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Clamoroso: Il futuro delle Province di Teramo e Pescara

di Christian Francia
7 minuti

Il quadro normativo è abbastanza chiaro da poter tracciare il profilo del destino delle Province di Teramo e Pescara. Vediamolo:
1) Chiarita definitivamente l’insostenibilità economica di due livelli di governo sovracomunali quali le Province e le Regioni, le Province si avviano a scomparire dalla Carta costituzionale non appena approvata una delle quattro proposte di legge costituzionale di soppressione depositate in Parlamento.
2) Frattanto lo svuotamento delle funzioni provinciali è stato sancito due volte, prima con il D.L. c.d. Salva Italia, poi con il D.L. n. 95 del 6 luglio scorso (Spending review), cui ha fatto seguito la deliberazione del Consiglio dei Ministri del 20 luglio che ha definito i due criteri per il riordino delle Province, cioè la dimensione territoriale e la popolazione residente. Sulla scorta dei criteri individuati le nuove Province dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati.
Si salvano solo Chieti (che possiede entrambi i requisiti) e L’Aquila (che ha solo il requisito dell’estensione, ma essendo Capoluogo di Regione viene comunque conservata).
Ma si badi, anche Chieti e L’Aquila come tutte le Province superstiti verranno svuotate di funzioni, quindi coloro che esultano per la salvezza hanno ben poco da festeggiare se si considerino le residue competenze che rimarranno in capo agli enti provinciali.
3) Pescara potrebbe unirsi a Chieti o a Teramo o a tutte e due.
4) Teramo, dalle ipotesi allo studio, potrebbe fondersi con L’Aquila, oppure con Pescara, ovvero con Pescara e Chieti o, in ultimo, con Ascoli Piceno.
Questa ultima ipotesi credo resti solo nella fantasia poiché, trattandosi di Regioni diverse, per rendere praticabile l’operazione ci sarebbe bisogno di infinite lungaggini procedurali che non credo vedranno mai la luce.
5) Teramo-L’Aquila. Ipotesi non solo difficile da digerire per le differenze storico-politiche, ma anche per le difficoltà logistiche di collegamento fra le due città.
6) Teramo-Pescara-Chieti. Sarebbe la soluzione ideale in questo momento, perché lo svuotamento di funzioni incoraggia gli accorpamenti più ampi possibili che consentano le maggiori economie di scala. Inoltre se la sede fosse stabilita a Pescara sarebbe baricentrica e ben collegata sia a Teramo che a Chieti.
7) Teramo-Pescara. È l’ipotesi che verrà più probabilmente proposta al Governo dal Consiglio delle autonomie locali (CAL) dell’Abruzzo. Il perché è facilmente immaginabile: intanto nel 1927 Teramo dovette cedere quasi metà dei propri Comuni per la costituzione della nuova Provincia di Pescara, quindi oltre trenta Comuni oggi pescaresi appartengono storicamente alla Provincia teramana, ragione per cui problemi socio-antropologici non ve ne sono; in secondo luogo le infrastrutture viabili e il collegamento ferroviario garantiscono ampiamente l’integrazione, considerato pure che già da anni numerosi Comuni del teramano gravitano di fatto nell’orbita pescarese (Pineto, Atri, Silvi e i Comuni della vallata del Fino); in terzo luogo l’omogeneità del tessuto sociale, industriale e paesaggistico-ambientale sono ulteriori importanti argomenti in senso favorevole (l’unica controindicazione è la Val Vibrata che gravita molto di più sul territorio Piceno).
8) Di certo Teramo ha perso i gradi di città capoluogo, ma purtroppo non da oggi, bensì da almeno 50 anni, così come li ha persi Chieti pur conservando il simulacro dell’Ente Provincia. Oggi l’unica città abruzzese di rilievo nazionale è Pescara, e questo dato di fatto non può essere smentito perché comprovabile sia a livello di popolazione residente, sia a livello degli indicatori economici e produttivi.
Converrà togliersi quanto prima dalla testa la spocchia dell’illustre passato, perché Teramo oggi non conta in nessun campo più di Assisi o di Spoleto, più di Giulianova o di Roseto. La nuova sfida sarà trovare le ragioni di rilancio, individuare le prospettive di sviluppo che possano caratterizzare una città anonima da decenni al pari di Viterbo, Latina, Frosinone, Isernia, Benevento o Rieti solo per citarne alcune limitrofe.
9) Nei prossimi giorni il Governo trasmetterà la citata deliberazione del Consiglio dei Ministri del 20 luglio al Consiglio delle autonomie locali (CAL) di ciascuna Regione, al fine di acquisirne (come sancito dall’art. 17 comma 3 del D.L. sulla Spending review) “entro quaranta giorni dalla data di trasmissione (…) un piano di riduzioni e accorpamenti relativo alle province ubicate nel territorio della rispettiva regione”.
Lo stesso Governo ci informa che “La proposta finale sarà trasmessa da CAL e Regioni interessate al governo, il quale provvederà all’effettiva riduzione delle province promuovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura”.
Orbene, considerato che il D.L. sulla Spending review verrà discusso al Senato – al fine della conversione in legge – il prossimo 26 luglio con la proposizione della fiducia da parte del Governo, nel caso in cui il Parlamento non modifichi le disposizioni relative alle Province (cosa molto probabile a causa del voto di fiducia), la palla passerà alle decisioni che adotterà il CAL.
10) Il Consiglio delle Autonomie Locali dell’Abruzzo (da ultimo nominato con decreto del 22 maggio scorso) è composto di venti membri: otto componenti di diritto (i Presidenti delle 4 Province della Regione e i Sindaci dei 4 Comuni capoluogo delle stesse) e dodici rappresentanti degli Enti locali eletti tra i Sindaci di Comuni non capoluogo.
Il CAL avrà il delicato compito di formulare la proposta di riordino delle Province al Governo.
Chi sono costoro? Senza entrare nel dettaglio, 11 membri sono del PDL (o di area centrodestra) e 9 sono del PD (o di area centrosinistra).
Quindi sarà il PDL a formulare la proposta finale di accorpamento, con una avvertenza: dei 12 rappresentanti degli Enti locali ben 4 sindaci appartengono alla Provincia di L’Aquila, altri 4 sono della Provincia di Chieti, e solo 2 sindaci sono rispettivamente della Provincia di Teramo e di quella di Pescara (per Teramo ci sono Luciano Monticelli sindaco di Pineto e Enio Pavone sindaco di Roseto).
Non sfugge che proprio Teramo e Pescara, a cagione di una minore rappresentatività, potrebbero essere penalizzate in sede di decisione, dato che 12 membri del CAL rappresentano L’Aquila e Chieti, e solo 8 membri rappresentano Teramo e Pescara.
Se ragioni partitiche del PDL non dovessero prevalere, gli interessi campanilistici potrebbero portare L’Aquila e Chieti a spartirsi il bottino: la prima annettendo Teramo, la seconda Pescara.
11) Resta fermo che, sancita l’inutilità delle Province, diverrà d’obbligo eliminare tutti i Consorzi (industriali, di bonifica, di gestione dei rifiuti, BIM, bum, bam, ecc.); gli ATO; le Prefetture; gli enti parco; aziende speciali; organismi regionali di ogni natura (considerato peraltro che tale pletora di enti pubblici esercitano funzioni sovrapposte a quelle degli enti locali).
12) Purtroppo, le novità normative hanno indotto Sindaci e Presidenti di Provincia abruzzesi ad un orgasmo permanente che ha quale effetto collaterale l’incontinenza verbale. Sopporteremo e vi aggiorneremo con la massima sollecitudine sui fatti di maggiore rilievo.


 

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Commenti

almeno a LAquila togliamogli le sedi regionali, che manco vengono usate e tutto gira intorno a Pescara. dove si è vista mai una Regione che ha due sedi, con tutto quel che ne consegue in termini di costi, di personale, di spostamenti, di auto blu ecc.ecc.???
APPELLO AI TERAMANI PRESENTI NELLE ISTITUZIONI PER DIFENDERE TERAMO CITTA’ CAPOLUOGO DI PROVINCIA Nelle mattinata di ieri, (venerdì 20 luglio 2012), senza la consultazione degli enti territoriali interessati (Province) un provvedimento antidemocratico del Governo Monti, teso alla razionalizzazione dell’economia, ha deciso di fatto la cancellazione della storica Provincia di Teramo con i suoi 312mila residenti. Giunti a questo punto, sembra quasi inutile ricordare che ben altre potevano essere le misure di revisione della spesa pubblica come ad esempio gli accorpamenti dei pletorici ministeri nazionali, con il loro enorme e costoso apparato burocratico. Al contrario vengono stravolte, con soppressioni e accorpamenti anomali le nostre Province: organismi statali periferici consolidatisi nel tempo oltre che sanciti dalla nostra Costituzione. L’assetto geo-politico del nostro Paese e i confini dei nostri territori, costruiti nel corso dei secoli da epiche lotte di popolo e da assemblee costituenti, non possono essere ridisegnati disinvoltamente da Monti e dai suoi Ministri, come il gioco del “Monopoli”. Per questi motivi, Teramo Nostra lancia un appello ai teramani presenti nelle Istituzioni per difendere il territorio della Provincia e quindi Teramo Città Capoluogo negli organismi preposti e far vivere la questione con un dibattito tra i cittadini elettori. Tra i “santi in paradiso” che abbiamo oggi noi teramani elenchiamo il Presidente della Giunta Regionale Gianni Chiodi che a tutt’oggi non ha preso alcuna posizione a difesa della sua Città di origine. E tra gli “angeli” che dovrebbero avere in custodia la nostra Teramo elenchiamo: Sen. Paolo Tancredi , On. Augusto Di Stanislao , On. Carla Castellani , On. Tommaso Ginoble Gli Assessori della Giunta Regionale: Paolo Gatti , Mauro Di Dalmazio , Giandonato Morra I Consiglieri Regionali del Teramano: Claudio Ruffini, Cesare D’Alessandro, Giuseppe Di Luca, Emiliano Di Matteo, Lanfranco Venturoni , Berardo Rabbuffo e la numerosa squadra di Teramani negli organismi dirigenziali della Giunta e del Consiglio Regionale. A tutti i teramani elencati, chiediamo di intervenire tempestivamente rapportandosi anche con i concittadini-elettori. Teramo Nostra riconosce invece l’impegno profuso dal Presidente della Provincia di Teramo Valter Catarra, cui va il nostro plauso, per la difesa della nostra Provincia. Teramo Nostra, al fianco del Presidente Catarra, organizza un Comitato permanente che nei prossimi giorni manifesterà il dissenso nei confronti di questo provvedimento che penalizza la nostra Provincia, presentando anche proposte alternative. Ci auguriamo che anche il Sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, prenda presto iniziative concrete per difendere il ruolo di Teramo Città Capoluogo, con la collaborazione della nostra associazione. Nelle ultime ore, a seguito della grave decisione del Governo Monti, sono tanti i concittadini teramani che si stanno unendo a Teramo Nostra per appoggiare questa protesta. Come sempre non getteremo la spugna e continueremo a batterci, al loro fianco, per difendere la nostra Provincia e Teramo Città Capoluogo. Associazione Culturale "TERAMO NOSTRA" - 21/07/2012

La prima seduta del Cal dovrebbe esserci l' 11 settembre....Come al solito, anche questa volta siamo in ritardo perche' sono mesi che siamo stati eletti e ancora non riusciamo ad insediarci. Lunedi mattina scrivero' nuovamente al Presidente del Consiglio Regionale Pagano affinche' anticipi di alcune settimane l'insediamento ufficiale, visto il momento cosi' delicato, anche durante le ferie estive.....Forse, e' questo un parere del tutto personale, era meglio abolirle tutte le province. Immagino una battaglia durissima . Ricordiamoci per un'attimo la questione Regioni..Chi non ricorda Catanzaro/Reggio Calabria e L'Aquila/Pescara...Chi ha qualche idea o vuol fare proposte scrivetemi tramite posta elettronica sindaco@comune.pineto.te.it e tramite facebook. Aiutatemi perche' la vedo dura....Grazie Luciano Monticelli

Sibilla ma te l'ha raccontato mai nessuno cosa accadde nel 1970? Un'abbozzo di guerra civile in Calabria ed in Abruzzo, ragione del contendere il capoluogo di regione. La soluzione fu in entrambi i casi di compromesso: in Calabria Reggio capoluogo con significate attribuzioni di sedi amministrative a Cosenza, in Abruzzo stessa cosa con L'Aquila e Pescara. Credimi fu un momento veramente brutto.
Per una volta mi trovo d'accordo con un provvedimento del gov. Monti. Io spero in un accorpamento trans-regionale con Ascoli Piceno anche se lo "vedo" abbastanza utopico...ahimè!
sì, Bakunin, ma allora non si badava a spese! dunque, in tema di spending review, da cittadina PRETENDO un risparmio in tal senso. e concordo ancora col Sindaco Monticelli: se abolivamo tutte le Province, era meglio (tra l'altro, i compiti che gli hanno lasciato sono ridicoli).
È possibile richiedere il doppio capoluogo, con chiunque si vada. Gli esempi in Italia già ci sono. Qualora ci sia una prova di forza da parte delle altre città abruzzesi, se è vero come è vero che nell'immediato non è possibile andare con Ascoli, questo non esclude di MINACCIARE SERIAMENTE un referendum per il passaggio della provincia, o di tutti i comuni che saranno d'accordo, alle Marche. Ci vorranno uno, due o tre anni, ma è possibile farlo.
Il Toscana si salva solo Firenze...faranno una provincia grande quanto una regione, o una regione grande quanto una provincia? Dilemma! Comunque sia il caso Toscano è quanto mai sintomatico: non ci si può basare su metri quadri o abitanti ma sul buon senso! Ancor più buon senso sarebbe tagliare altri tipi di spese...ma questa è un'altra storia
Spero che l'associazione "Teramo nostra" ricorra e raccolga le firme necessarie da depositare presso il Tribunale dei diritti civili dell'Aja per poter dichiarare il Territorio Teramano libero indipendente e sovrano vincolato alla Costituzione Italiana cosiccome lo è sempre stato...poi che andasse il nostro prof a dare spiegazioni a quesi signori...
L'accorpamento con Ascoli la vedo una strada difficilmente percorribile per i tempi....riprendiamoci tutti quei Comuni che abbiamo lasciato per la nascita della Provincia di Pescara e accorpiamo Pescara alla Provincia di Teramo.
Non può essere per il tanto meglio tanto peggio. Signori intanto accorpano, poi per la soppressione se ne parla. Le province per eliminarle bisogna riformare la costituzione e non si farà mai. Resta il fatto che finire con i lupi vuol dire la fine. Ricordiamoci l' ultima del sindaco dimissionario che mai si dimette e piange. Cialente. Ha bloccato anche il recupero , anche se solo parziale, del vecchio manicomio....Signori per me c'è da tirare fuori quello che serve. Ovvero le ...
E' una vita che dico che la soppressione delle province non serve a niente e ora tutti al lupo al lupo....ci lasceranno soli e si prenderanno tutto signori miei questa e' la tragica realta'. Scendiamo in piazza per la nostro cara amata provincia di teramo altrimenti come dice l'amico sotto i lupi ci sbraneranno..L'antipolitica e un gruppo di tecnocrati sono stati capaci di fare questo affamare un popolo riempirlo di tasse e mortificarlo fino alla fame, c'e' bisogno di politica per questi motivi, questa gente non si rende conto minimamente.
Monticelli e Pavone, i due sindaci teramani membri del CAL, proprio perchè sindaci di Comuni della costa e pure della costa sud della Provincia (quindi già gravitanti nell'orbita pescarese), dovrebbero cercare di unire gli otto voti dei rappresentanti delle Province di Teramo e Pescara e convincere i sei rappresentanti chietini a non vendere Teramo a L'Aquila (sei membri hanno pure i rappresentanti aquilani). Se non riusciranno in questo diverremo la casa al mare degli aquilani, se dovessero riuscirci diverremo la Provincia adriatica più interessante (sempre che si riesca ad unire tutte e tre le province di Teramo, Pescara e Chieti). Ma andrebbe bene pure se il Governo ci concedesse di formare la Provincia di Teramo-Pescara, anche se l'intenzione di ridurre a 40 il numero complessivo delle Province mi induce a ritenere che gli accorpamenti dovranno essere fatti giocoforza con Province già salve e non fra due Province spacciate che insieme raggiungano i requisiti, altrimenti il numero finale sarebbe ben maggiore di 40. Varrà comunque la pena di provarci, sempre che gli aquilani non siano bravi a convincere i chietini che Teramo non conta nulla e che sarebbe anche un loro interesse svenderci a L'Aquila.
Mi sento della Provincia di Teramo e la difendero'. Luciano Monticelli

Eliminare una Provincia, oltre all’ente e Prefettura, significa perdere tutte le sedi provinciali di uffici e Direzioni provinciali di qualsiasi genere, Inps, Inail, finanziarie, del Tesoro, scolastiche……. Ed anche di ordini professionali, associazioni di imprese, graduatorie personale scolastico………. e persino sportive. E’ ovvio che con un accorpamento con l’Aquila tutto ciò che è Ufficio, Direzione, Associazione provinciale avrà sede a l’Aquila. Cosa vuol dire?: posti di lavoro, minore possibilità di spesa, nessun beneficio economico per la popolazione teramana e neanche amministrativo (bisognerà andare a l’Aquila). I risparmi (eventuali) saranno incassati a livello nazionale e verranno tolti al territorio teramano (non colpisce solo Teramo in quegli uffici lavorano persone residenti in tutta la provincia) Non capisco cosa ci sia da gioire, a meno che non siate dell’Aquila o di Chieti. Diverremo ancora più poveri, avremo meno lavoro ed in nostri figli nasceranno in provincia dell’Aquila.

Antonio Topitti

che bello..andremo a votare.......finalmente x candidati che rappresentano la costa,e basta con la casta banko/massonica teramana delfico. e anche il Monticello che ha investito sinora sulle nomenclature teramo/dipendenti.....magari si candiderà alle tremiti.
"Allora, negli anni 70, non si badava a spese". Cara Sibilla, in parte è vero, ma in seguito, dagli anni 90 ad oggi gli sprechi sono raddoppiati. Prima di raccattare soldi eliminando qualche provincia o danneggiando la sanità, la scuola pubblica, i pensionati e i lavoratori, con tutto ciò che ne consegue, sarebbe preferibile PRETENDERE una lotta seria alla corruzione e agli arricchimenti illeciti, e conti alla mano l'Italia sarebbe un paese ricco, senza bisogno di "professori" al governo, addetti alla macelleria sociale per far quadrare i conti senza intaccare i poteri forti, leciti e illeciti. Negli anni 70 c'era un'opposizione politica e sociale. Dalla fine degli anni 80 in poi, c'è stata l'omologazione. E' stata questa, a mio parere, la iattura più grande per il nostro paese.
Noi sogniamo le Marche......i comuni della val vibrata in provincia di AP!!!!!!!!!!!!