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Melania Rea:Le contraddizioni di Salvatore Parolisi

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Tutti in silenzio. Vietato parlare con i giornalisti e amici. Neanche in famiglia. Nelle Procure di Teramo e Ascoli, si sente l'inchiesta arrivare alla parte finale. Nel registro degli indagati ci sarebbe il nome di un macedone. Un giovane uomo. Sarebbe stato visto nel bosco dell'omicidio quella fatidica giornata del 18 aprile. Nessuna accusa. Solo controlli mirati sulle amicizie dell'extracomunitario. Prima domanda degli inquirenti: " Conosce Salvatore Parolisi? ". Gli amici e le famiglie fanno scudo intorno al caporal maggiore, per loro è fuori da ogni umano sospetto. Il loro giudizio è per quanto ci riguarda molto importante come dato in questa indagine. Intanto spunta un altro mistero, in una vicenda che ci sembra sempre più complicata. Qualche mese fa, Parolisi contattò il proprietario di un immobile, per affittare un appartamento ad Ascoli Piceno. Il militare chiese l'arredo con due letti matrimoniali. Perchè? Intanto due super testimoni sono sicuri che quella donna nel Pianoro di Ascoli Piceno non era Melania Rea. Il telefono della stessa mamma di Somma Vesuviana, ha smesso di funzionare il 18 Aprile, giorno della morte, per poi tornare a squillare il 20 Aprile. Il caporal maggiore continua con le sue mezze verità. Che cosa nasconde? Chi nasconde? Si continua ad indagare a 360 gradi. L'ambiente militare mantiene il massimo riserbo. Un atteggiamento che continua, ovviamente ad attirare le attenzioni degli inquirenti.

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