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Stupro a Nereto: Il branco violenta una ragazza

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Come poter raccontare quegli attimi di disumana ferocia? La notte in una tranquilla cittàdina vibratiana. Nereto. Una minorenne, presumibilmente 16/17 anni è stata trascinata da un gruppo di ragazzi e violentata con ferocia e brutalità, in un vicolo dismesso e appartato della zona. Ferocia e bestialità. Non m'interessa se sotto l'effetto di alcol o droga, gli istinti albergano dentro di loro. I Carabinieri non lasciano trapelare nulla.
In questi casi le ore dopo lo stupro sono fondamentali per "respirare" gli stati d'animo del branco. Si punta sulla coscienza del primo individuato, sull'effetto di latenza per ottenere i nomi di tutti. Si scopriranno diverse appartenenze sociali con un'unica mente lucida a dirigere la barbaria.
Il primo a essere interrogato è un ragazzo di origine marocchina di 30 anni. Interrogato e poi messo sotto stato di fermo.
Arrestato su ordine del Pm Laura Colica. Ne arriveranno altri, tre o quattro, tra parte attive e complici, tutti ugualmente colpevoli.
Alla fine della vita, la ragazza sarà la sola a continuare a pagare per tutti. Due volte, con le voci che continueranno a violentarla come il branco.

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Commenti

Giancà bisognerebbe metterli in galera x poi buttare le chiavi. Lo stupro và condannato con il massimo della pena ,italiano o straniero che sia.UN ABBRACCIO A TE MITICO GIANCARLO.
Buttare la chiave??? Si come no! E' di pochi giorni fa una sentenza della Cassazione che "abbuona" la galera a dei vigliacchi (e qui l'uso maschile del termine ci sta tutto!). Le motivazioni?? Le posso spiegare, certo, basta fare copia e incolla della sentenza, non è difficile...ma mi fa schifo solo leggerla e risparmio la lettura a chi, come me, ha ancora un pò di rispetto per le donne e per gli uomini. La giustizia non è dalla parte dei più deboli è ovvio! Neanche il piacere di poter pensare che questi vigliacchi in galera avessero subito lo stesso trattamento che avevano riservato alla ragazza. IO SONO PER L'EVIRAZIONE, ALTRO CHE GALERA!
A parte il "ragazzo di trenta anni" che mi sembrano davvero un pò troppi per un ragazzo (continuare a chiamare ragazzi uomini potrebbe essere un modo per scusarli!) quello che mi colpisce quasi quanto la ferocia del brutto fatto accaduto è l'altrettanto ferocia del commento...
non in galera ma farlo soffrire piano piano le unghie delle mani e piedi poi goccia di acqua sulla testa e miele addosso con api vicini
Scusi signor anonimo dice a me?
La prima violenza che subiamo, tutte noi, è la paura del maschio come potenziale nemico, ma è proprio quella che a volte salva da esperienze devastanti. Tenere alta la guardia, sempre, diffidare di chiunque, non perdere il controllo: sembra di essere in guerra... Si genera così un paradosso esistenziale che scardina tutti i presupposti su cui potrebbe fondarsi un corretto rapporto uomo/donna. Ma io non sono come loro. Fortunatamente non sono come loro, perché nulla nella mia vita mi ha condotto all'odio e alla violenza: questa è la mia forza, il mio vantaggio, grazie a questo posso invocare giustizia e non vendetta. Per quanto riguarda la Corte di Cassazione, mi pare di capire che abbia emesso una sentenza sulla custodia cautelare, che quindi non è più automatica per l'indagato ma a discrezione del giudice, e non ha niente a che vedere con la pena da scontare una volta accertata la colpevolezza.
il commento di Fabrizia mi ha emozionata. "Non m'interessa se sotto l'effetto di alcol o droga, gli istinti albergano dentro di loro."... e cancellano l'istinto nelle anime delle vittime...
Bella questa.....quando il vento fa cadere una corona di fiori è "vandalismo fascista".... .....quando un marocchino stupra una donna è solo un.... "branco".....
Ogni volta diciamo le stesse cose, l'atto è deplorevole, il costrutto sociale assolutamente deviante. E' emblematico il comportamento di chi dovrebbe essere il tutore del diritto, la Cassazione fornisce ai deviati le soluzioni e le esimenti; ricordate la sentenza relativa ai pantaloni indossati dalla stuprata? ...
Mamma mia quanti giustizieri... Per non parlare delle idee sulle soluzioni (o pene?) del problema.. Non penso nemmeno un secondo di mettermi dalla parte degli stupratori ma il problema della violenza sulle donne nasce in seno ad una società di cui facciamo parte tutti, che è costruita sui nostri pensieri, sulle nostre volontà, sulle nostre parole e azioni. E nella nostra società nascono gli eroi e la "monnezza". E, se restano comunque "indifendibili", si deve certamente prendere coscienza del fatto che strappare le unghie o tagliare le palle sarà sicuramente un'ottima vendetta ma non è la soluzione del problema. Se tagli le palle ad uno oggi niente ti garantirà che non ce ne sarà un altro domani. Spero sia chiaro il concetto. Per combattere il problema si deve capire il problema e trovare una soluzione che parta a monte e non a valle. Per fortuna che c'è Fabrizia a scrivere su sto blog... "Se tu penserai, se giudicherai da buon borghese li condannerai a cinquemila anni più le spese ma se capirai, se li cercherai fino in fondo se non sono gigli son pur sempre figli vittime di questo mondo." Fabrizio De Andrè - La città vecchia
@Ombromanto: la violenza, di qualunque colore sia, è fascista, perché in questo Paese il fascismo è stato violenza di Stato. Chi come te riduce il problema alla ferocia dello straniero brutto e cattivo alimenta l'omertà che c'è su tutti gli orrori che si consumano tra le mura domestiche, violenza sommersa, muta, che non leggi in cronaca e che ogni giorno contribuisce a generarne altra. Io sono figlia del Circeo e so bene che la parola stupro è italianissima e non è arrivata in gommone.
Come al solito si fa un pessimo servizio alla verità parlando e sparlando alla fine di Fascismo ( poi che la violenza è sempre fascista farebbe quasi ridere se non fosse che ci abbiamo messo più di 60 anni ad ammettere in qs. paese che anche i Compagni ne hanno fatte di schifose avendo anche in premio la patente di Migliori . . bah . . !). Non si potrebbe semplicemente dire le cose come stanno ? e cioè che ogni forma di violenza è SEMPRE da condannare con severità ma con la maggiore equità possibile ? E' così difficile affermare che la violenza soprattutto ai danni dei più deboli, indifesi e vulnerabili ( e le donne tra questi ) va reèpressa duramente così come andrebbe prevenuta con politiche adatte fin dai tempi della prima educazione ? A margine di ciò si può accennare al fatto che per persone provenienti da alcune delle nuove culture che si stannio stanzioando nel mostro paese, quella sulle donne NON è considerata violenza ? Se ne può parlare o dobbiamo far finta che, a puro titolo di esempio, per la cultura Musulmana, la donna è un oggetto di proprietà dei componenti maschi del nucleo familiare ? Magari parlando delle cose, informandosi, confrontandosi, si riescono a capire meglio i fenomeni e . . .hai visto mai??? . . .magari anche a prevenire di più gli episodi di violenza ???
Ecco, il commento di 'O Brien è la più lampante dimostrazione di come si parli senza sapere di cosa... Anche in molte famiglie italiane la donna viene considerata un essere inferiore, quotidianamente maltrattata e umiliata. Ma la violenza non nasce solo nel degrado, sarebbe troppo semplice: la furia maschile di compagni, mariti o ex è la prima causa di morte per le donne dai 15 ai 44 anni... Rende l'idea? Non sentiamoci troppo superiori alle altre culture, abbiamo troppa strada da fare prima di metterci in cattedra: l’Italia non ha ancora ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza nei confronti delle donne firmato a Istanbul lo scorso maggio da 10 stati europei e qualche giorno fa un documento ufficiale delle Nazioni Unite ci accusa di femminicidio, grazie all'aumento esponenziale di vittime per mano della violenza maschile negli ultimi anni. Cominciamo divulgando questi dati e smettiamola di incolpare l'uomo nero.
Il "fabriziapensiero": "la violenza, di qualunque colore sia, è fascista, perché in questo Paese il fascismo è stato violenza di Stato." Bene, anzi male....basti vedere la percentuale di stupri commessi da certa gente in proporzione al numero complessivo di stupri commessi in Italia.....ma si sà che le statistiche sono fasciste.... In Italia quindi QUALSIASI VIOLENZA DI QUALSIASI TIPO DEVE ESSERE NECESSARIAMENTE FASCISTA......magari fuori dal confine la violenzxa può assumere altri connotati ma qui in Italia no.....Demenza? .....tralasciamo le "marocchinate" in Ciociaria durante la Guerra.....quelli erano fascisti infiltrati nell'esercito francese...... ....a questo punto è chiaro che la demenza, proprio perchè siamo in Italia, non può che essere antifascista.
Grazie a Ombromanto che mi riconosce la capacità di pensare autonomamente: sono spiacente di non poter ricambiare ;) Le statistiche alle quali fa riferimento sono frutto della sua immaginazione, la violenza in Italia parla italiano: i dati sono accessibili a chiunque. Ma razzismo e onestà intellettuale non sono compatibili, quindi non sono stupita. Per il resto la sua logica mi sfugge... e non solo a me, credo...
cosa c'entra il fascismo con la Violenza?
Gent.ma Fabrizia, Mi permetto di rivolgere un accorato invito. Se può, se vuole, se pensa che chi legge i commenti di qs. sito meriti una quale forma di rispetto, La prego di leggere prima le cose, poi se non le garbano di argomentarle, anche con durezza ma spiegando le ragioni di quello che dice, partendo dalle idee e non dai preconcetti. Io avevo invitato a non confondere i piani della discussione per non creare equivoci magari annebbiati dalla passione di parte. Avevo inoltre invitato a considerare le forme di violenza per quello che sono, indipendentemente da chi le mette in atto. Avevo invitato a considerare le violenze contro le donne alla stessa stregua di quelle su altre categorie deboli ma mi ero permesso di accennare che oltre a reprimere occorre educare in modo da prevenire. Ora mi pare di capire che Lei non è in accordo ma vorrei capire se perchè pensa che la violenza non sia tutta da condannare ( dipende da chi la fa), o non è favorevole a condannarla duramente, oppure infine pensa che non serva educare e prevenire? Il secondo aspetto che ho segnalato è quello di un evidente scarto culturale tra la mentalità che sottende ai rapporti tra i sessi nel nostro paese rispetto a quella di tanti di coloro che sono arrivati dal sud-est del mondo negli ultimi decenni e che, culturalmente, hanno scale di valori diverse dalle nostre. Non si tratta di stabilire e rivendicare chi è meglio e chi è peggio, si tratta di verificare le diversità per trovare i margini di confronto altrimenti, chiudendo gli occhi davanti alle diversità per partito preso ci si incarta in uno scontro forzato di culture perchè è ovvio che tra vicini se non ci si confronta mai alla fine ci si mena. Mi faccia capire, se vuole avere questo buon cuore, dove e come queste affermazioni sarebbero fuorvianti e negherebbero la realtà perchè io possa correggere il tiro (eventualmente) ma poi mi deve spiegare quanto e come, secondo Lei, io avrei negato che le violenze ci sono soprattutto tra le mura domestiche di tante donne italiane che purtroppo subiscono violenze di ogni genere. Perchè vede, gentile signora, Lei ha tutto il diritto di pensarla come crede e di manifestare il suo pensiero ma ce lo hanno anche gli altri e nessuno si può arrogare il diritto di mettere in bocca agli altri quello che gli altri non hanno detto. Distinti saluti.
Signor Cappelletti, Sono spiacente ma non rintraccio il suo nome nei precedenti commenti, condizione necessaria per poterle rispondere esaustivamente. In tutta franchezza non ho tempo né voglia di indagare le sue doppie/triple identità, perciò mi limiterò a confermare quanto ho scritto in precedenza e a prendere atto della sua disapprovazione: sarà dura... ma col tempo me ne farò una ragione :)