In Italia il bipolarismo non funziona perchè le coalizioni si presentano non semplicemente come alternative, ma con antagonismi apocalittici, il Bene contro il Male. Da questa demonizzazione reciproca che rende impossibile una convergenza sulle grandi questioni, discende una sorta di 'guerra civile fredda permanente' che crea terreno fertile per il terzo incomodo: la vecchia balena onnivora che si presenta come 'luogo' della moderazione e centro di tutte le convergenze....la neo-diccì.... Se PdL e PD fossero riusciti a legittimarsi reciprocamente avrebbero lasciato Casini alla De Filippi nel ruolo di tronista, ma lo scalpitare di Fini da una parte e di Rutelli dall'altra, unitamente all' Armageddon-Referendum "Berlusconi sì-Berlusconi no" ha ridato ossigeno alle velleità centriste della prima Repubblica, quando cioè vi era un sistema bloccato con conventio ad excludendum verso i comunisti e con l'arco costituzionale che chiudeva le porte al MSI. Il governo non governava ma gestiva solo il potere, continuamente sollecitato dalle dinamiche delle correnti interne alla DC o di quelle degli altri partitini....i magistrati sonnecchiavano perchè c'era il Muro a Berlino e i talk-show non esistevano, come del resto i sondaggi. Il problema è che questa fantomatica "Seconda Repubblica" non è mai nata veramente perchè per cambiare la seconda parte della Costituzione occorrerebbe un bipolarismo non autodelegittimante. Occorrerebbe che i vincitori avessero meno tracotanza e gli sconfitti meno livore, accettando di contribuire al cambiamento, dando all'avversario la legittimità dell'iniziativa fondante e così uscire definitivamente da quel dopoguerra che generò un'architettura istituzionale che diffidava di se stessa e sembrava fatta per non dover funzionare. Insomma, tra la guerra civile e l'inciucio, ci sarebbero vie di mezzo migliori senza ricorrere alla resurrezione degli estremisti di Centro.
- Tronista
- Rutelli
- PierFerdinando Casini
- Muro di Berlino
- Fini
- Berlusconi
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Commenti
Caro Ferrari, lei nell'Italia del 2011 è un deviato. Un personaggio come lei, aperto al confronto basato sulla logica, sul ragionamento, sull'autocritica quando necessaria, rappresenta ormai un modello desueto.
Ferrari, quando la leggo, sapendo che vede il mondo dall'altro dei due punti rispetto al mio, provo la gioia di sapermi ancora circondato da qualcuno che non si è tatuato un simbolo nel cervello. Abbiamo (hanno, anzi!) perso la libertà di saper ammettere il proprio errore.
L'orgoglio non dovrebbe far parte dello scambio tra intellettuali. I politici dovrebbero essere intellettuali. Vado a scrivere la letterina a Babbo Natale.