La proposta di Brucchi sul riordino delle Province è arrivata in ritardo di soli due giorni.
Due giorni dopo la chiusura del festival internazionale del teatro comico di Sant’Omero. Quello avrebbe dovuto essere il giusto palcoscenico per una corbelleria che suscita ilarità in tutti i pollai della nostra retrograda (quasi ex) Provincia.
Non voglio nemmeno ripetere i motivi per i quali è assolutamente impraticabile l’ipotesi che Pescara possa divenire Città metropolitana, così come la possibilità – pure avanzata da colui che mi vergogno essere anche il mio sindaco – di ridisegnare i territori annettendo i Comuni dell’area vestina (basti al riguardo rileggere quanto ripetutamente spiegato chiaramente dal professor Di Salvatore nella rubrica “Lex” di questo Blog).
Parimenti risibile la condivisione della proposta Brucchi da parte del coordinatore del PDL di Penne poiché, ribadisco, non consentita dalle norme vigenti.
Durissimo l’Assessore regionale Morra, il quale attacca veementemente i parlamentari teramani, rei di avere votato favorevolmente per la Legge sulla spending review: “il decreto legge così com’è è una porcheria perché è incoerente, parziale e danneggia soltanto la Provincia di Teramo”.
Particolarmente inattesa la polemica che Morra esplicita nei confronti dei presenti parlamentari del PDL Paolo Tancredi e Carla Castellani, l’uno suo Coordinatore, l’altra sua ex capo corrente di AN.
Non ci saremmo mai attesi tanto coraggio da parte del remissivo ed impalpabile Assessore regionale ai trasporti, il quale per 4 quasi anni di legislatura ha trasportato il proprio sedere su e giù per l’Abruzzo, senza approdare mai a nessuna (pur annunciata) riforma del settore a lui delegato.
Naturalmente sto ironizzando, ma nei fatti la ricostruzione è esatta: questo branco di onorevoli incapaci del PDL e del PD (il sempre pessimo Ginoble) fanno come Penelope, a Roma tessono la tela che il partito gli ha dato da imbastire senza nemmeno accennare ad un “ma forse…”, a Teramo disfano la tela credendo che questo sia condiviso dai cittadini e dai colleghi politici locali.
La realtà è che l’unico deputato teramano che abbia votato contro la legge sulla spending review è stato Augusto Di Stanislao, in questa circostanza l’unico che avrebbe titolo a dire che la legge è una schifezza.
Tancredi, Castellani e Ginoble dovrebbero avere il buon gusto quantomeno di tacere, se non di difendere quanto loro hanno formalmente appoggiato in sede legiferativa.
E invece no, hanno l’incoerenza nel sangue, sempre pronti a fare brutte figure che nessun organo di informazione si incarica né di segnalare, né di sottolineare.
Brucchi ha dichiarato che “ci troviamo di fronte al solito pastrocchio all’italiana”, ma avrebbe dovuto dire “alla teramana” visto che 3 parlamentari su 4 quel pastrocchio l’hanno votato.
Nessun quotidiano che si sia preoccupato di domandare a qualche esperto di diritto, nonostante a Teramo ci sia la Facoltà di Giurisprudenza, se le castronerie che siamo costretti a leggere tutti i giorni abbiano o meno un fondamento giuridico ed una qualche possibilità di essere attuate.
Niente di niente.
Ma qualcuno mi spiega come fa a formarsi correttamente la pubblica opinione se la si prende continuamente in giro, se non si opera mai lo sforzo di rendere intellegibili le questioni di maggior rilevanza sociale, se non si semplificano le problematiche onde consentire alla gente prima di capire e poi di esprimere le proprie idee?
In questo deserto culturale dove lo spirito civico è ormai sepolto e l’informazione è una scatola vuota, a cosa giova fare riunioni ed intavolare discussioni se nessuno dei relatori al tavolo ha studiato un bel niente e non capisce nemmeno lontanamente il significato delle proprie parole che escono in libertà senza nessuna connessione con il cervello?
Mi fanno una pena infinita questi dementi della politica, sia detto senza acrimonia, questi rappresentanti del popolo il quale, invece di aspettarli sotto casa per esprimere loro in faccia tutto il disgusto per essere così indegnamente rappresentati, è pronto a bersi qualsiasi scemenza partorita tra il ruttino postprandiale e l’ammazzacaffè, subito sbandierata a nove colonne sui quotidiani.
Solo Amedeo Marcattili della CGIL ha avuto il coraggio di dire ai parlamentari teramani “a voi non piace questa legge eppure l’avete votata”.
Invece di tacere ed incassare, l’On. Ginoble risponde che “è prevalso il voto di responsabilità” (non comprendendo evidentemente nemmeno il significato della parola responsabilità) e che ci sarebbero state “pressioni forti ricevute”.
Ah sì? E lui cosa ha fatto, le ha subite supinamente? E chi avrebbe esercitato tali pressioni? O si dovrebbe dire ricatti? E perché lui non ha denunciato tali pressioni?
Cerchi di spiegarsi, lo pseudo-onorevole di Roseto, se possibile esprimendosi in lingua italiana.
Il Messaggero ha titolato: “La proposta di Brucchi infiamma il dibattito”.
Non è esatto: la proposta di Brucchi fa ridere i polli.
Ed è ora di mandare a casa tutti i parlamentari teramani e di rinnovare integralmente la truppa dei nostri onorevoli rappresentanti, avendo cura che siano onorevoli anche di fatto.
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