Teramo è incroco a più vie di denaro.
Le solite note tinte nel futuro della Tercas.
La Creval, le assicurazioni Milanesi di Samori, una cordata di Banche Marchigiane.
La novità?
Un gruppo di imprenditori con forte somme all'estero, scusate, che hanno investito a Cipro e in Irlanda e che potrebbero formare il gruppo decisivo.
Trecento milioni di euro di rientro a sponda.
L'Espresso, ci scrive sopra, attraverso un'inchiesta ben nutrita.
"Il crac al centro" mettendo in paragone quattro corpi bancari.
Il Monte Paschi di Siena con una perdita di oltre 3 miliardi di euro, la Banca Marche con 518 milioni di euro, la Popolare di Spoleto 31,8 milioni di euro e la Tercas con 9,3 milioni di euro e 77 milioni di euro di rettifiche crediti.
I nomi di Bianconi e Di Matteo, la banca di San Marino, il crac della Di.Ma con oltre 800 milioni di euro e i famosi 20 milioni prestati dalla Cassa di Corso San Giorgio.
Un territorio senza banche e con l'ombra di altri Istituti sotto l'occhio delle denunce dei clienti.
Anche piccole contestazioni di lavori e manufatti. Storie incredibili di soprusi cittadini, che danno cornice d'ambiente un falso di Dalì.
Negli ultimi mesi la politica sembra aver dimenticato la Cassa di Risparmio di Teramo come se il futuro fosse investito.
L'acquisizione dalla Creval potrebbe anche essere un semplice passaggio a un fondo svizzero teramano.
Chi ci sarebbe dietro questa operazione?
Quali imprenditori?
Quali politici?
Da dove arriverebbero i soldi?
Da quale isola?
Possibili imprenditori e politici vicini a una banca di teramani.
Vedremo...
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