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Si stacca una parete di roccia a Pietracamela

di Giancarlo Falconi
1 minuto

I vigili del Fuoco sul posto. Una montagna che frana. Una montagna che si chiama costato, che gli anziani salutavano da piccoli ogni mattina. Imponente e di tradizione, come il dialetto albanese di uno dei borghi più belli d'Italia. Pietracamela. La roccia che poteva distruggere il paese è stata deviata nel suo lento, veloce, velocissimo rotolamento da una palestra di roccia e da uno spuntone naturale. Fine corsa contro un vecchio lavatoio, qualche condotta del ruzzo e altro dell'Enel. Tutto come un terremoto. Un boato di sera. Un tuono. Lo spavento. Poteva distruggere tutto e tutti. Una pietra alta sei pieni di una casa. Roberto, 86 anni mi racconta della nostra montagna. Io amo questi posti. Sono casa mia. Nostra. "Giancà, ma che ci succede? Sta finendo il mondo?". Guardo il Gran Sasso. Il tramonto ha la roccia rosa. Una di esse non c'è più. Per fortuna non ha ucciso nessuno. Nel frattempo Pietracamela è stata transennata. Il pensiero è per la scuola di Montauti. Quelle pitture rupestri che non ci sono più, almeno parte dei pastori bianchi. Un altro terremoto. Adorata mia montagna, proteggi questi posti.

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Commenti

Per fortuna non ha coinvolto nessuno e nessuna casa, ma guardiamo il lato positivo, Pietracamela si è levata un dente. Da tempo si aspettava il distacco, geologi lo avevano già previsto chiedendo al comune di interdire la zona, cosa che è stata fatta, ieri sera l'epilogo. Ora si può stare un pò più tranquilli. Le pitture rupestri si possono rifare...... spero mettino in sicurezza l'ultima vena per tornare a stare tranquilli anche a Sopratore...
Rammento quando, oltre 40 anni fa iniziarono a portarmi d'estate a Pietracamela per passare il mese di Liglio all'ombra della Grande Montagna che ci sovrasta e, da sempre, pare anche proteggerci. Riecheggiano nelle mie precchie quei fragorosi silenzi nei quali potevo immergemi in quei pomeriggi, percorrendo a piedi il sentiero che da Pietracamela porta ai prati di Tivo; era tutto un fiorire di doni della natura che sembravano fare a gara nel richiamare il pensiero a soffermarsi sul vero senso della vita, sul perchè dell'esistenza, sulle ragioni profonde della giouia come del dolore, dell'amore come della malinconia che talvolta avvolge la vita di ciascuno. Anche da adolescente frequantare quei posti rimandava giocoforza a pensieri ALTI; che si fosse da soli o in compagnia, c'era sempre lo spazio nella giornata per un pensiero che non fosse banale, per una lettura non scontata, per una passione verace. Poi veniva Agosto.........tutti al mare........tutti a smarrire il senso della vita e delle cose!!!!!!!!!! Ah! .....oggi i ragazzi li portiamo soltanto al mare. Hai visto mai che se li portiamo sul Gran Sasso, magari iniziano a stupursi del bello, a scoprire che se ne può fare direttamente esperienza e... magari..........iniziano a rimproverarci di come noi pseudo-adulti abbiamo ridotto il mondo nel quale loro ora si trovano a crescere e che sembra non avere spazio che per il Cinismo. Ahi noi!!!!!!!!
Caro Giancarlo, ho una casettina piccola e molto carina a Sopratore, la parte alta di Pietracamela, a ridosso della camosciara a pochi passi dalla frana di oggi. Sono salito nel pomeriggio, come mio solito, per trascorrere il fine settimana insieme a mia moglie ed i miei cani, lontano dallo stress di tutti i giorni, è per me un momento terapeutico. In questi pochi anni che sono, oramai, ospite fisso a Pietracamela ho cominciato ad apprezzare le qualità dei pochi residenti, dei montanari, termine che onoro di fregiarmi, amo la Natura del luogo, è oramai parte di me, i vari habitat che dispongo sono un Paradiso per le mie ricerche micologiche, tanta la varietà e la eccezionalità dei ritrovamenti, alcuni i primi avvenuti in Italia. Ma oggi non ho potuto, la mia zona è diventata interdetta, non posso restare, non c'è riuscito il terremoto, ne la tanta neve senza elettricità, ma una frana di enorme quantità minaccia ancora, ed altre rocce sono in procinto di cadere, è una scelta obbligata e precauzionale. Prego, però, tutti gli Enti compententi a voler procedere velocemente ai dovuti interventi affinchè si possa godere, nella sicurezza ragionevole della Montagna, ancora di questo splendido Paese gia provato duramente dal terremoto. Ti ringrazio. bruno de ruvo

In settimana salgo a Pietracamela. Non vi lascio soli. Ora e sempre. I miei Pretaroli.

Posto che le vite vengono prima di tutto, posto che sono FELICE del fatto che nessuno si sia fatto male a causa di questa frana, vorrei dire al signor De Ruvo che, no, le pitture rupestri non si possono rifare, e che oggi la mia famiglia ha comunque il cuore a pezzi. Vorrei ringraziare Giancarlo per le sue parole.
Se le pitture rupestri non si possono rifare, cogliete lo stimolo per fare qualcosa di nuovo. Ribadisco che nella "Sciagura" la cosa più importante è non aver avuto danni a case e persone, il resto si ricostruisce.
Cara Martina, capisco il dolore tuo e della tua famiglia a cui sono molto amico, nulla ci potrà restituire l'opera del Maestro Montauti, in questi pochi anni mi sono sempre offerto da Cicerone, ero lì, per indicare e suggerire il percorso ai molti turisti che nelle belle giornate salivano e spero saliranno a visitare il Paese, forse Alessandro voleva intendere qualche altro modo per continuare a valorizzarle. Mi piacerebbe che, a questo punto, la rifatta Piazza di Sopratore possa essere valorizzata con il ricordo di Guido Montauti e sarebbe anche bello che qualcosa si possa salvare dell'opera appoggiandola sulla parete di roccia che è in Piazza, insomma qualcosa andrebbe fatto per ricordare il tuo illustre parente. ciao bruno
Per evitare tutti i fraintendimenti e polemiche possibili, riformulo i miei messaggi. Spero che le pitture rupestri si possano RIPRISTINARE, inoltre spero che i Pretaroli colgano l'occasione per una nuova vita di Pietracamela pensando a QUALCOSA DI NUOVO per il paese. Nulla di personale con nessuno.

Cara Martina, sono io che ringrazio il Maestro Montauti per avermi regalato attimi di tenerezza, solitudine, riflessione. Molte volte mi sono soffermato di fronte a quell'opera d'arte. Un dipinto che sapeva di ombre e luci incastonate nella roccia. Vita quotidiana. Figure e non figuri. Mi mancheranno da morire, ma sono tutte dentro di me.

L'emozione che traspira da alcuni commenti mi spinge a scrivere il mio contributo emotivo. Apprendo che le pitture rupestri sono irrimediabilmente distrutte. Il lutto culturale che ha colpito una parte della nostra montagna e soprattutto la famiglia Montauti va semplicemente rispettato. Non è consolante, ma- mi rivolgo alla gentile Martina - Le assicuro che sono tante le persone, in Italia e nel mondo, che hanno apprezzato le pitture rupestri e portano il loro ricordo nel cuore. Nella mia attività di accompagnatore di media montagna ho avuto la fortuna di far scoprire emotivamente a molti turisti un sentiero che aveva quel valore in più che rimarrà sicuramente custodito nei cuori di chi apprezza la nostra montagna anche se oggi ferita.
se le pitture rupestri sono arrivate fino ad oggi è perchè di anno in anno venivano rinfrescate.
Gentile sig. Martina, io non la conosco, conosco però molti del suo ramo famigliare. Ho da poco conosciuto questo "sito" e quindi le scrivo con troppo ritardo, sa non ho potuto farne a meno di dirle quello che penso. Io ho la fortuna di poter vantare l'amicizia con U PTTAU, così ero abituato a chiamarlo quando ci incontravamo la sera nei pochi giorni che lui trascorreva in estate a Pietracamela, e lui mi rispondeva "cialau" con il nome del mio casato. Lui stava sempre con noi giovani poco più che ventenni senza trovarsi minimamente a disagio. Gli volevo bene. L' amicizia con Guido veniva da lontano, oltre che paesani, nella guerra di Albania lui era ufficiale e mio padre soldato, era il suo attendente, si sono voluti bene come fratelli. Sono gelosissimo dei quadri (4) che lui diede a mio padre di ritorno dalla guerra che raffigurano il lago di Scutari. Vera opera d'arte è il mio ritratto su ceramica che lui mi fece a metà degli anni 70 di cui voi forse non ne siete neppure a conoscenza. Mi scuso se ho divagato, ritengo che le pitture rupestri purtroppo sarà difficile recuperarle, questo può dirlo però solo un esperto, bisogna tentare, mai rifarle, sarebbe conveniente salvare le pitture e rinunciare alla pista di pattinaggio che vogliono fare ai Prati, quello che voglio dire e che le pitture sono morte due volte. La prima e stata l'indifferenza dei nostri sindaci ed amministratori, sa quelli che a Pietracamela "contano", perchè hanno lasciato quelle opere tanto belle per tanti anni nell'abbandono più completo, chi ci si incontrava le vedeva, non si è visto mai che chi ha un patrimonio tanto importante non lo fa entrare in circuiti di visite. Sa, è conveniente portare i turisti ai Prati a spendere i soldi, li che ci si guadagna? La seconda volta una frana dopo il terremto prevedibilissima, la roccia si era staccata ancora di più, la fessura era più grande, il gelo in inverno ha lavorato e la base del pilastro ribolliva, su quella roccia erano stati fatti degli interventi di ancoraggio con funi in acciaio, che si sono rivelate insufficenti a reggere un peso enorme. Pietracamela sta irreversibilmente precipitando nella distruzione totale , che Dio abbia pietà di chi qui l'ha condotta. Signora, mi perdoni lo sfogo, la saluto cordialmente. loreto bartolomei
Gentile sig. Giancarlo Falconi, chi glie lo ha detto che li si chiama "Costato", non è vero, più a sinistra e comunque dopo il fosso rio Porta si chiama "caplacuasta" sotto la casa Montauti e più su "Santanten". Li si chiama " u grttaun". La nostra "lingua" sicuramente non è albanase, forse sarà un dialetto balcanico, nessuno l'ha mai chiarito. Da piccoli in chiesa si celebravano dei riti riconducibili ai riti Ortodosso-Bizantini, tipo "u battagliaun" funzione religiosa Pasquale. un saluto. loreto bartolomei
Sig. Falconi, prima che mi scordo, forse ho capito come si chiama il luogo costato, caplvan. Veniamo a noi, sig. Giancarlo Falconi, in un primpo momento avrei voluto darle un "compitino" poi mi sono reso conto della gravosità della cosa e non ho voluto metterla in difficoltà. Lei sa che a Prati di Tivo esiste altra opera d'arte che non ha nulla a che vedere con i dipinti rupestri del nostro Guido Montauti ( pttau ti ciarch prden) sono delle opere che vengono da lontano, sono le famose "COLONNE D'ERCOLE DEI PRATI DI TIVO". Le invierò delle foto e mi auguro che le pubblicherà come ha pubblicato i rimorchi dell'invasione militare dei Prati di Tivo. Sa, non è difficile individuarle, le spiego, facendo l'ultimo vialetto per arrivare nel piazzale si trovano sulla destra. Nel parcheggio antistante si intravedono anche delle "colonnine di Ercolino" per erogare carburanti dei primi anni 30 ma che, molto probabilmente, a richiesta l'hanno erogata fino a qualche anno fa. Diciamocelo tra di noi, se sono dismesse così come sembra dovrebbero essere rimosse altrimenti vi sarebbe la posibilità di un grave inquinamento con i serbatoi interrati. Sicuramente sono ancora in esercizio e noi non ce ne siamo accorti. Veniamo alle colonne ........Belle, da restaurare ma comunque belle. Pericolose ... buuuu. Il 14 settembre 1961 il sig. Fulvio Scipioni, persona squisita, ora purtroppo deceduta, chiedeva al comune di Pietracamela mtq. 1000 per poter edificare un Motel ed una pompa di benzina, Lo 04 gennaio 1964 il consiglio Comunale di Pietracamela riunitosi deliberava a favore di Fulvio Scipioni la vendita dell'appezzamento di terreno richiesto 1000 mtq., la sua sdemanializzazione, per la somma di lire 20000. Il giorno 21 ottobre 1964 il Sindaco dott. Antonio Panza ed il Sig. Fulvio Scipioni dinanzi il Segretario Comunale di Pietracamela firmano il contratto di compravendita del terreno di cui sopra, che stabiliva che il Motel doveva essere costruito entro il termine di anni tre dalla data di stipula del relativo contratto, pena la rescissione del medesimo. Lo 04 ottobre del 1965 veniva redatto altro contratto che spostava i termini di realizzazione dell'opera a tre anni dalla data di stipula del secondo contratto, imponendo una fideiussione di lire 980000 per il rispetto delle clausole del contratto medesimo. Lo 09 settembre del 1967, il sig. Fulvio Scipioni chiedeva una prologa di anni due, che gli veniva accordata con delibera consigliare il giorno 02 maggio 1967, con data di scadanza 20 ottobre 1969. In data 02 maggio 1970 il comune di Pietracamela con raccomandata e per conoscenza al Signor Prefetto di Teramo rescindeva e come mai avvenuto, il contratto stipulato lo 04 ottobre 1965. Quindi alla data dello 04 ottobre 1965 il Comune ritorava ad essere proprietario di quell'appezzamento di terreno compresi i manufatti costriti dal sig. Scipioni. Ma quando mai. Il giorno 15 maggio 1970 giungeva al Comune di Pietracamela una lettera raccomandata di un noto avvocato di Teramo il quale annunciava che l'area dove erano stati costruiti dei manufatti per la realizzazione di un Motel da parte del signor Fulvio Scipioni era stata acquistata dal signor A. A. in data 24 giugno 1969 davanti al notaio.......... Questo è quanto, sappiamo che le concessioni non possono essere cedute, sappiamo che se uno non rispetta i termini contrattuali perde il diritto di possesso, di proprietà, qui addirittura viene ceduto più volte. Sig.Falconi, dall'ottobre 1965 sono passati molti anni, si sono succedute molte amministrazioni, a nessuna di loro è mai venuto in mente che per tutelare i diritti dei Pretaroli si dovevano porre in essere tutti quegli atti che ne permettevano il recupero. A che titolo chi oggi detiene quel luogo, ne può vantare la proprietà, Non le viene in mente ............... non voglio dire di più, ci ragioni. loreto bartolomei