Nel famoso film Totòtruffa 62, Totò tenta di vendere la fontana di Trevi (con il truffato che viene prelevato dal reparto psichiatrico per essere internato in manicomio). Ai Prati di Tivo accade una storia simile: una società, la SIGET srl, tenta di rivendere ciò che ha già venduto, ed un'altra società, la Gran Sasso Teramano SpA, non entra ancora nel possesso di ciò che ha comprato sette anni or sono.
La storia.
La SIGET srl propone al Comune di Pietracamela un accordo di programma per la riutilizzazione degli immobili di cui al dismesso impianto della seggiovia Prati di Tivo-La Madonnina.
Il contenuto dell'accordo prevede la possibilità per la SIGET srl, asserita proprietaria delle stazioni a monte e a valle della predetta seggiovia, di utilizzare a fini turistici e commerciali – attraverso apposito mutamento della destinazione d'uso da operarsi a cura dal Comune – l'immobile sede della stazione di partenza a valle della seggiovia, in cambio della cessione dei diritti sul fabbricato di monte "Arapietra".
Nell'accordo non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che la SIGET srl, non si comprende se in malafede o del tutto ingenuamente, pretenderebbe appunto di essere ancora proprietaria dei due citati immobili sedi delle stazioni della seggiovia, quando risulta in modo chiaro ed inequivocabile che la stessa società abbia ceduto alla Gran Sasso Teramano SpA nel luglio 2004 – con regolare atto notarile repertoriato e registrato presso l'ufficio delle entrate di Teramo – il ramo d'azienda costituito dalla predetta seggiovia.
A fugare qualsivoglia dubbio in merito, infatti, soccorre la perizia di stima allegata al predetto atto notarile, nella quale si descrive la consistenza mobiliare ed immobiliare del ramo d'azienda ceduto, al fine appunto di quantificarne il valore commerciale oggetto di contratto.
Ebbene, in tale relazione descrittiva l'ingegnere incaricato indica esplicitamente le stazioni di valle e di monte quali beni immobili facenti parte integrante (non potrebbe essere altrimenti) della consistenza della seggiovia medesima.
Purtuttavia, pare di capire, la società proprietaria Gran Sasso Teramano SpA, pur sollecitata a dirimere la questione ed a reclamare il possesso degli immobili sedi delle stazioni di partenza e di rinvio di che trattasi, tuttora detenute dalla SIGET srl, non sembrerebbe propensa a rivendicare l'acquisto, con ipotetico susseguente danno agli interessi pubblici della società stessa ed evidenti illegittimi profitti che si determinerebbero in capo alla privata SIGET srl.
La questione è aperta, aspettiamo fiduciosamente gli sviluppi (che rinviamo ad una seconda puntata), nella speranza che il CdA della Gran Sasso Teramano SpA sapppia sollecitamente tutelare tutti i diritti che le spettano in base ai contratti e secondo la legge.
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Egr. Sig. Francia,
Non Vi conosco di persona, quindi devo per forza fare uso di questo canale. In nome del buon nome della Società che io mi onoro di rappresentare devo comunicarle che la situazione che Lei descrive nell'articolo non corrisponde alla vera realtà dei fatti, in quanto la situazione della proprietà del manufatto è stato sancito dalla stessa Gran Sasso Teramano nel 2011. Mi dispiace che Lei non sia stato edotto completamente dei fatti, ed i documenti che Lei menziona non sono tutti quelli che sanciscono la faccenda. I documenti (notarili) a cui mi riferisco sono atti della stessa Gran Sasso Teramano, quindi mi stupisce che non ve li abbiano fornito. Vi chiedo rispettosamente di informarVi meglio prima di infangare il buon nome altrui.
Cordialmente,
Erminio Di Lodovico
Amministratore Unico SIGET Srl