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Il corrosivo: Assassinare una banca è un crimine?

di Elso Simone Serpentini
7 minuti

Assassinare una banca è un crimine? Certo che lo è, uno dei peggiori. L’assassinio è di per sé spregevole, specie quando la vittima è un uomo. Si chiama omicidio. Ma, anche se in criminologia il termine assassino indica colui che, volontariamente, compie un omicidio, cioè ammazza un uomo, può indicare anche l’uccisore di un animale non a fini alimentari.Anche uccidere una banca è un assassinio, senza contare il fatto che, quando si uccide una banca, si uccidono economicamente anche degli uomini, impiegati, azionisti e risparmiatori. Si uccide anche, sempre economicamente, un territorio e la sua gente.
Dunque, assodato che uccidere una banca è un crimine,bisogna chiedersi chi sia stato il criminale, o i criminali, che l’hanno uccisa. Poiché la Tercas, una volta Cassa di Risparmio, è stata uccisa e il crimine è stato commesso, bisognerà, o bisognerebbe, portarsi sulla scena del crimine e condurre opportune indagini, fare adeguate rilevazioni, studiare le tracce lasciate dall’assassino, o dagli assassini, fare dei rilievi, condurre analisi e interrogarsi a fondo relativamente al movente. Siamo in grado di fare tutto questo per la Tercas? Ci sono ipotesi riguardo al reato commesso?

Ci sono ipotesi quanto al movente. E’ possibile individuare tutte le responsabilità, da quelle dei principali criminali che hanno commesso il delitto ai complici, che si sono limitati a tenere la vittima ferma quando i colpi di pugnale venivano inferti o, per dirla diversamente, a mantenere il sacco aperto quando l’assassino ci infilava dentro la refurtiva strappata alla vittima dopo averla uccisa o mentre la uccideva, comunque derubandola?

Se si esamina “l’affaire” Tercas alla stregua di un delitto,
magari per scrivere sulla vicenda un “giallo” classico, che ricostruisca le fasi fondamentali dell’accaduto, a partire dalla scoperta del cadavere fino alle indagini conclusive che hanno portato, se hanno portato, all’individuazione degli assassini, si scoprono molte cose. Molte ne sono state scoperte, molte restano ancora oscure, quindi è forse necessario indagare bene, meglio di quanto si sia fatto finora. Gli inquirenti non dovrebbero procedere con i piedi di piombo, con tanti riguardi, ma come facevano i giudici istruttori di una volta, che torchiavano tutti, testimoni e sospetti, riuscendo alla fine a farli parlare e confessare. Qui, finora, non ha parlato nessuno e nessuno ha confessato. Anzi ciascuno ha avuto alibi da fornire, spiegazioni da snocciolare, difese e difensive da sciorinare, alla luce di una serie di “non c’ero, se c’ero non ho visto, se ho visto non ho capito, se ho capito… non potevo parlare”.

A dirigere una banca che va bene, anzi benissimo, come una nave con il vento in poppa, son buoni tutti. Questo lo abbiamo capito. Abbiamo capito anche che quelli che presiedevano e dirigevano e governavano e amministravano la Tercas vantando i loro meriti per come la banca andava, procedeva, cresceva e produceva meraviglie, erano venditori di fumo. Esercitavano il loro potere con arroganza e con alterigia, passando per geni della finanza oltre che per strateghi politici di grande lungimiranza. Anche quando favorivano amici e sodali per milioni di euro e digrignavano i denti nei confronti dei poveracci tenuti sulla corda per crediti di poche migliaia di lire, parevano degli intoccabili, alla cui corte ognuno doveva presentarsi con il cappello il mano e con grande riverenza.

Poi le cose sono cambiate, ma l’arroganza e l’esercizio sfrontato del potere sono rimasti gli stessi. Anche alla fine, quando i re si sono appalesati nudi, e i presunti controllori si sono rivelati spaventapasseri da cortile, con tanto di cappello di legno sulla testa fatta di paglia, c’è stato chi ha continuato a tentare di fare la voce grossa, contando su alleanze antiche e su coperture moderne, nella speranza di continuare a farla franca. Le complicità sono tante e ancora non sono emerse tutte e del tutto.
I forzieri della banca sono stati svuotati, nemmeno con troppa destrezza, tanto che non erano pochi quelli che si accorgevano dei prelievi truffaldini, avvisando chi doveva essere avvisato, per essere mezzo salvato, ma che, pur avvisato, ha girato la testa dall’altra parte, facendo finta di niente.

Quando i ruoli del controllore e del controllato sono confusi e si alternano, e si intrecciano e si confondono, quando è una Fondazione che dovrebbe sovrintendere ad una banca ad essere sovrintesa dalla banca, quando un nominato viene chiamato a controllare colui che lo ha nominato, si costruisce un clima perfetto per il compimento di un crimine; si pongono in atto le condizioni nelle quali una banca può facilmente essere assassinata e l’assassino può sperare di farla franca.

Ora, i principali responsabili del crimine li conosciamo, ma le indagini sono lontane dall’essere concluse e c’è davvero il timore che nessuno sia chiamato a pagare sul serio e a risarcire il diritto e la verità. Se assassinare una banca è un crimine, ci aspettiamo che quanti lo hanno commesso o ne hanno favorito il compimento, siano chiamati come imputati in un regolare processo e sottoposti a giudizio. Invece, pur tra tante notizie a scoppio ritardato che ogni tanto vengono propalate, finora nessuno è stato affrontato di petto dalla giustizia e da un giudice che non può stare solo a Berlino.

La vittima è li, stesa al suolo, in un bagno di sangue, i suoi parenti piangono lacrime amare, i suoi amici si disfanno le vesti, i suoi congiunti si lamentano, ma gli assassini sono ancora a piede libero, qualcuno cerca perfino di depistare gli inquirenti o di far dimenticare le proprie responsabilità e chiedere nuovo incarichi. Alcuni sono in grado di replicare i propri crimini o di essere premiati per averli commessi. A loro difesa sono scesi o stanno per scendere cappucci e logge, che già nel passato hanno offerto il brodo di cultura di un’azione incontrollata e di appannaggi senza riserve e ora sono in piena azione per offrire le coperture ritenute necessarie.

Intanto la Tercas, morta, sta per essere seppellita definitivamente e messa a giacere sotto un tumulo, in terra di Bari, dove riposerà in pace. Chi aveva sperato che potesse tornare in vita, è costretto ad arrendersi e a rinunciare ad ogni sogno. A mano a mano che si aprono delle sporte, per continuare ad ammassare refurtiva, si chiudono gli sportelli; gli impiegati assumeranno lo sembianze di pendoli impazziti, gli azionisti continuano a dare di matto per aver perduto i loro investimenti, i correntisti si divideranno tra garantiti e non garantiti, a seconda dell’entità dei loro depositi.

Il territorio teramano sarà sempre di più terra di conquista e la nostra economia assumerà, lo sta già facendo, i caratteri tipici delle zone colonizzate. C’era da aspettarselo, perché i teramani è da un bel po’ che vanno in giro con l’anello al naso.

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i signori della banca tercas dovevano pagare un vecchio debito: l'aver coinvoto, a sua insaputa, un pover'uomo in un giro di "insider trading" internazionale, e, una volta scoperti (FBI, CIA), hanno pure cercato di farlo fuori tramite la manovalanza calabrese locale. ma il pover'uomo era circondato e aiutato da ngeli custodi(NSA, Nostro Signore l'Altissimo), per chi ci crede. e ha chiesto agli angeli custodi di tagliare la testa del drago(TERCAS) perché la sua dirigenza, e lo dimostrano i fatti, è costituita da cani e porci che non capivano le perle del pover'uomo che si è ritrovato nella situazione del versetto biblico seguente: [6] Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. il pover'uomo in realtà è una gallina la gallina fa l'uovo, ma dalla parte da cui fa l'uovo fa anche un altra cosa. se la gallina è una sola e tutti vogliono l'uovo, beh qualcuno si ritroverà con l'altra cosa in mano.e poi, come dimostrano i fatti, in questa città non ce n'è uno che sappia discenere "l'uovo" dall'altra roba. meno male che fuori (UK-USA) sanno ancora discernere tra uovo e l'altra cosa.
E' assolutamente indispensabile concentrarsi sul movente. Solo se si individua il vero movente, sì dico bene, il vero movente, si potranno individuare i mandanti dell'omicidio. Sarà difficilissimo se non impossibile.
Hai perfettamente ragione professore, la Tercas è stata assassinata ed a tutt'oggi non sappiamo se gli omicidi verranno assicurati alla giustizia. Quello che sorprende è constatare che il tutto è avvenuto e sta avvenendo con il silenzio, con l'assenza, con il basso profilo del ceto politico locale. E' stato bruciato un patrim0nio pubblico e privato di svariati centinaia di milioni di euro. Solo gli azionisti privati, ovviamente, protestato. Circa la scomparsa della maggior parte del patrimonio della Fondazione Tercas sembra che a nessuno importi. Come se non fosse una ricchezza dell'intera collettività teramana. Il presidente Nuzzo, membro del C.d.A. della Tercas dal 1986 al 1994 e successivamente presidente della Fondazione dal 1993 ad oggi, sembra l'ultimo al quale chiedere spiegazioni su cosa sia successo. A dire il vero, un minimo tentativo di aprire gli occhi su questa brutta storia il Consiglio Comunale di Teramo lo ha fatto. Ha approvato un O.d.G. nel quale si fanno auspici circa un finale il meno traumatico possibile per i dipendenti. Di buono nell'O.d.G. c'è che si prende l'impegno a chiamare in C.C. i rappresentanti del comune di Teramo nella Fondazione a riferire su come stanno le cose. Staremo a vedere se saranno mai chiamati. aspettiamo. Nel contempo caro professore, il presidente Nuzzo continua a fare il presidente, senza porsi il problema se non sia il caso di passare la mano, visto il disastro causato. Egli continua senza esperire gli atti necessari per difendere il proprio patrimonio: azione di responsabilità nei confronti dei vecchi Amministratori, dei Sindaci revisori e della società di revisione. Maliziosamente mi viene da pensare: ci entrerà niente il fatto che a Siena, dove la situazione, in proporzione, è meno drammatica di Teramo, la nuova dirigenza della locale Fondazione ha intrapreso azione di responsabilità non solo nei confronti dei vecchi amministratori del MdP di Siena, ma anche nei confronti dei vecchi Amministratori della Fondazione stessa? Diceva un tale che a pensar male si fa peccato ma stesso ci si azzecca!
Una cosa non detta, non per introdurre un elemento “giustificazionista”: il vero cancro sta nelle fondazioni bancarie e nelle banche di cui sono proprietarie in quanto è spesso putrescente a causa di una malattia di fondo. E l malattia sta nel rapporto letale tra controllore e controllato che allegramente si perpetua in Italia non da oggi. Il tutto nelle mani della politica che gestisce contemporaneamente le due funzioni. Qualcuno nel passato cercò di mettere mano all’anomalia, ma non se ne fece niente…perché faceva comodo.
CAFE' HUMANITE'. Così mi piace chiamare piazza Martiri e la sua Gente. È il luogo dove tutti vengono " schedati "; qualsiasi cosa avvenga in città,il passaparola passa per forza da piazza Martiri che in poche ore rende il fatto pubblico.....quindi rassenatevi! Tuttavia mi domando e dico, come mai una città così "estroversa "possa essere anche tanto omertosa? Su Teramo, infatti, aleggia una specie di nebbia, una coltre che stranamente cala allorquando accadono fatti o misfatti che riguardano persone "celebri ". Sembra che nessuno voglia vedere, sentire, parlare; il Cafe' Humanite' sembra colpito da un black aut mentale seguito da uno stato di torpore che contagia puntualmente anche i mass media locali, preposti a produrre e diffondere le notizie. Così anche il pasticciaccio brutto "del delitto " Tercas sembra condannato all'oblio, invece che alla memoria perenne. Forse quando il Magistrato riterrà di aprire il cassetto, per fare giustizia, l'interesse alla vicenda si accenderà, come d'incanto..............com'è triste Venezia
Leggo con dispiacere che nessuno ha, a mio parere, colto il movente dell'assassinio. penso sia da ricondurre alla precisa volonta di banca d'italia di spossessare la banca dal territorio "regalandola" ad un gruppo in forte crescita e con precisi appoggi politici. altrimenti non si spiega come mai la suddetta banca d'italia non si era "accorta" delle enormi carenze nel credito durante l'ispezione condotta solo pochi mesi prima (strano...) e che abbia mandato un omino piccolo piccolo senza alcuna esperienza (a differenza degli altri commissariamenti in giro per l'italia) a fare da marionetta in un teatrino dalla sceneggiatura gia' scritta. voglio ricordare i molteplici tentativi delle fondazioni di entrare ma tutte le volte l'asticella del salvataggio veniva posto sempre piu' in alto. Il commissario in sede assembleare ha detto che il suo lavoro e' triste perche' agisce su dei cadaveri: allora se la banca era gia' un cadavere come mai non lo ha detto subito invece di illudere territorio e dipendenti di un improbabile e subitaneo salvataggio? Non e' stato forse lui a licenziare il buon Esposito e non la vecchia dirigenza (che casomai aveva tutte le ragioni a defenestrarlo visto che ne aveva scoperto gli altarini...)? Ed in ultimo: i danni richiesti ai vecchi amministratori sono stati assommati a 220 milioni. il buco di Tercas e' stato di 600 milioni. di chi la colpa degli ulteriori 400? Forse tercas e' morta di freddo....
Risparmiatori traditi (distinguamoli dagli azionisti come è logico)? Territorio tradito? Ma di cosa parliamo? La banca ha fatto comodo a tutti, tutti hanno nel bene e nel male avuto qualcosa in cambio ed ora sembra che tutto sia stato dimenticato. Perché quando si parla della Banca Pop. Adriatico non si ricorda che nel 1989 tutti i vecchi azionisti si ritrovarono con nulla, vi sembra ora fallita? Oppure che dire di tutte le altre banche abruzzesi. Torniamo a parlare della Tercas come di una banca non come una mucca a cui tutti sentivano il diritto di attingere (da sempre)
@Aznavour, "La specie di coltre che aleggia su Teramo allorquando fatti o misfatti riguardano persone "celebri" è, a mio parere, una creatura o un effetto collaterale delle decennali politiche clientelari e dei favori-tismi che rendono l'uomo prigioniero, ricattabile o più semplicemente riconoscente al variopinto mondo delle "celebrità" teramane della politica o della finanza. Non basteranno, sempre a mio modestissimo parere, nemmeno gli eventuali e direi inevitabili avvisi di garanzia o un futuro processo per far scomparire la coltre, perchè... non si sa mai fino al terzo grado di giudizio cosa può accadere. Dopo, forse, con l'aria tersa e cristallina, la Piazza tornerà a dare il meglio: "l'avevo detto, l'avevo pensato, mo' t'arcond..."
@paperoga de sanctis- Secondo me hai individuato uno dei complici dell'omicidio ma non il movente. Una volta individuato quest'ultimo esciranno fuori anche i nomi dei mandanti. In fondo in fondo, gli assassini materiali ricoprono un ruolo di secondo piano mentre dovrebbe essere indispensabile stanare i primi, ma come ho già detto rimane quasi impossibile.
Cari commentatori, perche parlate di assassinio quando in questo momento la Tercas grazie al nuovo aumento di capitale ed alla'zzeramento dei crediti a sofferenza è certamente molto più sana di quanto non fosse 7/8 anni fa? E certamente molto più di altri istituti?
Vede anonimo delle 13.01 è proprio perchè esistono persone come Lei che ci si può permettere il lusso di "assassinare" una banca. La banca che rappresentava l'orgoglio dei teramano mentre attualmente solo quello dei pugliesi e "non solo".