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La pena di Morte a Castrogno

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Il corpo era legato a un lenzuolo. Sventolava come una bandiera a morte. Le guardie penitenziarie si saranno guardate senza parlare. In silenzio come cipressi. Teste chine. Rassegnate al compito di piccoli Caronte. Lei era Morta. Le sorreggono il corpo dalle gambe. Ultimo atto di dignità umana. Siamo tutti uguali.  La slegano. Tutti sconfitti.  Esausti. Stanchi.
Secondo suicidio in poche ore nel Penitenziario di Castrogno. Perché?
Tu che leggi questo articolo e pensi " Tanto è meritato. Tanto se è in carcere ci sarà un motivo".
Ti prego, ascolta altre coscienze di pensiero.
La risposta si trova forse in alcuni dati forniti da Donato Capece, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. "1003 tentati suicidi, 734 ferimenti, dei quali 405 posti in essere da detenuti stranieri, 63 suicidi, 27 di stranieri, 3455 colluttazioni, 1907 di stranieri, 56oo atti di autolesionismo, dei quali 3499 posti in essere da detenuti stranieri,  470 di stranieri, 102 decessi per cause naturali, poco più di una decina da parte di detenuti  di stranieri".
La sintesi? In Italia vi sono a disposizione 45mila posti letto contro 67 mila detenuti.
Ha ragione Marco Pannella, Leader dei Radicali italiani, " Carceri come lager. Per affrontare in modo serio il problema del funzionamento della giustizia in Italia, e l'emergenza del sovraffollamento delle carceri, non si può che cominciare dall'amnistia. Un'altra strada non c'è". Al settimanale l'Espresso, Pannela  esprime una forte condanna allo Stato italiano " Oggi lo Stato è fuorilegge, è un delinquente professionale: mandare in prescrizione 200 mila processi all'anno, negare il principio - esistente dai tempi del diritto romano - per cui la sentenza si ottiene in tempi reali, significa infatti negare la giustizia e riempire le carceri di detenuti che per il 30 per cento, lo dicono le statistiche, sono ancora in attesa di giudizio".
Voi immaginate. Piccole celle. Caldissime. Sovraffollate. Pensieri. La famiglia. Un amore. L'attesa del giudizio che dura da mesi. Nessuna possibilità di trascorrere il tempo, che avanza con la lentezza del battito di un orologio da corsia. Tic, tac, tic, tac come le gocce del sudore. Non sei solo. Religioni, culture, educazione, igiene diverse.
Il forte odore  di acre umanità, la paura di essere ferito, di una malattia, di un virus, di un'infezione. La diversità. La promiscuità. Nessuna possibilità di essere utile. Pochi o nessun programma di reinserimento in società. La civiltà di una nazione è sinonimo di educazione e ascolto. Noi condanniamo i nostri figli con questi esempi incivili. Siamo tutti detenuti in libertà...complici di atroci, quotidiane... condanne a morte.
 

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Commenti

Giancaaaa , che hai fatto ????? hai dato ragione a Marco Pannella ora avrai processi sommari, verrai messo alla gogna ti faranno chiudere il blog.....hai osato troppo, troppa spregiudicatezza.........era ora ....bravo giancà
Giancà ti è andata bene si sono limitati a fottersene
volevo solo salutare e ringraziare attraverso questo blog Mauro Pagliaro suicida l'altro ieri nel carcere di Castrogno... era stato vicino a mio fratello anche lui recluso pochi mesi fa nello stesso carcere.... lo aveva rincuorato e stimolato a non mollare e a non lascarsi andare... purtroppo lui non ha incontrato un altro "Mauro Pagliaro" come mio fratello.. GRAZIE E RIPOSA IN PACE