Nelle condizioni disastrose nelle quali versa il Comune di Teramo, nelle condizioni economicamente pietose nelle quali versa l’intero tessuto sociale cittadino, nelle condizioni inaccettabili nelle quali versa la classe imprenditoriale, è assolutamente incredibile come nessuno emetta un fiato nei confronti delle vergognose situazioni di privilegio che il Sindaco Brucchi continua a mantenere per se stesso.
1) Il doppio stipendio.
Brucchi svolge un doppio lavoro e percepisce un doppio stipendio. Peraltro i due lavori sono di particolare responsabilità e complessità: quello di Responsabile dell’Unità Operativa Semplice di Senologia presso la ASL di Teramo (per il quale ha percepito nel 2012 uno stipendio di € 75.284,47) e quello di Sindaco (per il quale ha percepito nel 2012 una indennità di carica di € 27.052,08), per un totale di € 102.336,55.
Brucchi continua a svolgere entrambi i lavori nonostante sia l’uno sia l’altro richiedano un impegno integrale per la delicatezza dei compiti (con il rischio di non svolgere bene nessuno dei due), nonostante la gravità delle condizioni del Comune richieda un Sindaco a tempo pieno, nonostante perfino il Premier Enrico Letta imponga la rinuncia alla doppia indennità da componente del governo e da parlamentare ai propri Ministri e Sottosegretari.
2) Il conflitto di interessi.
Il secondo privilegio è perfino più grave del primo. Molti non sanno che Brucchi è anche Presidente del Comitato ristretto dei Sindaci della ASL di Teramo, organismo poco noto ma di particolare rilevanza.
Infatti, il D.Lgs. n. 502/1992 prevede che tale Comitato:
a) partecipi alla valutazione dei risultati delle ASL;
b) provveda alla definizione delle linee di indirizzo;
c) esamini il bilancio pluriennale di previsione ed il bilancio di esercizio, rimettendo alla Regione le relative osservazioni;
d) verifichi l’andamento generale dell’attività;
e) contribuisca alla definizione dei piani programmatici, trasmettendo le proprie valutazioni e proposte al Direttore Generale ed alla Regione;
f) emetta apposito parere obbligatorio concernente la verifica dei risultati aziendali e il raggiungimento degli obiettivi con riferimento al procedimento di valutazione dell’operato del Direttore Generale;
g) emetta apposito parere circa la decadenza del Direttore Generale nei gravi casi previsti dalla legge;
h) chieda alla Regione di revocare il Direttore Generale, nel caso di manifesta inattuazione nella realizzazione del Piano attuativo locale;
i) nomini uno dei 5 membri del Collegio sindacale (che è l’Organo di controllo, vigilanza, verifica e ispezione della ASL, con incisivi poteri sull’azienda sanitaria);
l) esprima il parere sul Programma delle attività territoriali, concorrendo alla verifica del raggiungimento dei risultati di salute definiti dallo stesso.
Come si evince dalla normativa, il Comitato ristretto dei Sindaci presieduto da Brucchi ha rilevantissimi poteri di controllo sulla ASL di Teramo e sul suo Direttore Generale (Varrassi), cioè la stessa azienda presso la quale Brucchi lavora (non essendosi messo in aspettativa, come avrebbe potuto opportunamente fare, all’atto dell’investitura da Sindaco di Teramo).
L’effetto quantomeno anomalo è che Brucchi presiede l’organismo che controlla Varrassi, il quale a sua volta ha il potere di controllare i risultati e l’efficienza del lavoro di Brucchi, non solo nella veste di dipendente, ma anche in quella di Responsabile dell’Unità Operativa Semplice di Senologia.
In tale cortocircuito, chi garantisce che Brucchi sia sereno ed imparziale nel momento in cui valuta l’operato del Direttore Generale Varrassi, sapendo che sarà proprio Varrassi a giudicare il lavoro di Brucchi?
E chi garantisce che Varrassi sia sereno ed imparziale nel momento in cui valuta l’operato del dipendente Brucchi, sapendo che sarà proprio Brucchi a giudicare il lavoro di Varrassi?
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