farlo benissimo. Anche e in primo luogo sul piano fisico e personale. Ci sono tanti modi di apparire piacevoli, addirittura “piacioni”, e ci sono tanti pifferi tra i quali scegliere quello da suonare per attrarre i topi, sui quali si sa benissimo quali siano quelli che possono con maggiore efficacia esercitare il massimo dell’efficacia di attrazione. E si sa quali musiche siano da suonare, perché anch’esse più attraenti.
Sia Gatti che Pomante sono ritenuti belli, di gradevole aspetto, fisiognomicamente convincenti al punto giusto, di buona “parlatura”. Il secondo sa anche “windowizzare” quel che dice, il che non guasta.
Le banalità? Basta far finta di non averne dette.
Le promesse? Basta far finta di non averne fatte?
Le colpe? Basta far finta di non averne.
Le qualità? Basta far finta di averne molte.
I difetti? Basta far finta di non averne o di averne pochi. Anzi pochissimi e di poco conto.

I pifferai più capaci di attrazione sono i figli d’arte. Sono tutti avvantaggiati i figli d’arte, anche quando non sono altro che semplici avvocati, notai, ingegneri, cattedratici. I politici, poi, tra i figli d’arte, sono particolarmente avvantaggiati, perché dall’arte di “tata” (che è sempre mezzo imparata) non ricevono solo un bagaglio di esperienze (e quindi di consuetudini), ma anche una dote di conoscenze (e quindi un buon numero di piaceri fatti), spesso fissate su efficienti e ricchi schedari di nomi, cognomi e aspirazioni per sé e per i propri congiunti.
Teramo è piena di politici figli d’arte. Alcuni di loro non sono solo figli d’arte, ma perfino nipoti d’arte e pronipoti d’arte.
Alcune famiglie teramane fanno politica (e vivono di politica) da diecine di generazioni e la loro influenza e la loro importanza ha sfidato non solo i secoli ma anche i cambiamenti radicali di regime.

Gli uomini nuovi, i “parvenu”, non mancano e alcuni hanno anche ottenuto posti e ruoli di rilievo, predisponendosi a diventare padri d’arte, dopo essere stati mariti d’arte. Ma la stragrande maggioranza dei pifferai nostrani suona usando spartiti collaudati dai loro padri, rispetto ai quali alcuni si sono rivelati inferiori (di gran lunga) e altri superiori (e non poco).
Ecco. Provate a dire a un pifferaio che suo padre era più bravo.
Vi odierà.

Provate a dire ad un altro pifferaio, che è più bravo di suo padre. Lo renderete orgoglioso.
Le cose vanno così. Dopo Gatti e Pomante vedremo arrivare in piazza altri pifferai. Perfino il centrosinistra ne farà arrivare uno.
Lo sceglierà in un festival che dovrà indicare chi è il più bravo e il più attraente, ma non necessariamente il migliore. Perché la sinistra teramana, scimmiottando in molte cose quella nazionale, è abituata a fare così. Intanto pochissime volte sceglie i suonatori di pifferi.

Ne scelse uno, Befacchia, ma poi gli sottrasse il piffero ro e così gli impedì di suonare. Nella maggior parte dei casi, e vedrete che lo farà anche stavolta, il centrosinistra teramano non sceglie i pifferai (anche Sperandio non lo era, conoscendo appena l’arte del solfeggio e dovendo dire grazie per il suo novennato ad una rumorosa banda di paese), ma i suonatori di trombone di accompagnamento.
Con questo strumento, ce lo ha insegnato assai bene il nostro Modesto Della Porta, è assai difficile che si possa “accucchjì ‘na sunate”.



 

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Commenti

Grazie Prof., parole chiare e nette. Teramo ha bisogno di questo; non di pifferai che, con i loro accoliti, si lodano e si imbrodano senza rendersi conto della banalità' del loro vacuo dire.
I tifosi della Samb ci cantavano:" Teramano topo di fogna" La fogna solo le 4-5 famiglie che gestiscono la città. Le elezioni comunali sono come il carnevale di Viareggio....... Caro professore più che pifferi, pifferai e pifferati adesso regna la forza del silenzio. Il silenzio e' d'oro. Il blog e' silenzioso.....
È vero che Paolo Gatti è figlio d'arte. Verissimo. Però è altrettanto vero che, oltre a non essere il solo, in un modo o nell'altro la sua "gavetta" politica se l'é fatta tutta. Prima come consigliere comunale, poi come assessore comunale, in seguito come consigliere regionale e oggi come assessore regionale. Può piacere o non piacere, naturalmente, però non credo si possa dire che non si sia sottoposto al giudizio popolare.
certo che il consenso conta in democrazia, ci mancherebbe altro. ma la politica non può essere un mestiere, non si può vivere di politica, fare il mestiere di politico, altrimenti non ci sarà mai un avvicendamento nelle amministrazioni pubbliche, e poi essere figlio di ? come fosse una monarchia credo sia davvero eccessivo, alcuni politici fanno di tutto per tenere le posizioni è questo posso comprenderlo, ciò che mi riesce difficile è concepire come un gruppo di professionisti e persone da bene siano disponibili a far parte di una lista in appoggio ad un sindaco che ancora non scrive il programma del prossimo quinquennio, ma solo perché si è parte integrante di un pifferaio, sarebbe sta bello che il pifferaio o i pifferai mettessero i loro amici capaci ad alternarsi con il piffero, allora si che il suono e la democrazia potrebbero migliorare, dopo Max 10 anni uno deve tornare al proprio lavoro se ne ha uno, e impegnarsi dall'esterno della politica di tutti. ma per questo ci vorrà uno scossone talmente forte che rompa i pifferi, i pifferai e i pifferati, responsabili in misura variabile di questi suoni letali per la crescita e la democrazia. Auguri
Articolo di altissimo livello. Il Prof non delude mai. Anche io ero alla presentazione di Pomante. Mi sono risparmiata (a beneficio del mio fegato) quella di Paolo Gatti. Ne ho letto i dettagli sui giornali... Certo è che come pifferaio Gatti è insuperabile. gatti piffera come nessun altro riesce a fare (almeno a Teramo) E quanti topi escono dai granai per farsi incantare.... davvero tanti.... molti sono gia in strada. La storia ci dirà chi piffera meglio.
Caro Fabrizio Primoli, ma da quanto in qua è la gavetta politica (fatta in un modo o in un altro) a giustifica di una candidatura? in genere, nel mondo del lavoro, si inizia dalle posizioni di più basso profilo e, SE SI RAGGIUNGONO I RISULTATI PROGRAMMATI, si fa carriera e quindi bla bla bla Per prima cosa devo ancora vedere quali sono i risultati del nostro Paolo ma in secondo luogo non mi vorrai far credere che ritieni la politica un mero mestiere. Giusto? Quanto al sottoporsi al giudizio popolare con ottimi risultati è vero quello che dici. Ma qui torna il magistrale discorso del Prof. su pifferi pifferati e pirrerai
Devo dire che mi hanno chiamato in tutti i modi ma suonatore di piffero mai. Teoria interessante la Sua, Professore, ma fine a se stessa. Come al solito, Lei punta il dito ma non indica la soluzione e, cosa strana per un ex docente, dimostra di non ascoltare ma di limitarsi a guardare le figure. Provi a ripercorrere le conferenze stampa con la mente e a focalizzare l'attenzione su almeno due argomenti. Io suono un piffero che dice "noi", l'altro suona un piffero che dice "io". Poi guardi al passato ed al futuro e Si interroghi su chi dovrebbe dar conto di quel che ha fatto o non ha fatto, anche in relazione ai cospicui soldi pubblici percepiti e gestiti. Se poi ha gli attributi per entrare in azione e metterci la faccia e le idee, Le ricordo che anche Lei potrebbe cercare di illuminare dall'alto dei suoi pensieri questa città. Lo faccia, attendiamo le Sue proposte a braccia aperte, soprattutto io che ho chiesto fin dall'inizio il contributo di tutti, senza far le distinzioni. Una buona idea é sempre una buona idea.
Cara Ern, non sto giustificando una candidatura o un'altra sulla base della cosiddetta gavetta politica. Quello che mi premeva sottolineare è che, pur essendo figlio d'arte, Paolo Gatti ha iniziato il suo percorso politico come semplice consigliere comunale. Premiato dalla cittadinanza che lo ha eletto, allora come oggi. Sto solo riportando i fatti, al di là di ogni critica o di ogni interpretazione collaterale. Poi è normale che un politico, quale che sia, debba raggiungere risultati. Non mi sognerei mai di negarlo. Anche perché chi si propone di gestire la cosa pubblica ha questo, e non solo questo, come dovere. Ma su tale aspetto il giudizio spetta ai cittadini. Paolo Gatti, quanto meno a livello elettorale, un giudizio positivo lo ha ottenuto. E per quanto riguarda me, che amo e credo nella democrazia, è un risultato che accetto e che rispetto.
Onore al Prof che con questo articolo ha dato la giusta idea della metafora tra i pifferai e la politica.
Buonasera Elso, intanto ti saluto con affetto. E' vero, nel periodo pre elettorale ci siamo e ci hanno abituati a tutto e al contrario di tutto, alle promesse, alle speranze, alle falsità, ai giochi di potere, alle pifferate come dici te. E' pur vero che poi, nel momento della scelta la misura dell'operato e della capacità è un segno tangibile della risposta alla nostra scelta, e in questi ultimi anni, a prescindere dagli schieramenti, mi sembra che il malaffare, l'opacità e la distanza sociale siano purtroppo i connotati della nostra classe dirigente, certo non tutta, ma molta. E vero che a Teramo siamo abituati al parentado, alla gestione familiare della cosa pubblica, a volte fatta bene a volte fatta male, e forse, in questo periodo, molti di noi hanno voglia di un cambiamento, a dire il vero anche molti di loro, intendo i politici, si, un cambiamento nella gestione dei nostri soldi, pochi o tanti che siano, è ora di ragionare in termini assoluti di capacità, priorità nelle scelte e nei progetti, e in questo credo che la concorrenza di pifferai anche alla prima pifferata sia positivo, diamo spazio al nuovo, anche il fatto della condivisione mi sembra giusto, tutti siamo chiamati a esporre idee, per salvare il salvabile e permettere ai nostri figli di vivere più liberi e di seguire le proprie inclinazioni. Quindi l'invito di Gianluca mi sembra assolutamente condivisibile e la speranza è che tutti, anche te Elso, possiamo partecipare alla crescita della nostra Città!! Grazie per l'impegno che metteremo!!
Io sono veramente basita dai vostri commenti.... Ma veramente credete che stá gente pensa al bene comune, alla politica intesa come amministrazione della cosa pubblica? Ma quale altra guancia dobbiamo porgere prima di capire che la politica ormai É un lavoro, una professione come un'altra... anzi.... meglio di molte altre....!!! Gavetta iniziata come "consigliere comunale", provateci voi cittadini comuni e non "figli di o amici di" a farvi prima candidare e poi eleggere! "Partecipare alla crescita della città" ma quale crescita e soprattutto quale città, fatta di cittadini che pensano solo ai propri interessi cercando di farsi amici quelli che contano.... Per le prossime elezioni madri e padri che cercano di sistemare figli sono già a lavoro.... Svegliatevi!!!! Qui a crescere sono solo i conti correnti dei politici, delle loro famiglie dei loro amici. Il vostro ottimismo mi sconforta perché vuol dire che a combattere i disonesti ci sono gli ingenui e allora non c'é storia, perché per combattere i disonesti c'é bisogno di INCAZZATI !!!
Cara AnonimA, se incazzato vuol dire solo "incazzarsi" non so a cosa porti, condivido e mi fanno schifo queste persone, però col tuo modo di pensare credo non si arrivi a nulla. Intanto metti il tuo nome reale, poi partecipa alle attività anche politiche del tuo sistema, se ce l'hai, oppure proponi te qualche alternativa, io faccio parte del movimento liste civiche e se vuoi puoi venirci a trovare nelle nostre sedi a Teramo, cosi vediamo se dall'incazzatura riusciamo a ricavare qualcosa di propositivo e fattibile!! Se ti interessa la crescita, anche morale della nostrsa città!! Ti aspetto, anzi vi aspetto, più siamo più contiamo, più cambiamo!!!
Caro Armando, incazzarsi ha per me lo stesso significato che ha per te.... La sola differenza tra noi due é che tu ancora credi nei teramani e nella loro voglia di venirne fuori... IO NO. Parli di crescita morale? In questa città? Ma dai... basta uscire in macchina o a piedi... anarchia totale, senso civico zero, rispetto per il prossimo zero... Non tutti certo e ti assicuro che sono felice che ci siano ancora persone come te, come chi ci ospita su questo blog e chi ci scrive..... Abbiamo la classe politica che meritiamo.... come teramani e come italiani. Dirai che sono pessimista? Si lo sono!
@AnonimA. Perdonami ma, pur comprendendo il tuo disincanto ed il conseguente pessimismo, non riesco invece a capire dove vorresti arrivare. Cosa dovremmo fare, a Tuo parere? Spararci? Credo che darsi da fare personalmente e cercare di suscitare un impegno civile sia l'unica soluzione percorribile, salvo che non si voglia considerare l'ipotesi di andar via o quella di rassegnarsi a vivere in una città che preferisce il servilismo assistito ad un impeto di orgoglio che inneschi il cambiamento. Questa città ha le risorse per essere autosufficiente sotto tutti i punti di vista, solo che occorre che tutti ci credano e che, soprattutto, venga meno l'idea che qualcuno possa fornire la soluzione dall'alto. Aspettare che "gli altri" diano lavoro, che "gli altri" risollevino l'economia, che "gli altri" risolvano problemi, significa continuare a ragionare con un sistema clientelare non diverso da quello che regnava nel medioevo, periodo storico durante il quale si dipendeva dal feudatario e dai suoi aventi causa, dovendo cedere in cambio perfino l'onore delle mogli e delle figlie. A Teramo sta già succedendo, visto che in più di un'occasione abbiamo sentito parlare di prostituzione anche minorile. Il potere non si impone più con i soldati ma con il controllo dell'economia cittadina. Siamo tornati nel medioevo. Ed allora occorre, a mio modesto parere, suscitare quel risveglio rinascimentale al quale ciascuno, dando il meglio, può contribuire con il proprio patrimonio di idee, di proposte, di progetti, di lavoro concreto. Tutti devono "rimboccarsi le maniche" secondo capacità e possibilità, anche lavorative ed economiche. Tutti devono partecipare alla vita cittadina e alla crescita del senso civico dando l'esempio. Solo in questo modo ciascuno potrà essere libero. Occorrono coraggio e dedizione, ovviamente. Ma quale battaglia mai è stata vinta senza coraggio e dedizione? Iniziamo a tener pulita la nostra strada, il nostro quartiere, la nostra frazione, quantomeno evitando di imbrattare e di sporcare. Iniziamo con il parcheggiare negli stalli e negli spazi a ciò preposti e proviamo ad andare a piedi fino al negozio o all'Ufficio che dobbiamo raggiungere. Iniziamo ad applicare pedissequamente il principio di non ledere i diritti altrui, neppure per "...cinque minuti, cosa vuoi che siano". Iniziamo a dare il meglio nelle attività quotidiane e sul lavoro (per chi ancora ne ha uno). Iniziamo a salutare con un sorriso chiunque incontriamo. Iniziamo a dare coraggio a chi non ne ha più e conforto a chi ne ha bisogno. Facciamo uno sforzo per essere ottimisti e per collaborare tutti insieme a far ripartire questa città. Con il pessimismo e la rassegnazione non si va molto lontano. Crediamoci, proviamoci, tutti insieme. Con affetto. ;-)
MA IL PIFFERAIO MAGICO ERA UNA PERSONA SERIA, molto seria. Il suonatore sassone infatti liberò la città di hamelin, preda di una invasione di topi. Tuttavia la promessa di un degno compenso non fu onorata dal borgomastro. Il pifferaio insoddisfatto e disilluso riprese a suonare ma, questa volta, non lo seguono i topi ma, volontariamente, i bambini del paese. Alcune cronache ritengono che il pifferaio magico fosse anche molto buono oltre che bravo e onesto e , così portò in salvo 120 bambini che altrimenti sarebbero stati contagiati dalla peste che i roditori avevano introdotto in città.......morale:....andiamoci piano con i luoghi comuni .....e le verità apparenti!!
Pomante e Aznavour siamo alle favole..... Bla bla bla... Metteteci... se vuoi Pomante "mettiamoci" pure tutto l'impegno ... ma i teramani vi "ci" deluderanno ancora, quelli che vogliono cambiare le cose sono ancora troppo pochi... Felicissima di ricredermi.... In bocca al lupo
@anonima..scusate l'ignoranza ma io il Sig pomante non l'ho mai visto e conosciututo! Quindi ho chiesto a mio cugino che mi ha riferito:........ ....pomante è quel candidato sindaco, ancora, sconosciuto, che è l'espressione di ben n.3 liste civiche concepite da n.3 cittadini ( parola di mio cugino) in cerca di uno spauracchio più credibile dell'uomo nero, con il quale educare i politici teramani. Una sorta di mago merlino, l'insegnante di sostegno di re Artù!....ma mio cugino è un tipo bizzarro (si rilassa guardando il soffitto con due matite nelle narici)....... sans souci!
Si aznavour Pomante è proprio quel Pomante li.....ma anche quel Pomante che fino a due mesi fa...forse meno militava nel gruppo Teramo cinque stelle ...... E guarda caso il programma che propone non discosta di molto dai programmi a cinque stelle sparsi per l'Italia....... MEDITATE GENTE ... Qui dove voti voti....voti male..... Attendiamo con ansia che arrivi davvero qualcuno di veramente nuovo altrimenti non ci resterà che far andare i nostri figli da un'altra parte per respirare il nuovo.......
credo che l'idea di adottare un sindaco sia buona perchè rompe a priori l'idea di un sindaco figlio di equilibri di potere, di peso delle tessere, di favori dovuti all'amico o al capo, di elementi in vista nel quartiere e compagnia. probabilmente non sarà la cura di ogni male della politica però trovo che inizi col piede giusto. onestamente professò trovo patetico accostare gatti e pomante perchè uno è figlio della vecchia politica (capisce primoli? e nel ripercorrere il palmares dimentica il consorzio...) mentre l'altro prova qualcosa di nuovo e, visto che è pronto ad accogliere le idee anche sue o della pessimista anonima, probabilmente anche più democratico. lo giustificherei e capirei se lei fosse un anarchico che a priori ripudia l'idea di una politica dalle buone intenzioni. ma lei anarchico non lo è. anzi. e se ne è sempre vantato. e sembra mio padre che a 80 anni predica contro ogni politico e tiggì dimenticando che per 60 anni, col suo voto, ha contribuito alla costruzione di questo schifo di città, di questo schifo di società. ha delegato la sua mente, le sue idee e le sue forze al marcio che noi stiamo ereditando. vi sto chiedendo: con quale faccia, con quanta dose di ragione ci date del pifferaio/pifferati quando lo siete stati per una vita?
COME E' ARDUO FARE IL SINDACO ( o in genere il politico) NEI TEMPI DI INTERNET, la tua vita non è più tua! ognuno si sente in diritto di prenderla a morsi pubblicamente, di travisarla con l'abitus istituzionale che indossi e rivoltarla nel pantano dei problemi che hai scelto di governare. senza alcun rispetto, né riservo che un tempo erano riconosciuti a coloro i quali veniva concessa l'autorità di rappresentarci con il tricolore di una fascia. mi viene in mente la canzone di antoine dell'anno 1968 che faceva "....tu sei buono e ti tirano le pietre. sei cattivo e ti tirano le pietre. qualunque cosa fai, dovunque te ne vai , tu sempre pietre in faccia prenderai....." IL MONDO VIRTUALE NON E' TUTTO LI MONDO!...please! e poi fare il sindaco non è come fare una passeggiata di salute, anche se molto stimolante...perché fare il sindaco significa avere qualche idea ed avere qualche probabilità che diventino un fatto e che tu ( sindaco) facendo 10.000 cose alla fine fai sempre qualcosa per qualcuno veramente e lasci qualcosa di tuo alla proprietà indivisa che è il futuro della nostra città... molto difficile fare il sindaco, ma cosa c'è di migliore !?!?! ...e però, prof. serpentini, questa discussione si è rivelato un massacro degno del canaro della magliana........à la prochaine fois