Cosa può esserci di più grave di una lavoratrice che dopo nove anni di lavoro venga licenziata mentre è all’ottavo mese di gravidanza?
Ci abbiamo pensato a lungo, ma di peggio c’è poco, a parte l’omicidio.
Questa lavoratrice è Rosella Gabrielli, ex dipendente della Provincia di Teramo e, poi, ex dipendente della società in house Teramo Lavoro Srl.
Come è ovvio, la Gabrielli ha chiesto giustizia e il Giudice del Lavoro di Teramo ha riconosciuto la illegittimità del licenziamento disponendone l’immediata reintegra e la corresponsione di tutti gli emolumenti medio tempore non percepiti.
Incredibilmente, però, dopo due mesi dalla decisione del Tribunale, colui che avrebbe dovuto ottemperare alla decisione esecutiva, l’Amministratore unico della società Teramo Lavoro tal Venanzio Cretarola, non ottempera né si pregia di manifestare i motivi di tale inopinata inerzia.
Grave, gravissimo, specie per una società pubblica.
Di necessità, il consigliere provinciale Sacco interroga il Presidente della Provincia, il quale è socio unico della società, per sapere cosa stia accadendo e come mai non si proceda senza indugio alla reintegra della lavoratrice.
Ed è allora che cadono le braccia, ma anche le gambe e la testa. Cade tutto.
Millenni di civiltà giuridica, la democrazia, l’equilibrio dei poteri, le lotte contro l’emarginazione, contro la disparità di genere.
Cade il concetto stesso di rappresentanza: Catarra dovrebbe essere il delegato della comunità provinciale a rappresentarla tutta intera e invece, arbitrariamente, lui non solo si rifiuta di rappresentarla ma, peggio, omette di compiere quello che è il suo preciso dovere: ordinare l’ottemperanza a una decisione del giudice e chiedere scusa a nome di tutti i cittadini teramani alla lavoratrice ingiustamente vessata.
Catarra non lo fa.
L’assessore provinciale al Lavoro Eva Guardiani, una donna, ripetiamo una donna, sottolineiamo una donna, ribadiamo una donna, non lo fa nemmeno lei.
Cosa rispondono?
Che “non sono stati informati”.
Che Teramo Lavoro “ha la sua gestione”.
La politica che abdica al suo ruolo, che si privatizza, che si scioglie da ogni vincolo di mandato per operare di testa propria e in dispregio degli ordini esecutivi dell’Autorità giudiziaria.
L’Italia è finita.
Teramo è finita.
Non ci resta che piangere.
La Redazione de “I Due Punti”
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Commenti
Da oggi Catarra non è il mio presidente della Provincia. Eva Guardiani non è il mio assessore provinciale al Lavoro. I Due Punti chiedono di essere annessi alla Provicnai di Paperopoli... tutto il resto è un fumetto.
Cara Chiara, ci sono cose che non possono essere dette perchè coperte dal segreto istruttorio. Le assicuro che non facciamo differenza tra precari (io sono precario), nel caso della D.ssa. Gabrielli, vi è stato un certo clamore su I Due Punti perchè ha deciso di uscire dall'anonimato, ha firmato due articoli ed è stata denunciata. Poi ha vinto la sua battaglia legale e non è stata rientegrata nonostante la sentenza del giudice del Lavoro. Tutto qui.
Piccola prova a favore di ciò che ha dichiarato Rosella Gabrielli....