Volevo dire al quotidiano La Repubblica.it che Maurizio Di Biagio è un giornalista. Un giornalista da strada, che vive la strada, che cammina con il sudore attaccato alle scarpe, che conosce il senso della bellezza.: la gente. Prendere una storia, una foto, da un blog, pubblicata in precedenza sul quotidano Il Messaggero e non citare la fonte è un atto di distrazione che sfiora la maleducazione. Maurizio merita altro...Questo è il link del suo articolo mauriziodibiagio.blogspot.com/2011/10/da-un-anno-dorme-dentro-la-cabina.html....questo è il link del quotidiano La Repubblica www.repubblica.it/cronaca/2011/10/10/news/uomo_cabina-22969689/...piccolo mondo...leggete questa storia...
Settant’anni, un volto che a tratti richiama quello di Clark Gable, baffetti, aplomb severo e la maglietta quella di sempre che piova o nevichi. Da più di un anno dorme rannicchiato dentro l’apparecchiatura delle fototessere di Piazza Martiri della Libertà a Teramo. Non è proprio un clochard, né uno di quelli che spesso si vedono “confusi” nei centri cittadini, ma un dignitoso ex imbiachino che, perso il lavoro diversi anni fa, ha pensato bene di continuare a vivere la sua vita in silenzio senza scomodare parenti o amici. Non chiede sigarette, neanche qualche cent per mangiare, in pochissimi l’hanno sentito profferire parola, se non per scambiare qualche battuta con un anziano professore in pensione. Pulito, ordinato, alle due di notte s’infila dentro l’angusta cabina delle fototessere quando i clamori della piazza si sono spenti. Non prima: teme maledettamente di farsi notare, quindi fa scorrere davanti ai suoi occhi gli aperitivi con gli ombrelloni, le bottiglie di birra, il chiacchiericcio degli ultimi ritardatari, prima di appisolarsi seduto sullo sgabello girevole. All’alba, ai primi rumori del vicino bar, di balzo si riassesta e torna a girare discreto tra le vie del centro. La sua dignità è smisurata, racconta un barista, come d’altronde il suo orgoglio, e a vederlo nessuno lo scambierebbe per un senzatetto. Ospite di una pensione fino a un anno, ora resta seduto per ore e ore al tavolo del bar e lì quando può schiaccia un pisolino. Il buon cuore dei dipendenti gli assicurano una colazione o perfino un pranzo. L’altro giorno l’hanno visto che grondava sangue dai polpacci: si è tagliato parte delle scarpe perché i piedi gli si sono gonfiati a dismisura. Il suo mondo è senza un letto, costellato di lunghissimi silenzi nel girare per le viuzze del centro. Fiero, il petto ancora giovane e vigoroso, il cappotto nero d’inverno sempre quello, i capelli sale e pepe rigogliosi per l’età, mani in tasca ciondola con circospezione. Molti gli vorrebbero dare una mano, altri, per la verità sdegnati, hanno chiamato le istituzioni per segnalare il caso, molti sono rammaricati del fatto che ancora non si dia un tetto all’imbianchino, molti altri invece guardano e passano.
Maurizo Di Biagio
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Cara Lettrice (mi sembro l'addetto stampa del "Tancrediano" D'Ignazio) i servizi sociali stanno facendo molto per il nostro amic. Ricoveri e tentativi di pagare casa. Purtroppo ci sono molti altri prolemi che la privacy e il rispetto per l'uomo mi impediscono di divulgare.
Ciao Giancarlo, sono qui a vostra disposizione e vi spiego le mie ragioni.
Cara Lettrice...
Vivo il mio lavoro come la parte finale di un gruppo. La punta di una piramide, consapevole che senza una forte base, senza gli impiegati, i funzionari, il dirigente del mio ufficio, fallirei in ogni mia azione. Le critiche al mio operato sono critiche alla nostra squadra e vi assicuro che sono ingiuste. Continuiamo a lavorare consapevoli di quelle difficoltà economiche, che a volte non ci fanno dormire la notte, che a volte ci rendono impotenti. Vi assicuro uno sconforto che dura un secondo, perchè poi ci carichiamo a vicenda e una soluzione, piccola, si trova sempre almeno quasi sempre. Non siamo soli. Mi riferisco alle assistenti sociali del Comune di Teramo, alla Caritas, al Banco di Solidarietà e ai tanti volontari che giornalmente si dedicano a più bisognosi. Colgo l'occasione per abbracciare tutti ma proprio tutti coloro che giornalmente si sacrificano per chi é meno fortunato, Don Igor, Don Aldino,Massimiliano, Anna, Franca, Rosa Daniela, Rossella, Valeria ecc.. Per tornare alla persona in questione sappia cara signora lettrice, che grazie al nostro intervento, fra le altre cose saltando il pranzo e altro, ora il "Signore senza una fissa dimora" è ricoverato in una struttura idonea, nonostante i tanti parenti.
Mi venga a trovare, abbiamo bisogno di volontarie e di buoni esempi.
Grazie