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IDV: Un pesce di nome Valdo

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Il primo Aprile, giorno storico per scherzi e burla, l'Italia dei Valori della provincia di Teramo, presenterà durante un convegno regionale, "La Provincia che non c'è..." il nuovo consigliere comunale di Teramo, Valdo Di Bonaventura. Alla presenza di Marco Di Giovanni, segretario comunale,  l'On. Augusto DI Stanislao, segretario provinciale e dell'On. Massimo Donati. Di Bonaventura troverà in consiglio comunale la vecchia volpe del capogruppo, Siriano Cordoni, per dare maggiore impulso all'opposizione targata Antonio Di Pietro. Il sociale continuerà ad essere il piano politico di Valdo Di Bonaventura, che entrerà nel partito dopo un forte tesseramento. Il Preside Befacchia rimarrà l'ultimo drappo della lista civica "Città di Virtù". Forte, intenso, se stesso.

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I miei migliori auguri al Signor Di Bonaventura.
Quindi... un candidato Sindaco di una lista di centro-sinistra palesemente di destra, una Dottoressa che abbandona per passare dall'altra parte, un ottimo pensatore che però, ormai conscio che in questa arena non vince il pensiero puro ma la lotta politica, annuncia il suo disimpegno, restando però seduto sullo scranno (a far cosa poi? a stare in silenzio).. e adesso Valdo che abbandona la lista civica (forse perchè la lista civica non gli garantisce la candidatura in Regione). E' ancora si meravigliano che il centro destra prenda il 60% dei consensi? io ho deciso... non penso proprio di andare a votare la prossima volta.. a meno che i vari Gianguido, Giovanni e Manola non facciano piazza pulita di questi professionisti del salto triplo mortale (con rete... così se si cade... non ci si fa male)......
IDV mi sembra ridotto male, lo stesso Di Stanislao si muove male nei panni del Di Pietro della Vibrata..Non ha nessuno intorno? un gruppo che pensi qualcosa di politico, che organizzi strategicamente la provincia. A Teramo pesca questi soggetti che attaccano l'amministrazione ogni giorno su cose di terza importanza e poi si fanno fotografare ad ogni nazionale portaborse contro sindaci e tottigno...
gentile piergiorgio, vede io accetto volentieri le critiche, chi si occupa di politica deve saper accettare tutto, ma vede alcune sue affermazioni mi sembrano fuori luogo, soprattutto è inaccettabile il riferimento al professionista della politica, vede io personalmente dalla politica ho avuto solo grane nel posto di lavoro, ho rimesso qualche soldino visto che le campagne elettorali me le sono pagate con il mio denaro, dedico parte della mia giornata all'ascolto della gente, non mi sono mai sognato di sistemare i miei familiari e tanto meno ho sistemato miei amici, se le risulta qualcosa di diverso me lo faccia sapere, stesso discorso dicasi anche per qualche incarico poichè professionisti della politica si diventa gestendo il potere. Io ad oggi non ho avuto nessuno incarico e tantomeno sono entrato nell'italia dei valori chiedendone. Vede se se fossi stato un professionista della politica oggi forse mi troverei dall'altra parte a fare l'assessore visto le proposte della parte avversa. Ma vede io fatto una scelta di campo sono e resterò nel centro sinistra, Condivido la sua critica riguardo l'aver abbandonato la lista civica visto che sono stato eletto in quella lista, ma vede io non sono passato nello schieramento di maggioranza ma sono sempre nel centrosinistra; le assicuro che fare politica con impegno e serietà in una lista civica dove praticamente si è soli, è veramente difficile. Riguardo la scelta sul partito mi preme ricordare che prima delle elezioni Regionali ero stato sul punto di entrare nell'Italia dei valori come a suo tempo fu riportato sui alcuni quotidiani e non per candidarmi ma perchè condividevo e come condivido da sempre le linee guide di quel partito. Riguardo la candidatura regionale sarà il partito a decidere chi debba correre per le elezioni regionali e non certo io, anche se non capisco cosa ci sarebbe di strano candidarsi alle elezioni regionali. Cordialmente VAldo Di Bonaventura
@ Valdo: dovrai comunque darmi atto che la Lista Civica di centro sinistra non aveva ragione di essere creata, visto che si è sfaldata prestissimo..... non capisco cosa cambi sedere quale rappresentante della Lista Civica o dell'IDV... e probabilmente qualcuno che ti ha votato non lo avrebbe fatto se tu fossi stato nel partito di Di Pietro (io per esempio voterei te ma MAI l'IDV). In ogni caso sarebbe una buona Legge quella che prevedesse l'automatica dimissione in caso di cambio di casacca.... Ma io sono un idealista...
premesso che il sig di cui sopra è una bravissima persona, l'essere onesti e il non aver avuto interesse privato nella cosa pubblica sono chiacchiere per la prima generazione dell'idv, ormai Di PIetro&co hanno bisogno d'altro per sopravvivere elettoralmente. Qui in Abruzzo L'idv dovrebbe candidare uno studente aquilano che vede scomparire città, trasporti, università; il Partito dei valori dovrebbe puntare su un Celso Cioni, su chi combatte la mafia sulla Via Tiburtina, su un Leo Nodari.....gli altri nomi, onesti, diligenti, in ascolto della Gente, dilettanti o privi di talento, non servono alla causa. Se poi Di Stanislao, secondo la vecchia scuola Ds, ha solo bisogno dei soliti betabloccanti della politica allora è un'altra storia. Sic Transit
I commenti anonimi, dei leoni da tastiera, sono privi di senso....noi dell'IDV preferiamo un sano confronto alla luce del sole....quindi in qualsiasi momento anche per un caffè, siamo disponibili ad un incontro....
Ma assolutamente no. Una legge che impedisca "cambi di casacche" pena le dimissioni dal proprio incarico sarebbe dannosa. Il ragionamento è molto semplice. Anzitutto le assemblee elettive, dal più piccolo Comune al Parlamento Europeo, si articolano all'interno per gruppi politici e tutto il lavoro assembleare si basa su tale composizione. Impedire il passaggio da un gruppo all'altro va a limitare le prerogative di un membro che voglia "cambiare aria". Nel parlamento è forse più importante il gruppo, rispetto ai singoli membri. E' del tutto normale che se uno non si trovi bene nel gruppo di appartenenza se ne vada...appunto perché l'aria può divenire irrespirabile, si può essere oggetto di ostracismo, stritolamento di correnti e così via. Stiamo sempre parlando di politica, per natura fatta di fazioni e divisioni. Cosa diciamo se un bravo parlamentare viene messo alla berlina nel suo gruppo per motivi futili? Gli toglieranno possibilità di espressione nel contingentamento dei tempi, negheranno appoggio ai suoi emendamenti... Tant'è vero che alla fine della legislatura in Parlamento il gruppo misto esplode e raggiunge agilmente le 100 unità...addirittura ad aprile 2001 era divenuto il 3° gruppo più consistente alla Camera, dietro FI e l'Ulivo. Appena prima delle elezioni...quindi anche in controtendenza rispetto all'adagio popolare che si cambia per avere una poltrona al prossimo turno. Se voglio lo scranno sicuro, vado in un gruppo riferito a un partito definito, non nel gruppo misto che riunisce un po' tutti... Dopo 5 anni i rapporti si deteriorano, così come l'amore si sfibra e diventa grigio... Se per assurdo ritiene che siano meglio le dimissioni rispetto al passaggio inter-gruppo, sorge un nuovo problema e cioè avere un gigantesco turn-over di parlamenti/consiglieri, novizi al secondo giro entrati come primi dei non eletti che devono prendere confidenza con regolamenti, procedure, funzionari, etc etc...un raddoppio dei tempi "tecnici" per andare a regime con tutte le attività. In definitiva, un "costo" maggiore per noi. In queste condizioni, almeno il passaggio da un gruppo all'altro può ancora garantire, come ha detto sostanzialmente Valdo Di Bonaventura, la possibilità di svolgere al meglio delle proprie possibilità... Altro problema, e completamente diverso, è se sia possibile garantire una qualche forma di controllo sui rappresentanti. Se riteniamo un disvalore passare da un partito all'altro (ma dipende da quanto ci si sposti in uno schieramento) gli elettori attraverso il voto posso decidere se avallare il comportamento del singolo rappresentante in questione oppure bocciarlo. Si dirà: la legge elettorale italiana non permette ciò per tutti i motivi noti. Benissimo. Ma se la patologia è la seguente: "non abbiamo più controllo sui rappresentanti", di certo la terapia non sta nella legge che lei propone. Casomai, si cambia la legge elettorale con un bel maggioritario, si fanno le primarie, e così via, si rafforza il regime di incompatibilità e incandidabilità. Ovviamente qui nessuno intende benedire il trasformismo come pratica istituzionalizzata da tanti soggetti. E palesemente il caso di Valdo non rientra tra questi. I miei migliori auguri per il suo lavoro.
@Stefano: nella tua pur ottima dissertazione di teoria dei sistemi politici, hai dimenticato un punto sul quale i professori di Università insistono parecchio: La fiducia e la rappresentanza dell'elettore: Perchè io eleggo un mio rappresentante (quindi affido a lui la mia tutela politica)? Perchè condivido le sue idee e le idee del suo schieramento. Se variano le une o le altre potrebbe decadere il raporto di fiducia che lega l'elettore passivo a quello attivo, ergo, devo essere in grado di rescindere quel rapporto al quale viene a mancare almento una componente essenziale. P.s.: forse non si era capito dai miei precedenti interventi: Anche io reputo Valdo una bravissima persona... e anche per questo mi dispiace vederlo in compagnia di PROFESSIONISTI DEL POLITICAME E DEL CAMBIO DI CASACCA, come ......vabbè.. lo sapete meglio di me chi c'è in Val Vibrata.
Per la verità, su quel punto mi sono soffermato. Difatti in chiusura ho parlato appositamente della legge elettorale, che modificata in senso maggioritario, sicuramente darebbe una presa più salda nelle nostre mani sul destino dei politici. Se in un collegio il partito che mi piace mi offre uno dei tanti "impresentabili" perché magari prima è stato dall'altra parte o altri motivi, in primis può essere bocciato con le primarie, ove quel partito le preveda per la selezione dei candidati. Ma anche senza delle primarie efficaci, un vero e proprio lusso, io elettore del più sperduto collegio posso quantomeno ancorare il voto alla storia politica e personale del rappresentante, oltre che al suo programma. Ergo, quanto più costui mi ha "tradito" con i suoi voli pindarici, tanto più non lo vorrò riconfermare come eletto nel mio collegio. Faccio un paio di nomi...tanto non c'è nulla di male a riportare dei fatti. Daniele Portella al Comune prima con FI nel 1999 poi con la Margherita nel 2004 per la Provincia, Franceschini in corso di legislatura stesso percorso appena dopo le penultime elezioni...nel collegio alla prossima occasione se simili candidati capitano sotto tiro, e se ritengo disdicevole questo tipo di percorsi, li posso bocciare in maniera netta e decisa, votando e facendo votare per altri. Comunque, alla ferrea logica del gruppo politico non si scappa. Se pure vogliamo vietare i passaggi di gruppo per legge pena le dimissioni, dovremmo anche impedire le esplusioni dei membri dal gruppo di appartenenza....se escludiamo dallo spettro del libero svolgimento del mandato i cambi spontanei di colore politico perché incidono negativamente sul controllo popolare, il problema deve essere affrontato, per completezza ed evitare scappatoie, anche nel caso opposto. Difatti gli espulsi inizierebbero a vagare tra i gruppi, magari vendersi al miglior offerente (vedi Scilipoti, espulso dopo il voto ma praticamente a quota 314 utile come acqua nel deserto), cambiando programma su cui si sono impegnati, tradendo il rapporto con l'elettorato, etc etc. Ma siamo sicuri di che sia pienamente legittimo e politicamente accettabile intervenire e limitare fino a tal punto sulla disciplina interna dei gruppi politici?
@ Stefano: sull'espulsione sono pienamente d'accordo con te... ma la stessa non rientra nei canoni da me contemperati di democrazia e rappresentanza.. l'espulsione (alla Berlusconi, per intenderci..) è un atto unilaterale che o trova le sue giustificazioni in pregiudiziali morali di intensa gravità (ad esempio una condanna passata in giudicato), o sono sinonimi di gestione padronale del partito o coalizione politica. Detto questo, però consentimi di rappresentare che il rispetto di quanto ti affermi, porta a paradossi tipo il CANDIDATO SINDACO PER IL CENTROSINISTRA DI TERAMO CHE ATTUALMENTE FA PARTE DI UNA FORMAZIONE POLITICA DI DESTRA....Questo è il vulnus della democrazia.. il mio professore di diritto costituzionale mi raccontava la storiella dei 5 naufraghi che hanno da mangiare solo per 3 di loro: ebbene, A MAGGIORANZA, 3 di loro decisero che gli altri 2 potevano MORIRE DI FAME!!!!! potere della democrazia....
Le azioni politiche di Albi subiranno la prova del nove alle prossime elezioni. Grazie a Dio ci sono le preferenze. Se Albi si fosse dovuto dimettere, la coalizione di centrosinistra all'opposizione si sarebbe trovare ugualmente senza il suo leader (con danno sia per la rappresentanza politica cittadina che per gli equilibri del potere, immaginando le scorribande che può fare una Giunta "maleducata" e senza più ostacoli)...mi ripeto, ma se non mi piacciono i trasvolatori la volta dopo non li voto. Per quanto disdicevole sia cambiare idea e collocazione politica (anche se dipende a mio parere da "quanto" fisicamente mi sposto, passare tanto per dire dai DS alla Margherita non era uno scandalo ciclopico, passare da una lista civica di centrosinistra all'IDV altrettanto mi sembra un passo tutto sommato comprensibile se si continua a lavorare seriamente, mentre improvvisarsi "Responsabili" è ovviamente una porcata, essere prima dei Verdi, poi radicale, poi catto-elettorale-moderato tipo Rutelli è sempre altamente discutibile in termini di coerenza e affidabilità), dicevo per quanto disdicevole rientra sempre nella libertà di un individuo...presentarsi alle elezioni è possibilità aperta a tutti salvo particolari situazioni disciplinate dalla legge. Appunto, un aspetto portante della rappresentanza. Poi c'è l'altra faccia della medaglia. Il voto, che è una valutazione, una selezione vera e propria, in certi casi. Ora, se gli elettori si accontentano dei mediocri, è un altro paio di maniche. D'altronde non c'è da stupirsi per il basso livello di istruzione e competenza degli amministratori italiani, quando le espressioni di voto non vengono sufficientemente soppesate dai singoli individui. Berlusconi ha stravinto nel 2008. Eppure era e resta impresentabile, se non per la sua persona, quanto meno per quanto ha fatto (cioè quasi nulla) in 5 anni. Allora siamo d'accordo, la maggioranza vince. Amen. E la maggioranza ha vinto pure quando ha preferito Brucchi ad Albi, con un risultato così clamoroso che non può sorgere alcun dubbio : la storia di Albi non è piaciuta a molti. Il divario è stato sbalorditivo, per me. Insomma, l'elettorato si è comportato come dice lei, ha lasciato da parte il più "discutibile" ai loro occhi. Quindi la regola della maggioranza funziona bene, a volte.