Il dolce stil novo della politica. Teramo del Partito Democratico ha capacità di critica. Il voto a Renzi non era solo una C aspirata, ma un'altra aspirazione.
A Giulianova, a Pineto, a Teramo, in Provincia, i voti a Renzi (più del 39%) e i voti a Bersani (meno del 42%), hanno un valore diverso.
Acuiscono la frattura con la dirigenza provinciale.
Verrocchio era per Bersani, Mastromauro per Bersani, Ginoble per Bersani, Verticelli per Bersani, eppure Teramo è la Provincia più Renziana d'Abruzzo. Perchè?
Per la rottura definitiva con il passato. L'ombra di una nuova candidatura alla Camera di Ginoble, al Senato di Verticelli, è la conferma del cambiare tutto per non mutare nulla.
Le elezioni amministrative di Roseto non hanno insegnato a rompere ma a mettere la testa sotto la sabbia. Questa politica ha fallito e non può ricandidarsi.
L'elettorato teramano del centro sinistra, sa bene che Renzi rappresenta anche parte della destra, anche parte della mitologia Berlusconiana, Gori compreso.
Ma lo stato del territorio impone una difesa ad oltranza. Verrocchio dovrebbe dimettersi, ma è inutile.
Il binomio Ginoble & Verticelli è visto dalla nuova generazione e dal mondo dei 40enni e 50enni, mortificati da decenni di assolutismo, come un apparato da annullare.
Renzi è un candidato, ha il suo programma, condivisibile o meno, ma è anche il male minore. Purtroppo.
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Forse non mi sono spiegato. Non è una questione di Bersani o Renzi è un colore di Nomi anzi Cognomi. Verticelli & Ginoble devono fare un passo indietro, anzi, una maratona. Altrimenti saranno trombati dal proprio elettorato. Semplice. Possono nascondersi dietro falsi comitati di Rottamatori, ovunque, ma le persone hanno imparato a leggere e scrivere.