Era in casa. Un ictus. Muore Roberto Pelillo, con cui ho avuto la fortuna di discutere e collaborare.
L'ultima volta pochi giorni fa. Mi chiedeva come andava e poi le solite e affettuose battute. Il solito sorriso e quel non esagerare che mi portavo per parecchie ore.
Ho scritto con lui.
Era il mensile Prima Pagina diretto da Luigiaurelio Pomante.
Che ricorda così l'Editore Pelillo " Caro Giancarlo, questo è uno di quei commenti che non avrei mai pensato di scrivere. Quando questa mattina mi hai comunicato la tragica notizia della scomparsa di Roberto Pelillo, ho rivissuto all'improvviso e rapidamente tutti i ricordi che a lui mi legavano. Un turbinio di strane emozioni si sono succedute nella mia mente e nella mia anima. Raffinato, mai fuori dalle righe, sempre con quella sottile ironia che riusciva a sdrammatizzare anche i momenti più difficili. Ricordo le mie prime esperienze da radiocronista allo stadio Comunale quando i suoi consigli da tifoso vero ma anche da attento ascoltatore rappresentavano una guida da seguire; o la sua presidenza al Panathlon di Teramo quando mi volle accanto accanto a sè come giovane addetto stampa. E poi la breve ma intensa avventura alla direzione di Prima Pagina. Fu lui a credere fortemente in quella nuova iniziativa editoriale. Un editore "folle" al punto giusto, un manipolo di giovani, tanto entusiasmo, la sua esperienza. Ricordo qualche acceso scambio di vedute tra me e lui ma senza trascendere mai i limiti della buona educazione. Perchè con Ropel (così amava firmarsi) si poteva discutere, avere idee diverse ma mai arrivare a furenti litigate perchè aveva una capacità unica di riuscire a trovare l'aspetto ludico in ogni cosa. L'ultimo incontro qualche settimana fa, lungo corso San Giorgio, argomento della nostra chiacchierata, neppure a dirlo, furono il Teramo calcio ed il Teramo basket. Era fiducioso e mi disse: "A maggio festeggeremo su due fronti. Teniamoci pronti! Altrimenti, male che vada ci consoleremo con le virtù!"
Ciao Roberto, ci mancherai. Un altro pezzo di storia teramana è volato in cielo insieme a te".
Uno stile educato, classico, mai fuori dalla righe. Quando parlava di tradizioni teramane, della degustazione, delle virtù, amavo ascoltarlo perchè ricordavo i giorni e i sapori della mia infanzia.
La cultura della memoria per proteggere e valorizzare il presente.
Conservo molti dei suoi articoli, che leggerò un giorno ai miei nipoti di Bergamo, per omaggiare e curare la loro parte teramana. Giunga alla famiglia Pelillo, le più sentite condoglianze della redazione de I Due Punti e dei suoi lettori.
Ciao Ropel...
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