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Bolkestein un problema italiano spacciato per europeo

5 minuti

Dalle ultime notizie emerse nel settore balneare si evince come, le associazioni di categoria interessate, si stiano muovendo sul piano europeo pur di eludere la direttiva servizi, alleandosi con le pari associazioni di altri paesi europei.
In realtà, è mia personale opinione, che questa federazione europea sia più utile ad una pubblicità interna atta a convincere il popolo italiano della bontà delle loro ragioni, facendo passare l’idea che in tutta Europa si sta vivendo lo stesso “dramma” italiano, che per un comune obiettivo.

Si legge:
In base a un accordo siglato recentemente tra diverse sigle sindacali nascerà la Federazione degli imprenditori balneari europei. 
Un'iniziativa che conferisce connotazione continentale alle rivendicazioni del settore, per dare più forza negoziale a partire dalla vigente Direttiva Servizi (Bolkestein) che impone le aste per le concessioni demaniali. 

Il nuovo organismo sindacale europeo comprenderà Assobalneari Italia, Federturismo Confindustria, la francese Fédération nationale des plages restaurants, la portoghese Federação portuguesa de concesionários de praia e la spagnola Federación de empresarios de playas e, come come detto daFabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia, servirà a rivendicare a Bruxelles i diritti di chi lavora e investe sulla spiaggia (http://www.europarlamento24.eu)

Questa neonata federazione, possiede un controsenso già nel suo stato embrionale,  cosa possono avere in comune i balneatori italiani che si descrivono come un’esclusiva tipicità italiana con i non molti balneatori europei?
Soprattutto i balneatori francesi, a cui la legge transalpina già impone i criteri della Bolkestein e hanno individuato in un periodo lungo 12 anni, la durata massima di una concessione demaniale marittima, cosa avranno da dire ai “cugini” Italiani, detentori del record europeo di occupazione di suolo demaniale?
Come si sentirà il proprietario di uno stabilimento balneare spagnolo( Chiringuitos) quando, con viva soddisfazione, dirà ai suoi colleghi europei di aver ottenuto dal governo un’estensione della durata della propria autorizzazione da uno a quattro anni e al contempo scoprirà che ci sono italiani che detengono stabilmente una o più concessioni dalla metà del Novecento?( Ley de costas  n. 22)

Sarei curioso di vedere il viso stralunato dei miei conterranei quando gli verrà spiegato che in Francia, prima ancora di accedere alla gara di appalto per l’aggiudicazione della concessione, ci si deve confrontare con quella che loro chiamano Inchiesta Pubblica. (L’enquête publique - démocratie de proximité di cui alla Loi n. 2002-276 del 27 febbraio reperibile su www.legifrance.gouv.fr- oppure consultare il Code général de la propriété des personnes publiques).
Strumento  volto a informare la collettività rispetto all’azione che si intende intraprendere e finalizzato a raccogliere opinioni nonché eventuali contro proposte, così da fornire all’amministrazione procedente tutte le informazioni possibili per l’assunzione di una decisione condivisa.
Ah la democrazia partecipativa, questa sconosciuta!

Suoni di vera e propria ilarità vibreranno nell’aria, quando gli italici “bagnini” scopriranno che, agli amici spagnoli, è vietata la trasmissione degli atti tra “i vivi” e in caso di fallimento il successore potrà subentrare nei diritti e obbligazioni per un solo anno, decorso il quale,  dovrà rinunciare alla concessione e ammessa la volontà dell’amministratore di ripristinare lo stato dei luoghi, dovrà reperire i fondi per le demolizioni da un deposito precedentemente creato.
Occhi sgranati e aria sorpresa si ravviseranno alla lettura dell’art. 10 della legge n.226-A/2007, testo in vigore per i colleghi portoghesi, dove si chiarisce senza equivoci che le procedure di selezione dei concessionari devono avvenire su base concorsuale.

Addirittura un’altra nazione adriatica ha recepito i criteri e i principi della direttiva servizi, la Croazia, dove il Maritime Domain and Seaports Act (vigente dal 2002) dedica un intero titolo alla procedura di rilascio delle concessioni ( art. 16,17 e 18) e specifica la gara pubblica come metodo di selezione.
In conclusione, mentre nel resto del continente ci si è preoccupati di recepire quanto indicato dall’Unione Europea e in proposito, si vedano le due comunicazioni della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo COM(1997)744 e COM(2000)547 nonché la Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 maggio 2002 relativa all’attuazione della gestione integrata delle zone costiere in Europa (2002/413/CE) , a dimostrazione del fatto che il dibattito sul tema delle concessioni demaniali fosse vivo già molto tempo prima dell’emanazione della Bolkestein nel 2006.

In Italia, al contrario, si è colpevolmente fatto finta di nulla fino al 2010, quando il Governo Berlusconi promise all’Europa di riordinare la categoria in cinque anni, pur di chiudere la procedura d’infrazione aperta nel 2008.
Come tutte le promesse di Berlusconi, ad oggi, nulla è stato fatto e presto o tardi, i balneatori italiani se non si daranno una svegliata dalla false promesse che ricevono puntualmente dai politicanti di turno, riceveranno una brutta sorpresa e il 2016 è quasi arrivato.

Stefano Alessiani
 
 


 

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Commenti

2016? Con l'Italia la proroga è al 2020. Seppur non accordata con l'Europa. Sarete contenti quando le spiagge ce le avranno mafia e distribuzione francese. .. pur di vedere i bagnini sul lastrico. E questo sempre in nome della tanto amata libera concorrenza. ...la libera concorrenza di espropriare dei lavoratori perché hanno voluto investire nel demanio.
A MIO PERSONALE AVVISO LA DIRETTIVA SERVIZI (Bolkestein) DEVE RIGUARDARE ESCLUSIVAMENTE LE PERTINENZE DEMANIALI E NON LE SUPERFICI CONCESSE PER LE ATTIVITA' BALNEARI, FATTE CON STRUTTURE AMOVIBILI O ADDIRITTURA "MOBILI" COME AVVIENE IN SARDEGNA. INFATTI NELLA MAGGIOR PARTE DELLE SPIAGGE SARDE I CONCESSIONARI MONTANO LE LORO STRUTTURE DI SERVIZIO ALL'INIZIO DELLA STAGIONE E LE SMONTANO ENTRO IL 31 OTTOBRE. LA DIRETTIVA SERVIZI SI RIFERISCE APPUNTO AI SERVIZI E NON AI BENI. QUANDO LO STATO CONCEDE IN GESTIONE UNO STABILIMENTO BALNEARE (PERTINENZA DEMANIALE) CHIEDE AL CONCESSIONARIO DI SVOLGERE UN SERVIZIO (GESTIONE DELLO STABILIMENTO). NEL CASO DEGLI ALTRI CONCESSIONARI LO STATO CONCEDE UNA PARTE DELLA SPIAGGIA, ASSOLUTAMENTE NUDA, NELLA QUALE IL CONCESSIONARIO E' OBBLIGATO A REALIZZARE DELLE STRUTTURE DI SERVIZIO, DI SUA ESCLUSIVA PROPRIETA', CHE POSSANO ESSERE PORTATE VIA SENZA DEMOLIZIONI AL TERMINE DEL PERIODO ASSENTITO NELLA LICENZA DI CONCESSIONE.
Gli Italiani vogliono sempre mantenere le loro posizioni di privilegio: per questo siamo tanto indietro anche culturalmente. Quando si è aderito all'Unione europea si è deciso di limitare la propria potestà legislativa per perseguire gli obiettivi dell'Unione. L'Italia furbetta - dopo aver ottenuto la chiusura della procedura d'infrazione e il consenso alla proroga delle concessioni fino al 2015 - col parere contrario del Governo Monti, ma nell'accordo PD-PDL, ha emanato la legge 221/12 che ha prorogato ex lege fino al 2020 le concessioni demaniali marittime. Il 26/2/2016 la Corte di Giustizia Europea si pronuncerà sulla compatibilità della proroga al 2020 con la direttiva Bolkestein: già il Servizio giuridico della commissione europea si è espresso in senso contrario ed il suo orientamento è solitamente seguito dalla corte, per cui è molto probabile che la proroga sarà giudicata incompatibile. Non credo che i Comuni si adegueranno ed emaneranno immediatamente nuovi bandi di gara di pubblica evidenza come previsto dall'art.12 della direttiva per l'assegnazione delle concessioni, data la forte pressione economica esercitata dai sindacati balneari. E lo Stato italiano subirà l'ennesima procedura d'infrazione e a pagare saranno ancora i cittadini italiani. Rammento che attualmente sono 89 le procedure d'infrazione aperte contro l'Italia e che dal 2003 abbiamo già pagato 183 milioni di € per le multe ma la cifra non tiene conto di quanto dobbiamo ancora pagare per tante altre multe già irrogate e non ancora pagate e per gli interessi da ritardato pagamento. Dovremmo chiedere a gran voce al nostro Governo di chiudere le procedure d'infrazione in essere adeguando la nostra normativa e i nostri comportamenti alla normativa comunitaria alla quale abbiamo aderito e non dovremmo emanare norme in contrasto. Invece per favorire pochi paghiamo molto in molti. Si può fare l'esempio degli aiuti di Stato alle aziende di chioggia e venezia, concessi illegalmente e non ancora recuperati, per i quali siamo stati condannati appenna 2 mesi fa a pagare subito 30 milioni di € e 12 milioni di € ogni 6 mesi di ritardo nell'adempiere al recupero degli aiuti concessi illegalmente. E per favorire i balneari, nascosta nelle pieghe della Legge sugli Enti Locali uscita in G.U: il giorno di ferragosto l'art. 7 co.9 septiesdecies del D.L. 78/15 conv. in L.125/15 è prevista la sdemanializzazione di aree di costa: ciò per aggirare la direttiva Bolkestein e privatizzare le nostre coste che potranno quindi essere acquistate dai concessionari. Altra norma quindi fortemente in contrasto con la direttiva comunitaria e per la quale, magari tra 5/6 anni sarà aperta una procedura d'infrazione. Ma qui è tutto un tira a campare, intanto questo governo va avanti con l'appoggio delle lobbies e chi vivrà vedrà. Siamo marci dentro.