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Tercas: Indagine verso i dirigenti dell'ex Direttore Di Matteo

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Le nostre domande avranno presto delle risposte.
Noi non abbiamo fretta.
La Procura di Roma e le ultime indagini correlate puntano l'indice verso i presunti complici dell'operato dell'ex Direttore Di Matteo.
La Cupola sotto forma di associazione atta a delinquere sarebbe stata ricostruita con attente visure e movimentazioni bancarie.
Paradisi fiscali e bonifici, passaggi di denaro e impegni di organigramma.
Chi portava i soldi a San Marino?
Che rapporti avevano i dirigenti Tercas con la Smib?
Che rapporti avevano i dirigenti Tercas con la Smi?
Quali e quanti teramani hanno seguito la strada dell'oro tra Teramo e San Marino?
Come potevano i dirigenti Tercas non sapere delle pratiche senza garanzie del direttore Di Matteo?
Come poteva il Presidente di Banca Tercas, l'avv. Lino Nisii....non sapere dei movimenti di Banca Tercas tra Teramo e San Marino e di tutte le movimentazioni bancarie a favore di immobiliaristi senza immobili?
La Tercas era mobile.
Perchè il commissario Sora non ha licenziato le punte apicali dell'organizzazione Tercas?
La Banca Popolare di Bari avrebbe chiesto l'azzeramento dei vertici di Banca Tercas perchè il Commissario Sora continua con questo atteggiamento ostruzionistico?

A breve alcune risposte con una ricostruzione clamorosa....

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Commenti

ma quando vedranno le patrie galere i responsabili della rovina dell'economia teramana? Ci sono degli intoccabili tra coloro che hanno distrutto la Tercas?
L'anonimo commentatore si chiede quando sarà che pagheranno i protagonisti del disastro tercas! Il problema non è se pagheranno, il problema è che nessuno si sta dando da fare per cercare di recuperare, per quanto possibile, il mal tolto. Infatti, chi dovrebbe essere maggiormente interessato, la Fondazione Tercas non ha intenzione, non solo di intraprendere azione di responsabilità nei confronti degli amministratori ma neanche, cosa ancora più grave, nei confronti della società di revisione. Società di revisione, per fare un solo esempio, che nel 2010 disse che la Caripe valeva 238 mln di euro e oggi, invece, vale 8 (diconsi otto) mln di euro. Cosa ancora più assurda è che di questo atteggiamento "svogliato (si fa per dire)" della fondazione nessuno chiede conto. Ricordiamo che la fondazione amministrava un patrimonio della collettività teramana, a questo delegata da alcuni Enti locali, il più importante dei quali è il comune di Teramo. Sarebbe dovere del comune di teramo chiedere conto alla Fondazione che fine hanno fatto i 300 mln e passa dei Teramani. Ma tutto tace. Sto cercando da diverse settimane di parlare con il sindaco di Teramo. Ora finalmente mi ha fissato un appuntamento per il 18 p.v. staremo a vedere. È veramente inspiegabile il basso profilo della politica teramana su questa vicenda. Il popolo teramano è stato vittima di un furto con destrezza e nessuno muove un dito, anzi molti si girano dall'altra parte. Vedremo, come dire Giancarlo, non ci stancheremo di aspettare. P.S. sembra che qualcuno dei maggiori responsabili, nel frattempo, si è autoridotto allo stato di "nulla tenente".
Peccato che la giustizia italiana ha tempi biblici e per questo nel nostro Paese non paga nessuno!! Mettiamoci poi che nello specifico è venuto uno"straniero" a imbrogliare, uno a mangiare e uno "coprire" quello che di ingiusto è stato fatto, il finale è segnato!! ...TUTTO FINITO!! ...A TARALLUCCI E VINO!!!
To, senti senti è rispuntato il, anzi l'ex consigliere comunale Scalone. E' proprio vero che "alcune volte tornano" , ma sinceramente Lei, un'autorevole rappresentante politico del centrosinistra teramano per quasi in quarto di secolo chiede e prende un appuntamento con il sindaco di Teramo quando il suo amico e compagno di partito nonché Governatore della Regione fa riunioni con il personale dipendente della banca Tercas per rassicurarli e per annunciare una cabina di regia regionale sugli istituti bancari. Gent.mo sig. Scalone prenda appuntamento con il suo rappresentante politico che sa tutto ed ha incontrato i vertici della Banca popolare di Bari e se non ci riesce chieda aiuto ai suoi consiglieri comunali, oppure al suo segretario comunale forse un pò scivoloso, infine nel caso in cui non ci riesce chieda ai suoi rappresentanti regionali.
Giancarlo è importante che tu ci continui a dare informazioni perché i sindacati non dicono nulla dopo che per anni sono andati a braccetto con l avezzanese ed hanno avuto promozioni ed ad personam continuano nella non informazione purtroppo stanno lì per rivederti gli affari propri
Chi portava i soldi a San Marino? Furgone bianco_PLANAMENTE. Che rapporti avevano i dirigenti Tercas con la Smib? FRAT. MAR. DA RACCORDO.
Ma siete certi che i dirigenti coinvolti con la SMI non siano ex come Di Matteo? Se no perché avete timore di suggerire i nomi ai nuovi proprietari? Io non conosco Scalone, ma a quale partito appartiene/apparteneva? Lo stesso che indirettamente controllava la Tercas attraverso fondazione e CDA? Lo stesso a cui apparteneva Di Matteo? Rifarsi una verginità è sempre di moda in Italis
Replico all'Anonimo commentatore che mi critica premettendo di non conoscermi. Si è noto io appartengo ad un partito. Non so se allo stesso partito siano appartenuti Di Matteo, Nisii, Nuzzo, noti protagonisti della vecenda Tercas. Quello che so è che più di 10 anni fa mi hanno buttato fuori dalla Fondazione perchè davo fastidio e non volevano la presenza di uno che chiedeva cambiamenti sia nei metodi che negli uomini. Di tutto ciò posso fornire prove, ovviamente non ad che risponde al nome di Anonimo.
Sig. Scalone lei appartiene ad un partito (quale pare non sia lecito sapere) e non sa se sia lo stesso a cui appartenevano i nomi da lei citati (come se non stessimo a Teramo e quindi chi fa parte di un'area politica non conosca gli altri), anche se è vero che il termine "partito" spesso è variabile. Quello che io ricordo è che negli anni scorsi, prima che cadessero gli dei, pochissimi politici ebbero il coraggio di attaccare la gestione precedente tra cui l'ex assessore Di Dalmazio, gli altri forse si lamentavano davanti allo specchio del bagno oppure a voce così bassa da non essere sentiti neanche dal vicino di sedia. Nulla più. Poi chi fa politica ha l'obbligo di esporsi il cittadino il diritto di chiedere conto, nei limiti della civiltà, di quello che chi fa politica fa oppure dice di fare.