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IL DIGIUNO PER LA PACE

di Maria Cristina Marroni
3 minuti

Se a San Pietroburgo i leaders del G20 non hanno trovato una sintesi sulla questione siriana, restando “divisi a metà”, noi comuni mortali unanimemente rifiutiamo ogni ipotesi di guerra. Per questo domani ci uniremo nel digiuno voluto da Papa Francesco per la pace.
Domani sarà un giorno speciale: si alzerà una voce comune, forte e possente, di credenti e laici, “per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero”.

La pratica del digiuno
volontario come strumento per raggiungere una condizione di purezza spirituale è antichissima. Per sette o più giorni dovevano astenersi dal cibo i candidati ai misteri di Iside e Osiride e ai misteri di Eleusi. Anche la Pizia, sacerdotessa di Apollo nel santuario di Delfi, praticava per tre giorni consecutivi il digiuno prima di esternare i propri vaticini.

Recita la Nota pastorale della CEI, «Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza»: “Nella penitenza è coinvolto l’uomo nella sua totalità di corpo e di spirito: l’uomo che ha un corpo bisognoso di cibo e di riposo e l’uomo che pensa, progetta e prega; l’uomo che si appropria e si nutre delle cose e l’uomo che fa dono di esse; l’uomo che tende al possesso e al godimento dei beni e l’uomo che avverte l’esigenza di solidarietà che lo lega a tutti gli altri uomini. Digiuno e astinenza non sono forme di disprezzo del corpo, ma strumenti per rinvigorire lo spirito, rendendolo capace di esaltare, nel sincero dono di sé, la stessa corporeità della persona”.

Il digiuno di domani sarà dunque un grido unanime contro la guerra, che trova nella comunione e nella solidarietà la propria sostanza.

La guerra non è mai democratica. In antitesi a quanto avveniva in passato, oggi si muove guerra contro uno Stato non perché abbia violato i diritti dello Stato assalitore, ma per “motivi umanitari”. Francisco Suarez, teologo e giurista, rifiutava convintamente questa pratica, che avrebbe potuto con facilità trasformarsi in un pretesto.  “Ciò che taluni dicono, che i re supremi hanno il potere di reprimere gli illeciti commessi in tutto il globo, è del tutto falso, e viola ogni competenza di poteri ordinati; tale potestà non è stata data da Dio, e non è giustificabile razionalmente”.

Lo slogan della guerra fatta per la pace, perché si condanna l’attacco con armi chimiche avvenuto a Damasco il 21 agosto e di cui il regime di Assad viene ritenuto responsabile”, non convince. È l’alibi per riaffermare le ragioni di una superiorità morale e politica. “Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia”
(Otto von Bismarck).
Per questo domani digiunerò, pensando da un lato a Gesù Cristo e dall’altro al Mahatma Gandhi.




 

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Commenti

Stasera alle 19.00 sarò a Roma, in Piazza San Pietro, con un gruppo di amici. Sarà la festa della solidarietà, di laici e cattolici.
Ma la guerra verrà fatta tra i due capi di stato o andranno a bombardare tanti altri bambini? Firmando il nostro capo di governo quali morti vuole?
Iniziativa apprezzabile, ma..... Fin quando non saranno costretti a digiunare gli opulenti dei 5 continenti, c'è il rischio che i digiunanti pacifisti muoiano di fame.
Fa pensare il contrasto tra la manifestazione "Sport sotto le stelle" che si è svolta a Teramo centro e la Veglia di preghiera per la pace in Siria che contemporaneamente si stava celebrando in Cattedrale e in altre parrocchie della Forania di Teramo voluta da Papa Francesco.