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Decrescita Infelice / Rientro Amaro (I Masai e il Bilderberg)

di Pietro Ferrari
5 minuti

Ebbi la fortuna di visitare nel 2004 la Tanzania e di partecipare ad un safari. Fu un'esperienza straordinaria e suggestiva perchè mi accorsi che l'elemento naturalistico e gli animali, erano qualcosa di assolutamente dominante. Mi sentivo come si sentirebbe un elefante fermo al semaforo a New York....fuori luogo. Un turista qualunque io, stordito dalle meraviglie di questo mondo tra cui quella della fierezza dei masai. I fieri guerrieri della savana premono sul governo della Tanzania per ottenere un’autostrada di 400 chilometri che dovrebbe tagliare in due l’immenso parco del Serengeti. L’ecosistema sarebbe minacciato, unitamente al businnes dei safari, ma agli ecologisti ribattono: “non siamo turisti, anche noi abbiamo diritto allo sviluppo”. Biologi, rangers e attivisti lanciano appelli per fermare il cantiere, ma il capo tribù (già parlamentare della Tanzania) Moringe ole Parkipuni ribatte: “Non aspettiamo altro, ora ci vogliono due ore per l’ospedale più vicino…ma gli animali sono più importanti degli esseri umani?”. Sapremmo noi, riscaldarci ancora con i falò, andare a Giulianova a piedi in mezzo alle paludi, mangiare una volta al giorno, bere acqua non potabile, andare a caccia e curarci con le pozioni fatte dagli sciamani? I masai hanno già perso molti villaggi per far posto alle riserve di caccia per gli sceicchi del Golfo ma oggi hanno contro i professori di Princeton, gruppi su facebook, Unesco e la Società zoologica di Francoforte. L’autostrada che collegherebbe la città di Arusha con le rive del Lago Vittoria, taglierebbe in due il parco. Due volte l’anno milioni tra gnu e zebre attraversano la zona per giungere in Kenia…questo autentico spettacolo della natura  con la presenza di predatori come iene, leoni e leopardi (e fiumi pieni di alligatori) che cercano lauti pasti, attira duecentomila turisti ogni anno. A Ovest ci sono un milione e mezzo di abitanti in un’area sottosviluppata anche per gli standards della Tanzania, che vogliono collegarsi al centro del Paese, ma se le mandrie non dovessero più guadare il fiume Mara soccombendo di fame e di sete, si ridurrebbero da un milione a trecentomila esemplari. Forse la soluzione è quella indicata da Nature: evitare di asfaltare solo il tratto di strada (una cinquantina di chilometri) che attraverserà il parco. In effetti il turismo dà lavoro a centinaia di migliaia di persone in Tanzania e la meraviglia del Serengeti è un patrimonio assoluto della Terra. I diseredati dell’Ovest e i guerrieri che sfidano i leoni con le loro danze ipnotiche e i loro bastoni di austeri pastori della savana, avrebbero almeno la possibilità di uno sviluppo economico. Questa vicenda dovrebbe insegnare molto a noi occidentali, ricchi, con mille comodità e in perenne ansia con la sindrome NIMBY, tentati dalle teorie sulla cosiddetta ‘decrescita felice’. Il Club di Roma che già da anni prepara un clima favorevole ad un cambiamento di mentalità in Occidente, non è solo. Paul Joseph Watson (Fonte: Infowars.com) ci svela lo scambio di informazioni tra gli organizzatori della conferenza Bilderberg 2010: questi 'elitisti' considerano le persone con reddito medio 'una minaccia' ai loro ordini del giorno e sono intenti ad abbassare il tenore di vita mediante un aumento della povertà con sistemi per indebolire le popolazioni introducendo tasse più elevate, misure di austerità, prelievi fiscali sul CO2 ed altri loschi progetti. I dettagli della conversazione sono stati rivelati da Charlie Skelton negli ultimi blog Bilderberg per il sito web «Guardian». L’élite vede un ceto medio prosperoso, o persino coloro che stanno beneficiando di un reddito più modesto, come 'minaccia' contro il loro monopolio di potere. Effettuando la loro promessa 'di una rivoluzione postindustriale', alleata con 'un’economia verde' che in realtà paralizzerà le economie una volta prospere, gli 'elitisti' sperano di rendere tutta la popolazione povera al punto che la loro principale preoccupazione non sarà più quella di protestare contro la riunione di 200 elitari presso una località di villeggiatura di lusso ma quella di come arrivare alla fine del mese. I poveri della Terra intanto insorgono per avere una minima parte del nostro benessere. Due miliardi tra cinesi e indiani vogliono i nostri elettrodomestici e i nostri standards sociali, centinaia di milioni tra latinoamericani e africani si oppongono alle politiche sui biocarburanti che sottraggono terre all’agricoltura e ai progetti che pretendono di lasciare quelle terre meravigliose solo come ‘paradisi per turisti’. Questa vicenda dovrebbe insegnarci una volta per tutte che di insostenibile, c’è soprattutto il sottosviluppo.

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Commenti

Charlie Skelton come Assange, dunque. Rivelazioni apocalittiche, le sue, che però - mi sembra - non hanno avuto nessun risalto mediatico. Vuoi vedere che i Bildberg sono davvero i padroni della terra?
Assange si occupa di vernecchie, catalogate al quarto grado della segretezza. Roba utilissima per infastidire, non per denunciare. Il bluff scoperto dagli hackers sulle e-mail dei professori dello IPCC che ammettono la frottola del global warming non è mai apparso sui tiggì...
il global warming sarebbe una frottola? ma come? ci hanno fatto vedere tutti quegli orsi bianchi relegati su una lastrina di ghiaccio, in attesa della fine... io mi ero pure commossa... lei, avvocato, sta distruggendo tutte le mie certezze! ;) Scherzi a parte, lei non crede nel contributo antropico al degrado del pianeta? Non soffro di sindrome NIMBY, ma sono convinta che si possa trovare una modalità di sviluppo economico meno aggressiva.
ebbene sì...per loro stessa ammissione.
Siete sicuri? Ferrari e Falconi la strana coppia.
Intervengo un po' confuso dai contenuti di questo post. Ho letto con interesse e condivio in pieno la prima parte ma sono rimasto stupefatto dalla seconda. Non capisco cosa c'entri la situazione di povertà e sfruttamento in cui versano i paesi più poveri del nostro pianeta (povertà figlia del dominio politico ed economico dell'occidente, grazie alla loro povertà noi siamo ricchi), la necessità che accrescano il loro livello di benessere e le teorie della decrescita. Naturalmente queste teorie (che nascono in occidente e si rivolgono all'occidente) non propugnano il ritorno al medioevo o all'età della pietra, non vogliono che di punto in bianco si torni ad andare a giulianova a piedi o con l'asino, semplicemente partono da un'idea ben precisa: puntare ancora sulla crescita infinita del PIL non è più sostenibile nè sul piano ecologico, nè economico nè sociale? E' lo dicono proprio alla luce della necessità che anche i paesi più poveri raggiungano livelli di benessere accettabili: se in futuro tutti consumassero come l'occidente il pianeta non reggerebbe, non avrebbe risorse a sufficienza per tutti. Certo, sono teorie ancora in costruzione, piene di limiti e punti deboli ma secondo me hanno posto una questione che i politici occidentali dovranno inevitabilmente affrontare, o siamo in grado di trasformare il nostro sistema economico decrescendo senza perdere in ben vivere oppure dovremo lottare armi in pugno per costringere i paesi poveri a rimanere tali (il contrario che combattere il sottosviluppo). Per quanto riguarda le affermazioni su Bilderberg, le elitè e il complotto mondiale (anzi il complotto mondiale ecologista!!) che dire...che il mondo sia governato da elitè economiche, politiche e militari non c'è dubbio. Il mercato capitalistico e le istituzioni internazionali sono tutto tranne che trasparenti e democratiche ma da questo a passare alla vecchia teoria del gruppo Bilderberg che controlla il mondo...e per di più attraverso lo sviluppo della green economy intesa come strumento per mettere in ginocchio le classi medie occidentali...mi sembra proprio che non regga. Le elitè vogliono il potere e il denaro ma vogliono anche una società pacificata che permetta di fare affari liberamente. Far scomparire la classe media e rendere le società occidentali più povere sarebbe una follia perchè restringerebbe la platea dei consumatori di massa (massificati anche cerebralmente) penalizzando l'economia mondiale e quindi loro stessi e acuirebbe le tensioni sociali nei singoli paesi cosa che potrebbe portare a un risveglio delle coscienze e delle lotte politiche. Infine due parole sulla sindrome NIMBY: questo acronimo viene usato in maniera dispregiativa per indicare quelle che, per me, sono oggi tra le più belle espressioni di vitalità e di democrazia delle nostre società: i conflitti territoriali in cui i cittadini ri riprendono in mano la loro vita e si oppongono alla realizzazione di opere che nella stragrande maggioranza sono inutili e dannose. In altre parole sono proteste che partono dal basso contro le decisioni prese dall'alto da quelle elite economiche e politiche che tengono in mano il potere. Infatti sono tutti contro i ribelli: giornali, televisioni, politici, imprenditori...tutti. Chi protesta non è detto che abbia per principio sempre ragione ma pone comunque una domanda di democrazia e partecipazione quasi sempre inascoltata. Il giorno che i politici saranno in grado di affrontare con serenità una protesta accettando il confronto, mantenendo una completa trasparenza e trattando i cittadini come preziosi collaboratori da cui si possono apprendere molte cose e non come un problema, beh, vedrete che il nostro paese non sarà più ostaggio delle proteste locali.
@Gennaro, nel capitolo sull'ecologismo del mio libro Cronache Contemporanee (non è elegante autocitarsi e mi scuso), tratto complessivamente il problema che si dipana in modo complesso. In estrema sintesi: 1) l'avanzare di nuove potenze sconvolgerà il quadro delle gerarchìe politiche ed economiche (dollaro e USA tremano, l'Europa è uno addirittura uno zombie), da qui la necessità di frenarne l'ascesa. Non a caso già dagli anni '70 negli ambienti di potere anglosassoni viene propagato il mito della 'decrescita felice'; 2) cruciale sarà allora la politica di potenza dei blocchi geopolitici, specie in chiave energetica, infrastrutturale e di accaparramento delle risorse e della loro gestione. Basti pensare che solo la Cina tra 40 anni consumerà tutto il petrolio che oggi viene consumato in tutto il mondo; 3) il neo-malthusianesimo (che è una raffinatissima forma di razzismo eugenetico) si è fuso con l'ecologismo e trova nell'ONU le sue massime espressioni di dominio culturale, presupposti del Pensiero Unico, base di un Governo Mondiale; 4) tali teorie si basano sulla contraffazione dei dati e sulla demonizzazione delle posizioni contrarie e ciò è stato dimostrato, anche involontariamente, nello scandalo che ha visto partecipe ad esempio Phil Jones; 5) la speculazione finanziaria ha già ipotecato il mercato dei 'diritti ad inquinare' che rappresenteranno l'ennesimo affare dopo l'esplosione delle bolle immobiliari; 6) Più le decisioni strategiche saranno concentrate in organismi internazionali ineleggibili, in autocrazie apolidi e minore sarà il peso specifico di quella spinta dal basso delle comunità locali; 7) Se oggi applicassimo il Protocollo di Kyoto in Europa, scoppierebbe una guerra civile devastante perchè l'economìa in fase di ristagno verrebbe stroncata e perderebbero il lavoro un'enormità di persone; 8) se è vero che la paura è spesso uno strumento di potere, questo vale anche per quei poteri che holliwudianamente minacciano catastrofismi ed apocalissi. Rimpiango, davanti a questi sciacalli senza volto, i vecchi colonialismi paternalistici che almeno costruivano scuole, strade, ponti....non c'è cosa peggiore di essere schiavi con l'illusione di essere liberi. Pietro Ferrari
Sul cosiddetto global warming: http://www.youtube.com/watch?v=kJyDshDCXOE