Io amo il Premio Teramo. Il libro della memoria nacque sotto il sindaco Chiodi. Eravamo un bel gruppo di sognatori.
Melozzi, aveva il fazzoletto al taschino.
Alberto Bevilacqua era il presidente e Teramo divenne casa editrice.
Pubblicammo “Un’Infanzia”.
Il racconto con il quale un giovane Bevilacqua, partecipò al Premio Teramo negli anni ’60. Non vinse.
Raccontava della madre e io scrissi l’introduzione, parafrasando l’amore tra le onde e la spiaggia. Donare e portare via. Conchiglie per un po’ di sabbia. Ci furono attimi di commozione. Filippo Flocco, Mauro Di Dalmazio, Federico Ioannoni, Tiziano Scarpa e il giovane Gambacorta.
Ricordo che feci il suo nome con insistenza al Segretario Melozzi. Lui rimase, noi andammo via.
Oggi Simone è il Segretario del Premio Teramo e uomo da kilt.
Il vecchio logo del Premio Teramo era un vero capolavoro. Eugenio Mucciconi è semplicemente un genio.
Nessun altra parola.
Oggi tutto è cambiato. Un feticcio.
Il Premio è diventato un passaggio di Gonnellini. Banche, Fondazioni e club di privilegiati.
Possesso ossesso del sesso del proprio se. Una passerella.
La fortuna è nell' arte del racconto, nella regia di Silvio Araclio, nella recitazione di Spazio Tre e dei maestri musicisti. Nell’eleganza di Luigi Aurelio Pomante. Ospite discreto.
Nell'umiltà del buon Assessore Campana, che conosce i suoi tempi e limiti.
Tre racconti per tre donne meravigliose.
Le libellule di Francesca Diano. Perdo Pezzi di Patrizia Lombardi. Zavirne Fritte di Arianna Curci. Un filo conduttore. L’amore e le donne.
La vita attraverso tre impulsi diversi.
Patriza Lombardi mi ha stretto il cuore e l'anima. Sembrava aleggiare verso l’infinito. Battito. Ansia. Desiderio. Madre. Figlia. Destino. Claustrofobia. Disperazione. Catarsi.
Bello il sindaco con l'omaggio al compianto dirigente del comune Porreca.
Tutto il resto…è ineleganza.
Il saluto del Sindaco Brucchi all’ex Segretario Melozzi, invitato con un sms e che a suo tempo, seppe del passaggio di consegne dalla stampa....è un ricordo triste. Molto triste.
La figuraccia della Presidente Raffaella Morselli, che ironizzava sul titolo Le Libellule e sull'aspetto fisico di Francesca Diano. Leggerezza e pesantezza. Mormorio e critiche dalla sala.
Io la farei dimettere all'istante.
Occasioni perdute.
Mi dispiace perché il Premio Teramo è il premio del Sindaco di Teramo. Tutto dovrebbe essere condito da un modo tra i moti di lignaggio.
Abbiamo perso in eleganza...peccato.
Ma questo non è un racconto inedito.
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Commenti
Le tre donne. ;)
IERI ERO AL PREMIO E MI E' PIACIUTO. VELOCE, INTENSO E POCHE CHIACCHIERE. CARO FALCONI I TEMPI SONO CAMBIATI, I SOLDI SONO FINITI...ERA FACiLE PER MELOZZI FARE IL PREMIO CON TANTI SOLDI IN MANO... ARACLIO UNA GARANZIA, L'ATTORE CHE HA LETTO IL RACCONTO VINCENTE DIVINO, POMANTE SOLIDO E POCHI FRONZOLI BRAVO SIMONE, HAI FATTO RINASCERE IL MIO PREMIO
Cara Francesca " sperava che un giorno ci sarebbe arrivata con la fede al dito, accolta come una signora in una casa finalmente sua e che lui l'avrebbe portata a vedere il mare".
Le Libellule sono e saranno per sempre un patrimonio di Teramo. La tua presenza un moto d'orgoglio ma essiste un vuoto allo stomaco, che ha colpito tutta la sala. Un senso di vertigine, che nessuna gentilezza di stile, potrà mai correggere.
Grazie per il tuo intervento, un onore.