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Prestiti d’onore agli studenti? “Diamogli Futuro In”

di Christian Francia
3 minuti

Splendida domenica settembrina sotto l’ombrellone ad Alba Adriatica. Leggo su un quotidiano le percentuali di presenza in aula dei gruppi parlamentari: primi con distacco i grillini (con oltre il 90% di presenze), ultimo – anche peggiore del PDL – il gruppo di Fratelli d’Italia (con poco più della metà di presenze).

Quindi mi rivolgo ai vicini di ombrellone, dicendo loro quanto siano assenteisti questi pseudo-destroidi con i quali si è candidato Paolo Gatti alle elezioni politiche.

Non si fa nemmeno a tempo ad esprimere il giusto disprezzo per i politici che succhiano lo stipendio senza nemmeno andare a lavorare, che all’improvviso attraversa il cielo sopra la spiaggia un aeroplano pubblicitario che reca la scritta: “Aderisci a Fratelli d’Italia”.

Risate da sbellicarsi. Ma il destino è beffardo. Passo dai quotidiani ai settimanali ed apro L’Espresso di questa settimana, dove c’è un articolo sul flop dei prestiti d’onore lanciati nell’agosto del 2011 dall’allora Ministro della gioventù Giorgia Meloni.

L’iniziativa si chiama: “Diamogli Futuro” (evidentemente la parola “futuro” ossessiona Meloni e Gatti almeno quanto la parola “strategia” condiziona Di Dalmazio) e consiste in un fondo governativo di garanzia per i prestiti d’onore che le banche possono concedere agli studenti meritevoli fino ad un massimo di 25.000 euro ciascuno, senza che gli stessi debbano fornire garanzia propria o familiare (la restituzione potrà avvenire dopo la laurea).

Alla presentazione dell’iniziativa, lanciata con il massimo risalto due anni fa, si sottolineò quanto segue: “Si calcola che i beneficiari siano potenzialmente più di 30.000”. Grande idea per incentivare lo studio e la formazione universitaria. D’altronde indebitarsi per poter studiare è una cosa frequentissima e normalissima in Europa e in America.

Ma dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana) fanno sapere, richiesti di fornire un bilancio a due anni dall’avvio dell’iniziativa, che a chiedere e beneficiare del prestito siano stati solo 700 studenti, equivalenti al 2% della platea dei possibili aventi diritto.

Come mai un disastro simile? I problemi, secondo le banche, sono due.

1) Colpa della Meloni. L’aver reso tecnicamente obbligatoria la ricezione di tranche annuali da 3.000 o 5.000 euro, ha reso impraticabili le erogazioni di prestiti di entità inferiore (per l’acquisto di un pc) o superiore (per pagarsi un anno di studi all’estero).

2) Colpa di Gatti. Pare che nessuno conosca l’iniziativa, tanto che le banche riferiscono che la gran parte dei pochissimi prestiti erogati siano relativi a domande giunte solo dalle università dove viene pubblicizzata l’iniziativa (Milano e Roma). Strano che Gatti, iperattivo quando si tratta di far vedere che lavora non si sia adoperato per pubblicizzare il prestito d’onore presso le università abruzzesi. Forse non ha gradito che la Meloni abbia denominato “Diamogli Futuro” un progetto che lui avrebbe chiamato “Diamogli Futuro In”.

Corro a tesserarmi a Fratelli d’Italia.


 

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Commenti

La questione che più mi ha sconvolto è scoprire che i nostri politici hanno difficoltà a leggere i dati sulla disoccupazione/occupazione. Nella migliore delle ipotesi, certamente. Nella peggiore, mentre perdiamo 22.000 posti di lavoro, qualcuno esulta per il buon risultato raggiunto. Mi è piaciuto, molto, il contenuto dell'ultima intervista di Carlo Costantini. Il nulla camuffato da svolte epocali. La verità assoluta è che, negli ultimi anni, il welfare abruzzese ha fortemente vacillato, come mai era accaduto prima, nella sua storia.
Caro Francia, Sei tu che sei talmente ossessionato da Gatti che poi straparli e non sai cosa scrivi. Con i voucher alta formazione della Regione Abruzzo in questi anni oltre 3000 ragazzi sono stati sostenuti nei loro percorsi universitari e postuniversitari. Io sono uno dei tremila. Tra l'altro e' in corso la quarta edizione dei voucher e scade il 16 settembre. Forse è il caso che partecipi anche tu, ti potrebbe essere utile.
Solo per essere precisi. Del Prestito d'onore se ne parla da tanti anni ma veramente tanti, non penso che il problema sia la mancanza di pubblicità, forse può essere un problema quando si valutano le situazioni con occhi provenienti dal passato. Il vero problema risiede nel contrarre un debito per poi ripagarla in un mercato del lavoro fasullo? Dove chi può già conosce il suo futuro lavorativo mentre gli altri conoscono solo il loro non futuro lavorativo.
Effettivamente questo articolo merita una profonda riflessione. In un periodo in cui i benefici di un'iniziativa come questa dovrebbero essere richiesti da innumerevoli soggetti, si riscontra un flop che ha quasi del clamoroso. Come dice Francia, non sembrerebbe però solo un problema abruzzese. Ma siamo in Abruzzo, quindi va valutata la questione di casa nostra. Io molto modestamente una chiave di lettura politica c'è l'avrei e con molta umiltà la espongo. L'animo politico dell'ass.re Gatti é quello di un leader "in pectore". Non credo di dire un'eresia affermando ciò, tanto che le cronache sono piene di sue critiche all'operato di chi lui dovrebbe riconoscere come suo leader in regione. Ecco quindi che anche di un'idea (peraltro molto buona dico) del suo leader nazionale, l'ass.re in questione non sa che farsene perché non é direttamente partorita da lui. Di conseguenza non ha interesse a pubblicizzarla. La cosa ancor più grave sta nel fatto che il suo assessorato regionale guarda caso é proprio quello di riferimento per questa cosa dei prestiti d'onore agli studenti. L'iniziativa della Meloni sarebbe dovuta essere pubblicizzata anche se l'ass.re fosse stato di sinistra, figuriamoci dal'ass.re non della stessa area ma persino dello stesso partito. La verità, a mio modestissimo avviso, é che Gatti ha fatto di Fratelli d'Italia un luogo dove parcheggiarsi momentaneamente vista la sua presa di posizione nella giunta regionale (ma a casa mia uno coerente si sarebbe dimesso). Ha scelto un partito comunque dell'area di centrodestra, l'importante che non fosse quello di Chiodi. È quindi evidente che quando Gatti corre, lo fa per se stesso e non per il partito della Meloni. E non aver fatto in modo che in tanti usufruissero del prestito ideato dal suo presunto leader nazionale (ripeto, per giunta non facendolo da titolare di un assessorato che é precisamente quello che si sarebbe dovuto occupare di promulgare questa meritevole iniziativa) secondo me conferma la volontà di andare per la propria strada, sempre e comunque. Che poi non è neanche detto che sia una cosa così malvagia, ma questo é un altro discorso.
Gentile Obsession, questo è solo l'inizio di una grande operazione verità sul consuntivo dell'assessorato di Gatti in Regione. Scriverò numeri su numeri, tutti inconfutabili. Alla fine anche l'insignificante Morra le sembrerà migliore di Gatti. Stay tuned!
@francia: faccia pure, io ho solo espresso un'opinione. Tanto ormai per lei questo blog, per altri versi molto interessante, e' diventato poco più che uno sfogatoio. L'ho letta per errore, di norma leggo solo Falconi.
Grazie mille, dott. Francia. Abbiamo bisogno di superare il Medioevo politico.
Dott. Francia, mi permetta, ma il suo articolo e' un inno al nonsenso, non ho capito il suo rimprovero a Gatti. Lei lo ammonisce per non aver pubblicizzato un qualcosa che lei stesso afferma essere nota da tempo sul territorio nazionale e che in tale ribalta, sempre lei asserisce, ha collezionato numeri infinitesimali tra i possibili fruitori. Sinceramente credo che molti studenti, in Italia, ed in proporzione in Abruzzo, non abbiano adeguata forma mentis per cercare opportunita' da soli. Alludo all' abitudine, sopratutto anglosassone, di "buttare"fuori di casa i ragazzi già a 16 anni abituandoli a guadagnare da soli i primi soldini, non per necessità, ma come forma di educazione. Probabilmente è dalla scuola che dovrebbe ripartire il sistema per poter funzionare a dovere. Ops, forse ho trovato il senso al suo articolo: Lei, come tanti, e' in campagna elettorale, faccia pure, ma lo dica con chiarezza.
Che poi i voucher della formazione sono una mezza beffa... per come sono stati strutturati, sono solo un contentino da spartire tra un'azienda compiacente e un ragazzo che si fa una semi stagionale, ammesso che poi si presenti al posto di lavoro...