Erano 20 anni, tanti quanti quelli nei quali ho seguito da vicino la politica, che speravo in una maturazione delle classi dirigenti italiane, che speravo in persone capaci di essere migliori dei cittadini che rappresentano.
Finalmente la sera del 28 novembre 2012 ho provato gioia e soddisfazione.
Gioia e soddisfazione per il bellissimo spettacolo che hanno offerto di sé e della politica nazionale i duellanti al ballottaggio delle primarie del centrosinistra.
Grazie Bersani.
Grazie Renzi.
Grazie per la pagina di democrazia matura che avete scritto nel duello televisivo di RaiUno.
Grazie per aver ricreato un rapporto con la gente e per aver dipanato una narrazione che ho sentito mia.
Mi sono emozionato sul divano di casa nel sentire le Vostre argomentazioni, imperfette finché si vuole, ma le prime davvero serie che io abbia sentito dopo Berlinguer, dopo Almirante, dopo il passato remoto della politica.
Dopo valanghe di escort, puttane di ogni risma (partitica e di governo), truffatori di qualunque genere, incapaci a iosa, leccaculi come se piovesse, avvocaticchi e azzeccagarbugli di riempimento (e di rompimento), voltagabbana di tutti gli schieramenti, scambiovotisti e votoscambisti, prìncipi delle preferenze e prìncipi delle delinquenze, arrivisti, personalisti, doppiogiochisti, dinosauri e varia umanità da postribolo.
Dopo il ventennio di (h)Ar(d)core ho visto una flebile luce in fondo al tunnel, non quella che vede Monti, per carità, ma quella della crescita del dialogo, del confronto reale, del dibattito proficuo, della maturazione della democrazia.
Vi prego di non interrompere, per nessun motivo, questo percorso e questo cammino, perché di strada da fare ce n’è tanta e non siamo che ai primi passi.
E c’è bisogno del contributo di tutti.
Condivido le affermazioni di Bersani che ha detto – con riferimento al rinnovamento generazionale del proprio partito – che la ruota deve girare, ma senza prendere a calci l’esperienza.
Sono d’accordo con lui, ma credo che l’esperienza debba affiancare le prime linee, non stare sempre davanti fino alla morte.
Il problema dell’Italia risiede nell’incapacità di coloro che non sono mai riusciti a realizzare niente per decenni, ma che non si riesce a mettere da parte in nessuna maniera.
Quando Bersani veniva eletto per la prima volta in Parlamento nel 2001, tre simpatici soggetti che Bersani vorrebbe al suo fianco: Casini, Rutelli e Fini, nonostante siano di poco più giovani di lui, già da 18 anni (dal 1983!) sedevano nelle aule parlamentari e nel marzo prossimo alle elezioni politiche festeggeranno 30 anni consecutivi di carriera da Onorevoli in servizio permanente.
Quali leggi abbiano prodotto questi tre campioni delle parole in libertà non è facile sapere: Casini e Rutelli non hanno lasciato alcun segno, Fini la sola legge Bossi-Fini che è semplicemente inqualificabile.
Questa è l’esperienza che Bersani non vuole prendere a calci? Quella dei D’Alema e delle Bindi? Quella, qui a Teramo, dei Ginoble e dei Verticelli?
Ma facciamo andare avanti le nuove leve, magari non saranno migliori, ma devono ancora dimostrare di essere dei falliti, cosa che i campioni di longevità parlamentare hanno ampiamente dimostrato nei secoli.
Per questo preferisco le maniche di camicia di Renzi, che sta combattendo la più nobile delle battaglie, ha 37 anni e ha dichiarato di non volere premi di consolazione nel caso perdesse.
In bocca al lupo ad entrambi, perché il compito che attende il vincitore non è proprio una passeggiata.
Infatti le stime dell’OCSE sull’economia italiana sono drammatiche: il rapporto debito/PIL crescerà oltre ogni record raggiunto durante la Repubblica, in un solo anno di governo tecnico siamo passati dal 121% del 2011 al 127% odierno, e nel 2013 dovrebbe superare il 130% e crescere ancora nel 2014. In un unico caso l’Italia ha raggiunto ed oltrepassato tali percentuali: nel 1919, subito dopo accadde quello che sappiamo.
Esattamente un anno fa Mario Monti chiedeva la fiducia al Parlamento sintetizzando così i suoi obiettivi di governo: “I tre pilastri sono: crescita, rigore ed equità”.
Ottenne la più ampia maggioranza della storia della Repubblica, compresa quella del PD di Bersani.
Solo uno dei tre obiettivi è stato centrato, quello del rigore (o Rigor Montis come lo chiama giustamente Grillo).
Della crescita e dell’equità non vi è stata traccia, anzi la performance, se possibile, è stata peggiore del governo precedente.
Quando andavo a scuola io rispondere ad una domanda su tre significava inderogabilmente prendere una grave insufficienza ed essere rimandati o bocciati.
Per questo l’esperienza (come la chiama Bersani), visto che fa fatica a togliersi di mezzo da sola nonostante i pessimi risultati, è bene che venga presa a calci e che rapidamente qualcuno di buona volontà e in maniche di camicia prenda il timone prima che la nave affondi definitivamente.
P.S.: Quell’abbraccio finale, al termine del confronto televisivo, quell’abbraccio con due baci e due pacche sulla spalla che Renzi rivolge a Bersani è quello che io chiamo civiltà, che fa bene alla salute pubblica e lascia ben sperare per il futuro.
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Signor AAA non c'è ancora nulla di ufficiale. Grazie.