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PD: il limite della decenza

di Christian Francia
2 minuti

Esiste un limite al masochismo? Gli iscritti al PD sembrano non conoscerlo e continuano a farsi sodomizzare dai propri dirigenti, deduco anche traendone una consistente soddisfazione.
Sottolineo gli ultimi due accadimenti anomali.
1) Gli artificieri del PD (leggi: il senatore Franchi) hanno disinnescato la bomba Mastromauro, il quale da possibile candidato al Parlamento rappresentava una minaccia per il duo Ginoble-Verticelli.
Così adesso il gatto e la volpe hanno la strada spianata per Roma e per contropartita offriranno i loro voti a Mastromauro nella nuova veste di candidato consigliere regionale (con la stessa operazione si dovrebbe rottamare Claudio Ruffini).

2) Circa la questione Province la posizione ufficiale del PD, esplicitata in più di un’occasione dal segretario regionale del partito Silvio Paolucci, è quella di formare due province: L’Aquila-Teramo e Pescara-Chieti con la città adriatica capoluogo. Paolucci prende atto con nonchalance, appena una settimana fa, che mezzo partito ha abbandonato la linea condivisa (in quanto i consiglieri regionali Giuseppe Di Pangrazio, Claudio Ruffini, Giuseppe Di Luca e Giovanni D’Amico hanno espresso il loro parere favorevole relativamente all’istituzione della provincia unica dell’Abruzzo) e cosa fa? Fa spallucce senza pretendere coerenza, senza redarguire i consiglieri allo sbaraglio oppure rimettere le proprie dimissioni per acclarata incapacità di comando.

Ora, di fronte a situazioni pietose che si ripetono all’infinito, l’unica cosa che torna alla mente è la sindrome di Nanni Moretti, della quale soffrono tutti gli iscritti al PD, i quali come una giaculatoria continuano a ripetersi il morettiano “Continuiamo così, facciamoci del male”.
Come siamo lontani dallo spirito più elevato espresso dall’italianità, come siamo lontani dall’immensa frase di Luigi Einaudi: “Conoscere per deliberare”. Qui si disconosce, ci si foderano gli occhi con il prosciutto deliberatamente, oppure si conosce e – nonostante “la conoscenza del peggio” (grande libro di Manlio Sgalambro) – si continua in un masochismo senza gloria, in un vizio privato che genera mostri, che innalza agli altari i Paolucci, i Ginoble e i Verticelli.
Bene così. Finché la base è pronta ad ingoiare qualsiasi rospo, si può tentare di farle ingoiare scarafaggi, coccodrilli, iene, squali ed ogni genere di prelibatezze.


 

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Commenti

Ho sempre votato prima PCI poi PDS poi DS poi PD, ma GIURO (!!!!!!) che se troverò il nome di Ginoble o Verticelli o Franchi nelle liste, stavolta voto SEl o M5S..... e tanti la pensano come me!!!!
No, caro Christian, non ingoiamo tutto, ma non si butta il bambino con l'acqua.......
@Pier Giorgio: su Franchi non ci conterei, è un pochino avanti con gli anni, ma a sentire Christian è ancora capace di orientare qualcuno. Ma è così scontato che saranno Ginoble e Verticelli i candidati per il PD alla camera? Io non ci giurerei. Poi sul fatto che il segretario regionale sia ancora lì e non pensa a dimettersi... beh questa è un'altra storia, ma i rinnovi delle cariche si fanno nei congressi, non siamo ai tempi di Stalin che bastava una "purga" per togliersi di torno qualcuno.
io voterò GINOBLE o VERTICELLI che sia... ... con un bel GNURAND sulla scheda... vediamo quanti GNURAND totalizzano i due?!?!?!?!?!?!? poveri noi!!!
Wow! L'inizio dell'articolo, dove si parla degli iscritti al PD che lo prendono in quel posto dai dirigenti del loro partito, con la sottolineatura che evidentemente a loro piace pure, è scuola di eleganza. Ma non sarà che il vero obiettivo dell'articolo è solo quello di mettere in risalto quanto affermato nell'introduzione, piuttosto che le note-opinioni-illazioni del suo autore? Un pò come quel "vaffanculo" al termine di un altro articolo qui apparso, a firma dello stesso soggetto... Dott. Francia, si faccia per primo lei un esame di coscienza su quale debba essere il (suo) limite della decenza. P.S. - e il bello è che gli iscritti al PD, perlomeno sino ad ora, nemmeno si indignano un pochino...
Il problema non è questo o quel nome, anche se i nomi per la loro storia contano, altro ché se contano. Piuttosto per un vecchio uomo di sinistra, che ha letto e riletto la storia di questa nazione e delle lotte della classe operaia e dei loro dirigenti, leggere certi nomi, che nulla hanno a che fare con la storia del partito e dei milioni di cittadini che a quel partito hanno dato il cuore e le emozioni, intelligenze e contributi materiali, mi arreca le stimmate del male oscuro. Non è quindi l'insipienza dell'uomo di Roseto o del suo alter ego giuliese, della loro pochezza politica fuori dal quartiere d'elezione a sgomentarmi, quanto l'estraneità totale dell'uno e dell'altro agli interessi reali della società italiana ed abruzzese in particolare, e più specificamente teramana. Sono questi a rappresentarmi? Sono questi i testimoni dei miei ideali? Sinceramente no. Preferisco il bosco ombroso o le pagine di un libro, o se Dio vorrà, una preghiera di laico che si interroga in silenzio, totalmente tristemente estraniato.
Ieri pomeriggio a Teleponte erano ospiti il vicesegretario provinciale del PD Mariani e il Deputato Ginoble. Il primo inizia con le primarie e annuncia la necessità di un forte rinnovamento, mentre il secondo conferma la sua volontà di ricandidarsi alla Camera, suscitando un evidente compiacimento da parte di Mariani, forse soddisfatto della disponibilità di un volto nuovo del PD. Certi giovani condottieri di questo partito sembrano messi lì per far numero o per rappresentare la vecchia nomenklatura che ha ridotto il centrosinistra all'opposizione su quasi tutto il territorio provinciale. Fossi nei panni dei delusi di questo PD non sprecherei il voto per scrivere qualcosa sulla scheda che non farà testo, ma seguirei Pier Giorgio cercando un'alternativa che abbia qualche contenuto riferibile alla sinistra. L'annullamento del voto o l'astensione è il male minore per la cattiva politica, che i suoi voti clientelari li ha sempre in cassaforte. Caro Bakunin, in democrazia si può sfiduciare seduta stante chi non si dimostra all'altezza delle responsabilità che ricopre. Avviene per i governi, per i sindaci e i presidenti, non vedo perchè non possano essere sfiduciati (da organismi democratici o dalla base, non da Stalin) i dirigenti di un partito. Forse il problema è un altro: non ci sono i numeri per imporre un vero ricambio e di questo passo non ci saranno nemmeno al prossimo congresso, quando a contare saranno i pacchetti delle tessere esibite dai soliti noti che riavranno la possibilità di continuare a farsi rappresentare da Mariani, Verrocchio e Paolucci, i giovani fedeli alla linea.
Caro E-lettore: penso di aver chiarito ampiamente che non sono iscritto al PD, ho lasciato dal 2000 quello che era diventato il PCI nel quale avevo militato dal 1967, non so se da allora è cambiato qualcosa nelle regole interne riguardo ai congressi, fino a quando vi ho militato i congressi si svolgevano con le persone, cioè una testa un voto, mai esistiti i pacchetti di tessere e mi sembra improbabile che oggi possa essere così. Riguardo alla sfiducia nei confronti di qualunque segretario se non ne vedono la necessità gli aderenti i continui richiami alla necessità di dimettersi rivolti da chi, oltretutto, politicamente la pensa in maniera diametralmente opposta non credo che possano sortire effetti. Mi pare che, nonostante tutto, stando ai sondaggi il PD goda di buona salute, ma viene additato come un coacervo di viscidi personaggi attaccati alla poltrona, eppure... eppure da dati statistici pubblicati da fonti non sospette i suoi parlamentari mediamente hanno una anzianità di poco più di due legislature, il suo quadro dirigente locale e nazionale dal 1994 ad oggi è stato radicalmente cambiato almeno cinque o sei volte, possibilissimo che non sia stato cambiato al meglio ma è cambiato, da qualche altra parte mi pare che i nomi dei maggiorenti siano sempre gli stessi, o mi sbaglio? Pur non militando un quel partito ne seguo attentamente attentamente le vicende ed il travaglio e non condivido che la "discussione interna" sia sempre mostrata come "rissa", la varietà di posizioni è una ricchezza e la discussione dovrebbe servire a far emergere le posizioni migliori, a volte ci si riesce altre no. Quello che penso manchi al PD è un ritorno al "centralismo democratico" per cui dopo la sintesi tra posizioni diverse o il netto affermarsi di una posizione sull'altra tutti si adeguano alla "linea" comune, da tante altre parti vedo invece che impera il "centralismo burocratico" per cui decide il padrone del partito ed è legge.
Alla prima riunione utile in cui presenteranno i candidati, se sarà presente il candidato Ginoble chiederò pubblicamente di spiegarmi quale grandi successi ed obiettivi ha raggiunto il signor Ginoble dopo 5 anni di parlamento. Sono curioso di ascoltare la risposta.
@Bakunin. Ai congressi locali, come sai, votano i tesserati che eleggono i dirigenti locali e i delegati, i quali a livello regionale e nazionale eleggono gli organismi dirigenti, compresi i candidati alle primarie che di volta in volta vengono sostenuti. Nel PCI contava più la politica, la discussione, il fare, la denuncia e un condiviso centralismo democratico. Oggi invece contano e "arricchiscono" le "diversità di posizioni" con le relative rappresentanze ad ogni livello politico e istituzionale. Il partito moderno (non solo il PD), alla ex DC per intenderci, funziona come una spa in cui le azioni diventano le tessere, i voti, i capitali necessari per eleggere delegati e gruppi dirigenti. Anche per questo il centralismo democratico è inattuabile. Nessuno o quasi rinuncia al proprio orticello per la causa comune che dovrebbe essere il bene collettivo. Alle ultime elezioni politiche il PD, se non ricordo male, era messo meglio di quanto non lo sia oggi. Nonostante i disastri berlusconiani ha perso consensi e non mi sembra granchè dignitoso per il più grande partito preposto all'opposizione. La "diversità di posizioni" non riesce più a mascherare una corsa al centro che sempre di più ha omologato il PD all'esistente, alla filosofia dei liberi mercati e dei liberi profitti. E' questo che personalmente mi preoccupa, e non l'età anagrafica di certi nuovi "filosofi" alla Cacciari. Spero che il PD possa cambiare e sono dalla parte di quei giovani e meno giovani che non vogliono rassegnarsi a gestire un presente senza futuro, ma "il gioco" delle candidature che si va profilando per le poltrone che contano, non mi pare che sia un segnale di cambiamento. La parte migliore del PD non dovrebbe accettare decisioni prese a tavolino dai soliti ignoti, ma dovrebbero con unità d'intenti e non solo singolarmente rivendicare con forza il diritto a discuterne, decidere e cambiare.
leggo dal commento di E-LETTORE che io forse ero compiaciuto /compiacente sulla ricandidatura di Ginoble. 1)ho detto che approvo qualsiasi candidatura solo tramite primarie 2) mi auguro che ci sia una nuova dignitosa legge elettorale 3) sono abituato a metterci la faccia sempre,i miei genitori sono impiegati statali avulsi dalla politica, non capisco chi mi avrebbe scelto,se non la gente che mi ha votato ad ogni competizione in cui mi sono misurato. Comunque nel rispetto della liberta' di pensiero accetto la sua opinione e colgo l'occasione per fornirle il mio indirizzo mail per accordarci per un caffe' (se gradisce),perchè avrei il piacere di confrontarmi con lei per ascoltare i suoi consigli su come migliorare il partito. marianisandro1@virgilio.it
Caro E-lettore fai prima a prendere appuntamento con Ginoble per dare i tuoi consigli. Mica tutti solo liberi di esprimere la propria opinione!
Signor Sandro Mariani, il suo sorriso dopo l'annuncio dell'autocandidatura di Ginoble non mi era parso ironico e mi ha fatto pensare a una sua condivisione, ma se così non era le chiedo scusa, anche se i conti non tornano in ogni caso. Alle primarie del PD hanno diritto di candidarsi tutti, a prescindere dalla considerazione di cui si gode nel partito e dei meriti acquisiti nell'attività politica svolta? Immagino di si. Ma in questo caso il partito non sceglie chi sostenere fra i vari candidati alle primarie? Oppure ogni corrente (di "pensiero") porta avanti i propri rappresentanti, come avviene per il candidato premier? Da un dirigente mi aspetto un'opinione chiara nel merito delle questioni sollevate e anche sui contenuti che un Deputato e-o Senatore dovrebbero rappresentare in Parlamento. Non limitarsi a un rimando, che sa di pilatesco, agli elettori che dovranno scegliere un loro candidato. La reticenza dà l'idea di una mancanza di contenuti o di autonomia. Un partito che fa Politica dovrebbe essere l'avanguardia delle masse e in grado di indirizzarle verso la scelta che si ritiene più giusta nell'interesse delle stesse. La sintesi di un intellettuale collettivo e non una confusa e continua disputa fra galletti per il dominio del pollaio come purtroppo, e sottolineo purtroppo, esso appare. E' solo una mia opinione ovviamente. La ringrazio per la sua disponibilità al confronto che preferisco non privato. La saluto. PS A proposito di confronto... Un accenno alle scelte economiche del governo Monti? Mi aspettavo che anche Ginoble come aspirante candidato alla Camera dei Deputati si fosse espresso in proposito, ma così non è stato. Chiedo troppo?
E-LETTORE concordo con lei in molti punti del suo intervento. attendo di sentire e vedere qualcuno che nel nostro partito annunci la propria candidatura alla camera e una volta visti i nomi sapra' la mia posizione,come e' giusto che sia1 visto che un dirigente di partito deve dire come la pensa con chiarezza sempre! poi san pancrazio che mi conosce cosi' bene da sapere che sono incompetente sa gia' che faro' campagna elettorale per ginoble!