Chi va con lo zoppo impara a zoppicare.
Strozzieri si ritrova una compagine politica, che lo sostiene o dovrebbe sostenerlo, ampiamente azzoppata sotto l'aspetto del rigore (per sua libera scelta).
Anche il Presidente del Ruzzo rischia di iniziare a zoppicare o potrebbe iniziare a pensare di fare il bel gesto di gettare la spugna e tirarsi fuori da una vicenda che fa acqua da tutte le parti.
Ad ogni buon conto io, che nel mio piccolissimo faccio del rigore (non il rigor mortis) tecnico-giuridico-etico-morale la mia bandiera, voglio tendergli una mano perchè confido nella sua onestà e buona fede (ancora per poco però).
Lancio semplici consigli in bottiglia nel mare delle acque inquinate del Ruzzo, chissà che Strozzieri non trovi la bottiglia (nel tentativo di ubriacarsi per dimenticare) e si giovi di questi suggerimenti.
So che Strozzieri ha encomiabilmente fatto degli esposti alla Corte dei Conti con riferimento alla apparentemente dissennata gestione a lui precedente.
Devo però con rammarico prendere atto che la Corte di Cassazione a Sezioni Riunite, con propria Ordinanza n. 1419 dell'01.02.2012, ha definitivamente statuito sul difetto di giurisdizione della Corte dei Conti in materia di presunti danni erariali causati da amministratori e/o dirigenti di società a partecipazione pubblica parziale o totale.
La decisione suscita un certo sgomento, ma bisognerà abituarcisi.
La Cassazione, in particolare, sostiene che in caso di mala gestione di una società pubblica non sia "ipotizzabile il danno erariale, trattandosi tuttalpiù di un danno sofferto da un soggetto privato (...) e non dai soci, pubblici o privati, titolari di quote di partecipazione, assorbite e confuse nell'unico patrimonio sociale (...) Secondo la più recente e assolutamente prevalente giurisprudenza di questa Corte, alla quale aderisce il Collegio, «La controversia avente ad oggetto l'azione di responsabilità promossa dal Procuratore della Corte dei conti per il danno diretto, patito da una società per azioni a partecipazione pubblica e addebitato a condotte illecite dei suoi amministratori o dipendenti, non rientra nella giurisdizione della Corte dei conti, non essendo configurabile, avuto riguardo all'autonoma personalità giuridica della società, nè un rapporto di servizio tra l'agente e l'ente pubblico titolare della partecipazione, nè un danno diretto di quest'ultimo (...)» (Cass. 14957/2011; conf. 20941/2011, 14655/2011, 26806/2009)".
Questo orientamento giurisprudenziale, oramai definitivo, apre la strada alle peggiori nefandezze da commettersi nel nome della ragion politica all'interno delle società pubbliche.
Pur tuttavia Strozzieri è un avvocato e, se vuole dare di sè l'immagine di un Amministratore oculato e rigoroso, non ha che da mettere nero su bianco.
Pertanto, se davvero al Ruzzo sono state fatte assunzioni illegittime (cosa che non fatico a credere), se davvero sono state commesse irregolarità ed illegittimità (tralasciamo gli illeciti per i quali è doverosa la denuncia alla Magistratura penale), Strozzieri non ha che da impacchettare le carte e sottoporre al proprio Consiglio di Amministrazione una deliberazione con la quale si prende atto dei riscontri effettuati e si sollecita l'Assemblea dei soci (art. 2393 comma 1 cod.civ.), ma anche il Collegio sindacale (art. 2393 comma 3 cod.civ.), ma anche i 36 Comuni soci singolarmente (art. 2393-bis cod.civ.), ad esercitare l'azione sociale di responsabilità contro gli ex amministratori e/o ex direttori generali (se esercitata dai Comuni soci questi devono rappresentare almeno il 20% del capitale sociale, tranne il caso di cui all'art. 2395 cod.civ.).
L'azione di responsabilità si prescrive entro cinque anni dalla cessazione dell'amministratore dalla carica.
In tal modo si tutela il patrimonio sociale, si rende giustizia ai cittadini che pagano le bollette e si fanno le cose sul serio.
Ogni altro metodo è sterile e figlio della volontà di fingere un cambio di passo che nella realtà non si vuole affatto operare (vedi il mio precedente intervento sul PD-PDL).
Sarà qui, caro Presidente Strozzieri, che "si parrà la tua nobilitate": se il tuo CdA non sarà d'accordo, sarai libero di denunciarne pubblicamente l'omertà e di scrivere comunque a titolo personale al Collegio sindacale affinchè provveda nello stesso senso; se il Collegio sindacale non dovesse provvedere sarai libero di denunciarne pubblicamente l'omertà e di scrivere comunque a titolo personale ai 36 Comuni soci affinchè provvedano loro.
E se anche loro non dovessero provvedere, poichè mi viene riferito che nell'attuale struttura societaria i Comuni gestiti dal centrodestra abbiano quote pari al 58% del capitale sociale e quelli gestiti dal sentrosinistra quote pari al 42%, allora ci sarà la prova palese che il PDL non ha nessuna intenzione di smascherare le malefatte del PD al Ruzzo, così come il PD non ha intenzione di tirare fuori gli scheletri che ha nell'armadio il PDL.
Resto in attesa di fatti concreti.
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