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L'Inceneritore di Emiliano Di Matteo

di Christian Francia
1 minuto

Evviva! Finalmente abbiamo trovato colui che risolverà il problema dei rifiuti in Abruzzo: Emiliano Di Matteo.
Dopo essere andato, ovviamente a spese nostre, a visitare la Svezia (ma non dite per vacanza, usate l'espressione visita istituzionale), il nostro è tornato con un entusiasmo incontenibile e un'idea inattesa per uno che si definiva di destra: la grande rivoluzione culturale.
Come è noto, la rivoluzione culturale fu lanciata da Mao Zedong in Cina nel 1966, ben cinque anni prima che Di Matteo nascesse, e riscosse un notevole successo.
Mao cercò di fermare i riformisti al fine di ripristinare l'applicazione ortodossa del pensiero marxista-leninista.
Di Matteo, suo odierno emulo, spera di fermare l'ondata ambientalista per far riaffacciare nel campo delle ipotesi una vecchia ideuzza tanto cara ad alcuni rilevanti esponenti del PDL.
Quale? L'inceneritore naturalmente.
Il viaggio in Svezia è stato illuminante per il nostro consigliere regionale, il quale ha brillantemente illustrato in una videointervista il nocciolo della questione: piazzare al centro delle città dei bellissimi inceneritori, proprio in mezzo alle case, agli alberghi, a ridosso delle piste ciclabili, ad un centimetro da bambini e studenti.
Per fare questo anche da noi, prosegue il nuovo Mao, occorre una grande rivoluzione culturale.
E lo credo. Oggi sembra proprio che la popolazione non la pensi esattamente così, come da ultimo registrato con un referendum dove si è sfiorato il 100% di NO alle centrali nucleari.
Comunque sono convinto che Di Matteo ce la farà. Io mi permetto di dargli due consigli: o ci porta qualche studio che certifichi con certezza scientifica che quella che esce dagli inceneritori è aria fresca, oppure paga un bel viaggio in Svezia a tutti gli abruzzesi per convincerli.
Io ho già la valigia pronta.
 

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Commenti

Christian apprezzo molto il vostro lavoro su questo blog, ne apprezzo sopratutto l'onestà e la disponibilità, ne apprezzo i gesti che seppur piccoli sono sempre molto significativi. Il vostro è un esempio di democrazia grandioso, dove le pari opportunità e uguaglianza civile sono al primo posto. Mi riferisco al fatto che nonostante tutto ancora parlate dei pupazzi del Partito Delle Libertà Vigilate.... Non solo! Date pure voce alle loro "idee"!!!!! Viva la Libertà d'Informazione P.S. Io farei comunque un canale riservato....tipo: ..."aspetta aspetta! Mo parla uno del PDL (V)!!! Sentiamo che dice stavolta!!!_" Una striscia di satira magari, con le vignette ecc..
ma come siamo messi bene....in svezia perche' non c'è rimasto?L'inceneritore lo puo' fare ad ancarano sotto casa sua...poi un altro a sant'egidio e un altro sempre in val vibrata dove vuole lui...cosi' finalmente inizieremo a liberarci di un peso....quello dei rifiuti politici.
MA A NESSUNO VIENE IN MENTE DI USARE QUELL'IMMENSO INCENERITORE NATURALE CHE SI TROVA IN SILILIA. PARLO DELL'ETNA NATURALMENTE, MA FORSE I COSTI DI GESTIONE SONO TROPPO BASSI (QUASI NULLI) E NON CI GUADAGNA NIENTE NESSUNO. P.S. PER I SAPIENTONI CHE SUBITO DIRANNO CHE SI INQUINEREBBE L'ARIA, DICO SOLAMENTE CHE A QUELLE TEMPERATURE..................................................
ma boletus.. dico... scherzi si? no perchè se scherzi puoi anche far sorridere ma se dici davvero sei messo davvero malino.. ma ci sei mai stato sull'etna? ma lo sai come funziona un vulcano? ma tu credi che davvero il vulcano è come lo disegnano i bambini con l'orlo dove ti ci puoi affacciare e dentro la lava che bolle? ma hai mai sentito parlare di piogge di ceneri? sai cosa sono le bocche laterali? ma dico... ma prima di aprire la bocca, qualche nozione???
Naturalmente ci sono quelli che mi telefonano per dirmi come mai gli inceneritori non si dovrebbero fare. Ecco alcuni motivi facilmente reperibili ed integrabili: 1. Mancata redditività. Senza Cip 6 non se ne farebbero. Dopo che furono tolti ai nuovi inceneritori, la gara per completare quello di Acerra andò deserta e Prodi li reintrodusse con un apposito decreto per i tre nuovi impianti previsti in Campania. 2. L'incenerimento è una scelta alternativa alla raccolta differenziata. Se le quantità di rifiuti conferiti a un inceneritore diminuissero e il forno non lavorasse a pieno regime, il deficit economico crescerebbe. 3. Ogni mezza parola i politici dicono che dobbiamo stare in Europa. Eppure l'incenerimento è l'opposto delle indicazioni europee sul trattamento dei rifiuti, che prevedono, in ordine: la riduzione, la raccolta differenziata e il riciclaggio, il recupero energetico senza combustione (fermentazione anaerobica della frazione organica), il recupero energetico con combustione. 4. Per la parte indifferenziata residua conviene il Trattamento Meccanico-Biologico rispetto all'incenerimento in termini di costi d'investimento, recupero di materia, guadagno economico, impatto ambientale e sulla salute, smaltimento finale dei minimi residui inerti. 5. Di fronte alla (pseudo)argomentazione che le emissioni del traffico siano maggiori di quelle degli inceneritori, trattasi di una corbelleria logica. Non si possono paragonare le mele con il prosciutto. Le emissioni degli inceneritori vanno confrontate con quelle di altri sistemi di trattamento dei rifiuti; quelle del nostro patrimonio edilizio con quelle di case costruite meglio; quelle del traffico automobilistico con quelle di altri sistemi di trasporto. 6. Le nanopolveri possono essere causa di tumori. 7. A chi dice che l'incenerimento smaltisce i rifiuti, basta citare la legge di Lavoisier ("in una reazione chimica nulla si crea, nulla si distrugge, tutto ciò che c'era prima si trova anche dopo che la reazione è avvenuta"). Se un consigliere regionale, per di più avvocato, si avventura nell'opera di convincimento dell'opinione pubblica relativa alla bontà di una scelta scellerata in termini economici ed ecologici qual è l'incenerimento, dovrebbe portare a supporto prove scientifiche schiaccianti che, nonostante la campagna mediatica in corso, ancora non si vedono. Anzi, da quel poco che vedo, i Di Matteo contribuiscono a far crescere il numero di coloro che giustamente temono gli inceneritori e li rifiutano.
Non solo, caro chri. Io aggiungerei che: 1) le apparecchiature di misurazione non sono abbastanza sofisticate e sensibili da rilevare la presenza di sostanze tossiche all’uscita dei camini poiché sono diluite in enormi quantità di gas (ed è così che fanno per dimostrare che dagli impianti esce aria fresca). Se invece le stesse apparecchiature vengono posizionate ad una certa distanza saranno in grado senz'altro di rilevare concentrazioni e accumulo di sostanze tossiche. Ndr: Ciò è risaputo da chi dovrebbe tutelare la salute della popolazione e che sino ad oggi si oppone, sistematicamente, alla misura delle sostanze accumulate nei pressi (7 km) dai termovalorizzatori operanti. 2) Il controllo dei progetti è effettuato da istituzioni pubbliche che non sono tenute in alcun caso a sottoporlo ai rappresentanti dei comitati ambientalisti. Anche ammesso che gli impianti siano ritenuti pericolosi dai cittadini, non esiste nessuno strumento giuridico in grado di fermare un impianto neanche per pochi giorni. 3) I costi di produzione di energia con questa tecnica sono mascherati dai forti stanziamenti pubblici. In ultima analisi sono i cittadini a pagare l’impianto e le ditte che gestiscono gli impianti e che beneficiare dei guadagni. Per far tacere le opposizioni locali si regala acqua calda ed energia elettrica a tariffe agevolate: tanto i costi di impianto sono stati pagati da altri cittadini. CHE IL BUON DI MATTEO RIFLETTA, RIFLETTA E RIFLETTA SU CIO' CHE HA DETTO... E FACCIA MEA CULPA!!!!!!!!