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Errata corrige: Chiodi chiede a Morra di uscire dal PDL per entrare ne La Destra

di Christian Francia
2 minuti

Mi correggo: Morra (f.to Luca Boschi) non se ne va dal PDL per propria scelta. In effetti non è mai stato un cuor di leone, l’Assessore regionale esce dal PDL su precisa richiesta del Presidente Chiodi.
Perché?
Fonti romane ufficiali del PDL confessano segretamente l’indiscrezione.
Morra, essendo uomo di sistema ed essendo legato inscindibilmente sia a Chiodi che alla poltrona assessorile, non si sarebbe mai azzardato ad un simile passo se non gli fosse stato esplicitamente richiesto dal Governatore stesso, unitamente al regista occulto delle trame berlusconiane Gianni Letta.
Come mai Chiodi e Letta tramerebbero per smobilitare membri del PDL?

Per una ragione politica precisa: il Cavaliere ha in animo un progetto chiaro, quello di indebolire la corrente ex AN dei La Russa, Gasparri, Meloni, i quali minaccerebbero la scissione dal PDL per ricostituire la vecchia AN con velleità di autonomia politica dal PDL e dalla nuova Forza Italia che Berlusconi starebbe costruendo.
A tal fine l’ordine di scuderia sarebbe stato quello di far trasmigrare il maggior numero possibile di ex AN nel partito La Destra, fedelissimo alleato berlusconiano, per indebolire le aspirazioni autonomiste dell’altra anima aennina.
Per tali motivi Chiodi e Letta avrebbero chiesto ed ottenuto dal soldato Morra di avviare la migrazione in Abruzzo e farla crescere numericamente il più possibile.
In tale contesto non è un caso che anche l’assessore al commercio e alla cultura del Comune di Notaresco, Tony Di Gianvittorio, faccia in contemporanea il medesimo percorso dal PDL a La Destra.

Molti altri casi dovrebbero seguire.
Tale ricostruzione trova conferma nelle parole dello stesso Morra: “non ritengo di dimettermi da assessore, rimetto a ogni decisione a Chiodi”, nonché nelle dichiarazioni di Storace, il quale sostiene che con Gianni Chiodi “c’è un’ottima relazione personale ed ha rispettato la scelta di Morra. In questo senso si conferma forte il rapporto con la maggioranza nella Regione Abruzzo”.
Perché infatti Chiodi, che siede nell’ufficio di Presidenza nazionale del PDL, non dovrebbe incazzarsi almeno un pochino? Perché, ça va sans dire, è stato lui a benedire il passaggio.
A scanso di equivoci, Morra infatti sottolinea: “Ovviamente continuerò a lavorare a fianco del presidente Gianni Chiodi di cui condivido, così come La Destra, l’azione politico amministrativa regionale”.

Ovviamente, appunto.


 

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Commenti

Cazzate. Morra ha litigato con Alemanno perchè voleva un posto assicurato per la Camera. Alemanno ha detto no. Morra è passato a La Destra.
Confermo le cazzate sottolineate da anonimi. Il problema sta tutto lì... Nelle prossime politiche dove la componente di destra del pdl abruzzese si è ritrovata con il cU... Ehm scusate, con il listino "scoperto"!
Concordo pienamente con Francia. E' evidente il gioco, con tanto di attaccamento alla poltrona, che non guasta mai. Però che tristezza: si doveva fare la riforma delle società di trasporto e non si è fatta, si dovevano eliminare gli enti inutili e stanno quasi tutti ancora al loro posto, e la lista sarebbe lunga... E non è che dall'altra parte brillino esattamente di luce propria: poveri noi!
D'altronde lo dicevi stamani. Servi fedeli e camerati in un silenzioso 90°.
Gentile Anonimo, se fosse vero quello che Lei dice Chiodi si incazzerebbe, non crede?
Morra è sempre stato un uomo di destra
noi giocavamo a morra una volta, morra oggi non gioca, latita come assessore e ubbidisce come una recluta. Da piccolo ammiravo gli ex fascisti per la loro energia e per il coraggio che avevano di sfidare bianchi e rossi ed esistere. Oggi i nipoti, anche con la barba, sono o fidi cagnolini da salotto nelle dimore dello sceicco o insignificanti metafore del sottopotere.
Caro Francia, la seguo e le scrivo da Roma. Sono fonti attendibili. Diciamo molto attendibili. Può darsi che ci sia della correlazione.
Morra uomo di destra? Quando vestiva alla marinara, forse. In occasione dell'ultimo congresso provinciale di A.N. , schieratosi contro Teodoro Buontempo, fu tra i più convinti assertori dello scioglimento del Partito e della costituzione di ciò che sarebbe stato il futuro P.D.L.. La sua uscita dal P.D.L. verso La Destra è tutto sommato coerente con la storia del "soldato" Morra. Altrettanto ripugnante è il benvenuto che gli è stato dato da La Destra di Storace, forza che mentre si professa "dura e pura", accoglie amorevolmente, seppure in tempi diversi, i (tra loro) avversari aennini di un tempo: tale Benigno D'Orazio, ieri, e il prode Giandonato, oggi. Anche in questo c'è coerenza. Auguri e figli maschi!
Lui non si dimette perché non ha rubato. Ci mancherebbe: in teoria chi ruba va in galera non è che si dimette. Si dimette chi non è riuscito a fare quello che ha promesso che avrebbe fatto, chi non si ritrova più nella linea politica del partito con cui è stato eletto o chi decide di non rispettare il mandato degli elettori (chi ha detto che Morra sarebbe stato votato anche nelle file de La Destra?). Chiodi non lo "licenzia"? E perché mai? Volete che vada in giunta uno che abbia una propria idea? Che magari si legga da solo un provvedimento o, peggio, ne proponga uno? E poi gli altri che dicono? È se viene voglia anche a loro di pensare qualcosa? E se questo qualcosa non è coerente con il principio meritocratico che parte dal presupposto assoluto: "di ci si lu fije". Non scherziamo.
Negli anni 90 l'allore vecchia politica sottovaluto' la forza elettorale di un parvenu, tale Silvio Berlusconi. Forza legata alla voglia di cambiamento - e di rivolta pacifica, elettorale - degli italiani, in questo civilissimi, molto superiori ai politici. Oggi e' lui, l'ex parvenu, che sta commettendo lo stesso errore: dei bradipi come Casini, di cui nessuno (me compreso) conosce il pensiero politicio, restano nella palude, a quota di periscopio, con l'unica convinzione di avere un sedere e per cio stesso di aver titolo ad una poltrona. Molte di queste macchinazioni sono in questo momento all'opera. Potente e' in loro il lato oscuro della Forza. Nel mentre, come all'epoca avemmo Amato e Ciampi, abbiamo oggi il prof. Che non puo' e forse ormai nemmeno piu sogna di fare le riforme. Si limita a 'porre dei limiti' ad evitare di far saltare il banco. Verra' forse un altro pifferaio magico (Renzi?) Ma privilegi, oligarchie e poltrone resteranno dove sono. Nessuno dira' la verita' agli italiani: che per riuscire, come individui e come Paese, bisogna darsi. Una mossa, correre e rischiare. Non aspirare alla prossima poltroncina o posticino. Sicuro. Sicuor, come la morte.
IN QUESTA FOTO GIAN DUNE'T TIENE NA FACCIA CUNTEND COME UN RAGAZZINO CHE HA APPENA VINTO LA BICI ALLA RIFFA DI NATALE