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Il Corrosivo: La strage degli innocenti

di Elso Simone Serpentini
8 minuti

Una delle cose che maggiormente mi impressionarono non appena mi trovai a soggiornare per un periodo di una certa durata a Bassano del Grappa fu un fenomeno al quale non ero certamente abituato. Ne rimasi così sorpreso che mi chiesi se fosse dovuto a qualche ragione etno-culturale, di cui a Teramo non avevo mai notato l’esistenza.
Non appena mi avvicinavo da pedone ad una striscia pedonale, vedevo le auto che sopraggiungevano rallentare e fermarsi già ad una notevole distanza, in attesa del mio attraversamento.
A volte avveniva perfino che io non avessi alcuna intenzione di attraversare la strada, ma camminando rasente il marciapiede mi accostassi così tanto alle strisce da dare l’impressione che volessi farlo all’automobilista che sopraggiungeva, che perciò si fermava per lasciarmi passare.

A Teramo accadeva invece,
e ancora accade, che, accingendoti ad attraversare sulle strisce, tu debba aspettare a lungo che le automobili si fermino o almeno rallentino, ma non lo fanno mai, nemmeno quando hai già messo il piede su un buon pezzo della strada. C’è una specie di contrattazione tacita, a distanza ravvicinata, tra te e l’automobilista, che non ha nessuna intenzione di arrestarsi e di lasciarti passare e, anche quando rallenta e si arresta, ha sul volto un’espressione di estrema contrarietà, come a dire: “Ma proprio adesso questo rompipalle doveva decidersi di attraversare costringendomi a rallentare?”.

Qualche guidatore cerca di non fermarsi e, per non metterti sotto, ti dribbla, passando a poca distanza da te, un po’ più in qua o un po’ più in là, a volte accelerando per passare prima di te senza fermarsi, a volte rallentando ma non mostrando alcuna intenzione di arrestarsi del tutto, calcolando quindi il tempo appena sufficiente perché tu riesca, affrettando il passo o rallentando, a schivare lui.

Parlato di questo fenomeno, che davvero mi ha sorpreso e continua a sorprendermi, costringendomi a fare bene attenzione alla città dove mi trovo, se a Teramo o a Bassano, per non sbagliare comportamento e grado di attenzione, debbo subito dire che non è che a Bassano, così come in altre città del Veneto o del più progredito centro nord non si verifichino investimenti di pedoni o di ciclisti. Anzi la cittadinanza bassanese è ancora scossa per un terribile incidente causato da un pullman che in retromarcia, nell’autostazione delle corriere, investì mortalmente un giovane studente sedicenne in sella alla sua bicicletta.

Quello che voglio segnalare è una generale differenza di stile di vita e di comportamento nella guida di un’autovettura nel traffico urbano congestionato. In quello teramano prevale l’egoismo dell’automobilista e chiunque per muoversi usi un qualsiasi altro messo, i piedi, la bicicletta, la moto, è vittima predestinata, che deve più al caso la propria sopravvivenza che al rispetto delle regole stradali e della disciplina.

Una delle occasioni più pericolose è quando tu attraversi sulle strisce perché l’auto che sopraggiungeva si è fermata per lasciarti passare, e devi sfidare il pazzo incosciente che tenta di superarla pensando che si sia fermata per un motivo diverso da quello che lo ha indotto a darti la precedenza e attenta alla tua sicurezza infilzandoti come un tordo.

Quest’anno anche nel Nord, ma un po’ in tutta Italia, c’è stata una particolare recrudescenza di quella che chiamo la “strage degli innocenti”. Sono stati investiti e uccisi bambini che attraversando la strada o camminando al bordo del percorso stradale davano la mano al papà o alla mamma, travolto anch’essi da guidatori incoscienti e spericolati.

Qui da noi sono morti dei centauri o travolti da auto
o costretti a manovre improvvise dovute alla necessità di schivare guidatori di quattro ruote senza un minimo senso di rispetto per gli altri utenti della strada. I ciclisti sono poi vittime ancora più predestinate e i più esposti, sia quelli che pedalano sulle loro biciclette da passeggio per spostarsi tranquillamente da un luogo all’altro sia i ciclisti amatoriali, innamorati di uno sport che non potrebbe essere più bello.

Proprio ieri Teramo ha dovuto lamentare l’ennesima vittima e un guidatore incosciente e ubriaco si è rivelato prima un assassino e poi un pirata, essendosi allontanato dal luogo dell’incidente senza prestare soccorso all’investito. Essersi consegnato qualche ora dopo, in compagnia dei familiari, non gli ha fatto meritare alcun perdono e speriamo che la giustizia sia nei suoi confronti inflessibile.

Non gli è servito nemmeno a nascondere il suo tasso alcol emico che certamente, se non causa prima dell’incidente, è stata una concausa non trascurabile. Così un altro innocente è caduto, senza colpa, perché non può essere considerata una colpa inforcare una bicicletta e dedicarsi al proprio sport favorito pur dovendo affrontare un percorso rischioso tra buche, interruzioni, accidenti e ostacoli di ogni tipo e auto che sfrecciano a fianco incuranti di qualsiasi altro utente della strada.

Ne parlava Alfonso Sardella in una delle sue poesie più belle, dei ciclisti dilettanti che sfidavano il traffico convulso per praticare il loro sport, malvisti da quanti li considerano soltanto degli inciampi sul loro percorso, li odiano quasi perché ne sono infastiditi anche quando disciplinatamente procedono non affiancati o in gruppo, invadendo una larga parte della sede stradale, ma, come previsto, in fila indiana, l’uno dietro l’altro, “a ruota”, come si dice in gergo. Non si tratta di assicurare la necessaria sicurezza al romanticismo di una pratica sportiva amatoriale, di avere davvero rispetto per chi va su due ruote, mosse da un pedale o da un motore che siano, invece che su quattro. Le considerazioni fatte a proposito di un volante mosso a seconda del proprio carattere e dei propri istinti sono antiche e troppo note per doverci tornare.

Il fatto che un’auto sia o possa essere la proiezione psicologica di una personalità che può essere anche deviata e troppo aggressiva è altrettanto noto e non vale la pena di tornarci. Si deve invece sottolineare che, nonostante i tanti impegni e le tante promesse, il legislatore ancora non trova il tempo o forse il modo di sanzionare i crimini commessi guidando un auto come reati dolosi e non colposi e di considerare un omicidio stradale commesso da un ubriaco o da un drogato alla stregua di un delitto commesso da qualcuno che, impugnando una pistola, prendesse a sparare all’impazzata.

La “strage degli innocenti” è ingiustificabile e intollerabile.
Non se ne può più. Un padre di famiglia che va in bicicletta, un bambino che attraversa la strada su una striscia pedonale dando la mano alla mamma, un povero vecchietto che torna a casa in bici dal dopolavoro all’ora di cena, non possono morire per colpa, colpa grave, di un imbecille che li investe con la propria auto dopo essersi scolato bottiglie e bottiglie di birra o essersi fatto di roba e di schifezze. Il ritiro della patente non basta.

Ci vuole un risarcimento ben più consistente
per il danno arrecato ad un singolo e alla giustizia. Intanto io personalmente continuo a pensare ai tanti che, soprattutto nei fine settimana, partiti da Bassano, in sella alle loro bici si inerpicano lungo i tornanti che portano all’altopiano di Asiago, pedalando e misurandosi con se stessi e ai tanti automobilisti che ad ogni curva usano tutta la loro prudenza per non investirli, rispettando così loro e il loro diritto di utilizzare la strada come ogni altro utente.

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È sempre un problema culturale, di deficienza culturale (nel senso di mancanza) ed anche di schizofrenia culturale. Se siamo in auto non vediamo i pedoni, se siamo pedoni pretendiamo l'attraversamento anche se non siamo sulle strisce; entrambi i casi se ne fregano delle strisce. E se ne fregano a tal punto che anche le amministrazioni spesso non le manutengono e/o segnalano adeguatamente. Fortuna ci sono le eccezioni ma sono sempre maggiori le strisce scolarite da caccia al tesoro. Poi ci sono gli assurdi culturali: le strisce che finiscono dentro la pensilina dell'autobus in modo che se qualcuno aspetta, coerentemente tutte le auto dovrebbero sempre fermarsi. Così come lo stesso vigile che attraversa fuori le strisce e magari presta servizio proprio stazionano li perché già sa culturalmente che non cambia niente, neanche lui, o forse nemmeno lo sa più. Poi c'è il corretto scorretto che cammina lateralmente lungo la strada è appena raggiunge le strisce ruota repentinamente di 90 gradi ed inizia quello che io chiamo il "suicidio del diritto". Sempre corretto scorretto chi poi sulle strisce le attraversa in diagonale rallentando il suo normale passo in una sorta di sfida dei nervi uomo a piedi-uomo automunito. Negli altri paesi non è un problema? Comanda il pedone corretto, sulle amministrazioni, sui vigili e sulle auto. Li nessuno è schizofrenico o scorretto. Nella mia New York ho assistito a questa scena: gruppo di pedoni in attesa del WALK un auto si ferma al rosso entrando con il cofano, non le ruote, per una decina di cm all'interno delle strisce. Uno dei pedoni "offeso" dall'impudenza gli schiaffa un testone con annesso Bozzo sul cofano. La cosa sconcertante è che l'automobilista non batte ciglio e per scusarsi si prende testone e Bozzo. Come sarebbe andata la stessa scena da queste parti?
LE STRISCE? Gran parte degli automobilisti teramani le considera attraversamenti pedonali per pigri e un ottimo posto per parcheggiare. The zebra crossing (lei strisce) esistono, nella nostra città, per illudere il cittadino-pedone che la sua incolumità è tutelata! Chissà perché le strisce pedonali a Teramo si "sporcano" subito e diventano inutili dopo due giorni. Sarebbe il caso, quindi, che l'assessore alle strisce ricordasse allo "strisciarolo " che debbono essere durature e non fatue come "le altre strisce"(quelle tossiche) che scompaiono con un alito di respiro!.....strisce leggere e fatture pesanti, non è buona politica!......allons enfants
Se tutto fosse organizzato per il meglio, per quanto possibile, avrebbero tutti un comportamento migliore... personalmente, da ciclista, ho sempre avuto paura di questo paese, governato dall' ignoranza.
Ho visto cose che voi teramani... Il mio problema è che lavoro viaggiando per il mondo... il mio problema è che sto a contatto con la gente del mondo... il mio problema è che torno a Colleranesco e non posso con i bimbi andare a Giulianova con la bici... devo caricarle in auto e scaricarle al porto... I miei bimbi 6 e 4 anni stanno imparando and andare in bici.. ogni volta che ci aggiriamo per le strade interne di colleranesco io perdo 5 o 6 anni di vita... i bimbi non capiscono perchè le corsie sono destra e sinistra e perchè è pieno di macchine parcheggiate e le corsie si uniscono e devono fermarsi vicino al marciapiede se incontrano una macchina... Mi capita di andare in olanda, in svezia, in polonia, in ungheria.... corsia auto, corsia pedoni, corsia bici... facile anche con la neve (in svezia ho visto 3 bici: la mamma davanti e due pargoli dietro a -15 con la neve.. avranno le gomme termiche per le bici?), con i semafori, in città con il traffico... Poi capisco che ormai è tardi... Siamo destinati all'autoestinzione, siamo coglioni, siamo stronzi con il prossimo e non ce ne frega un cazzo del bene pubblico... vi posterei foto dei parchi per bambini in Romania: dei piccoli capolavori, limitati da siepi con il prato bello curato magari con i giochi un pò vecchi ma ben tenuti... da noi lasciamo che: rumeni, albanesi e tutta la peggio feccia del mondo insieme ai nostri giovani rampolli che sono tanto bravi a sentir le mamme, distriuggano tutto e magari li usino come bagni pubblici.. Sono razzista è vero, con chi non sta a questo mondo in maniera CIVILE... sia esso bianco, nero, giallo, rosso o verde... datemi del razzista ma tanto ci estingueremo!!! p.s. a ben vedere, nei paesi comunisti (quelli veri) se danneggi o sporchi qualcosa di pubblico, devi pagarne il ripristino e ti fai anche un pò di galera... e poi il razzista sono io..
a proposito dell'ignoranza di certi personaggi a Teramo, date uno sguardo alla ridicola rotonda che abbiamo in Via Cona dopo il Conad, ci "sarebbe" il dare la precedenza ma sfido chiunque a sostare per qualche minuto per vedere se viene data a chi si immette dalla stradina laterale
Chi si ricorda della strage di Appignano del Tronto? L'investitore, un ragazzo di etnia rom con precedenti penali e segnalato più volte alle autorità competenti per la sua condotta spesso irresponsabile nell'attraversamento dei centri abitati, guidava in stato di ebbrezza un furgone viaggiando contromano lungo la provinciale. Bilancio: quattro giovanissimi ragazzi uccisi sul colpo; il rom condannato a 6 anni di reclusione da scontare ai domiciliari, grazie ad un appartamento messo a disposizione da un cittadino italiano. La drammaticità del fatto e l'indignazione per una pena del genere per me sarebbe la stessa se si fosse trattato di un cittadino italiano, ma la possiamo definire giustizia questa? Abbiamo uno stato che punisce in maniera inadeguata chi commette certi reati e non educa affatto i suoi cittadini. Mi convinco sempre di più che non siamo un paese civile.
Bravo Elso un ottimo articolo che esamina con precisione l'argomento, peccato che poteva essere scritto anche 30 anni fa' che nulla sarebbe cambiato. Solo la più' dura legge sull'uso di alcol ecc. alla guida ha migliorato le cose, gli incidenti sono diminuiti ma l'educazione civica e stradale credo sia anche peggiorata. Gli automobilisti non rispettano i pedoni,i pedoni non rispettano gli automobilisti attraversando fuori dalle strisce, gli automobilisti non rispettano i ciclisti e i ciclisti non rispettano gli automobilisti procedendo sempre affiancati .
Ah perche' l'Italia e' uno stato ? Che notizia !!! Mi si e' aperto un nuovo mondo ! Maurizio parla di bene pubblico e paesi comunisti. E' tutto li' il succo : bene pubblico. Se l'Italia si ostina a vendere ai privati pezzi di se stessa l'unica cosa pubblica che ci rimarra' saranno i bagni ! Stato dove sei ? Meglio chiedere a "Chi l'ha visto ?"...
Sono perfettamente d'accordo, articolo davvero interessante e pieno di spunti sociali e civili, ma vorrei dare un ulteriore punto di vista, politico/economico. Avete mai viaggiato per le strade di un qualunque comune della nostra provincia? In tal caso immagino che abbiate avuto due scelte: "dribblare" ogni buca che avete incontrato sul vostro cammino o rinunciare al vostro set di gomme e probabilmente ai vostri ammortizzatori. Supponiamo che abbiate scelto di salvaguardare la vostra automobile, perchè avete molte spese e non potete permettervi di ripararla. Supponiamo che andiate a velocità moderata, nei limiti della legge. Evitare le pozze vi spinge a seguire una traiettoria differente da quella impostavi dalla corsia di marcia. Siete costrette ad esporvi: potreste colpire un'auto che viaggia in direzione opposta, potreste travolgere un pedone, potreste travolgere un ciclista. Il problema è che potrebbe travolgerli anche chi decide di sacrificare la propria automobile, perchè sulle nostre strade non si parla di semplici buche, ma di crateri. Fare una curva in una strada del genere, significa che le gomme si bloccheranno e la macchina scivolerà verso l'esterno e se in quell'instante...Credo possa bastare, è inutile dirvelo, anche voi guidate sulle stesse strade, che si tratti della strada per Floriano, della strada per Tortoreto... A questo punto parlate pure di disagio sociale e civile, ma parliamo anche di inadempienza di coloro che dovrebbero rendere sicuro viaggiare per strada.
Questo pomeriggio ho fatto una passeggiata fra le bancarelle posizionate lungo i Tigli. Volendo proseguire verso Corso San Giorgio, ho notato le nuove strisce pedonali posizionate in modo obliquo in direzione del teatro Comunale e ho iniziato ad attraversarle insieme a una donna con il suo bambino in carrozzina e un altro signore. Le auto provenienti da via Delfico in direzione Piazza Garibaldi continuavano a scorrere come nulla fosse e ovviamente ci siamo dovuti fermare tutti per farle passare. Una, due, tre... la quarta molto lentamente a causa della piccola fila creata dalle auto che la precedevano. Non ho resistito e mi sono rivolto, attraverso il finestrino aperto, alla graziosa conducente dicendogli: scusa, non le vedi le strisce bianche? Non sai che dovresti fermare per farci passare? Giusto il tempo per notare il suo sguardo stupito e imbarazzato e finalmente siamo riusciti a passare. Articoli come questo sono preziosi perchè contribuiscono a formare una coscienza civica e critica. Grazie Prof.