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Quando muore un Partigiano...Michele Arcaini

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Quando muore un Partigiano...i racconti si fermano sulla roccia, sotto la roccia, la spada nella roccia... smettono di narrare, di scalare, di amare.
Quando muore un Partigiano... sul Gran Sasso esiste un riflesso che sa di alba e tramonto, un' aurora rosa di speme e ricordi.
Quando muore un Partigiano.... le corde, gli scarponcini, i chiodi, le fughe, il sangue, la resistenza, la libertà, la democrazia, la vittoria, la sconfitta dei troppi morti, diventano la ragione di una vita.
Quando muore un Partigiano... tutto si fa eco, tutto si fa tempo, tutto si fa pioggia nel bosco e sole di vallata.

Michele Arcaini era un Partigiano.
Michele Arcaini amava il Gran Sasso e i Prati di Tivo.
Michele Arcaini sapeva guardare il Corno Grande.
Bisogna respirare a fondo, molto a fondo, prima di toccare il silenzio del colore e il gioco delle nuvole.
Sfumature del cuore.

Lo vedo lungo il giro dell'anello, sulla Madonnina e sento, i suoi consigli a un fuori di cordata come me.
Michel Arcaini è morto con le teste basse.
Si chiama onore, lo chapeau della sua gente e dell'Anpi, della Brigata Maiella, della movida dell'anima, di quella gente che per cultura, senso civico, onestà intellettuale, riconosce il padre della propria libertà.
Non c'era il Gonfalone del Comune di Teramo.

Siamo diventati tristi, senza memoria, senza rispetto, senza cultura.
Strappate un ciuffo d'erba di Bosco Martese con forza.
Con più forza, ancora.
Ritornerà a vivere....come il senza tempo di un eroe.
Michele Arcaini.

 

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Commenti

Onore per un eroe e per un poeta. Grazie Signor Falconi.
Grandioso come sempre, Grazie di Cuore
il sindaco (dopo questo autogoal mi viene da scriverlo solo minuscolo) avrebbe dovuto essere in prima fila , e invece a quanto leggo non c'era neanghe il gonfalone del comune per cui il signor Michele Arcaini ha combattuto in quegli epici anni in cui stoia e leggenda si mischiano
Grazie, Michele. La Vostra Vita e' stata la nostra libertà'.

Persone come Arcaini vorrei non morissero mai, la testimonianza di una persona che fece la scelta giusta, per il bene comune, per un'Italia democratica e civile, per creare un futuro alle nuove generazioni, combattendo contro il fascismo ed il nazismo che volevano creare un Paese invivibile, un Mondo invivibile. La Resistenza, gli uomini della Resistenza che dettero vita con il loro coraggio all'ultimo periodo storico della storia italiana degno di essere ricordato! ... e allora... grazie, grazie, grazie, con la speranza di essere degni eredi delle conquiste di uomini come Arcaini, come tutti gli uomini della Resistenza!

Ercole Vincenzo Orsini.

lu sinneche, povere a tà che ce cride angore a lu pezze de ..........
Ho partecipato a diverse commemorazioni della battaglia di Bosco Martese; nelle ultime edizioni è stato sempre presente il sindaco di Giulianova Mastromauro assieme a qualche altra autorità locale, ma non ho mai visto invece il nostro sindaco Brucchi e nemmeno esponenti della sua giunta, a parte una volta credo Giorgio D'Ignazio. Evidentemente per tali individui la libertà è un valore da disconoscere se ricordata attraverso la storia della resistenza partigiana. Probabilmente il nostro sindaco e tutta la sua giunta temono la perdita di consensi elettorali perchè i loro voti provengono dalla quella parte di Teramo che sarebbe ancora oggi sarebbe favorevole al nazi-fascismo. Non dimentichiamo che nel '43 ci furono teramani che tradirono. Più di uno. Conoscevo Michele Arcaini da oltre 20 anni, ho avuto più volte l'onore e il piacere di ascoltare i suoi racconti e di condividerne i valori. Ho avuto anche la fortuna di conoscere personalmente e di ascoltare a lungo un altro teramano valoroso, Dino Lanciaprima scampato alla morte per aver scelto di gettarsi nella ripida scarpata pochi attimi prima che il plotone di esecuzione tedesco aprisse il fuoco uccidendo cinque suoi compagni, tra i quali il giovanissimo Gabriele Melozzi. Mi chiedo e vi chiedo: quanti teramani oggi possono essere degni di questi eroi ? Credo molto pochi, anche perchè la maggior parte non conosce la storia o vorrebbe rinnegarla, come ho sentito dire da qualcuno che quello di Bosco Martese altro non si trattò che di un vile agguato. Ciao Michele, se avrai ancora bisogno di me, puoi chiamarmi anche da lassù.... a qualsiasi ora.
Quando muore un partigiano muore una parte di noi,muore una parte del nostro Paese. Ci sentiamo un po' più soli ,come se improvvisamente non avessimo più qualcuno che potesse farci vivere una parte di storia ,raccontarcela,farcela sentire ancora. Quando muore un partigiano si sente un brivido correre lungo la schiena e ci si sente quasi disarmati ,come se tutto finisse on loro ,con i loro racconti ,con le loro testimonianze che non sentiremo più .
Il sonno della ragione genera mostri. La massima non è mia, il memento è sempre attuale. Tante piccole cacche locali fanno una montagna di mer.a nazionale ingigantita in questi anni dalla distruzione sistematica della ns. storia e del ns.passato
Per motivi di lavoro non ho potuto partecipare al funerale. Un saluto e un grazie infinito al compagno Michele Arcaini. Se le ultime generazioni di politici avessero avuto l'1% degli attributi, della sensibilità e degli ideali dei partigiani, la sinistra non sarebbe ridotta ai minimi termini e l'Italia non vivrebbe il dramma e la vergogna dell'attuale decadentismo economico e morale. L'assenza dell'amministrazione comunale di centrodestra la interpreto come un atto di coerenza. A Bella Ciao preferiscono "meno male che silvio c'è", la versione moderna di un omaggio al duce.