Alberto Crepaldi nel suo articolo “ Quando il terremoto diventa una centrale di sprechi” (www.linkiesta.it/emergenza-terremoto-emilia-abruzzo) ricostruisce la ricostruzione del post terremoto abruzzese, sottolineando il concetto di clientelismo naturale.
I famigerati decreti d’urgenza, firmati dal Governo Berlusconi, che hanno costituito un grande calderone di assunzioni. Tutto ebbe inizio con l’ordinanza n 3755/2009, con la quale il Capo del dipartimento della Protezione Civile, poteva avvalersi “di personale con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, nel limite di cinquanta unità, sulla base di una scelta di carattere fiduciario”. Seguiranno altri cadeau Berlusconiani, ordinanza n 3757/2009 e n. 3784/2009, ma secondo Crepaldi, il capolavoro avvenne con l’ordinanza n 3833, da giocare sulla ruota che non esiste.
Si legge “al fine di assicurare un adeguato supporto tecnico ed operativo, nonchè di coordinamento istituzionale per lo svolgimento delle attività previste dalla presente ordinanza e per Ie esigenze derivanti dalla fase della ricostruzione, il Commissario delegato per la ricostruzione è autorizzato a costituire, con apposito provvedimento, una Struttura Tecnica di Missione, composta da non più di trenta unità di personale, di cui quindici unita già previste dall'articolo 2 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3784 del 25 giugno 2009”.
Alla fine dei conti si parlerà di un muro che supera i cento addetti. Il Governo Monti ha chiesto una riduzione di un buon 30% di tutta la struttura, rispetto ai conti del 2011. Non farò nomi di alcuni brillanti tecnici teramani, non amo le liste di proscrizione. La ricostruzione dovrebbe ripartire dalla buona politica e ciò che scopriamo ogni giorno, è un terremoto morale. Noi rimaniamo scossi e conserviamo, intatta, la capacità di scandalizzarci.
Voi?
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