Daje e Daje, la cipolla diventa aje! In fondo è così. A furia di insistere, pesi su pesi, gazebo su gazebo, fisher su fisher, anche la splendida pavimentazione della storica piazza Martiri, sta cedendo al peso dell'invadenza e goffaggine umana. L'agorà teramana si sta scrollando la polvere dell'andamento lento, il mutare del tempo trascorso a reggere manifestazioni di quartiere e sagre di ultima tradizione. In alcuni punti la situazione è di sommossa strutturale, una sorta di ribellione culturale. La soluzione immediata? Una manifestazione teramana. Un concetto di riconoscibilità. Made in Teramo. In poche parole sintesi culturale. Manutenzione e artisti di primo livello, dopo la partita del cuore, il torneo di calcetto, il monopoli umano, il risiko ma non rosico, ci piacerebbe qualcosa di simile alla voce della luna.
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