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Biotestamento. Senza se e senza ma

di Christian Francia
3 minuti

Ho già fatto biotestamento. È stato il mio autoregalo di compleanno di due anni fa.
Vorrei pacatamente esprimere la mia opinione di ateo felice.
Prescindo in questa sede da considerazioni culturali e filosofiche, per soffermarmi su quelle di buon senso e di carattere pseudogiuridico.
Il nostro ordinamento qualifica come indisponibili il diritto alla vita, la libertà personale, i diritti civili sanciti dalla Costituzione.
Ovviamente lo spirito di tali norme non poggia sulle radici cristiane o sulla sacralità della vita, bensì su più prosaiche ragioni di coesione ed uguaglianza sociale, oltre che di tutela di situazioni di debolezza (evitare che qualcuno possa cedere la propria vita, la propria libertà o il proprio corpo quando lo stato di necessità in ipotesi ve lo costringa).
Perfino il delitto di omicidio del consenziente non tutela la vita in sè, bensì l'eterodisposizione della vita da parte di chi non ne sia il legittimo proprietario.
Il suicidio, infatti, non è reato non solo quando il "colpevole" viene meno, ma non è reato nemmeno l'ipotesi di tentato suicidio (quando il "reo" ben potrebbe essere processato).
La morale è semplice: la vita è indisponibile nei confronti altrui (così come è illecito vendere i propri organi, farsi ridurre in schiavitù, rinunciare ai propri diritti civili), ma è ben disponibile per il legittimo proprietario, che infatti può farla cessare a piacimento (onore e gloria a Mario Monicelli).
Io rivendico il diritto all'autodeterminazione e considero una gravissima violazione della mia dignità la pretesa di chicchessia di non voler riconoscere il mio diritto a disporre di me stesso.
L'intrusione volgare e irrispettosa nella mia vita non la accetto.
Ciascuno disponga liberamente di se stesso, chieda di essere mantenuto artificialmente in vita in caso di stato vegetativo permanente ed io sarò il primo a rispettare tale volontà, ma per favore nessuno mi imponga di vivere contro il mio legittimo desiderio nel caso in cui capiti a me.
E nessuno usi la parola "relativismo" in una accezione negativa, poichè ciò che davvero è negativo è l'integralismo, il dogmatismo, l'assolutismo e il fondamentalismo.
Esiste già, a determinate condizioni, l'interruzione volontaria di gravidanza; esiste il rifiuto consapevole dei trattamenti sanitari salvavita (art. 32 comma 2° della Costituzione; si pensi ai Testimoni di Geova che rifiutano per motivi religiosi le trasfusioni di sangue anche quando ciò comporti morte certa).
Io invoco in tempi celeri il riconoscimento del diritto di disporre anticipatamente del proprio corpo nell'eventualità in cui si versi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte (consenso informato) per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti, malattie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione.
Ma con la classe politica che abbiamo siamo condannati a vivere e a soffrire come Giobbe, rassegnati ai tempi biblici del parlamento.
Se almeno avessi la pazienza di Giobbe...

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Commenti

grazie.
Vi auguro di allestire ben presto i banchetti per la raccolta di firme dell'ennesimo referendum.
sicuramente non appena srà pubblicato l'editto Papale, mascherato da legge dello stato, scritto a 6 mani tra gasparri, sacconi e giovanardi. Capisco che la marmaglia ignorante le faccia cosi paura, sig. ferrari, ma purtroppo c'è e lei, dall'alto delle sue teorie filosofiche, non può farci nulla.
il problema è: chi si sente"vocato" dal suo immaginario dio, non può permetterti di scegliere per il suo immaginario! altrimenti il castello di trascendenze,che s'è costruito, credendo ai libri che la CEI, sin da piccolo, gli ha fatto, leggere, crolla e senza il salvagente delle sue convinzioni come giustifica il mondo clericale che permea tutta l'umanità!
Senza se e senza ma mi sembra un buon inizio di dogma... Comunque, la risposta, credo, sia nell'ordinamento giuridico e la evidenzi lo stesso Francia quando giustamente afferma : "la vita è indisponibile nei confronti altrui (così come è illecito vendere i propri organi, farsi ridurre in schiavitù, rinunciare ai propri diritti civili)" Cosa c'è da cambiare? Il giuramento di Ippocrate? Su quale grado di conoscenze scientifiche, poi, si dovrebbe prestare il proprio consenso? Vi sarebbero tante altre domande, che per economia di spazio non avanzo. In parlamento ci sono i rappresentanti eletti dal popolo, non arrocchiamoci su posizioni di diffidenza! Comunque, in maniera laica, va accettato ciò che gli organi preposti, discutono, approvano, promulgano. Immagino che credere nella Provvidenza sia forse poco di moda, ma consiglio a tutti di rileggere le righe finali dei Promessi Sposi per riassaporare il ..." sugo della storia" .
O Cri', ma se posso rinunciare alla mia vita, perchè non posso vendere i miei organi? il maggiore contiene il minore, o no? E perchè dovrei aspettare di versare in condizioni di incoscienza, perchè non dovrei poter farlo da cosciente? E' ben strano un diritto che posso esercitare solo per procuratore e non quando avrei la facoltà e la possibilità di esprimere un consenso hic et nunc. E poi, se da malato posso togliermi (o farmi togliere) la vita per un fine "egoistico" (cone enormi virgolette, eh) come il non soffrire, perché non posso da sano farmi togliere la vita, ad esempio, per donare un organo a mio figlio, a mio fratello, a mio padre, a chi mi pare, alla scienza? Mi pare che l'altruismo meriti ben maggior considerazione. E se il fine ultimo è evitare la sofferenza, perchè non posso cheidere che venga ucciso mio figlio ("mio" retorico, grazie a Dio!!) che soffre per una malattia incurabile, come avvienne già in Olanda? O vogliamo essere così crudeli da tenere in vita bambini che soffrono? Sull'articolo 32 Costituzione, ti rimando alla solfa noiosa che ho scritto in replica a Rosario sui commenti all'articolo di Ferrari.
Eccezioni di Micaletti accolte. Estendiamo diritti e libertà. Uno alla volta però, sapete, i politici nostrani non sono proprio degli stacanovisti...
Un merito è indiscutibile....finalmente Rosario Papili (che abbraccio) è stato placato dal furore cristofobico. Mi pare ovvio che 10 minuti di pausa lavorativa al giorno siano "principio non negoziabile" per il FIOM pensiero, mentre sulla vita è più trendy essere "pro-choise".
clerofobico e laicocredentefobico Pietro, Cristo non si comporterebbe come i suoi presunti ed autoreferenziali rappresentanti in terra
inoltre si farebbe meno pippe filosofiche ;-)
Bene Crì, ma non basta. Se io posso chiedere che mio figlio di pochi anni sia fatto morire, perché non posso chiedere lo stesso per mio (sempre "mio" retorico, per carità) padre/nonno/zio ridotto alls demenza da una malattia? Mica quelli valgono meno di un bambino... E poi, pensiamo a tutti quei reparti psichiatrici pieni di malati che dalal nascita non distinguono la mamma da un termosifone, che non avrebbero nessuna possibilità di reinserirsi nella società (con buona pace di Basaglia). Persone legate alle sbarre, ai letti, sedate perchè sennò, nella migliore delle ipotesi, mangiano la loro stessa cacca. Quella è siofferenza senza fine. Perchè i loro parenti non potrebbero chiedere che sia posta fine a quel travaglio? E ancora. Esistono mgiliaia - lo sappiamo bene - di bambini, adulti, vecchi che sono malati e non hanno nessuno. Non sarebbe equo permettere che i servizi sociali si facciano carico di scegliere per loro e decidere se farli semttere di soffrire o no? Sarebbe infatti una tirannia che se io ho un parente che può farmi morire, muoio; mentre se sono solo al mondo mi tocca continuare a vivere. Che dici Cri', estendiamo?
Non corriamo troppo, prima il biotestamento, poi discutiamo una cosa alla volta. Cerchiamo di ottenere diritti fondamentali, non cadiamo nella trappola del dove andremo a finire, perchè altrimenti dovremmo già suicidarci per il puttanaio nel quale siamo finiti oggi.
Mannaggia e io che credevo di non intervenire più......;-) @christian no, perchè suicidio, i TURBAMENTI si superano facilmente con qualche esenzione ICI in più, magari anche per i parenti degli esponenti del clero............ dopo aver sdoganato ADULTERIO, DIVORZIO e BLASFEMIA per il PUTTANIERE di ARCORE, potrebbe sempre succedere che per le SUE (del puttaniere) necessità si sdoganino anche il testamento biologico e l'eutanasia. @massimo tornando alla tua metafora automobilistica Se bambini e malati psichiatrici non possono guidare, vuoi togliere anche a me il diritto di guidare? Infine, ti riccordo, che parliamo di autodeterminazione e, che, la solitudine, non è sinonimo di incapacità di intendere e di volere, per cui il testamento biologico, anche se solo, lo puoi fare. ciao christian, ciao massimo certo che due che si chiamano CHRISTIAN e ROSARIO sostengono quello che sostengono.......
Eh, no, Cri': se parti dal presupposto che dare (o darsi, o farsi dare, che per te è la stessa cosa, anche se si tratta di situazioni molto diverse, e il punto sta proprio lì) la morte è un atto pietoso di sollievo dalla sofferenza; e se parti dall'ulteriore presupposto che dare (o darsi, o farsi dare) la morte sia un diritto fodnamentale che a nessuno può essere negato; allora devi concludere che quelle che io ti ho prospettato non sono indebite estensioni: sono semplicemente fattispecie cui si attaglia il diritto che tu presumi esistere. Se si sostiene che dare/darsi/farsi dare la morte per eliminare il dolore sia un diritto, allora è un diritto che deve spettare a tutti e deve poter essere esercitato anche da soggetti diversi dal titolare, nell'interesse di questi, anche se questi non è in grado di esprimere una sua volontà. Altrimenti, non è un diritto. Non perdiamoci nel "possibile" o nell'"uno alla volta": se adottassimo questo criterio, allora anche Tu non avresti dovuto fare biotestamento, datosi che nel nostro ordinamento non esiste. Però l'hai fattop, e lo hai reso pubblio, per aprire una discussione. Restiamo nella discussione, allora. Qundi, riprendiamo le obiezioni espresse nel mio ultimo post: estendiamo? @Rosario: il tuo esempio non calza. Sai che Tu non hai diritto di guidare? Tu puoi guidare finché lo Stato te lo consente: se ti toglie la patente, Tu non guidi. Se si trattasse di un diritto umano, lo Stato potrebbe al limte comprimerlo (ad esempio il carcere comprime la libertà personale), ma non negartelo. Come ho giò replicato a Christian, se si sostiene che dare/darsi/farsi dare la morte per eliminare il dolore sia un diritto, allora è un diritto che deve spettare a tutti e deve poter essere esercitato anche da soggetti diversi dal titolare, nell'interesse di questi, anche se questi non è in grado di esprimere una sua volontà. Altrimenti, non è un diritto.
Il discrimine è che sia verificata con sicurezza la volontà del soggetto che vuole disporre della propria vita (e lo stesso soggetto non deve trovarsi in condizione di necessità, bisogno, forza maggiore, impossibilità di decidere serenamente per se stesso, incapacità, ecc.). Se parliamo di soggetti incapaci di intendere e/o di volere, allora non è possibile estendere alcun diritto. Mi sembra chiaro, no?
"Se parliamo di soggetti incapaci di intendere e/o di volere, allora non è possibile estendere alcun diritto. Mi sembra chiaro, no? ". Manco un po'. Cri', non confondere la titolarità del diritto con il suo esercizio. Tu sai bene che una persona incapace (minore, malato mentale, soggetto in coma) è titolare dei diritti e delle libertà fondamentali, ma non può esercitarli. Per questo la legge prevede dei soggetti che li esercitino al posto loro, nel loro interesse: il papà che porta a spasso un bimbo in un giorno di sole esercita il diritto alla libertà personale del poppante che da solo non può certo spingersi il passeggino. Per il minore c'è di regola il genitore, per la persona con problemi mentali c'è il tutore etc. Ai sensi e per gli effetti degli articoli 2 e 3 della Costituzione, tutti sono titolari dei diritti e delle libertà fondamentali, anche coloro che non possono esercitarli. Quindi, se per Te dare/darsi/farsi dare la morte per smettere di soffrire è "un diritto ed una libertà", non c'è nessun motivo per non estenderlo ai bimbi malati incurabili, agli ospiti dei manicomi (anche se adesso non si chiamano più così), ai depressi, a tutte le persone in coma irreversibile nell'interesse delle quali un tutore potrebbe tranquillamente decidere per la morte. Tu stesso, nel rispondere al mio primo post (20/1/2011 ore 19:07) hai ammesso la possibilità di estendere tale "diritto" al caso del bimbo incurabile, che è chiaramente un incapace rispetto al quale sarebbe il genitore a decidere. Se davvero è un diritto, non averne paura: dillo che si può attuare anche sugli incapaci, su coloro che non possono e non hanno mai potuto decidere. Se è nel loro interesse, che problema c'è? Che diritto sarebbe, altrimenti?
Eh, eh, eh... Non dirò certo quello che ti piacerebbe sentir dire ma che non penso affatto. Trattasi di diritto da riconoscere solo per coloro che siano capaci di intendere e di volere, poichè allo stato della scienza non possiamo certo essere certi che sia nell'interesse degli incapaci morire per una valutazione del tutore.
Bene. Però l'hai ammesso a proposito del minore: non mi serve Tu lo dica, Tu lo hai già detto. E ti informo che il Tribunale di Firenze (per ora, per fortuna, unico in Italia) ha accordato tale facoltà all'amministratore di sostegno. E che il caso Englaro si regge su quella famosa "estensione" che Tu hai pudore ad accordare ma che è conseguenza logico-giuridica inevitabile delle premesse che Tu stesso poni. Quello che tu dichiari, quello in cui dici di credere, contiene già tutto. Se la precondizione per esserne titolari è la capacità di intendere e volere, allora non chiamarli "diritti" o "libertà" fondamentali". Non confondere libertà e volontà. Chiamali per quelli che sono: "pretese". Discutibili, pericolose, non tutelabili se non a prezzo di rivolgimenti intollerabili per l'ordinamento, che è in primis impegnato a far vivere dignitosamente chi soffre, e non a cercare scorciatoie travestite da progresso. Allo stato attuale, se i medici fossero formati decorosamente, sul punto, praticamente tutte le forme di dolore fisico sono curabili: rifletti. Le pubblicazioni scientifiche sono piene di aritcoli sul punto. Rifletti pure sul fatto che negli hospice - strutture per malati terminali, che sono una cosa ben diversa dagli ospedali - non c'è nessuna richiesta eutanasica: perchè? Rifletti anche sul fatto che recentissime ricerche psicologiche testimoniano il senso di colpa che prende i familiari che hanno dato esecuzione ai testamenti biologici negli Stati dove essi sono previsti. E' come l'aborto: all'inizio sollievo, poi senso di colpa. Insomma, Crì: e se con quel testamento biologico ci avvolgiamo il pesce e speriamo nell'amore di chi ci è accanto e nella scienza di chi ci cura?
FRANCIA, VIVA LA FRANCIA ! Francia: il Senato si pronuncia contro l’“eutanasia” Con 172 voti contrari e 142 a favore, il Senato francese ha respinto una proposta di legge che di fatto avrebbe introdotto nel paese “una morte medicalmente assistita” per i malati terminali. La proposta, fatto abbastanza singolare, era stata presentata congiuntamente da tre senatori di diversa appartenenza, Jean-Pierre Godefroy (socialista), Alain Fouché (UMP, maggioranza di governo) et Guy Fischer (comunista). Un dibattito molto acceso nonostante l’ora tarda e che ha registrato la presenza di tutti i nomi più importanti dell’assemblea francese, a conferma dell’interesse portato all’argomento in questione. La discussione ha di fatto riguardato soprattutto l’articolo primo della proposta che recita: “Qualsiasi persona nelle sue piene facoltà e maggiorenne, in fase avanzata o terminale d’una affezione accidentale o patologica grave e incurabile, che le arreca sofferenza fisica o psichica che non può essere alleviata o che essa reputa insopportabile, può chiedere di beneficiare (…) di assistenza medica che consenta, con atto deliberato, una morte rapida ed indolore”. Il ministro della Sanità Xavier Bertrand, con l’ausilio del Larousse, ha parlato di “eutanasia”, contraria ai fondamenti giuridici francesi, ritenendo anche che “i malati d’Alzheimer non potrebbero esprimere in merito la propria volontà libera ed cosciente” tralasciando il fatto che la proposta in discussione prevedeva anche la facoltà di un testamento biologico. Il ministro si è invece espresso, come altri, per lo sviluppo di sistemi palliativi (Libération). Il relatore dell proposta, il socialista Pierre Godefroy, ha fatto riferimento al caso del tetraplegico Vincent Hubert che nel 2003 venne aiutato a morire dalla propria madre: “Poiché non voglio più vivere situazioni del genere, voglio una legge che faccia in modo che la società venga in aiuto alla persona che (…) ha fatto richiesta [di morire]” mentre Muguette Dini, presidente della commissione affari sociali, ha esortato: “Non arrogatevi il diritto di decidere al posto di coloro che, lucidamente, hanno scelto il momento di mettere fine alle loro sofferenze. Non rubategli l’ultima libertà”. “Il governo spinge i francesi che non ne possono più di soffrire, a nascondersi per morire in condizione talvolta estremamente brutali, sempre in glandestinità” aggiunge l’associazione AMDMD che da anni si batte per il diritto a morire con dignità (Le Monde). Ed ancora, Ronan Kerdraon, senatore socialista ha fatto notare come non votando quella proposta di legge, si crea una disuguaglianza tra i francesi che possono permettersi di andare a morire all’estero e quelli meno abbienti che devono sottostare invece ai voleri dei medici. Il Senato francese fa di fatto ritenuto sufficiente la Legge Leonetti del 2005, legge che sostanzialmente riconosce il diritto del malato terminale cosciente a rifiutare l’accanimento terapeutico. Libération osserva ancora nel suo articolo che, “stranamente, nonostante l’età abbastanza elevata dei senatori, nessuno di loro ha espresso un proprio desiderio sulla fine della propria vita”.