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Il Suicidio di un giornalista precario

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Volevo esprime la mia solidarietà ai giornalisti precari, che non vengono pagati da mesi, che vengono pagati poco, pochissimo, che si trascinano stanchi e delusi, che pagano l'inutilità di alcuni laureifici, che non troveranno mai la libertà di espressione, sfruttati dagli editori, che vedono sistematicamente violato il proprio diritto al lavoro. Volevo esprimere la mia invettiva, contro quei giovani giornalisti, che permettono agli editori di pagarli poco e male, che mantengono intere redazioni uccidendo il prezzo di mercato. Le cose si cambiano solo facendo gruppo. Ci vorrebbe uno sciopero generale dei precari della carta stampata. L'informazione dopo pochi giorni si fermerebbe. Un abbraccio a Pierpaolo Faggiano, il giornlista morto sucida, per motivi personali e di lavoro. Il suo eterno precariato aveva minato il suo desiderio di famiglia. Una sensazione comune, un'angoscia simile a quella di tutti noi. A lui sarà dedicato un minuto di silenzio. Noi invitiamo di lettura i nostri lettori...ora.

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Commenti

Essere precari e' una condizione infernale, uno stato d'animo di panico perenne, un tunnel dal quale non si riesce ad uscire, un nodo alla gola che ti soffoca lasciandoti viva. Si dice che il lavoro nobilita....la sua mancanza non uccide, ma ogni giorno ti toglie un po' di vita. Auguro a chi permette questo di morire come noi, ogni giorno, lentamente
quante sante parole....
condivido particolarmente la tua "invettiva"... detesto allo stesso modo chi sfrutta e chi si lascia sfruttare, soprattutto nelle redazioni giornalistiche..
Questo è lo sfacelo di un paese che non sa (non vuole?...) fronteggiare la grande evasione fiscale, non nel senso di "molta", ma di relativa ai "grandi" evasori... Una piccola azienda che cerchi di rispettare le regole, pagare le tasse e investire sulla formazione ha due opzioni: ricorrere ai contratti a tempo determinato o chiudere in breve tempo. Hanno incoraggiato il lavoro "flessibile" per gettare fumo negli occhi in modo che la disoccupazione risultasse minore... La logica suggerirebbe di abbattere invece i costi pazzeschi del lavoro dipendente a tempo indeterminato, ma questa volontà non sembra manifestarsi, mentre gli imprenditori privi di scrupoli hanno mano libera e i sindacati continuano a firmare patti in deroga... Questo è un esempio edificante del lavoro in Italia oggi: http://www.lucatelese.it/?p=4523
E' forse venuto il momento di unirsi. C'è un dato che è si sta diffondendo sempre più: 20.000 giornalisti italiani contrattualizzati, a fronte di 25.000 precari e freelance in Italia. Senza contare che chi non ha contratto spesso in queste statistiche non compare, perciò sono di sicuro molti di più i secondi.
a Teramo c'è un giornalista che ha fatto la sua fortuna portando in tribunale il giornale presso cui "scriveva". oggi, guarda caso, non paga i collaboratori.