Non amo le citazioni, ma le pagine sommerse dei libri. Le orecchiette.
Il tramonto dell'Occidente di Spengler, A scopo di lucro di Tatò, Il matrimonio di Figaro di Beaumarchais.
La somma dei tre testi, rappresenta il totale della decadenza e della speranza umana. Illusioni.
Imprenditori e operai. Il datore di lavoro e gli impiegati. Giacenze umane.
Ogni esistenza economica è l'espressione di una vita dell'anima.
Il mediocre striscia e arriva a tutto. Mentre l'Imprenditore cosa pensa? "La perdita del posto di lavoro diventa una specie di tragedia cosmica, per cui si deve marciare per le strade, mentre dovrebbe essere un fenomeno normale nell'economia di un paese".
Io ho visto giornalisti e tecnici ricevere una stretta di mano dal proprio editore. Ho visto chimere di investimenti e sogni di impresa. Promesse. Parole d'onore.
Ho visto giornalisti e tecnici ricevere con la stessa mano, un addio che uccide, mutui e famiglie.
Ho visto giornalisti non avere neanche il valore del calcio in culo. Pavidezza.
Ho visto amici di redazione cancellati dal sito di referenza con un click, che mi avrebbe bruciato il tendine dell'onore. Tendìne umane...chiuse. Sipario.
Mi piacerebbe tra congiunture e condizionali, ascoltare la cultura di chi si fa chiamare Editore e chiedere scusa, perdono, al povero Einaudi, alle sue riunioni del Mercoledì, ai suoi verbali, quando dialogava con Calvino, Moravia, Pavese.
Vorrei chiedere ai (non) colleghi superstiti la differenza tra essere o avere.
Vorrei sapere con che faccia hanno avallato il tutto senza avere... nulla in cambio. Come può l'uomo impoverirsi da un confronto. Come può dimenticarsi degli amici. Io ho imparato a spalare la merda... pur di rimanere un perdente.
Non parlatemi di amore. Non usate quella parola. Odiatemi.
Vorrei chiedere a Luciano Campitelli cosa si prova a deludere in poche ore tante persone. Tanti lavoratori. Tanti tecnici e giornalisti. Non è una domanda, perchè avrei paura delle risposte. Solo una riflessione a bassa voce. Silenziata, per colpa di una stima delusa.
ll sapere e la ragione parlano, l'ignoranza e il torto urlano. Gli occhiali sono belli. La giacca ha le toppe senza i buchi. Il mimo della povertà. Il pantalone ha uno strano risvolto della vita.
Gianluca, Federico e altri nomi, fuori onda di mortificazioni, di figlie, fidanzati, nipoti, parenti e la professionalità che non paga...subisce...supina. Prona. Suona con gli anni di studio e sacrifici. Campane a morte.
Storie di contratti rescissi e altri contratti. Contratture e contrazioni economiche. La colpa è vostra....nostra.
Altri lidi stesso mondo digitale.
Mi auguro che lontano da Teleponte, il buon Direttore Giovannozzi, possa trovare il giusto premio alla sua carriera.
In questo mese di silenzio, assenza dalla presentazione del palinsesto, dalla sua ruota libera e solo con un cammeo sportivo, mero omaggio al suo editore, Aldo Di Francesco, sono sicuro che si sarà innamorato di altre pagine di vita.
La passione per il Corriere della Sera, Vanity Fair, Tv Sei e altro dal sapore di mondo.
Il profumo del tacchino alla canzanese. Un'indigestione. Redattori e redazionali. L'altra tv? Quella cattiva maestra televisione.
Il vero giornalista cura l'antipotere...Teleponte avrà un'altra possibilità. L'ultima.
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Commenti
Anche se non ami le citazioni, com'è che diceva John Condry:La televisione ? Ladra di tempo e serva infedele . Buona giornata
@Gabriella.....Eh già....;)
fmi dispiace solo per gente brava come gianluca iezzoni e ivo re che ora sono a piedi e non lo meritano. su giovannozzi stendamo un velo pietoso: teleponte sta per fare l'affare del secolo!
falconi sei il numero uno indiscusso. voglio vedere quando qualcuno avraà il coraggio di invitarti in trasmissione? una domanda, ma se se campitelli sta mandando via la gente, tutta quella gente nuova, come è possibile? l'ordine dei giornalisti che fà?
Non so se sorridere o chiudere gli occhi per le emozioni che l'amico Gincarlo produce ogni qualvolta frulla il vocabolario e, come in un prodigio divino, le parole, gli aggettivi, i verbi si intrecciano come le note di Seb. Bach ed acquistano senso, musica, poesia e sentimenti. Non sorrido all'ennesimo spettacolo che gli arrichiti dell'ultima ora realizzano palesando la loro natura autentica, spesso occultata dagli occhiali da sole a dalle giacche sgargianti e firmate. Pochezza del denaro.Ciò che mi sgomenta è la rassegnazione, anzi l' umiliazione senza eguali di una categoria che pur di sopravvivere si rimette nelle mani di un pervenu. Una volta un giuliese mi chiese "ti li sold'?" Si ni'n ti li miglì non capisc' nint". Occupava un posto di rilievo in città. Io sono un filosofo risposi, non ho bisogno di milioni. Io sono qui, oggi, lui arranca nella sua pochezza milionaria. Teramo? L'informazione? I capitani di ventura e di avventura, di sventura? Una espressione va interdetta: editori. Ma di questo già ha parlato il grande CO(RO)SIVO, l'uomo di Teramo e di Bassano.