"Nel decreto ingiuntivo il ricorrente deve vantare un diritto di credito inesausto, necessariamente fungibile, esigibile e costituente una somma di denaro.
Il credito inoltre deve essere certo e determinato. Questo non significa che possano essere richieste soltanto somme di denaro, potendo essere richiesta qualsiasi prestazione di dare purché certa, accertabile ed esigibile".
In principio non si conosceva neanche l'usanza o la creanza al Ruzzo dei decriti ingiuntivi.
Il ricorso alla legge per ottenere il pagamento di quanto fosse dovuto.
Il ruzzo è sempre stato lontano dal senso debitorio. Poi, la realtà. Il presente. Nelle ultime settimane, l'ufficio legale dell'Acquedotto viaggia con una media relativamente alta di notifiche di decreti ingiuntivi.
La crisi, la mancanza di tempo e di fiducia.
Un brutto segnale che rende urgente la prossima riunione tra i soci, (i comuni) e il cda della Ruzzo spa società in House. Il capitale societario vi ricordiamo essere pubblico. Il comune di Teramo ha per esempio l'11%.
I debiti dell'acquedotto diventano debiti dei soci. Siamo sicuri che si dimostrerà che non sono 70 milioni di euro di debiti ma di investimenti. Ci spiegate cosa cambia per una società che non è stata pagata dall'acquedotto?
Chi avrà il coraggio di rispondere in questo modo, a quelle imprese teramane indebitate con le banche nella attesa del Godot pagatore?
Che cosa risponde la Politica? L'Ato e il suo controllo analogo (leggete www.iduepunti.it/la-voce/19_marzo_2013/chi-ci-prende-giro-il-ruzzo-lato-o-i-sindaci?).
Che cosa rispondono gli Amministratori? I cittadini...ah già...noi non abbiamo voce. Semplicemente paghiamo.
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