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Teramo una città di morti: La fine del Castello della Monica

di Anonimo
1 minuto

Pura poesia.
A voi il video di Fabrizio Primoli.
Ah la nostra Teramo!

Guardate cosa sta perdendo per incuria e ignoranza la Nostra Città.
 

 

Fabrizio Primoli

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Potevamo arrivare all'eccellenza a Teramo con la vera meritocrazia
Sarà un decennio ke è abbandonato... Ma l'articolo spunta ora.... SIETE FAZIOSI DA FARE SCHIFO !!!!! Voglio sperare che Sig. Francia fosse in ferie mentre manifestava.... Pubblicalo se hai coraggio Falcó !!!

Grattaballe, so chi sei. Il Castello è così da sempre, ma gli annunci del sindaco Brucchi hanno superato i decibel dell'assurdo.
Per quanto riguardo l'Avv. Francia, ovviamente era in ferie, ovviamente perchè non è così folle da partecipare a una manifestazione con moglie e figli e rilascaire le intervsite anche a tele Kabul, ovviamente gli comunicherò la sua identità. Pronto per un bell'articolo su di lei. Leggerà, coraggioso.

I pensieri confusi del sig." Grattaballe ".
Ma che spettacolo!!! Non c'ero mai "entrata" ahimè. Faziosi? Piuttosto... scomodi.

Il Castello è in questo stato dal 1978, quando è divenuto di proprietà comunale: ossia, da 35 anni. Da 35 anni ci ripetono che non ci sono soldi, che ci sono altre priorità, che ora non si può intervenire. 35 anni di immobilismo, di ignoranza e di inettitudine. Mentre il nostro patrimonio artistico, con il Castello e i suoi affreschi, se ne va.

In qualsiasi altro paese dell'Universo un posto del genere verrebbe tenuto come uno specchio e fatto oggetto di accessi a pagamento a turisti, visitatori, scuole e televisioni per raccontarne la storia, mostrare gli affreschi. Insomma una vera miniera d'oro per un paese che ha delle forti tradizioni storico culturali. Ho visto monumenti meno importanti in giro per l'italia trasformati in piccoli gioiellil da amministrazioni attente alla cultura e che non hanno avuto paura anche di ricorrere a capitali privati pur di non perdere le proprie radici storiche. Teramo copre la storia di erbacce e immondizia, cementa le fondamenta e le pietre degli anfiteatri, si permette di oltraggiare i suoi abitanti con la realizzazione di un mostro nella rotonda al centro della città. Questo è disprezzo per le proprie origini e anche ignoranza per quello che questo monumento rappresenta.
La voglia dei cittadini di partecipare democraticamente va sempre difesa... ricordo il sig. Primoli come fiero oppositore di una richiesta popolare di referendum per lo stadio Comunale. Teramo ha bisogno di partecipazione, meritocrazia e amministratori seri e vicino alle esigenze del cittadino. Il video è bello, la tristezza è tanta...
La fine miseranda riservata al Castello Della Monica conferma quanto io ebbi a dire nel mio intervento in consiglio comunale all'atto dell'approvazione della delibera che faceva acquisire il castello dalla famiglia che lo possedeva e che non lo manuteneva. Dissi che l'intenzione era non quella di risolvere i problemi di manutenzione (che non c'erano e non ci sono stati in seguito), ma quella di risolvere i problemi (economici) della famiglia Della Monica, allora in difficoltà. Ri solti i problemi della famiglia, non sono stati risolti quelli del Castello.
Ci sono musei di valore inferiore a quello che teniamo nascosto. con presidi si persone (addetti ciceroni ecc...) assunte dalla politica e dalla massoneria, e vogliamo la distruzione di un'opera d'arte di questa portata. Teramo nello scegliere i propri amministratori ha saputo solo distruggere ciò che aveva di meglio, costruendo solo porcherie, che portano il nome degli illustri che meritavamo. Ma tanto sono sicuro che non impareremo mai a votare, io non trasporterò più la mia mano presso nessun seggio ,viste le scelte effettuabili.
Riporto la parte finale di un ipotetico dialogo tra due amici, Integ e Apoc, sui beni culturali, sull’identità dei luoghi, ecc. pubblicato sul blog di Gaetano Bellone, Il Riformista. Vi si parla tra l’altro del nostro Castello e di un articolo apparso su un periodico della città. ………………………………………………. Integ- Ecco lo vedi che devi ammettere che qualcosa si muove e che piano piano Teramo si appresta a valorizzare la sua identità, la peculiarità di una cultura, la sua storia, la memoria… Apoc-Taci, maledetto, ti ho già detto che aborro questa parola ingannevole che quando non è vuota è piena di non poche nefandezze…la memoria…la storia, ma di che parli! Adesso ti faccio una bella lista della smemoratezza teramana e delle sue classi dirigenti, così alla rinfusa, partendo dal castello della Monica. Ah, che goduria, qui siamo all’assurdo. Dopo decenni di abbandono, preda della vegetazione spontanea, bivacco abusivo per drogati, oggetto delle più varie spogliazioni, da più di un anno esso è stato restaurato e ancora il comune non sa cosa fare dell’illustre maniero. Storie lunghe mezzo secolo, e adesso si fanno avanti, in quanti? una ventina, aziende che vorrebbero por mano alle antiche mura con un programma di intervento che anche il più fantasioso dei bricoleurs riuscirebbe ad immaginare. Su un mensile teramano compare un prolisso articolo non firmato in cui si dice che c’è il signor Leo Nodari capofila della lunga lista dei volenterosi disposti a fare questo e quest’altro. La lista è ricca, ambigua, versatile, oscura, polimorfa, tanto che a leggerla potrebbe comprendere di tutto e di più, dal bel ristorantino tra vecchie pietre per matrimoni chic, oppure un centro culturale non si sa bene che centro e che cultura, per arrivare alla espressione magica e risolutiva: bel Centro Polifunzionale capace di cucinare in men che non si dica un bel minestrone indigeribile a base di creatività giovanile, mostre internazionali, per proporre ai cittadini opportunità di partecipazione attiva e di protagonismo (sic!), attivare il turismo culturale, e così, ah che bello, recuperare l’identità culturale e territoriale. E’ chiaro che quando la politica è assente arrivano i maneggioni, veri peracottari che fiutano l’affare. Di centri polifunzionali dovuti alla perversa creatività della politica è disseminato il bel paese, ne abbiamo tanti dalle nostre parti, luoghi oscuri e cosi poco identitari che sono in molti ad averci messo le mani per le più varie fattispecie, esempio fulgido da noi il Centro della gammarana, un cult-mostro, dove chi arraffa araffa… ………………………... Per venire a noi: il video- in realtà un Power point di belle immagini- non vorrei che alimentasse l’illusione, come appare da alcuni interventi, che chissà quali capolavori ci celino all’interno della struttura già di per sé un’opera al limite del kitsch e che tuttavia costituisce una buona struttura per farci qualcosa. Occorre valutare bene spazi, ambienti, soprattutto prevedere una gestione capace di un’effettiva valorizzazione. Con la crisi del sistema museale italiano che con le sue centinaia di strutture incassa molto meno del solo Louvre in Francia, risulta assai difficile pensare ai contenuti e alla gestione del Della Monica. La cosa che che certamente dobbiamo evitare è che si costruisca qualcosa per poi darla al primo che si fa sotto: vedi ipogeo, generosamente concesso alla fondazione Crocetti e alla collezione della famiglia Tancredi. Sia ben chiaro: la cosa non mi dispiace. Ciò che dispiace è che il Comune si è trovato totalmente sprovveduto circa il da farsi. Se non hai qualche idea in testa hai voglia tu ad elaborare piani strategici