Caro Presidente Campitelli, le voglio bene. Unica premessa di questa lettera aperta. Io non sono un ruffiano e lei, lo sa. Sono umorale e passionale. Lei soffrendo, ha esonerato Cifaldi e io soffrendo, ho strappato l'abbonamento del Teramo Calcio. Perchè? Sono cresciuto con una ricerca, con una certezza sullo sport. Lo sport è Cultura. Sono cresciuto con gli esempi del "Gianni". Gianni Brera nel calcio, Gianni Clerici del Tennis. Gianni Mura, ovunque. Ascolti questa musica. Autore Gianni Brera (El sito del Gioan Brera). Sono tutte parole inventate da lui ed entrate nel dizionario della lingua italiana. Neologismi. Abatino "Molto vicino al cicisbeo. Omarino fragile ed elegante, cosî dotato di stile da apparire manierato e qualche volta finto". Questa definizione nata per battezzare Gianni Rivera, considerato troppo poco atleta, fu estesa poi a tutto il popolo italiano, con la pretesa di classificarne la condizione antropologico-esistenziale". Disimpegnare "Indica l'azione di liberare la palla in favore di un compagno meglio piazzato". Melina "Trattenere a lungo la palla passandola o ripassandola da un giocatore all'altro della stessa squadra allo scopo di perdere tempo e talvolta con l'intenzione di umiliare l'avversario".Termine mutuato da Brera dal gergo del Basket".Libero "Termine, ormai di accezione internazionale, che identifica il difensore, libero appunto da impegni di marcatura, che agisce alle spalle di tutti gli altri compagni. Data di nascita del neologismo: 1949, dopo un Iuventus-Milan 1-7, una delle partite che allora suggerî l'idea di una diversa disposizione delle difese". Uccellare "Beffare l'avversario, superarlo con astuzia e abilità. Recuperato dal Boccaccio e tradotto dal francese "oisleur". Forcing "Termine traslato dal gergo della boxe, indicante un'azione aggressiva e continua sulla squadra avversaria". Potrei continuare all'infinto. Mille e più parole, di uso quotidiano. Questa è la ragione dei Tribuni, questa è la ragione di una scrittura diversa, amata, studiata. Si chiama calore. Si chiama anima. Si chiama vita. Cifaldi è un uomo. Una persona che ti parla di letteratura durante una lezione in palestra. Che ti aiuta. Che si aggiorna. Che registra. Che studia il calcio. Mai banale. Un professionista tra i dilettanti. Cifaldi è stato attacato da una stampa, dai caratteri mobili, molto mobili. Com'era? La donna è mobile...anche certi "uomini". Non è stato difeso dalla società. Mai. Non un comunicato. Non un attenzione particolare verso i trichechi del verbo. Tutto politically correct. Che noia, che barba, che noia. Io avrei preso a calci nel culo tutti i giocatori. Li avrei portati nella sua fabbrica a conoscere gli eroi, i veri eroi, che tutti i giorni traducono la sua poesia di imprenditore. I giocatori. Che camminano tutti uguali come cammelloni. Li Guardi? Stessa lampada sul viso, stesso marsupio, stesso cappello, stessa sensazione di governare il mondo con le gambe storte. Invece? Sono solo dilettanti, che giocano nei dilettanti e si sono dimostrati...senza orgoglio. Questa non è la mia squadra. Non c'è più il mio allenatore. Mister Cifaldi meritava un altro trattamento. Il suo coraggio, le sue palle, il suo licenziamento vis a vis. L'onore delle armi. Lei lo sa, perchè dentro ha una sensazione strana. Quella che solo gli uomini di battito hanno nel cuore. Ma come diceva Brera... a Teramo sono tutti Palabratici "Neologismo creato dal vocabolo spagnolo "palabra" indicante attitudine alla chiacchera e alla loquela". Caro presidente, forza diavolo ...sempre. Qui finisce la rubrica... I Tribuni. In questi giorni avrà altro da pensare e da valutare. Una piccola rubrica che scompare non toglierà nulla al suo miracolo quotidiano. Lei è circondato da tanti bravi giornalisti, che non avrà problemi per il futuro. Ma noi scrivevamo la verità. Noi scrivevamo la teramanità. Quella vera. Quella spontanea. Che non si venderà, mai.
Oggi siamo stati tutti esonerati.
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