Nell’inaugurare la nuova serie autunnale su Teramo Lavoro Srl, società della Provincia di Teramo della quale ci siamo occupati decine di volte denunciandone anomalie e illegittimità, siamo costretti ad uscire dall’atmosfera da Guerre Stellari per proporvi un quesito tratto dal film Matrix: se scegliete la pillola blu, fine della storia, chiudete questa pagina e continuate a vivere tranquillamente come avete sempre fatto; se invece scegliete la pillola rossa, allora proseguite la lettura… “vi stiamo offrendo la sola verità, niente di più”.
La storia di Teramo Lavoro inizia in modo ambiguo con la costituzione della società nel 2010. Il Presidente Catarra (socio unico) si trova padre di una creatura che gli viene suggerita, se non imposta, ed accoglie quale amministratore unico il cinematografico Venanzio Cretarola, in arte “Cretola”.
Catarra e Cretarola, attratti dal Lato Oscuro della Forza, agiscono da subito con una disinvoltura tale da saltare all’occhio di tutti gli osservatori, interni ed esterni.
Coraggiosi cavalieri Jedi (alcuni dirigenti, funzionari e dipendenti provinciali) tentano di opporsi ad una deriva, al confine fra diritto e rovescio, che troppi danni avrebbe causato.
Il vertice provinciale reagisce rabbiosamente: fioccano procedimenti disciplinari per chiunque tenti di suggerire il rispetto delle leggi; si avvia il sistematico trasferimento presso altro settore del dirigente competente e dei componenti del servizio ispettivo interno (rei di aver messo nero su bianco i rilievi scoperti dalla lettura dei documenti societari), per giungere all’espulsione dall’ufficio del controllo analogo di un membro che aveva osato pretendere che si avviassero i controlli dovuti (che per la cronaca non sono mai partiti).
La UIL sposa da subito la battaglia per la legalità, compiendo un encomiabile sforzo di studio e di analisi preziosissimo nel momento dell’invocazione dell’intervento delle autorità competenti. Fioccano lettere ed esposti all’autorità giudiziaria, all’autorità contabile e all’Ufficio europeo del controllo sui fondi comunitari impiegati.
Partono le inchieste penali, tuttora in corso, e si attiva l’Ufficio Vigilanza e Controllo della Regione Abruzzo, cui compete la verifica della correttezza delle spese, effettuate dalla Provincia per i servizi richiesti a Teramo Lavoro, a valere sul Fondo Sociale Europeo (FSE).
Nel verbale di verifica amministrativo-contabile del 22 luglio 2013 gli ispettori regionali scrivono parole di fuoco contro i responsabili dello scempio della legalità:
– dall’esame della documentazione “sono emerse numerose e gravi criticità dovute alla carenza di elementi essenziali e sostanziali”;
– “la documentazione esaminata è risultata prevalentemente irrispettosa delle normative di riferimento vigenti”.
Dal verbale traspare lo schifo per la molteplicità e la rilevanza degli errori riscontrati (non si sa se causati da dolo o da colpa dei responsabili), sui quali ci dilungheremo nelle prossime puntate.
Per ora quel che conta è che il Lato Chiaro della Forza ha reagito all’assalto del Lato Oscuro. La Regione Abruzzo ha dichiarato “non ammesse” le spese sostenute dalla Provincia per l’acquisizione dei servizi dalla società Teramo Lavoro Srl, pari ad un totale di € 1.579.491,49.
Se ne evince che le somme, già a suo tempo erogate alla Teramo Lavoro tramite gli stanziamenti a valere sul Fondo Sociale Europeo, dovranno essere restituite dalla Provincia di Teramo alla Regione Abruzzo.
Chi pagherà? Chi riconoscerà gli errori commessi? Perché nessuno ha voluto ascoltare i numerosi campanelli d’allarme suonati da parte degli Jedi? Confidiamo che Catarra e Cretarola fossero adeguatamente coperti da ampia polizza assicurativa per i danni causati nell’esercizio del loro mandato.
Senza contare la strage delle professionalità che la Provincia per anni ha contribuito a formare, per poi avviarle al lager di Teramo Lavoro.
Una disfatta che umilia l’intelligenza e che ha prodotto danni per quantificare i quali occorreranno lunghi anni e lunghi processi.
Mai come oggi appare un atto di dignità invocare le dimissioni di Valter Catarra da Presidente della Provincia e quelle di Eva Guardiani da Assessore provinciale al Lavoro, per i motivi tutti che vi esporremo nelle prossime puntate, nelle quali sintetizzeremo i rilievi che hanno scandalizzato gli ispettori regionali.
La Redazione de “I Due Punti”
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