Salta al contenuto principale

Scandalo al Gran Sasso: 28 volte Maranella

di Giancarlo Falconi
6 minuti

"O Pamela, questo è il bene dell'essere dimezzato: il capire d'ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere. Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo. Se verrai con me, Pamela, imparerai a soffrire dei mali di ciascuno e a curare i tuoi curando i loro.
Italo Calvino

Avevo letto la lettera del consigliere di Castel del Monte, (mi era stata girata in serata da un grande amico, )Bruno Dante, inviata al Ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti e al Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso.
Avevo sorriso al terzo passaggio.
Il mio pensiero correva al tempo dell'elezioni quando a Teramo, si mormorava che il direttore facente funzioni del Parco Gran Sasso e Monti della Laga, Marcello Maranella, non dimezzato ma moltiplicato per 28 volte,  poteva essere un papabile candidato sindaco di Teramo.
Non fu così...
Il resto è un articolo sul Corriere della Sera a firma di Nicola Catenaro e un pò di amare considerazioni...per voi la lettera...da leggere e vivere sereni.
Questi siamo noi...

"Signor Ministro, con deliberazione n. 12 del 23 giugno.2014 il Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ha prorogato per la 28esima volta l’incarico dirigenziale al Dr Marcello Maranella, dipendente del Parco in qualità di Coordinatore Tecnico Amministrativo. A differenza delle 27 proroghe precedenti, questa volta l’incarico gli è stato conferito in qualità di Direttore facente funzioni. Per tale incarico gli è stata confermata l’attribuzione di una indennità aggiuntiva di 60.000 Euro l’anno.

Com’è a Lei ben noto, l'articolo 9, comma 11, della legge quadro sulle aree protette (legge 6 dicembre 1991, n. 394), come modificato dall'articolo 2, comma 25, della legge n. 426 del 1998, prevede che il Direttore del Parco sia nominato dal Ministro dell'Ambiente che lo sceglie in una rosa di tre candidati proposti dal Consiglio Direttivo dell’Ente, tra soggetti iscritti all’ Albo di Idonei all'Esercizio dell'Attività di Direttore di Parco, istituito presso il Ministero dell'Ambiente, al quale si accede mediante procedura concorsuale per titoli. Ora il Dr Maranella non risulta iscritto al predetto Albo (e comunque di tale iscrizione non si dà conto nella deliberazione di proroga), né è stato nominato con decreto ministeriale.

Ha avuto semplicemente un incarico dirigenziale della durata di 3 mesi a partire dal 1 giugno 2004 per ragioni di necessità e di urgenza, allo scopo di assicurare la normale gestione amministrativa dell’Ente. Nessuno ha avuto da ridire su quell’incarico provvisorio. Però quando le ragioni di necessità e di urgenza durano 10 anni, anzi 11 con la proroga in corso, allora quelle ragioni non sono più credibili. Come si è giunti ad una situazione così paradossale? La colpa va attribuita in parte al Consiglio Direttivo del Parco e in parte ai precedenti Ministri del Suo dicastero. Il primo avrebbe dovuto proporre per tempo la terna dei candidati, sapendo che il 31 maggio 2004 sarebbe venuto a termine il rapporto con il precedente Direttore. Ma lo fece solo nel 2006, peraltro su sollecitazione di un funzionario del Ministero.

I suoi predecessori, per contro, una volta ricevuta la terna, se la presero comoda e fecero passare inutilmente diversi anni. Quando il ministro in carica nel 2012 si decise a procedere alla nomina, per cautela invitò il Parco a far conoscere se la terna era ancora valida, visto il lungo tempo trascorso. Il Presidente rispose che non era più attuale e che il Consiglio Direttivo avrebbe dovuto formulare una nuova proposta. A tale scopo il 27 giugno 2013 approvò un nuovo avviso pubblico per una nuova selezione dei candidati, ben sapendo che il Consiglio Direttivo, scaduto il 22 gennaio 2007, non era stato ancora rinnovato e non avrebbe potuto selezionare i candidati da inserire nella terna. Calerà un giorno il sipario di questo teatrino dell’assurdo? Da sette anni il nostro Parco è privo del Consiglio Direttivo. Le sue funzioni sono state assorbite dal Presidente e dal Direttore. Considerato, però, che il Presidente dirige un quotidiano a Roma e può dedicare al Parco solo una piccola parte del suo tempo, ne consegue che la gestione effettiva dell’Ente si concentri nelle mani del Direttore. O meglio, nelle mani del Coordinatore Tecnico Amministrativo con incarico dirigenziale. Questa situazione è quanto meno anomala, per non dire illegale. Ed i risultati della gestione nell’ultimo decennio sono disastrosi.

Il Parco ha sperperato decine di milioni di Euro per pagare gli stipendi a ben 70 dipendenti, assunti senza nemmeno l’ombra di un pubblico concorso e per instaurare centinaia di consulenze e collaborazioni esterne. Ha infestato il territorio di cinghiali che stanno mettendo in crisi l’agricoltura della nostra Regione. Solo per rimborsare i danni arrecati da questi animali il Parco ha speso la ragguardevole cifra di 9 milioni e mezzo di Euro, senza contare i danni arrecati al di fuori della perimetrazione del Parco e le spese per il loro accertamento. Per contro, nulla è stato fatto per la promozione economico-sociale delle popolazioni locali, così com’è previsto dall’art. 3 dello Statuto.

I borghi del Gran Sasso meridionale, abbandonati a sé stessi, stanno scomparendo. Poco più di un centinaio di abitanti sono rimasti a Calascio, Santo Stefano di Sessanio, Castelvecchio Calvisio e Villa Santa Lucia. Meno di 100 a Carapelle Calvisio. Signor Ministro, un Parco così non ci serve. O viene ripristinata la legalità della gestione così com’è prevista dalla normativa in vigore, oppure è meglio chiuderlo e risparmiare tanti soldi dei quali il nostro Paese ha urgente bisogno. Voglia gradire, Signor Ministro, i sensi della mia più alta considerazione. Castel del Monte 2 luglio 2014...".

Bruno Dante

Commenta

CAPTCHA

Commenti

Finalmente si scopre la pentola!! Un Parco in completo abbandono ma con dirigenti super-stipendiati....una vergogna!
tutti i nodi vengono al pettine
Coloro i quali hanno lavorato nel passato per far crescere il territorio e lontani dalle ideologie dei potenti sono stati distrutti, sia in termini personali che aziendali. Basta ricordare che strutture del territorio della Laga con oltre 60 dipendenti, tutti residenti nei comuni montani, hanno chiuso i battenti perchè erano troppo in contrasto con le finalità ideologiche di "queste persone". Quindi cosa vogliamo fare più, la montagna deve morire per volontaà dei potenti che vivono nelle città e non c'è nessuna speranza di salvezza. Caro Falconi parlare oggi di Maranella non serve più era prima pensare ed agire, come dire quando i buoi sono scappati dal recinto non serve più chiudere il cancello. Saluti
Pur nutrendo sincera stima nel Dott. Maranella questa è una storia semplicemente VERGOGNOSA!!
Forse il Sig. Maranella farebbe bene a dimettersi... ma chi lo conosce sa che non lo farà mai perchè è troppo presuntuoso e orgoglioso.
Egregio Sig. Anonimo, la pentola era scoperta da tempo, solo che ciò che emanava era talmente puzzolente che chi avrebbe dovuto non ci ha mai potuto o voluto ficcare il naso. Mi viene da pensare che era tutto fatto apposta. Nel Parco ci hanno mangiato un po' tutti e tutti ci hanno fatto mangiare compreso gli scienziati del turismo locale. Chiediamoci anche cosa facevano i Capataz prima di approdare al Parco.
Ma perchè solo ora ve la prendete col signor Maranella e non vi siete accorti prima che il parco è e restarà un carrozzone politico? Perchè Bruno Dante non si è incazzato quando fu nominato presidente Diaconale? Perchè il suddetto ed altri benpensanti non hanno protestato quanto il Parco riempiva di dipendenti gli uffici? I carrozzoni pubblici che non sono in grado di autofinanziarsi vanno chiusi, capito....chiusi.
buondi chiedevo se questa lettera e´ stata inviata anche al neo assessore ai Parchi...da quello che trapela crede veramente al parco....
L’articolo del Corriere della Sera di Nicola Catenaro ed Sergio Rizzo dedicato al Parco Nazionale del Gran Sasso e alla sua gestione, ha innervosito Presidente del Parco Arturo Diaconale il quale risponde assai piccato prendendosela con i giornalisti di Corsera per non avere bene verificato la fondatezza delle loro critiche. Tra queste il fatto di essere giornalista direttore di un quotidiano e ad un tempo Presidente dell’Ente Parco abruzzese. Qual è il problema? Egli dirige il quotidiano politico “L’opinione delle libertà” sostenuto dal finanziamento pubblico, si occupa anche di lotta alla malagiustizia nell'ambito dei Club Forza Silvio (!!!). Inoltre si sente orgoglioso di occuparsi della gestione del Parco trasferendovi quella cultura rispettosa dei diritti e delle garanzie a cui si sente legato. A proposito di garanzie e di diritti non è dato sapere a che titolo Diaconale eserciti la funzione di indirizzo visto che questo indirizzo dovrebbe secondo lo statuto essere definito dall’inesistente Consiglio Direttivo ( “in attesa di nomina” come scritto sul sito del Parco), una situazione che si trascina se abbiamo ben capito dal 2007. Ma, si sa, quanti miracoli possono fare l’amore per la propria terra e un’autentica cultura ambientalista ispirata ad un profondo amore per la propria terra abruzzese, una cultura che non è quella delle associazioni ambientaliste tutte in mano alla sinistra. Qui il cerchio si chiude sottolineando questo: non è vero che i parchi italiani siano privi di consigli direttivi. Basta fare un piccolo giro su internet per appurare che i consigli direttivi esistono eccome. Grazie Giancarlo per l’ospitalità.
Dal tenore dei commenti emerge che la cattiva gestione del parco risiede nell'attività svolta dal direttore “pro-tempore”. Mutuando il detto che il pesce inizia a puzzare dalla testa mi sembra che il sig. Maranella non rappresenti il livello verticistico del parco ma lo strumento che il livello politico ha utilizzato per amministrare il parco. Chi è al vertice del parco? Il Presidente, il Consiglio e la Giunta; da chi sono aiutati nella valutazione del/dei loro dirigente/i? Dall'OIV e dal Collegio dei Revisori dei Conti. Se due di tali organi mancano la responsabilità è di chi li deve nominare. I dirigenti traducono in piani operativi gli obiettivi strategici che ricevono dagli organi politici e lo devono fare con efficacia, efficienza ed economicità. Poi vengono valutati e, se del caso, rimossi (evento questo sì da riportare in cronaca). L'evidente anomalia non imputabile al “direttore” e la frammentazione degli incarichi ricevuti (alla faccia della precarietà). Come può un organo politico pensare di tradurre in piani operativi i propri obiettivi strategici incaricando i propri dirigenti trimestralmente allo stesso modo in cui un azienda agricola utilizza della forza lavoro stagionale per la raccolta dei prodotti della terra. In merito al compenso percepito faccio presente che sul sito del parco è indicato un appannaggio lordo annuale di circa 83.000 euro lordi; non sono pochi ma non sono esagerati (fatevi un giro sui siti delle PP.AA.), un direttore di micro-filiale bancaria percepisce fra i 50 ed i 60 mila euro e deve gestire 5 dipendenti e 20.000 euro di flusso di cassa medio giornaliero. Il direttore svolge il suo incarico pro-tempore dal 2004 (da ben dieci anni), ma il Presidente è a vita? Non è auspicabile che vengano individuati nuovi soggetti che possano ridare slancio progettuale all'Ente? I comuni del territorio del parco ed i loro rappresentanti politici non hanno responsabilità? La loro inerzia non ha di fatto avallato l'azione insufficiente del Presidente? Aspettiamo fiduciosi azioni da parte del neo-presidente D'Alfonso.
Aspetti con fiducia le azioni di D'alfonso? Caro Srefano te lo ricorderò tra qualche mese. Concordo con chi afferma che i carrozzoni pubblici vanno eliminati.
@ Stefano Non hai capito nulla su chi realmente comanda al Parco. Sono solo due. Indovina chi? Uno non c'è mai e delega l'altro a fare tutto. Dopo l'articolo del Corriere...uno ha fatto una brutta fine. Indovina chi? Il parco non ha un consiglio direttivo dal 2007. I due amici di merenda hanno fatto come volevano tra il silenzio di tutti. Scommettiamo che in questi giorni si parlerà del Parco? Secondo me sei uno dei due che scrive.