Ho già fatto biotestamento. È stato il mio autoregalo di compleanno di due anni fa.
Vorrei pacatamente esprimere la mia opinione di ateo felice.
Prescindo in questa sede da considerazioni culturali e filosofiche, per soffermarmi su quelle di buon senso e di carattere pseudogiuridico.
Il nostro ordinamento qualifica come indisponibili il diritto alla vita, la libertà personale, i diritti civili sanciti dalla Costituzione.
Ovviamente lo spirito di tali norme non poggia sulle radici cristiane o sulla sacralità della vita, bensì su più prosaiche ragioni di coesione ed uguaglianza sociale, oltre che di tutela di situazioni di debolezza (evitare che qualcuno possa cedere la propria vita, la propria libertà o il proprio corpo quando lo stato di necessità in ipotesi ve lo costringa).
Perfino il delitto di omicidio del consenziente non tutela la vita in sè, bensì l'eterodisposizione della vita da parte di chi non ne sia il legittimo proprietario.
Il suicidio, infatti, non è reato non solo quando il "colpevole" viene meno, ma non è reato nemmeno l'ipotesi di tentato suicidio (quando il "reo" ben potrebbe essere processato).
La morale è semplice: la vita è indisponibile nei confronti altrui (così come è illecito vendere i propri organi, farsi ridurre in schiavitù, rinunciare ai propri diritti civili), ma è ben disponibile per il legittimo proprietario, che infatti può farla cessare a piacimento (onore e gloria a Mario Monicelli).
Io rivendico il diritto all'autodeterminazione e considero una gravissima violazione della mia dignità la pretesa di chicchessia di non voler riconoscere il mio diritto a disporre di me stesso.
L'intrusione volgare e irrispettosa nella mia vita non la accetto.
Ciascuno disponga liberamente di se stesso, chieda di essere mantenuto artificialmente in vita in caso di stato vegetativo permanente ed io sarò il primo a rispettare tale volontà, ma per favore nessuno mi imponga di vivere contro il mio legittimo desiderio nel caso in cui capiti a me.
E nessuno usi la parola "relativismo" in una accezione negativa, poichè ciò che davvero è negativo è l'integralismo, il dogmatismo, l'assolutismo e il fondamentalismo.
Esiste già, a determinate condizioni, l'interruzione volontaria di gravidanza; esiste il rifiuto consapevole dei trattamenti sanitari salvavita (art. 32 comma 2° della Costituzione; si pensi ai Testimoni di Geova che rifiutano per motivi religiosi le trasfusioni di sangue anche quando ciò comporti morte certa).
Io invoco in tempi celeri il riconoscimento del diritto di disporre anticipatamente del proprio corpo nell'eventualità in cui si versi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte (consenso informato) per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti, malattie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione.
Ma con la classe politica che abbiamo siamo condannati a vivere e a soffrire come Giobbe, rassegnati ai tempi biblici del parlamento.
Se almeno avessi la pazienza di Giobbe...
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