ll tam tam del referenudm anti casta, attraversa tutta l'Italia come il battito di un tamburo gitano. Ovunque le solite scene. Una lettrice de La Repubblica scrive di Bologna" Prima sono andata nella sede del mio quartiere. Lì mi hanno detto che sarei dovuta andare in Comune, all'Urp di piazza Maggiore. Arrivo all'Urp e la dipendente mi guarda sorpresa. Non aveva i moduli, mi ha consigliato di stamparli e distribuirli, perché non sono arrivati". Insomma, un referendum fai-da-te. Eppure i moduli dovrebbero essere disponibili".
Stessa storia a Teramo. I moduli sono terminati. Un nostro lettore ci segnala l'impossibilità di firmare. Un diritto violato?
Ma come può essere possibile? Non si possono fare fotocopie degli stessi moduli? Il ministero ci rassicura che saranno al più presto spediti. Ma questo ritardo non inficerà sulla raccolta firme?
ll senso e gli obiettivi del Referendum promosso da Unione Popolare è stato spiegato a maggio da Maria Di Prato, portavoce del movimento: «In questo momento di crisi, la Casta parlamentare non ha tagliato di un euro i suoi stipendi. Per questa motivazione abbiamo promosso il referendum abrogativo che non è né demagogico né antipolitico, ma vuole focalizzare l’attenzione su un principio fondamentale: ovvero che chi comanda deve dare l’esempio per primo».
Di Prato ha sottolineato come l’ammontare della diaria dei parlamentari italiani possa raggiungere i 48.000 euro l’anno.
In totale, sarebbero circa 50 milioni di euro.
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