Teramo è una città di cafoni. Io sono un cafone, noi siamo cafoni, voi siete cafoni, un verbo coniugato all'infinito, cafonare, al passato cafonai. Perchè? La nostra storia, il nostro presente, ci racconta di una città incapace di protestare contro le brutture, l'evidente uso smodato del potere per rendere il gusto imbellente del Cafone, uno status cittadino. Ecco l'Ipogeo. Il monumento eretto di mosciume virile di Teramo. Le dichiarazioni di opera bella, moderna, ripetute all'infinito dagli yes men locali, solo per compiacere un'ignoranza di sottofondo, hanno fatto da eco al giudizio dei cittadini teramani, che hanno subito supinamente un altro atto di prepotenza amministrativa.
Ci siamo abituati alla sua inutilità, al fatto che una sala, sarà utilizzata dal superman cittadino per incontri elitari, alla sua svista di prospettiva, al suo buio, ai suoi ritardi.
Poi l'atto che omaggia la cafonata con una corona alla memoria.
Tre Amministrazioni (Sperandio, Chiodi e Brucchi) non sono riuscite a rendere vivibili tre metri di sottopassaggio teramano. Odore forte di urina, mura sporche, telecamere posticce, mai collegate a nessun monitor. Il falso che avanza. Il risultato? L'adeguamento dell'indice dei cafoni. Cosa hanno pensato di utilizzare per lavorare in pace senza essere osservati, nel cantiere dell'Ipogeo? Le foto della Teramo che fu....Ha ragione il WWF...è uno scandalo. Ma tanto siamo abituati...siamo cafoni.
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Caro Francesco, la parola muta come le nostre genti.;) Non parlavo dei Cafoni di Silone ma dei cafoni di Teramo.